Razze di Suini Neri Italiani Apulo-Calabrese

Razze di Suini Neri Italiani Apulo-Calabrese

Razze di Suini Neri Italiani Apulo-Calabrese
Razze di Suini Neri Italiani Apulo-Calabrese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ ANAS Associazione Nazionale Allevatori Suini è un Ente dotato di personalità giuridica il cui statuto è stato approvato con D.P.R. del 23 dic 1962 (pubblicato sulla G.U. n. 72 del 15 mar 1963) e da ultimo modificato con nota 33973/10/37/2008 del 18 nov 2008 della Prefettura di Roma.
L’Associazione non ha fini di lucro, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale e si propone di promuovere e attuare le iniziative che possano contribuire al miglioramento, all’incremento, all’utilizzazione, alla valorizzazione tecnico-economica ed alla promozione dell’allevamento dei suini e dei prodotti da essi derivati.
Soci dell’ANAS possono essere le Associazioni Allevatori di primo grado, Enti ed Associazioni i cui compiti rientrano nelle finalità di ANAS e le Organizzazioni di prodotto ufficialmente riconosciute.
In base alla Legge n.30 del 15 gen 1991 e successive modifiche ed integrazioni, ANAS tiene il il Libro genealogico ed il Registro anagrafico della specie suina. Essa inoltre coordina l’Albo dei Registri dei Suini riproduttori ibridi.
Dai registri deA.N.A.S. le razze autoctone nere Italiane sono, in ordine alfabetico

  • Apulo-Calabrese

  • Casertana
  • Cinta Senese
  • Mora Romagnola
  • Nero dei Nebrodi o Siciliano
  • Sarda

Razze Italiane in fase di riconoscimento

  • Suino Nero di Parma

Razze Italiane non ancora riconosciute

  • Bolognese
  • Brado Montefeltro
  • Cappuccia di Anghiari
  • Casentinese
  • Cavallina lucana
  • Cavour
  • Chianina
  • Cinta di Casaldianni
  • CINGHIATO della Valnerina
  • Garlasco
  • Italica
  • Lodigiana
  • Maremmana o macchiajola
  • Mascherina
  • Milanese
  • Modenese rossa
  • Napoletana
  • Nera del Friuli
  • Romana
  • Rossa del Casentino
  • Umbro-Perugina

Prima Razza
APULO-CALABRESE

DATI STORICI
La storia di questa razza è legata alle vicende storiche e pastorali dell’Italia appenninica. Già in epoca pre-romana i flussi migratori dal centro Italia verso il sud favorirono la diffusione dell’allevamento di suini lungo la dorsale appenninica.
La razza Apulo-Calabrese è quindi una popolazione suina che si è costituita nei secoli e si è diffusa con la transumanza delle greggi sulle direttrici viarie risalenti all’epoca romana e tuttora seguite dalle strade statali che collegano l’alto Lazio, l’Abruzzo, la Puglia, la Basilicata e la Calabria. Nell’ottocento, suini a mantello nero erano diffusamente allevati all’aperto lungo i contrafforti appenninici e nelle aree incolte e vagavano liberi nei sobborghi cittadini. La gestione piuttosto tollerante dei confini
tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie continuò a favorire gli scambi e la diffusione di questa popolazione suina particolarmente rustica e capace di utilizzare risorse alimentari povere.
L’abbandono agli inizi del XX secolo delle antiche pratiche pastorali e l’introduzione incontrollata di razze cosmopolite, provocò il rapido declino anche di questa razza. Il meticciamento e la successiva sostituzione con altri tipi genetici più produttivi hanno progressivamente eroso questa interessante risorsa genetica finché, alla fine degli anni novanta, è iniziata in Calabria un’azione di recupero del tipo locale Calabrese, discendente dalla più antica varietà Pugliese.

Il programma di conservazione si è progressivamente consolidato a partire dal 2001 e si è esteso nel 2007 alle varietà di suini riconducibili al medesimo tipo genetico presenti nelle regioni centro meridionali.

STANDARD DI RAZZA

1.CARATTERI TIPICI
TIPO: robusto, taglia medio-piccola con scheletro forte
MANTELLO E PIGMENTAZIONE: cute e setole di colore nero. Le setole sono robuste e più lunghe nella regione dorsolombare, dove assumono forma di criniera. Alcuni soggetti possono presentare macchie bianche alle estremità inferiori degli arti.
TESTA: di medio sviluppo, profilo fronto-nasale rettilineo, mandibola piuttosto stretta, grugno lungo e sottile; orecchie grandi pendenti in avanti e in basso.
COLLO: allungato, mediamente sviluppato.
TRONCO: moderatamente lungo e stretto, torace poco profondo, ventre stretto e pendente, linea dorso-lombare rettilinea, groppa inclinata.
ARTI: di media lunghezza robusti, con articolazioni asciutte.
CARATTERI SESSUALI: nel maschio testicoli ben pronunciati;
capezzoli in numero non inferiore a 10. Nella femmina mammelle in numero non inferiore a 10, con capezzoli normali ben pronunciati e pervii.

  • CARATTERI MORFOLOGICI CHE COMPORTANO

L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO
Assenza di criniera; Estensione delle balzane oltre il garretto o, anteriormente, oltre il pastorale.
Presenza di setole rosse o rosso-giallastre; Mantello striato od agouti; Orecchie portate dritte (tollerate se con punta rivolta in basso).

DENOMINAZIONI ALTERNATIVE O LOCALI

Calabrese – Nero calabrese – Pugliese – Nero pugliese – Nero dei Monti Dauni meridionali – Nero di Capitanata – Nero lucano – Nero abruzzese – Nero reatino – Nero dei Monti Lepini – Nero maremmano

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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