Tracciabilità, nel mondo food

Tracciabilità, nel mondo food

RFID
RFID
Tracciabilità, nel mondo food, Come per tante altre cose, si può dividere il percorso di un prodotto alimentare in due grandi fasi: la produzione, che va dalla trasformazione della materia prima, alla realizzazione di un alimento pronto al consumo, e la distribuzione, che comprende i processi della logistica, della distribuzione e di tutto ciò che rientra sotto il cappello del retail/GDO. Entrambe queste fasi hanno le proprie esigenze di efficienza e di tracciabilità; e la tracciabilità è quel filo di informazioni che tutto raccoglie e unifica, grazie anche all’importante percorso di standardizzazione svolto da GS1
01-07-2014

IL MERCATO ALIMENTARE IN ITALIA

La crisi si fa sentire per quanto riguarda i consumi nazionali, ma nell’anno 2013 l’esportazione di prodotti agroalimentari è aumentata del 38%, per un totale di 33,4 miliardi di euro di fatturato, secondo i dati Istat raccolti e analizzati da Coldiretti. Purtroppo, con l’aumento delle esportazioni, il made in Italy è sempre più attaccato dal fenomeno denominato “agropirateria”, ovvero l’uso improprio di parole, colori, località, immagini, denominazioni e anche ricette che si riferiscono all’Italia, ma che di italiano non hanno nulla, neppure il nome. Il valore attuale dell’agropirateria si aggira intorno ai 60 miliardi di euro e sempre secondo i dati raccolti, due prodotti su tre sarebbero assolutamente falsi. Fra i prodotti contraffatti il Parmigiano Reggiano, che viene prodotto con il nome di Parmesan tra USA e Canada, o Parmesao in Sud America: solo nel 2013 sono stati prodotti negli USA ben 200 miliardi di Kg di formaggi e mozzarelle di denominazione italiana contraffatti. Ma anche il Chianti californiano e pomodori San Marzano, mortadella e prosciutto San Daniele prodotti in Canada. Risulta quasi ovvio dire che solo un effi cace sistema di tracciabilità e di identifi cazione, può difendere i produttori ed esportatori italiani da questo tipo di concorrenza.

Quello che ancora cresce in Italia è il settore dei vini e spumanti, che nel 2013 ha totalizzato un fatturato di 9,3 miliardi di euro, in crescita del 3%. Le esportazioni per la prima volta hanno superato i cinque miliardi, ma anche il mercato nazionale ha dato segno positivo, con un aumento dell’1,5% e la cifra di 4,2 miliardi di fatturato. Sono sempre dati Coldiretti, presentati all’ultima edizione di Vinitaly, la fi era mondiale dedicata a vino e distillati. Esportare e proteggere devono quindi andare di pari passo. Un esempio indiscutibile in questo senso è quello fornito da Ornellaia, che già da tempo inserisce sulle sue bottiglie un codice identifi cativo univoco, ricorrendo a varie soluzioni tecnologiche, dalla RFID ai “bubble tag”, per garantire sia l’acquisto da parte del consumatore, sia la protezione del percorso distributivo dei vini sul mercato internazionale. Il progetto RFID ha preso il via nel 2010 con tecnologia Feig, fornita e installata da RFId Global by Softwork. Per la gestione logistica utilizza il software WMS StockSystemEvolution di Replica Sistemi.

Altri dati di scenario sono quelli forniti da Federalimentare: secondo una ricerca condotta con Doxa, presentata all’ultima fiera Cibus, i consumi interni sono in calo (-4% nel 2013), e in dieci anni hanno chiuso 12 mila microimprese. L’andamento delle esportazioni è sempre positivo, ma secondo questi dati, è in crescita solo del 5,8% rispetto al 2012, la metà rispetto al biennio 2010-2011, mentre le prospettive per il 2014 non vedono miglioramenti. «Dalla ricerca emerge anche che la maggior parte degli italiani percepisce l’industria alimentare come primo e vero simbolo del made in Italy, cosa che, soprattutto in un momento complesso come questo» commenta Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare «fa particolarmente piacere e certifica la vocazione alla qualità di un settore chiave dell’economia nazionale. L’industria alimentare ha ancora le potenzialità intatte per essere il motore della crescita e della nostra economia. Ma serve una politica attenta e sensibile a sostenerne lo sviluppo, piuttosto che ad aggiungere tasse e burocrazia… ». Anche per il futuro, le prospettive sono in chiaroscuro. Da un lato il numero delle aziende alimentari è calato del 17,9% rispetto a dieci anni fa, mentre quello degli addetti segna una riduzione del 13,6%. A chiudere sono state soprattutto le micro-imprese fino a 9 addetti, oggi 48mila rispetto alle 60mila del 2001. Dall’altro si mantiene stabile la fascia propriamente “industriale” delle imprese alimentari, quella superiore ai 9 addetti, con oltre 6.800 imprese, rispetto a 6.900 di dieci anni fa. Si può quindi dire che buona parte del tessuto aziendale del comparto stia resistendo meglio, rispetto soprattutto ad altre realtà del settore manifatturiero.

Da sottolineare infine che l’intero settore alimentare italiano si metterà profondamente in gioco nel corso di Expo 2015, l’esposizione universale in programma a Milano da maggio a ottobre 2015 (www.expo2015.org). Difficile sintetizzare le tantissime occasioni di formazione e di confronto che sono previste durante questo evento unico. Dal canto suo Federalimentare ha in programma la partecipazione con due padiglioni, di oltre duemila metri quadrati in totale, per raccontare ai visitatori di Expo 2015 l’agroindustria italiana, in un viaggio interattivo per scoprirne i prodotti, i protagonisti, la ricchezza dei territori, i marchi e gli imprenditori che li hanno creati e sviluppati, rendendoli un riferimento per l’economia del Paese e ambasciatori dell’italian food nel mondo.

A tal fine ha anche avviato un progetto di edutainment, Federalimentare 4EXPO, in collaborazione con il partner operativo Fiere di Parma, che costituirà il principale canale di comunicazione per la divulgazione e valorizzazione dell’immagine dell’industria alimentare all’Expo Milano 2015. I padiglioni si troveranno nella posizione NE 10 e NE 11, in prossimità dell’ingresso Est.

TECNOLOGIE E TRACCIABILITA’ IN PRODUZIONE

Qualunque sia il livello di trasformazione che subisce nel processo di produzione, un alimento prevede in ogni caso la raccolta o l’accesso a determinate materie prime, e il loro percorso verso la realizzazione di prodotti finiti, pronti per il consumo, correttamente confezionati e identificati. È in tutti questi processi che l’introduzione di tecnologie, non solo quelle per la lavorazione dell’alimento stesso, ma anche quelle per la gestione del processo, è ormai un percorso dirompente. Hardware e software sono ugualmente coinvolti: il primo, dall’ERP ai vari dipartimentali, per gestire i flussi del prodotto, il secondo, generalmente in termini di supporti di identificazione, tecnologie di stampa e codifica, tecnologie di lettura ed elaborazione dei dati, per effettuare la raccolta dei dati dai flussi stessi, indispensabili per alimentare il software stesso. Parlando di ERP, per esempio, Replica Sistemi propone Nav Wine, la verticalizzazione su piattaforma Microsoft Dynamics Nav, specifica per il settore vitivinicolo, un ERP completo caratterizzato da funzionalità declinate ad hoc per questo settore, e di notevole facilità e intuitività d’uso, grazie anche all’integrazione completa con il pacchetto Office, che semplifica ulteriormente la gestione dei vari processi. Fra i tanti esempi d’uso possiamo citare quello di Marchesi de’ Frescobaldi, una realtà da oltre ottanta milioni di euro di fatturato e forte di oltre mille ettari di vigneti. «Negli ultimi anni la nostra azienda è cresciuta in maniera vertiginosa» spiega il Presidente Leonardo Frescobaldi. «Abbiamo scelto di dotarci delle migliori tecnologie disponibili perché, in un’azienda come la nostra, l’IT è alla base di numerosi processi strategici per la produzione di vino di alta qualità. Abbiamo scelto Microsoft e Replica Sistemi perché sono aziende internazionali, in grado di garantirci il necessario supporto anche nella fase di crescita internazionale che l’azienda sta affrontando». L’ICT in Frescobaldi fornisce all’azienda numerosi servizi, dalla produzione ai processi amministrativi, dalla gestione dei clienti alla logistica e magazzino.

Un altro esempio dal mondo agroalimentare lo prendiamo invece dagli Stati Uniti, dove LoBue Citrus produce e distribuisce circa il 5% delle arance prodotte in California. Il che signifi ca circa quattro-cinque milioni di cassette all’anno, il 40% delle quali sono esportate in Asia. Il suo sistema di tracciabilità è stato implementato nel 2010 con l’aiuto dell’integratore FoodLogiQ, che si è avvalso a sua volta di sistemi di stampa forniti da Intermec. Con questo sistema di tracciabilità, i dati relativi ai prodotti in lavorazione e pronti per la spedizione, sono generati e raccolti in tempo reale. Il processo parte con la lettura di un codice a barre (mediante lettore manuale Intermec SR30 collegato alla stampante), che comunica alla stampante PM4i quali sono le etichette che essa deve stampare; l’operatore deve solo aggiungere sul display il dato della quantità. In questo modo vengono etichettate tutte le cassette, muovendo il carrello con la stampante direttamente verso il prodotto. In seguito, viene stampata un’etichetta per il pallet, utilizzando questa volta una stampante portatile, la PB50 di Intermec. L’etichetta contiene i dati sul tipo di prodotto, la data di spedizione, la destinazione, il sito di provenienza e il numero di lotto, che alimenta il sistema di tracciabilità del prodotto stesso.

DISTRIBUZIONE E SUPPPLY CHAIN

Parlando di distribuzione, una delle applicazioni più innovative degli ultimi tempi è quella messa in atto da Grandi Salumifi ci Italiani, basata su tecnologia RFID, che riguarda il magazzino sito presso l’Interporto di Bologna. I numeri: 30.000 mq, oltre 39.000 posti pallet, 42 dock house per le attività di carico e scarico, 12 linee di etichettatura, 3.000 ordini quotidiani gestiti, 480.000 kg / giorno di prodotti movimentati. Le tecnologie in uso in questo sito riguardano principalmente tre fronti di attività. Innanzitutto, grazie ad un sistema RF completo, si effettua un’attività di picking dinamico e sincronizzato per tutte le aziende. Inoltre, l’etichetta logistica SSCC che indica tutte le informazioni relative al pallet: prodotti, date di scadenza, destinazione e così via, è dotata di tecnologia RFID: tutto il processo di uscita e spedizione dei pallet infatti è supportato da un sistema RFID ideato e realizzato da Id-Solutions in collaborazione con l’Università di Parma (tra parentesi Grandi Salumifi ci Italiani da tempo collabora con questa realtà nell’ambito dei progetti RFID Logistics Pilot). Ogni SSCC in spedizione, per un totale di 400.000 pallet all’anno, è quindi identifi cato con etichetta RFID; di conseguenza il sistema di tracciabilità automatica delle spedizioni identifi ca automaticamente il carico dei prodotti che vengono caricati sui camion. Il passaggio del pallet in vicinanza dell’antenna RFID, posta presso la baia di carico (per un totale di 42 baie attrezzate) conferma la correttezza del pallet e acquisisce i dati, che saranno subito disponibili anche per il cliente.

Infine, oggi si sta anche lavorando, sempre in collaborazione con l’Università di Parma, al terzo fronte tecnologico voluto da Grandi Salumifi ci Italiani: la raccolta dei dati di temperatura, sempre con un sistema RFID, che è attualmente in via di definizione. Questo importante caso di automazione della filiera alimentare è stato anche presentato nel corso di un workshop dedicato, che si è svolto presso il Centro S. Elisabetta dell’Università di Parma, in collaborazione con Id-Solutions, Capgemini BS e Fraunhofer IML. Capgemini BS è la società di Capgemini Italia che si rivolge alle piccole e medie imprese italiane, con un’offerta basata sulle soluzioni gestionali Microsoft Dynamics AX, NAV e CRM,ma anche su soluzioni proprietarie in ambienti IBM, nel mondo logistico e su tecnologie abilitanti. Dal canto suo il Fraunhofer IML – Institut für Materialfl uss und Logistik, il noto istituto di ricerca tedesco, ha presentato “Warehouse-logistics”, una delle più complete piattaforme internazionali per la selezione di un WMS. Per ulteriori informazioni sulla giornata, potete accedere al sito dedicato dal portale di Editrice Temi, sezione Events.

Il secondo caso importante di innovazione nella filiera, è quello offerto da Number 1, che ha infatti aderito a Pomorete, la prima fi liera italiana del pomodoro, mettendo a disposizione del progetto la propria specializzazione nella logistica del settore alimentare. Pomorete rappresenta un’esperienza unica in Italia, un contratto di rete di carattere interregionale (Lombardia ed Emilia Romagna), che certifica e traccia l’intera catena, dall’analisi del terreno fino al posizionamento del prodotto sugli scaffali della distribuzione, passando attraverso la produzione del seme, la gestione dei mezzi tecnici e delle risorse idriche, la lavorazione, la trasformazione e la logistica. Nel dettaglio, Pomorete consiste in un contratto di rete, il primo nella filiera del pomodoro, stipulato con lo scopo di cogliere dal mercato sia nazionale che estero tutte le proposte che coinvolgano più imprenditori appartenenti alla rete per la realizzazione di un progetto comune che valorizzi le specifiche competenze di ciascuno degli imprenditori appartenenti alla rete. Pomorete rappresenta un modello di riferimento per il prossimo Expo 2015 perché consente non soltanto di certificare il prodotto in termini di provenienza, ma anche di cercare di restituire redditività a un prodotto che è uno dei simboli del Made in Italy, attraverso il monitoraggio di tutte le fasi della supply chain, che presuppone una stretta collaborazione tra gli operatori coinvolti nei vari step per una maggiore penetrazione nei mercati di riferimento sia nazionali che internazionali. Il contratto permetterà a Number 1 di implementare la propria attività costruendo contatti con aziende di produzione aderenti al contratto di rete per poter attivare collaborazioni non solo sul trasporto e magazzinaggio, ma anche su attività di fine linea o repackaging. Inoltre, il contratto di rete permetterà a Number 1 di realizzare abbinamenti di consegne che permettano di creare efficienza nel trasporto, ottimizzando i carichi e migliorando la saturazione media di questi ultimi. Number 1 ha aderito al progetto Pomorete sin dalla sua costituzione, insieme ad altre nove imprese (ACP International Food, Agrimpianti, Agrofata, Asi, Isea Group, Steriltom, Ecosistemi, Seedling Tomato, Solfarm Europe) tutte aderenti al sistema di Confapi Piacenza. Il territorio compreso tra le province di Piacenza, Parma, Pavia, Mantova, Cremona e Lodi, infatti, è il secondo in Italia, dopo la Puglia, per la produzione di pomodoro da industria; le potenzialità del bacino sono di 3,5 milioni di quintali di pomodoro trasformato, pari a circa il 20% del pomodoro da industria italiano.

Fonte http://www.datacollection.eu

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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