Riso amaro – film
Riso amaro è un film drammatico del 1949 diretto da Giuseppe De Santis.
Fu presentato in concorso al 3º Festival di Cannes e ricevette una candidatura ai Premi Oscar del 1951 per il miglior soggetto.
Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.
Nel Settentrione d’Italia, alla stazione ferroviaria di Torino, le lavoratrici stagionali, giunte da tutta Italia, aspettano il treno per Vercelli: è la stagione per la semina del riso nelle risaie. Qui, due poliziotti in borghese devono arrestare Walter Granata, un pregiudicato che riesce però a fuggire. Giocando sul titolo del film ho realizzato un risotto, con un prodotto molto amaricante, il luppolo, ma tranquilli il tutto viene equilibrato con della polpa di cachi.
Ingrediente per 4 persone
- 320 g Riso carnaroli
- 1 bicchiere di birra io ho utilizzato una Riappala del Piccolo Birrificio Clandestino
- 4 Scalogni
- 60 g Parmigiano
- 40 grammi di Burro
- Qualche pellet di Luppolo
- 2 cachi
- Qualche chicco di melograno
per il Brodo di verdure
- 2 carote
- 2 cipolle
- 2 coste di sedano
Per il pane atturrato
- Una tazza di pangrattato
- 1 peperoncino scotch Bonnet
- 2 cm di radice di ginger(zenzero)
- La buccia di un limone non trattato
- 2 cucchiai di Olio EVO
- Qualche fiore di Luppolo
Preparazione Il brodo
Pulite e lavate tutte le verdure, dividetela in pezzi grossolani, metteteli in una pentola coprendo con circa 1,5 litri di acqua.
accendete il fuoco e fate bollire a fuoco medio per circa 40 minuti poi abbassate la fiamma fino a quando lo userete.
non mettere sale, perché restringendosi il brodo, renderebbe la sapidità poco gestibile.
Preparazione Il Risotto
Tagliate finemente gli scalogni, fateli appassire, con qualche cucchiaio d’olio EVO, a fiamma bassa fino a quando non è trasparente e quasi sfatto, state attenti a non far bruciare lo scalogno, oltre ad essere brutta da vedere non è nemmeno salutare.
Alzate la fiamma, aggiungete il riso, io ho usato del riso acquerello, quindi non necessita di tostatura, se usate un altro riso fatelo tostare mescolando senza interruzione per circa 2 minuti.
Fate sfumare un bicchiere di birra, lasciate evaporare l’alcol, abbassate la fiamma e coprite con il brodo che avete tenuto in caldo.
Fate cuocete circa 5 minuti aggiungendo, quando necessario brodo caldo, aggiungete i pellet di luppolo, iniziate con 2, fate sciogliere completamente mescolate e assaggiate, aggiungetene un altro e ripetete l’operazione, 3 dovrebbero dare il giusto grado di amaricante. Cuocete qualche altro minuto aggiungendo brodo, a 5 minuti dalla fine della cottura, aggiungete i cachi, a cui avrete tolto la pelle e i semi.
Togliete dal fuoco e mantecate con il burro e il parmigiano, fate riposare un paio di minuti.
Preparazione del pane atturrato (abbrustolito)
In una padellina antiaderente, mettete due cucchiai di olio EVO, aggiungete il pangrattato, aiutandovi con una grattugia aggiungete ½ peperoncino scotch Bonnet, ho utilizzato questo peperoncino perché credo che a livello di profumi sia il più adatto, 2 cm di radice di ginger(zenzero) e la buccia di un limone non trattato, fate abbrustolite evitando di far bruciare il pangrattato, appena pronto aggiungete qualche fiore di Luppolo secco sbriciolato.
Impiattate mettendo sotto il risotto, spolverate con il pangrattato, aggiungete qualche chicco di melograno, se volete potete aggiungere altro peperoncino.
P.s. qualcuno mi potrebbe chiedere, come si fa ad avere del luppolo?
ci sono due soluzioni:
- su Intenet ci sono diversi siti che lo vendono.
- Ma la soluzione che io consiglio è quella, di cercare un birrificio artigianale nelle vostre vicinanze. Potrete scoprire un mondo nuovo, devo dire che è uno dei pochi campi, in cui, non avevamo una grande tradizione, ma siamo stati capaci, come italiani, di creare dei prodotti di qualità eccelsa, purtroppo non succede spesso, come una volta.
Buon appetito
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Trama
Maggio, 1948. Nel Settentrione d’Italia, alla stazione ferroviaria di Torino, le lavoratrici stagionali, giunte da tutta Italia, aspettano il treno per Vercelli: è la stagione per la semina del riso nelle risaie. Qui, due poliziotti in borghese devono arrestare Walter Granata, un pregiudicato che riesce però a fuggire. Inseguito dagli agenti, Walter incontra sul binario la sua amante/complice Francesca, si nasconde tra le mondine e scappa nuovamente malgrado i poliziotti alle calcagna. Sul treno, Francesca, che per sfuggire alle forze dell’ordine s’è mescolata alle mondine, è avvicinata da Silvana Meliga, veterana della stagione, che s’interessa con un “caporale” affinché anch’essa lavori come “irregolare” senza contratto. All’arrivo nella cascina, le donne sono ospitate nelle camerate lasciate libere dai militari di leva ivi acquartierati. Il sergente Marco Galli rimane colpito dalla bellezza di Silvana; sia lei sia Francesca sono a loro volta attratte dal fascino genuino del giovane militare. Silvana controlla Francesca, intuendo che questa nasconda qualcosa e, approfittando di una sua assenza, trafuga un involto nascosto nel suo pagliericcio. Già dal primo giorno nascono attriti col padrone, che decide quindi di rimandare a casa le irregolari senza contratto. Un’impavida Francesca – che deve recuperare ciò che Silvana le ha trafugato – convince le altre irregolari a resistere con lei. Secondo il caporale, le irregolari potranno essere assunte solo dimostrando di lavorare meglio delle mondine regolarmente impiegate: si scatena una lotta fisica per piantare nei campi più piantine di riso, con le “crumire” in vantaggio. Pure Silvana aizza le colleghe con questo epiteto insultante contro le lavoratrici irregolari, in una battaglia declamata anche in canti ritmati. In risaia inizia una zuffa: Francesca, additata da Silvana come responsabile, è inseguita e deve fuggire. Il sergente Marco, di passaggio, riesce a fermare questa guerra tra poveri: fa ragionare le donne placando così gli animi. Le mondariso, rendendosi conto di avere tutte bisogno di guadagnare denaro e lavorare, s’uniscono e vanno a parlare col padrone per fare ingaggiare anche le irregolari. Silvana accusa Francesca, davanti a Marco, di essere la ladra della collana milionaria di cui scrivono i giornali, sottratta in un albergo di Torino; invece di denunciarla, Marco la lascia andare. Adesso le due donne sono legate da un segreto. Pentita, Silvana diventa amica di Francesca, che le racconta la sua vita sfortunata: rimasta incinta di Walter, ha dovuto mantenerlo lavorando come domestica in casa di padroni ricchi, ed è a loro che ha rubato la collana.
La sera, dopo il duro lavoro nei campi, le mondine scavalcano il muro di cinta per andare a ballare nel bosco. Francesca le segue e scopre che sono tutte in cerchio, insieme a braccianti e militari, a guardare Silvana che balla il boogie-woogie. Silvana ha di nuovo sottratto la collana e la porta al collo. Improvvisamente appare Walter: Francesca l’accusa d’imprudenza, ma il giovane rimane affascinato da Silvana e balla con lei. Sopraggiunge Marco che, vedendo il monile al collo di Silvana, arrabbiato, glielo strappa di dosso. Marco e Walter s’azzuffano, ma il sergente ha la meglio.
Francesca trattiene Walter che sfodera il coltello contro Marco. A quel punto Walter le rivela che il gioiello è solo una copia dell’originale: tutti i giornali hanno riportato la notizia. Walter si nasconde nel magazzino del riso, dove Francesca gli porta una parte della propria razione. Ma Silvana l’ha spiata. Walter sorprende alcuni ladruncoli: propone loro di fare un colpo portando via tonnellate di riso coi camion che verranno a riprendere le mondine. Francesca subodora qualcosa e, grazie all’influenza di Marco, il suo interesse per Walter va pian piano scemando.
Inizia a piovere: il lavoro s’interrompe, le mondine rimangono nelle camerate. Ogni giorno fermo non viene pagato. Dopo avere spiato di nuovo Francesca, Silvana s’introduce nel magazzino, dove incontra Walter. L’uomo le parla della possibilità di un’altra vita insieme nella quale non serve lavorare, lei si lascia tentare ma non gli si concede.
La pioggia giunge al sesto giorno: le mondine esasperate decidono d’andare comunque in risaia e riprendono a lavorare sotto il tempo inclemente. Tutte cercano Silvana, ma la ragazza ha incontrato Walter con cui si congiungerà ai piedi d’un albero. Silvana è completamente succube di Walter; l’uomo le dice d’amarla in presenza di Francesca, che s’è invece liberata dalla sua nefasta influenza e capisce che l’uomo sta tramando qualcosa. Intanto i quaranta giorni dalla stagione della monda sono terminati: alla cascina s’organizza una festa danzante d’addio. È questo momento di confusione che Walter ha scelto per portare a termine il colpo, ma ha bisogno della complicità di Silvana. Le chiede di aprire le rogge che portano acqua alle risaie per allagare i campi e distogliere l’attenzione dal magazzino. Come pegno d’amore le regala la collana: Silvana non sa ancora che è falsa.
È la sera della festa: le mondine proclamano Silvana “Miss Mondina 1948”, ma subito dopo lei si dilegua per andare ad aprire le rogge. L’acqua irrompe nei campi, si diffonde l’allarme e tutti accorrono attraverso le risaie allagate per chiudere le saracinesche e ricostruire a mano gli argini. Intanto, Walter e complici sono al magazzino a riempire i camion di riso. Francesca, che ha capito ogni cosa, segue Silvana, che ha lasciato la festa. Incontra Marco fresco di congedo che torna a casa dopo il servizio militare. Gli chiede aiuto, ma lui cede solo quando si rende conto del grande pericolo per le coltivazioni. Nella cascina i ladri partono coi camion pieni. Walter e Silvana si nascondono nella macelleria della cascina, dove Marco e Francesca li seguono. Entrambi gli uomini sono armati: Marco viene ferito alla spalla da un coltello e Walter da un proiettile nel fianco. Silvana impugna in lacrime una pistola, con Walter che la incita a sparare contro Francesca, ma l’affronta e le rivela che la collana è falsa. Silvana, disperata, spara a Walter, poi s’arrampica sulla torre predisposta per il ballo gettandosi quindi nel vuoto. La mattina seguente, come estremo omaggio, le mondine in partenza per tornare ognuna nelle proprie città d’origine spargono un pugno di riso sul corpo di Silvana fino a ricoprirlo.
Marco se ne va con Francesca: per loro inizia una nuova vita.