U tumazzu chi non c’è, il formaggio dei poveri

U tumazzu, il formaggio, tradotto letteralmente, ha da sempre condito la pasta di chi se lo poteva permettere, e gli altri? Facevano con quello che avevano.
Le origini di questa preparazione sono remote e contornate da un alone di leggenda, Una prima testimonianza di utilizzo della muddica atturrata per condire la pasta, risale all’alto Medioevo.
Nel 976 una popolana per celebrare la vittoria dei suoi paesani, guidati dai monaci bizantini, bloccarono gli invasori saraceni, utilizza questa preparazione per condire la Pasta
Ingredienti
- 200 g di pane di semola raffermo
- la buccia di 1 limone
- 1 spicchio d’aglio
- Del rosmarino
- Olio EVO q.b.
Preparazione
Prima di iniziare la preparazione vi do alcuni suggerimenti su come utilizzarlo, si può utilizzare
- per condire la pasta, Pasta cu tumazzu chi non c’è e pipareddi di sett’anni, Maccheroncini pomodori secchi, peperoncino e pane atturrato
- per impanare le melenzane Tartine di Melenzane Insabbiate, Pomodoro e pesto di Salicornia e basilico Greco, Melenzane Insabbiate, polvere di Peperoncino Anarchico e Parmigiano
- per il pesce Seppie insabbiate
- per le bucce dei fichi d’india Cotolette di bucce di Fichi alla nepitella
Grattate il pane raffermo, aromatizzate l’olio evo in padella con l’aglio e il rosmarino.
Togliete l’aglio e il rosmarino, iniziate ad aggiungere il pane raffermo grattato, la fiamma deve essere bassa, mescolate continuamente la preparazione si deve colorare ma non bruciare.
Appena il colore è giusto, togliete dal fuoco e grattate la buccia del limone e amalgamate.
Buon appetito
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