La Banda degli Onesti

La Banda degli Onesti

La Banda degli Onesti
La Banda degli Onesti

La banda degli onesti è un film del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque, con protagonisti Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia.
Scritto e sceneggiato da Age & Scarpelli, il film consacrò il sodalizio artistico di Totò e Peppino ed è considerato uno dei migliori della coppia.
La storia ha inizio quando Totò e Peppino si sono stufati di mangiare “broccoletti e patate”, il solo cibo che si potevano permettere, ed ho pensato di modificare il piatto protagonista con un altro più completo, molto saporito, ma anche leggero grazie al “Provolone Valpadana DOP”.
Per avere equilibrio nel piatto, ho deciso di abbinare dei broccoletti siciliani cotti a vapore con del Provolone Valpadana dolce, avvolti in fette di pancetta fresca, meno invadente come sapore.

Ingredienti per 4 persone

Preparazione

Il Provolone Valpadana è il formaggio a pasta filata che possiamo trovare in 4 forme: salame, melone/pera, tronco conica e fiaschetta.
I pesi variano da pochi etti fino ad oltre 100 kg. Le tipologie di gusto principali sono due:

  • Dolce, preparato usando caglio di vitello e con una stagionatura che non supera i 2-3 mesi.
  • Piccante, preparato usando caglio di capretto e/o agnello e per una stagionatura che va da un minimo di 3 mesi a oltre un anno.

Naturalmente il sapore varia anche in base alla stagionatura, con il passare del tempo si intensifica.
Essendo un formaggio dop, ha un disciplinare ben preciso a tutela del consumatore.
Il Consorzio di Tutela, in collaborazione con l’Associazione Italiana Food Blogger e vari organismi nazionali e continentali, porta avanti il Progetto “Choose your taste, sweet or spicy, only from Europe”. L’intento è quello di far conoscere e valorizzare il “Provolone Valpadana DOP”.
Ma passiamo alla ricetta, pulite i broccoli eliminate le foglie e staccate le cimette dal torsolo e sciacquatele in acqua fresca corrente.
Cuocete le cimette a vapore, una decina di minuti dovrebbero essere sufficienti, fate raffreddare, condite con un pizzico di sale e un filo d’olio evo.
Pulite le patate, tagliatele a bastoncini per lungo con uno spessore di circa 5 millimetri, mettete in forno con sale, pepe e un filo d’olio a 180 gradi per 30 minuti, dopo 10 minuti aggiungete il peperoncino di 7 anni.
Tagliate il Provolone in 12 bastoncini, di circa 5 millimetri di lato, il resto tagliatelo a spicchi.
Tagliate a fiammifero i peperoncini sott’olio e anche quello al forno, il peperoncino deve accompagnare gli altri prodotti, ma non coprire il sapore, per questo motivo ho scelto il peperoncino di 7 anni dalla bassa piccantezza,ma con un sapore e un profumo interessante.
Deponete una fetta di pancetta su ogni fettina di pane, sopra in senso perpendicolare due cimette di broccoli, poi la patata, il fiammifero di peperoncino e per completare il bastoncino di Provolone dolce. Avvolgere i lembi della pancetta intorno a tutto.

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Buon appetito

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Trama

Don Antonio Bonocore, portiere napoletano di uno stabile di Roma, con madre, tre figli e moglie tedesca a carico, si reca da solo al capezzale di un condòmino ultranovantenne, il signor Andrea. Questi gli confida un segreto di cui egli solo è a conoscenza: in una valigia conserva un cliché e della carta filigranata per stampare banconote da diecimila lire, entrambi autentici poiché da lui stesso sottratti all’Istituto Poligrafico dello Stato del quale era dipendente; l’uomo rivela di averli a suo tempo trafugati con l’intento di stampare cartamoneta in proprio per vendicarsi di essere stato mandato in pensione anticipatamente, ma di non aver mai avuto il coraggio di attuare il suo proposito. Rimasto ora solo al mondo, con il timore che dopo la sua morte il materiale finisca in mani sbagliate e confidando nell’assoluta onestà del portiere, l’anziano carpisce ad Antonio la promessa che getterà la valigia nel Tevere dopodiché, sentendosi finalmente a posto con la coscienza, spira.

Bonocore si appresta a eseguire la volontà del defunto quando scopre che il nuovo amministratore del condominio, il ragionier Casoria, intende sostituirlo con un uomo di sua fiducia poiché in precedenza si è rifiutato di colludere in un peculato: lo spettro del licenziamento lo induce quindi a tenersi la valigia per sfruttarla a proprio vantaggio. Del tutto inesperto della stampa di banconote, tuttavia, il portiere si vede costretto a chiedere aiuto a due condòmini, il tipografo Giuseppe Lo Turco e il decoratore di vetrine Cardone. Facendo leva sui loro bisogni economici, dei quali è al corrente perché riceve le loro cambiali in portineria, li coinvolge in furtive riunioni notturne e, dopo un ragionevole tentennamento, li convince a mettere in piedi una vera e propria banda di falsari. I tre infine stampano il primo biglietto da diecimila che Antonio riesce subito dopo a spacciare in una tabaccheria notturna; appurata così la verosimiglianza delle “loro” banconote, incominciano nottetempo a produrne una gran quantità.

La faccenda si complica quando Bonocore scopre che suo figlio maggiore Michele, finanziere appena trasferito a Roma, sta seguendo un’indagine proprio sulla circolazione di biglietti falsi nella Capitale. Avendo già notato miglioramenti sospetti nel vestiario dei suoi complici, il portiere persuade entrambi a non spendere più un soldo, quindi con l’aiuto di Cardone sotterra l’occorrente per la stampa delle banconote in un campo fuori città.

Tuttavia quando il maresciallo Denti – diretto superiore del figlio – per caso gli fa visita a casa, Antonio si sente braccato e medita perciò di farsi arrestare proprio da Michele, nella convinzione che un finanziere che arresti suo padre non solo non verrà cacciato dal corpo ma potrebbe persino essere promosso, il che favorirebbe anche il matrimonio fra il giovane e Marcella, figlia di Lo Turco. Si reca dunque di persona in caserma per costituirsi, ma Michele pensa che stia solo scherzando e non gli crede; subito dopo, inoltre, il portiere apprende direttamente dal maresciallo che l’indagine nel frattempo si è già conclusa con l’arresto a Vetralla di una banda di falsari professionisti, tra l’altro proprio la pista seguita da suo figlio; scopre così anche che il primo e unico biglietto da lui speso in tabaccheria e intercettato dai finanzieri non era quello da lui stampato con i suoi due compari, bensì l’esemplare da loro utilizzato come modello, falso anch’esso in quanto prodotto proprio dalla banda appena sgominata e cedutogli proditoriamente da un creditore, l’usuraio Pizziconi.

Antonio infine incontra nuovamente Cardone e Lo Turco, i quali gli confidano che neppure loro hanno trovato il coraggio di spacciare una sola delle banconote false e che i vestiti nuovi da lui notati li hanno in realtà comprati coi loro magri risparmi, ciascuno per non apparire pavido agli occhi degli altri. Ritrovata così la tranquillità e avendo ormai capito di non essere tagliati per il crimine, i tre concordano di distruggere tutto il denaro falso e il cliché, allestendo simbolicamente un falò.

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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