Il dottor Živago

Il dottor Živago

Il dottor Živago
Il dottor Živago

Il dottor Živago (Doctor Zhivago) è un film del 1965 diretto da David Lean, con Omar Sharif, Julie Christie e Geraldine Chaplin.
Tratto dall’omonimo romanzo di Boris Pasternak, fu presentato al 19º Festival di Cannes. Vinse cinque Golden Globe e cinque Oscar, tra cui quello per la musica con il celebre Tema di Lara di Maurice Jarre, che vendette centinaia di migliaia di copie e raggiunse la prima posizione nella Billboard 200.
Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al trentanovesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
Ho pensato ad una zuppa di patate con in cima una balalaika filo conduttore del film. Lo sfondo e bianco e rosso come i solori delle fazioni che si contrapponevano.

Ingredienti per 4 persone

Preparazione

Mettete a bagno i fagioli la sera prima. Tagliate a cubetti il pane tostate in forno a 150 gradi per 10 minuti, con un filo d’olio.
Tagliate a cubetti una patata un pizzico di sale e un filo d’olio, poi in forno con per 20 minuti a 180 gradi.
Tagliate a pezzi una cipolla, il sedano e le carote, in una pentola soffriggete le verdure con dell’olio evo, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno, appena la cipolla sarà dorata, aggiungete i fagioli, l’alloro, la salvia e circa 2 l. di acqua, salate e lasciate sobbollire adagio, per un paio di ore, a pentola coperta.
Tagliate le altre cipolle e l’altra patata a fettine fini rosolate con un filo d’olio, il peperoncino e gli spicchi d’aglio, poi aggiungete i fagioli e un po’ di liquido di cottura, fate cuocere per una decina di minuti.
Create una balalaika con le patate e colorate di rosso con della polvere di peperoncino diluito nell’olio.
Servite in un piatto fondo con i cubetti di pane e di patate, se volete anche un filo d’olio EVO.

Buon appetito

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Trama

Il film si svolge principalmente sullo sfondo degli anni tra la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa del 1917 e la guerra civile russa. La storia inizia alla fine degli anni ’40 o all’inizio degli anni ’50 e coinvolge il tenente generale del KGB Evgraf Andreevič Živago alla ricerca della figlia del fratellastro, il dottor Jurij Andrèevič Živago, e Larissa (“Lara”). Evgraf crede che una giovane donna, Tanja Komarova, possa essere sua nipote e le racconta la storia della vita di suo padre.

Nel 1913 Jurij Andrèevič Živago è un giovane laureato in medicina, ma appassionato di poesia, in attesa della specializzazione. Dopo la morte della madre in giovane età, è stato allevato dal ricco Aleksandr Gromeko e dalla moglie Anna. Durante i suoi studi a Mosca, Jurij ha modo di constatare la brutalità delle repressioni dell’esercito zarista contro la popolazione che manifesta pacificamente per invocare migliori condizioni di vita. Inoltre il giovane fa la conoscenza di Lara, figlia diciassettenne di una modista, donna ambiziosa, mantenuta da Viktor Ippolitovich Komarovskij, un uomo privo di scrupoli, che non esita ad approfittare della giovane. Lara, presa dalla rabbia e dalla frustrazione per quanto le è accaduto, durante la notte di Natale intende uccidere Komarovskij con una pistola di proprietà di Paša Antipov, un suo amico rivoluzionario, coraggioso e integerrimo, da sempre innamorato di lei, ma l’attentato, avvenuto durante una festa, fallisce e Komarovskij viene solo ferito ad un braccio. L’uomo concede alla giovane di allontanarsi, in cambio dell’omertà.
Cosacchi zaristi attaccano una manifestazione di pace

Allo scoppio della prima guerra mondiale Jurij è sposato con Tonja, figlia del suo benefattore Aleksandr, ed è padre di un figlio, Sasha. Parte per il fronte come medico e ritrova casualmente Lara, che lavora come infermiera nel suo reparto: lei lo informa di essersi sposata con Paša dopo la notte in cui ha attentato a Komarovskij, ma che il marito si è arruolato e che da quel momento i due sono rimasti divisi. Tra Jurij e Lara sboccia l’amore che, con grande sforzo, rimane allo stato platonico. Durante il terzo anno di guerra gli insuccessi al fronte e le condizioni di estrema povertà in cui continua a versare la popolazione russa provocano le prime diserzioni nell’esercito e le prime ribellioni nelle città, che presto culmineranno in una rivoluzione.

Al termine del servizio di leva Jurij viene congedato e ritorna a Mosca, dove fa la conoscenza del figlio. Questa però non è l’unica novità che lo attende: la rivoluzione ha modificato profondamente le regole della società e il modo di vita della famiglia: Tonja può occupare solo due stanze dell’antico palazzo, in quanto gran parte delle proprietà sono state collettivizzate e concesse gratuitamente ai cittadini e anche trovare la legna da utilizzare nella stufa per riscaldare il piccolo spazio è un grande problema. Proprio durante un furto di legna durante la notte Jurij ritrova il fratellastro Evgraf, un bolscevico che gode di ottima considerazione in seno al partito e che in quel momento svolge incarichi di polizia; un suo schiocco di dita infatti è sufficiente per calmare gli inquilini della casa, che intendevano espropriare le ultime proprietà dei Gromeko.

Evgraf avverte Jurij che le poesie che sta scrivendo sono invise al partito e, nonostante la loro qualità, non può confessarlo al fratellastro, suscitando in lui grande delusione. L’uomo aggiunge che, data la situazione, è più conveniente per lui e per la famiglia trasferirsi nella tenuta che loro hanno vicino ai monti Urali, nei pressi della città di Juriatin, in una zona dove i combattimenti sembrano radi. Durante il lungo viaggio in treno verso gli Urali la famiglia passa attraverso le zone in cui infuria la guerra tra l’Armata Rossa e l’Armata Bianca, assistendo allo scempio dei villaggi dati alle fiamme dalle truppe rosse capeggiate da Strel’nikov, uno spietato comandante di cui la popolazione ha paura. Durante una sosta Jurij viene preso dalle truppe che si trovano sul treno su cui viaggia proprio Strel’nikov, diretto anche lui nella zona degli Urali, scoprendo così che si tratta di Paša che, dopo la fine della guerra, si è unito alla fazione bolscevica sotto falso nome. Il militare, dopo essere stato riconosciuto da Jurij, sapendo che egli non costituisce una minaccia, gli consente di riunirsi alla famiglia per continuare il viaggio. Da Paša, Jurij apprende che la moglie di questi, Lara, si trova proprio a Juriatin, e che si è separato da costei, facendo prevalere gli ideali comunisti sul rapporto matrimoniale borghese.

Arrivati a destinazione i Gromeko scoprono che la loro villa è stata posta sotto sequestro dalle autorità e non possono stabilirvisi, e quindi ripiegano su una piccola fattoria in abbandono poco distante; Jurij inizia la sua nuova vita, coltivando i campi e rimandando il momento di visita alla cittadina, forse per evitare d’incontrare Lara, finché un giorno, recandovisi in biblioteca, la ritrova. I due intrecciano una relazione mentre in tutta l’Unione Sovietica infuria la guerra civile russa. Dopo qualche tempo Tonja resta incinta del secondo figlio e Jurij decide di porre termine alla relazione adulterina, ma mentre è sulla strada del ritorno a casa, dopo aver comunicato la sua decisione all’amante, viene catturato dai partigiani rossi e arruolato a forza come medico, riuscendo a fuggire solo due anni dopo, quando diserta e torna a casa tra terribili stenti attraversando la steppa. Arrivato a Juriatin, scopre che Tonja, dopo avere conosciuto Lara quando ella lo aveva cercato, non vedendolo più tornare era riuscita a espatriare riparando a Parigi.

I due decidono di continuare la loro vita insieme nella casa di Lara, ma una notte Komarovskij si presenta alla porta e comunica a Jurij che si trova sotto mandato d’arresto per diserzione e che Lara è ugualmente ricercata in quanto moglie di Strel’nikov, nel frattempo caduto in disgrazia; i due rifiutano l’invito dell’uomo a recarsi a Vladivostok per imbarcarsi al fine di raggiungere la Francia o qualunque destinazione essi vogliano e decidono di stabilirsi segretamente nella vecchia villa abbandonata dove, nelle gelide notti d’inverno, Jurij comincia a scrivere un libro di poesie dedicate a Lara.

La loro intensa storia sembra scorrere felice, a dispetto delle lacerazioni che il loro Paese sta vivendo, ma Komarovskij, che, grazie alla sua abilità, è riuscito ad acquistare credito presso i bolscevichi, offre ai due un’ultima possibilità di espatriare informandoli che Strel’nikov si era suicidato per evitare la fucilazione, e che l’unico motivo per cui la di lui moglie Lara non era ancora stata arrestata era la sua funzione di esca nei confronti del marito. Questi infatti, nonostante gli ideali boscevichi professati, era stato catturato proprio mentre si recava dalla moglie. A questo punto Lara si trova quindi indifesa. Jurij sembra accettare la proposta di Komarovskij, e manda Lara, nel frattempo rimasta incinta, insieme all’uomo, ma poi non li segue e rimane in Russia, salvando però l’amata. La stessa Lara appare consapevole che Jurij non si sarebbe mai messo alla mercé di Komarovskij e che si tratta di un addio. Gli eventi precipitano: Komarovskij e Lara spariscono durante i disordini che infiammano la Mongolia, mentre Jurij viene ritrovato in pessimo stato di salute a Mosca da Evgraf, divenuto generale; un giorno, mentre è a bordo di un tram, gli sembra di scorgere Lara mentre cammina per strada, ma un infarto lo uccide prima che possa raggiungerla.

La folla che segue i funerali del medico poeta è un postumo riconoscimento per la sua opera, e una vena di malinconia pervade l’anziano generale, che non è mai riuscito a riconoscerne il valore. Al funerale Evgraf viene avvicinato da Lara, che si presenta a lui e gli dice di conoscere suo fratello. Evgraf spiega a Tanja anche che su richiesta di Lara lui la aiutò a cercare la figlia dispersa negli orfanotrofi, ma senza alcun esito. Il generale dice anche a Tanja che dopo le ricerche infruttuose della figlia, Lara sparì da un giorno all’altro per non ritornare mai più. Probabilmente fu arrestata per strada e altrettanto probabilmente finì in un campo di prigionia dove morì dimenticata. “A quei tempi succedeva spesso,” le disse. Nel finale Evgraf è quasi certo che la giovane orfana che ha davanti sia proprio la figlia di Lara e di suo fratello, tanto cercata per anni; la ragazza, evidentemente traumatizzata, non ricorda nulla degli avvenimenti che l’hanno portata alla separazione dalla madre, ma ha un inspiegabile talento nel suonare la balalaica, dote che anche la madre di Jurij possedeva, e questo lascia la speranza in Evgraf che un giorno ella possa ricordare l’identità della donna e del padre.

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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