POLLO ALLA MARENGO

POLLO ALLA MARENGO (SECONDO L’ARTUSI) – Ricetta di Piero Benigni – Questo piatto, benché semplice e veloce da fare, è delicato e di grande bontà. Appartiene sia alla cucina francese che a quella italiana, in particolare a quella piemontese e specialmente alla città di Alessandria. Lo prepareremo con la semplice ricetta (n. 268) che Pellegrino Artusi publicò solo nell’ultima edizione da lui curata poco prima della sua morte, quella del 1911 con 799 ricette. La trovate fra le foto.

Pollo alla Marengo
  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura55 Minuti
  • Porzioni2
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaItaliana

Ingredienti per 2 persone

Mezzo pollo (6-700 g)
q.b. olio di oliva
q.b. farina
1 limone
1 bicchiere vino bianco secco (200 ml)
300 ml brodo di carne (o vegetale)
q.b. prezzemolo

Per il pollo alla Marengo vi serviranno

Fornello
Padella
Tagliere
Coltello
Cucchiaio di legno
Spremiagrumi

Preparazione

Preparate col sistema che volete 300 ml di brodo di carne o vegetale. Spezzate il pollo ed eliminate pelle ed accumuli di grasso. Mettete i pezzi non grandi in padella con 2 o 3 cucchiai di olio di oliva e fateli rosolare bene fino a coloritura da tutte le parti, poi toglieteli e buttate tutto il grasso che si sarà formato.

Rimettete in padella 2 cucchiai di olio di oliva e i pezzi di pollo infarinati. Fate prendere calore, bagnate col bicchiere di vino bianco e fate andare fino a che questo non sarà evaporato quasi del tutto, girando ogni tanto i pezzi. Versate un mestolo di brodo, salate, coprite e cuocete a fuoco dolcissimo aggiungendo poco brodo quando necessario per tenere il fondo di cottura sempre abbastanza liquido. Ogni tanto girate i pezzi.

Dopo mezz’ora versate sopra i pezzi il succo di mezzo limone e proseguite la cottura, che durerà ancora 30 minuti o poco di più e sarà finita quando il petto si fa forare bene dalla forchetta. Poco prima della fine mettete a punto di sale, fate addensare il fondo, versate ancora il succo di mezzo limone e spolverate di prezzemolo. Si conserva 2 giorni in frigo e si può anche congelare, con una durata di 3 mesi nel freezer.

NOTA STORICA

Sulla nascita del piatto si sa poco, se non che fu gustato da Napoleone la sera della grande vittoria di Marengo sugli Austriaci, il 14 giugno 1800. Ci sono due ipotesi, nessuna delle due appoggiata da fonti storiche. La prima dice che il condottiero entrò in una osteria del luogo e gli fu offerto come sola vivanda disponibile. Benché non amasse il pollo, non ebbe altra scelta ma lo gradì molto e gli rimase poi sempre caro come ricordo della vittoria. A dar retta alla seconda, fu invece creato dal cuoco Dunand, addetto a lui ed allo Stato Maggiore, con polli rubati ai contadini della zona e altre cose che riuscì a reperire, perché i carri delle salmerie erano rimasti intrappolati chissà dove. Fra gli ingredienti c’erano pomodori (impossibile, nel 1800 erano sconosciuti in Italia e poi a giugno?), gamberi (possibile, nei fiumi c’erano), funghi (in giugno in Piemonte?) e poi altre cose come uova, prezzemolo, cognac, vino bianco ed altro.

In ogni caso, il piatto tornò in Francia ed assunse una certa diffusione perché gradito a Napoleone, che lo esigeva per scaramantica consuetudine la sera di ogni sua vittoria. Fu però solo nella seconda metà dell’Ottocento che ci mise le mani il re dei cuochi, il grande Escoffier: ne stilò la ricetta definitiva con pomodori, funghi e altro e lo lanciò nella cucina internazionale, allora sostanzialmente quella francese. Ovviamente entrò anche in quella piemontese, che ad essa faceva grande riferimento. La nostra è però la ricetta semplice di Pellegrino Artusi, di insospettata grandissima bontà.

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