Il ponte sul fiume Kwai
Da un po’ di tempo studiavo il film “Il ponte sul fiume Kwai”, il film vede come protagonisti Inglesi e Giapponesi, quello che unisce questi due popoli è sicuramente il the, ognuno dei due popoli ha i sui riti per la preparazione di questa bevanda. Come sapete ogni ricetta della serie #ricettedicelluloide ha il suo peperoncino dedica per questo film la scelta è stata facile il Thai Dragon.
Paolo Demi, un amico e socio Slow Food Livorno, quest’estate era in ferie in Sicilia, tramite l’app “Slow Food in tasca” ha trovato un caseificio a Campobello di Licata (AG), che produce formaggi da latte di Capra Girgentana, presidio Slow Food.
Tornato a Livorno li ha fatti assaggiare a Luca Benigni de L’Angolo del Buongustaio al mercato di Livorno.
Insomma hanno organizzato una degustazione con il produttore, abbiamo assaggiato 4 formaggi.
- Ficarra Affinamento da 3 a 6 settimane in foglie di fico
- Cinniri Affinamento da 2 a 4 settimane in cenere di mandorlo
- Minnuzzi erborinato
- Lavanda con caglio di lavanda
Tutti buonissimi, quello che mi è piaciuto di più è il Minnuzzi, ma il Ficarra è il più adatto per preparare un risotto.
Per dare una parte vegetale ho cotto il riso con del brodo vegetale e del songino verde.
Il songino o Valerianella locusta, è un’insalata caratterizzata da piccole foglie carnose, raccolte in ciuffetti e di forma leggermente allungata, ho utilizzato alcuni ciuffi pe rappresentare la foresta, inoltre ho utilizzato le foglie verdi più giovani, saltati in padella con lo scalogno, dentro il risotto.
Ingredienti per 4 persone
- 320 g di carnaroli riserva San Massimo
- 120 g di Ficarra, stracchino di Capra Girgentana
- 250 g di Songino
- ½ bicchiere di vino bianco
- 3 cucchiaini di the matcha
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 1 cipolla
- 1 scalogno grosso
- 1 peperoncino Thai Dragon
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
- Olio EVO q.b.
Preparazione
Iniziamo a preparare il brodo con carota, la cipolla, la costa di sedano, un pizzico di sale e un peperoncino Thai Dragon.
Fate cuocere per un’oretta con un pizzico di sale, poi tenete in caldo, dopo aver eliminato tutte le verdure.
Lavate, pulite e tagliate fine l’insalata, scegliete e usate solo la parte verde, per che da un po’ d’amarognolo ma non troppo.
Pulite lo scalogno e tagliate finemente, stufate in padella con poco olio, insieme al songino, appena pronto mettete da parte, nello stesso tegame tostate il riso.
Ho usato il re dei carnaroli il Riserva San Massimo, dopo una leggera tostatura, sfumate con il vino e poi iniziate a cuocere con il brodo.
Dopo 10 minuti aggiungete lo scalogno e il songino stufati, il the matcha, amalgamate e aggiustate di sale e pepe, appena cotto, togliete dal fuoco e mantecate con il Ficarra.
Servite guarnendo con il ponte e degli alberi di Songino.
Ingredienti per 4 ponti
- 120 g di esubero
- Semola q.b.
- Sale q.b.
- Semi di sesamo nero
- Olio EVO q.b.
Preparazione
Dividere l’esubero fate 4 palline da 13 grammi, stendere con della semola, per evitare di far attaccare l’impasto, dovrete creare delle strisce da circa 4 centimetri di larghezza e 22 di lunghezza.
Emulsionate 1 cucchiaio di sale in 4 di olio evo, spalmate sopra le strisce, create i binari e le traversine con dei semi di sesamo nero.
Con il resto dell’esubero create i sostegni del ponte. Mettete tutto il forno a 180 gradi per circa 15 minuti, ma dovete tenere d’occhio la cottura perché ci mettono un attimo a bruciarsi.
Buon appetito
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Trama
Birmania, seconda guerra mondiale: in un campo di prigionia giapponese il colonnello inglese Nicholson, dopo aver subìto lunghe torture inflittegli dal comandante Saito per il suo rifiuto di far lavorare gli ufficiali, in violazione delle norme della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra, ottiene di dirigere i propri uomini nella costruzione di un ponte sul fiume Kwai, dopo che i giapponesi, nonostante le continue punizioni ai prigionieri, non sono riusciti a progredire in alcun modo nei lavori.
Durante le torture gli uomini di Nicholson gli erano rimasti tutti fedeli, e per questo accettano di lavorare al meglio delle possibilità quando egli decide di collaborare. Solo l’ufficiale medico inglese del campo prospetta al colonnello la possibilità che la sua opera venga vista «…come collaborazionismo o addirittura tradimento…», mentre Nicholson – al contrario – vede nella realizzazione di quest’opera una dimostrazione della superiorità dell’abilità tecnica inglese rispetto a quella dei giapponesi, oltre che una sorta di rivincita morale nei riguardi del nemico. Nel frattempo un prigioniero americano, il soldato semplice Shears, che al momento della cattura si era spacciato per ufficiale per ottenere un trattamento migliore in prigionia, riesce ad evadere con una rocambolesca fuga e ad informare il comando alleato del progetto.
Mentre i lavori di costruzione avanzano, un commando alleato, guidato suo malgrado dall’ex-prigioniero americano Shears, che è costretto a partecipare dopo che si è scoperto che egli non è un ufficiale, e comandato dal maggiore Warden, viene paracadutato in una zona ad alcuni giorni di marcia dal ponte, con il compito di raggiungerlo e farlo saltare in aria a costruzione ultimata, possibilmente durante il transito del treno giapponese carico di truppe, che dovrebbe inaugurarlo. Attraverso una marcia forzata nella giungla, nonostante un morto e un ferito (il comandante), il commando raggiunge il ponte in tempo utile; tuttavia, non conoscendo l’ora di arrivo del treno, non può utilizzare le spolette a tempo. Con il favore delle tenebre, le cariche vengono quindi piazzate e collegate ad un detonatore, che verrà azionato da uno dei componenti del commando al momento del passaggio del treno.
La mattina successiva i prigionieri transitano marciando sul ponte per raggiungere il nuovo campo di prigionia, mentre Nicholson rimane per assistere al passaggio del treno. Mentre passeggia sul ponte, egli scopre il filo di collegamento delle cariche al detonatore ed allerta il suo collega giapponese sul tentativo di sabotaggio. Quando i due stanno arrivando al detonatore, un membro dei commando uccide il colonnello Saito: inizia quindi un immediato fuoco incrociato fra i giapponesi e il commando. Nicholson, nel tentativo di ostacolare a tutti i costi il sabotaggio, dapprima ingaggia un corpo a corpo col militare addetto ad azionare il detonatore e solo dopo aver visto fra i componenti del commando Shears, tornato indietro per distruggere il ponte, si rende conto dell’insensatezza di ciò che ha fatto. Nicholson allora, colpito dallo scoppio di una bomba sparata da un mortaio, morendo, cade deliberatamente sul detonatore, che fa esplodere le cariche e saltare il ponte proprio mentre il treno vi sta transitando. Nella concitata azione finale perdono la vita alcuni soldati del commando, tra i quali lo stesso Shears. Il maggiore medico Clipton, che osserva la scena da uno degli accessi al ponte, mormora sgomento la sua accusa contro l’assurdità della guerra: “Pazzia, pazzia!”.