Nuova vita per allevamento bachi seta

Nuova vita per allevamento bachi seta, nasce associazione

Nuova vita per allevamento bachi seta
Nuova vita per allevamento bachi seta

Coldiretti Veneto,scopo è ritorno a produzione seta 100% Italia

Nasce l’associazione italiana gelsibachicoltura. Ne dà l’annuncio Coldiretti Veneto che illustrerà l’iniziativa lunedì prossimo, sottolineando che l’associazione, pur essendo localizzata in Veneto, avrà carattere nazionale e sono già molte le adesioni arrivate da tutta Italia.

La sfida della nuova associazione è il ritorno alla produzione di seta tutta italiana. Negli anni ’50, in Veneto c’erano 40.000 aziende agricole che allevavano bachi da seta, integrando il magro reddito di contadini e mezzadri. Adesso l’obiettivo è creare 1.000 aziende venete entro cinque o sei anni. Intanto a Belluno, presso la proprietà di una fattoria sociale, sono stati piantati 2000 gelsi per far fronte al bisogno dei produttori che ritorneranno a questa professione. E la start up ‘Smart Bugs’ guidata da due biologi fornirà mangime adatto alle colonie di bachi dei futuri produttori. La società, specializzata in allevamento di insetti e farfalle, hanno anche realizzato un kit per studenti delle elementari che insegna a far nascere e nutrire i bachi da seta.

Il baco produce la seta in due ghiandole che sono collocate parallele all’interno del corpo. La seta è costituita da proteine raccolte nelle ghiandole, il baco la estrude da due aperture situate ai lati della bocca, i seritteri. La bava sottilissima a contatto con l’aria si solidifica e, guidata con movimenti ad otto della testa, si dispone in strati formando un bozzolo di seta grezza, costituito da un singolo filo continuo di seta di lunghezza variabile fra i 300 e i 900 metri. Il filo microscopicamente è formato da due proteine: due fili di fibroina paralleli ricoperti da sericina.
Il baco impiega 3-4 giorni per preparare il bozzolo formato da circa 20-30 strati concentrici costituiti da un unico filo ininterrotto dopodiché si trasformerà in crisalide e poi questa in farfalla.
I bachi da seta hanno un notevole appetito: mangiano foglie di gelso giorno e notte, senza interruzione, e di conseguenza crescono rapidamente. Il loro pasto è interrotto solo quattro volte, le “dormite”, in corrispondenza di altrettante mute.[3] Le quattro mute suddividono la vita della larva in cinque cosiddette “età”. Dopo la quarta muta (ovvero nella quinta età), il corpo del baco diventa giallastro, per la turgidità delle ghiandole della seta all’interno del corpo e la “pelle” più tesa; a questo punto, il baco è pronto per avvolgersi nel suo bozzolo di seta (in gergo si dice anche che il baco “sale al bosco”, in quanto il bozzolo viene costruito attorno a rametti secchi). Prima della filatura del bozzolo la larva deve eliminare tutti i liquidi in eccesso e le feci che non possono essere contenute nel bozzolo, questo momento viene definito dagli allevatori “purga”. A questo punto il baco che fino ad ora si è nutrito sulla foglia fornita dal bachicoltore su ripiani orizzontali, il “letto”, inizia a cercare un luogo adatto alla filaturata verso l’alto, lontano dal letto di allevamento per cui diventa piuttosto mobile.
Se la metamorfosi arriva a termine e il bruco si trasforma in falena, l’insetto adulto uscirà dal bozzolo forandolo, utilizzando un liquido e le zampe, rendendo il filo di seta che lo compone inutilizzabile. Di conseguenza, gli allevatori uccidono le crisalidi in appositi essiccatoi prima che questo avvenga. L’immersione in acqua bollente permette il dipanamento del filo di seta sciogliendo parzialmente lo strato proteico di sericina che avvolge il filo di seta. In alcune culture, la crisalide, estratta dal bozzolo, viene mangiata.

Alcuni bozzoli vengono risparmiati per consentire la riproduzione del baco. La falena del baco da seta è incapace di volare e di cibarsi. Questa specie di insetto esiste ormai solo come risultato di una selezione esplicita da parte dell’uomo e ha presumibilmente perso gran parte delle sue caratteristiche originarie. Per esempio il bruco è incapace di sopravvivere in pieno campo su un gelso: il colore della sua pelle è bianco e manca del necessario mimetismo per cui è facile preda di animali.
Come per tutti gli animali allevati dall’uomo esistono moltissime “razze” di baco da seta. Allevato per millenni ogni paese votato alla bachicoltura ha creato peculiari razze con caratteristiche diverse per quantità di seta prodotta, diametro del filo, colore del bozzolo. Hanno produttività superiore le razze dette “poliibrido” giapponese selezionate in quel paese lo scorso secolo.

A causa della sua lunga storia e della sua importanza economica, il genoma del baco da seta è stato oggetto di approfonditi studi da parte della scienza moderna.

 Fonte  Ansa.it e wikipedia.org

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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