Piemonte assessore Ferrero: «Via al recupero delle terre abbandonate»

Piemonte assessore Ferrero: «Via al recupero delle terre abbandonate»

Piemonte assessore Ferrero: «Via al recupero delle terre abbandonate»
Piemonte assessore Ferrero: «Via al recupero delle terre abbandonate»

In Piemonte, il nuovo Testo unico dell’Agricoltura è diventato legge l’otto gennaio a seguito dell’esame e del voto in Consiglio regionale. L’iter di questa legge regionale ha richiesto due anni di lavoro serviti a razionalizzare le norme esistenti, abrogare le obsolete e riorganizzare il settore. Tra i provvedimenti adottati vogliamo evidenziarne due sia perché riteniamo molto utili, sia perché potrebbero essere di spunto e modello per altre regioni. Ne abbiamo parlato con Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, per meglio comprendere la portata di questi nuovi strumenti legislativi.
Giorgio Ferrero alla conferenza di Chiusura di Terra Madre Salone del Gusto 2018
Abbiamo letto con molto interesse la notizia che il Consiglio regionale ha inserito nel Testo Unico dell’Agricoltura due importanti provvedimenti che possono rappresentare un valido sostegno sia agli agricoltori, sia alle are interne che più hanno necessità di sostegno e servizi.
Il primo riguarda lo sfruttamento di aree private abbandonate, un passo in più rispetto alla Banca delle Terre Agricole del ministero. Ci potrebbe spiegare meglio in che cosa consiste e come si possa accedere a questa opportunità?
Partiamo dal principio che il suolo sia una risorsa strategica e di quanto sia importante il recupero a uso produttivo delle superfici agricole e forestali incolte o abbandonate. La Banca regionale della terra, introdotta dalla nuova legge quadro sull’agricoltura, è una banca dati, a consultazione pubblica, in cui i Comuni e le unioni di Comuni possono segnalare i terreni incolti o abbandonati da almeno due annate agrarie, e i terreni detti “silenti”, di cui non si rintraccia la proprietà. I terreni presenti nell’elenco diventano “disponibili” alla lavorazione a uso produttivo da parte di imprenditori agricoli singoli o associati o Associazioni fondiarie. Il richiedente si impegna in attività agro-silvo-pastorali attraverso un piano di gestione  È un risultato positivo per tutta la collettività, anche in termini paesaggistici e sanitari, prevenendo infestazioni parassitarie.

L’altro provvedimento riguarda invece l’istituzione di un «presidio agricolo di prossimità» ovvero la possibilità di strutturare spazi interni per l’erogazione di servizi di varia natura. Un’iniziativa che ci pare un valido aiuto per tutte le aree marginali e montane che oltre l’isolamento vivono la difficoltà della mancanza di servizi. Potrebbe spiegarci meglio in cosa consiste?
La nuova legge quadro riconosce all’azienda agricola un ruolo centrale nella propria comunità anche a livello sociale. Ci sono realtà locali che non hanno più un negozio e l’azienda agricola può diventare un punto di riferimento per offrire al suo interno servizi essenziali, dalla distribuzione di generi alimentari, ai prodotti postali e ai farmaci. Diventare un presidio agricolo di prossimità risponde a un ruolo antico di collante per la collettività e al tempo stesso è conforme alle normative europee e statali che riconoscono all’agricoltura la funzione di erogare servizi alla persona.

Il castello in posizione dominante sulla piana di Castellar (Cn) Valle Bronda © Paolo Andrea Montanaro
Quali sono le altre novità introdotte dalla nuova legge quadro ?
La tutela del territorio è un punto fondamentale delle politiche regionali e la ritroviamo nella nuova legge sull’agricoltura. Gli agricoltori vengono percepiti come custodi del terreno e a tale scopo la legge promuove e valorizza la realizzazione e la manutenzione delle sistemazioni dei terreni agricoli per prevenire i rischi idrogeologici e per il mantenimento della valenza del paesaggio.

Le sistemazioni dei terreni oggetto di particolare attenzione sono quelle tradizionali costituite dai terrazzamenti realizzati con muretti a secco, siepi e filari, pascoli arborati, vigneti impiantati con paleria in legno o piloni di pietra e calce; e dalle risaie.  Altra novità introdotta dalla legge, nell’ambito delle produzioni di filiera e a sostegno della qualità dei prodotti agroalimentari, è la valorizzazione della birra agricola piemontese, consapevoli delle nuove esigenze di mercato e delle trasformazioni dell’imprenditoria agricola.

Fonte Michela Marchi slowfood.it

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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