Habanero Fatalii

Habanero Fatalii

Habanero Fatalii
Habanero Fatalii

Fatalii è una varietà di peperoncino che rientra nella famiglia degli Habanero, appartenente alla specie Capsicum chinense. Nonostante le sue origini caraibiche la sua importazione in Africa ne fa ormai un prodotto riconducibile alla Repubblica Centro-Africana.
La pianta è di grandi dimensioni, può infatti oltrepassare il metro di altezza se coltivato in condizioni climatiche idonee.
Come tutte le varietà che fanno parte della specie Capsicum chinense, la maturazione finale del frutto è tardiva ed impiega circa 3-4 mesi per giungere a compimento.
Il frutto acerbo è di colore verde pallido mentre una volta maturo si trasforma in un giallo vivo. Si riscontrano anche altre varietà che assumono un colore maturo che va dal rosso, all’arancio al bianco ed infine al marrone.
La bacca ruvida che si ricava ha una forma allungata di circa 8 cm che all’apice può arrivare anche ad un diametro di 2-3cm.
Il profumo, che si ritrova poi nel gusto particolare, è quello degli agrumi e della frutta secca che rendono questo peperoncino ideale per la preparazione di salse di accompagnamento.
La varietà è molto piccante, raggiunge picchi di 400.000 SHU (Scala di Scoville) rientra nei valori medi degli Habanero ma fa comunque di questo peperoncino uno dei più piccanti al mondo.

COLTIVAZIONE BIOLOGICA
I Fatalii hanno caratteristiche simili agli altri peperoncini di altre specie: si riproducono per autoimpollinazione in modo da mantenere uniche le proprie caratteristiche.
Consapevoli che la coltivazione di peperoncini è tipica di regioni più calde, si possono applicare alcuni accorgimenti per favorirla anche a latitudini più fredde.
Se disponiamo di una serra con luce, temperatura e umidità controllate, i tempi da rispettare sono più flessibili. Se invece non si ha questa possibilità, per avere buoni risultati, occorre anticipare leggermente la semina ai mesi di Febbraio-Marzo, considerando i 15-20 giorni che il seme impiega per germogliare e i 2-3 mesi per raggiungere il completo sviluppo, si raggiungono puntualmente i più caldi mesi estivi.
Il primo passo che si può fare per anticipare i tempi è quello di lasciare i semi in infuso di camomilla per circa 48 ore, sciacquarli e adagiarli sopra uno scottex umido all’interno di una scatola di plastica forata, creando la cosiddetta GermBox.
Questi passaggi fanno sì che i semi siano più protetti dall’attacco dei microrganismi e che possano germogliare più velocemente.
Uno dei punti chiave è la temperatura: questa non deve mai scendere sotto i 15°C e ogni suo abbassamento rispetto alle temperature ideali non farà altro che rallentarne lo sviluppo.
Quando le piantine cominciano a liberarsi dell’involucro, i germogli si possono spostare all’interno di piccoli vasetti o contenitori cercando di non scendere con la temperatura sotto i 22°C ed esponendo la piantina alla luce per circa 14 ore al giorno.
E’ inoltre necessario ricordarsi dell’acqua, innaffiare frequentemente poiché gli Habanero hanno bisogno di molta acqua ma senza creare ristagni, poca ma costante! Quando le piantine sviluppano le prime foglie, possono essere trapiantatein vasi più grossi o direttamente a terra distanziate di circa 1 metro fra loro.
Il terriccio, per le prime fasi di semina, deve essere leggero per non ostacolare le radici, con una quantità di torba moderata ad un pH leggermente acido. Negli stadi più avanzati invece, se rintracciabili, si possono sfruttare anche le Scorie Thomas che garantiscono un adeguato apporto di fosforo e potassio.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la seguente guida: Come coltivare il peperoncino

POSSIBILI MALATTIE E PARASSITI
Fra i disturbatori principali si riscontrano gli afidi. Si possono usare rimedi più classici ricavati
Dall’infusione di aglio, cipolla, ortica o addirittura lo stesso peperoncino, nebulizzandoli sulle foglie o si possono sfruttare i gusci d’uovo frantumandoli alla base della pianta.
Se poi qualche coccinnella si aggira fra le foglie, non fa altro che farci un gran favore in quanto golosa di afidi.
Per favorirelo sviluppo si può sfruttare l’humus, ricavabile autonomamente con il semplice ausilio di una compostiera.
Se desideri avere maggiori informazioni che riguardano le malattie e parassiti del peperoncino è possibile consultare la seguente guida: Malattie e parassiti del peperoncino

RACCOLTA E UTILIZZO
Una volta raggiunta la maturazione, verso la fine dei mesi caldi, il Fatalii raccolto può essere consumato fresco oppure fatto disidratare intero a basse temperature raggiungendo così una piccantezza ancora più intensa. Un’interessante alternativa può anche essere la conservazione sott’olio oltreché il suo impiego per la produzione di olii piccanti, ottenuti grazie alla sua macerazione in Olio Extra Vergine d’oliva.
Non dimentichiamo poi che oltre agli effetti benefici per il palato, il Fatalii porta con sé la vasta collezione di effetti positivicon cui i capsaicidi arricchiscono e potenziano le difese del nostro organismo.

Alcune ricette con questo peperoncino meraviglioso.

 

Fonte diavolopiccante.it

Foto kentchillifarm.co.uk

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Buon appetito

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Filetti di Habanero Fatalii sciroppati al sole
Filetti di Habanero Fatalii sciroppati al sole

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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