L’oro di Napoli

L’oro di Napoli

L'oro di Napoli
L’oro di Napoli

L’oro di Napoli è un film a episodi del 1954 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta.
La pellicola è suddivisa in sei episodi complessivi.
Nell’episodio Pizze a credito, Sofia e suo marito Rosario gestiscono una pizzeria da asporto nel rione Materdei. Lei è bella e formosa, e i clienti frequentano il suo negozio anche per questo. Rosario, ovviamente, è geloso e possessivo.
Sofia Loren, per i clienti, prepara la pizza fritta quindi il piatto era d’obbligo.

Ingredienti per 4 persone

Preparazione

Setacciate la farina unite il lievito di birra, potete impastare in una bul oppure con una planetaria.
Unite l’acqua a temperatura ambiente, piano piano, continuate con il sale e l’olio evo e continuate ad impastare.
Coprite la ciotola con pellicola e lasciate lievitare per una mezzoretta.
Trascorso questo tempo, su una spianatoia fate delle pieghe alla pasta.
La consistenza passerà da appiccicosa a liscia, rimettete nella boule, copriate di nuovo con la pellicola e lasciate lievitare per altri 20 minuti.
Ripetete questo passaggio per altre due volte, poi fate lievitare a temperatura ambiente per almeno 3 ore.
Passato questo tempo dividete il panetto in porzioni e create delle pizzette, scaldate l’olio di semi e friggere le pizzette, per bene fino a doratura poi adagiate su carta assorbente per rimuovere l’olio in eccesso.
Prima di servire un pochino di pecorino, poi il sugo e infine il basilico.

Buon appetito

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Trama

Il guappo

Don Saverio Petrillo svolge la professione di “Pazzariello” e da dieci anni la sua vita è un inferno. Infatti, il guappo, o meglio il capintesta del Rione Sanità, Don Carmine Javarone, in seguito alla morte della moglie, si è insediato a casa sua dettando legge a tutta la sua famiglia. Il momento della rivincita arriva quando al guappo, dopo un presunto infarto, viene consigliato di astenersi da fatiche ed emozioni, per riguardo del cuore. Saverio ne approfitta e lo caccia di casa, ostentando il gesto davanti a tutto il vicinato, sicuro che Don Carmine non possa nuocere più. La diagnosi però era sbagliata e non appena ne ha consapevolezza, Don Carmine ritorna in casa Petrillo per ottenere riparazione. Ma lì trova una famiglia compatta, pronta a tutto pur di non ricominciare la vita di umiliazioni di prima. E decide di andarsene volontariamente.

Pizze a credito

Sofia e suo marito Rosario gestiscono una pizzeria da asporto nel rione Materdei. Lei è bella e formosa, e i clienti frequentano il suo negozio anche per questo. Rosario, ovviamente, è geloso e possessivo. Un giorno il costoso anello di fidanzamento che Sofia ha sempre portato scompare. Potrebbe essere caduto nella pasta della pizza mangiata dalla guardia notturna del quartiere, o in quella di un frate o in quella consumata da un fresco vedovo, ma la verità è più amara: Sofia l’aveva lasciato dal giovane amante che, non senza imbarazzo, lo riporta alla donna fingendo di averlo trovato in una pizza. A Rosario non rimarrà che la conferma del tradimento, mentre Sofia senza vergogna passa tra la gente del quartiere a testa alta.

Il funeralino

Dopo la morte di un bambino, il corteo funebre organizzato dalla madre lo accompagna per l’ultima volta.

I giocatori

Il Conte Prospero è un nobile napoletano soffocato dalla ricca e brutta moglie, che lo ha fatto interdire a causa del suo vizio del gioco. L’uomo cerca la sua rivincita in lunghe partite a carte con Gennarino, il figlio del portiere, un bambino di otto anni che continua a batterlo a scopa e contro il quale si gioca tutto, persino i suoi indumenti.

Teresa

Teresa è una prostituta originaria dei Castelli Romani, che un anonimo corteggiatore, giovane, bello e ricco, vuole sposare. Solo dopo la cerimonia Teresa scopre che il tutto è stato organizzato poiché l’uomo si sente in colpa per il suicidio di Lucia, una giovane spasimante non corrisposta. Sposando Teresa ed esponendosi al malevolo giudizio di tutti, il giovane si propone di scontare il suo peccato. Dapprima, Teresa reagisce con orgoglio: si sente umiliata, offesa, e se ne va dalla casa. Poi però, ritrovatasi sola, di notte, senza denaro e con la prospettiva di riprendere la vita di prima, scoppia in lacrime, disperata. Decide quindi di rimangiarsi l’orgoglio e di tornare sui suoi passi.

Il professore

Don Ersilio Miccio vende saggezza. Per pochi spiccioli dà consigli risolutivi a fidanzati gelosi, militari innamorati e parrocchiani in cerca di una frase a effetto. Ma il problema del quartiere è come punire lo spocchioso nobile del luogo: un ‘semplice’ pernacchio risolverà il tutto.

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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