Pesce spada al mercurio 02/04/2013 –
A Torino – mercato ittico di corso Ferrara – i controlli dell’Asl hanno rinvenuto tracce di mercurio oltre i limiti previsti dalla normativa in una partita di tre chili e mezzo di pesce spada importata dalla Spagna. Ora la pratica è al vaglio del pubblico ministero Raffaele Guariniello che ha iscritto nel registro degli indagati il responsabile del grossista e nei prossimi giorni procederà anche contro la ditta esportatrice iberica, la cui sede è a Barcellona.
Il fascicolo è aperto per violazione della legge sulla tutela del consumatore e commercio di alimenti nocivi. Il pesce spada era confezionato sotto vuoto, ma, secondo una prima interpretazione delle norme, questo fatto non esclude la responsabilità del rivenditore all’ingrosso che avrebbe dovuto effettuare i controlli preventivi e non, come invece ha fatto l’azienda torinese, successivi ai test dell’Asl.
Da anni Slow Food – con la guida Mangiamoli Giusti, l’evento genovese e la campagna permanente Slow Fish – suggerisce di preferire pesce rispettoso della stagionalità e scegliendo specie povere, considerate “neglette” dal mercato, ma assolutamente interessanti dal punto di vista gastronomico. Ben sappiamo che non è un discorso semplice da applicare, ma iniziate instaurando un rapporto di fiducia con il vostro pescivendolo e intanto preferite il pesce pescato nei nostri mari per avere buone probabilità che sia un prodotto di piccola pesca ed evitare che faccia lunghi viaggi consumando petrolio e freschezza.
Attenzione alle sostanze nocive
Per ridurre il rischio di assumere agenti inquinanti vi consigliamo di consumare specie dal ciclo vitale breve. L’inquinamento dei mari e delle acque interne è causa di pericolose contaminazioni dei pesci. Tra le sostanze chimiche più dannose ci sono le diossine: cancerogene causano difetti congeniti e attaccano gli apparati riproduttivi e quelli immunitari. I pesci di grande taglia assimilano le diossine e non le metabolizzano con evidenti conseguenze sia sui pesci stessi sia sulle persone e gli animali che poi di quei pesci si nutrono. Un altro grave rischio appunto arriva dai metalli pesanti: nella catena alimentare acquatica la presenza di piombo (Pb), cadmio (Cd) e mercurio (Hg) provoca una contaminazione degli esseri viventi nel mare e nelle acque interne. Non sono sostanze degradabili e costituiscono un grave pericolo per la salute umana. Anche in questo caso, come per le diossine sono i pesci carnivori ad accumularne maggiormente. L’unico modo per difendersi è dunque quello di consumare il meno possibile pesci predatori di grandi dimensioni come tonno, pesce spada, cernia…
Fonte: Ansa.it
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