In arrivo Pizza Culture, per chi non si accontenta di un’infarinata

In arrivo Pizza Culture, per chi non si accontenta di un’infarinata

In arrivo Pizza Culture, per chi non si accontenta di un’infarinata
In arrivo Pizza Culture, per chi non si accontenta di un’infarinata

In arrivo Pizza Culture, per chi non si accontenta di un’infarinata, Il corso dedicato ai pizzaioli professionisti organizzato, da Unisg, Slow Food Italia e FerrarelleA Pollenzo (Cn) dal 27 al 30 maggio 2019

La pizza è un piatto completo che racchiude in sé tutti gli alimenti alla base della dieta mediterranea. È una verità in apparenza scontata se non fosse che la sua ricetta è tanto diffusa quanto abusata. Almeno, nel caso di una buona pizza, equilibrata e salubre, sia negli ingredienti che nella gestione del locale.

Ecco perché l’Università di Scienze Gastronomiche ospita nelle sue aule a Pollenzo (Bra, Cn) il Corso Pizza Culture, organizzato in collaborazione con Slow Food Italia e Ferrarelle e dedicato ai pizzaioli professionisti che vogliono andare oltre l’infarinata e avere una formazione completa in Scienza, Cultura e Management della Pizza.
«È come andare al college: per una settimana si dismette la divisa da pizzaiolo e si torna a essere studenti» racconta Alessio Rovetta, 36enne bergamasco titolare della Pizzeria Dei Sette Ponti e vecchia conoscenza del Corso in Pizza Culture. «Ma il valore più grande è proprio il confronto 24 ore su 24 con altri professionisti: ognuno di noi solitamente si ritrova a sperimentare ingredienti e tempi di maturazione dell’impasto da solo nel proprio laboratorio, con Pizza Culture invece si mettono a frutto le esperienze di oltre venti pizzaioli».
Giunto ormai alla terza edizione, il corso si svolge da lunedì 27 a giovedì 30 maggio 2019 e si snoda attraverso un’offerta formativa di 32 ore messa in campo dai docenti dell’Università di Scienze Gastronomiche, dai formatori di Slow Food Italia e dai curatori delle Guide di Slow Food Editore.
E così, nell’incontro dedicato agli aspetti nutrizionali e nella visita al mulino si approfondiscono le migliori farine da scegliere affinché rendano in cottura e siano ottime al palato, ma non solo: «È fondamentale tenere d’occhio l’indice glicemico di una pizza e quindi scegliere farine che siano meno “stressanti” per l’organismo» conferma la dietista Paola Durelli. «Inoltre per esaltare al massimo sapori e territorio un pizzaiolo attento deve partire dalla stagionalità degli ingredienti».
Uno sguardo al programma rivela lezioni di storia e cultura della pizza, a partire dal volume di Slow Food Editore Pizza. Una grande tradizione italiana a cura di Antonio Puzzi, ma anche seminari di microbiologia e l’approfondimento sulla qualità dei prodotti che concorrono alla realizzazione della pizza perfetta: non solo cereali e farine, ma anche la mozzarella, il pomodoro, il fondamentale ruolo del lievito nella preparazione dell’impasto, e ovviamente il condimento per eccellenza.
Con quanto olio si condisce una pizza? Quanto incide il costo di un buon extravergine d’oliva nel paniere degli ingredienti? Come si fa ad esaltarne profumi e sapori e a presentarlo con il dovuto rilievo nel menù? Sono queste le domande di un pizzaiolo curioso che trovano risposta nell’incontro con Marco Antonucci, esperto di olio e formatore Slow Food: «Tra 6 e 10 grammi di extravergine per una pizza che sia sana e gustosa. Acquistando un buon olio da 20 euro al litro il costo per il singolo piatto supera di poco i 10 centesimi. Il tutto per una pizza che il cliente paga da 7 a 15 euro. E poi, la cura traspare anche dal menù: un conto è scrivere  “margherita con pomodoro, mozzarella e olio d’oliva” e un conto è proporre una “margherita con extravergine monocultivar frantoio che profuma di carciofo e mandorla verde e lascia in bocca un leggero sapore di rucola fresca”. Sono piccoli ma preziosi trucchi che contribuiscono a fare la differenza tra una pizza e l’altra, per una gestione attenta alla qualità ma oculata nell’economia».
Ad arricchire la settimana Slow anche l’incontro con Massimiliano Prete, maestro pizzaiolo invitato da Slow Food, e una cena didattica per mettere a tavola quanto imparato nelle lezioni.
Completano i percorsi di educazione sensoriale, l’introduzione alla degustazione di birre e vini, al loro abbinamento con la pizza e la creazione della carta. Un focus sarà dedicato anche al mondo delle acque minerali: composizione, classificazione, degustazione, abbinamenti, proprietà e benefici dell’acqua minerale saranno oggetto di studio, per rimarcare l’importanza dello scegliere correttamente anche questa materia prima, fonte insostituibile di vita, alimentazione e salute.
Riservato a un numero massimo di 25 partecipanti, il corso ha un costo di 730€+iva.

Fonte www.slowfood.it

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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