La fregola, sa fregola

La fregola, sa fregola

La fregola, sa fregola
La fregola, sa fregola

Pasta tipica della Sardegna, la fregola si cucina per tradizione con il pesce, ma si possono prevedere anche delle varianti. Scopriamole!
La fregola, o sa fregola, come si dice in sardo, è una semola tipica della Sardegna, che ha una storia antica. Il suo nome ha origini latine e le prime testimonianze la fanno risalire al decimo secolo d.C.
Si presenta sottoforma di palline secche e croccanti, questo perché viene messa in forno a tostare dopo la sua lavorazione a mano, acquisendo quel suo tipico colore brunito. Oggi si può trovare un po’ ovunque e, se volete cimentarvi, potete anche prepararla in casa.

Come si prepara la fregola sarda?
Immaginatevi le grandi famiglie sarde, con le donne che si ritrovano in cucina, pronte a preparare con le loro sapienti mani la fregola. Si tratta di un rito tradizionale che richiede una certa maestria. Gli ingredienti per preparare la fregola sono: farina di semola di grano duro macinata grossolanamente, acqua tiepida e sale. Versate su una spianatoia la farina di semola e al centro, lentamente, l’acqua tiepida leggermente salata. Poi, usando solo i polpastrelli, dovrete lavorare la semola per formare delle piccole palline, da trasferire su un canovaccio pulito e lasciare riposare per una notte. L’ultimo passaggio prevede che la fregola venga tostata in forno a 200° per 15 minuti circa.

Come si cucina la fregola? Le ricette
Adatta a minestre e piatti asciutti, ha diverse declinazioni in ricette più o meno semplici, con frutti di mare e pesce o verdure. Il piatto più conosciuto è quella della fregola con le vongole, che dopo essere state pulite  e messe a bagno in acqua tiepida leggermente salata per diverse ore, vengono poi fatte schiudere in una casseruola a fuoco vivo, con olio extravergine d’oliva e aglio. Una volta aperte, le vongole rilasciano un liquido che si può mettere da parte perché venga utilizzato successivamente, e vanno tolte dalla padella. Aggiungete prezzemolo e pomodori pelati al fondo di olio e aglio e fate soffriggere. Per dare un tocco in più di mare al sugo, versate ora il liquido delle vongole. Fate bollire poi il sughetto, versate la fregola e lasciate cuocere. Le vongole si aggiungono all’ultimo. Valutate in base al vostro gusto la consistenza: c’è chi ama la fregola brodosa e chi invece più asciutta. Se la desiderate all’onda aggiungete poco alla volta dell’acqua durante la cottura della semola. In accompagnamento? Obbligatorio un Vermentino di Gallura!

Ma la fregola ha tante declinazioni, per esempio è perfetta con i carciofi spinosi, anch’essi tipici sardi, pomodori secchi e bottarga di muggine. Da leccarsi i baffi! Per preparare questa fregola dovrete pulire al meglio i carciofi, e farli poi rosolare in olio extravergine d’oliva, aglio e pomodori secchi tagliati fini. Una volta ammorbiditi verranno sfumati col vino bianco e si farà poi tostare la fregola, come si fa per un risotto, aggiungendo poco alla volta il brodo vegetale. La bottarga di muggine? Alla fine, grattugiata

fonte lacucinaitaliana.it/

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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