Champignon, Agaricus Bisporus

Champignon, Agaricus Bisporus

Champignon, Agaricus Bisporus
Champignon, Agaricus Bisporus

I funghi champignon, Agaricus Bisporus chiamati anche prataioli o champignon di Parigi o fungo bianco, sono tra i funghi più utilizzati nella cucina quotidiana sia per il costo non elevato sia perchè sono reperibili tutto l’anno. Il fungo champignon è quello maggiormente coltivato perchè buono, nutriente, leggero e facile da preparare. Essendo un vegetale privo di clorofilla, non ha bisogno di luce per crescere, ma deve trovare nel substrato di coltivazione le sostanze adatte. Cappello: largo fino a 12 cm, a volte anche oltre, prima ovoideo, poi emisferico, infine convesso; molto carnoso e di color bianco, spesso presenta squame brunastre; margine frequentemente fioccoso. Lamelle: color rosa candido, diventano color cioccolato in breve tempo ed infine marrone scuro; libere e piuttosto fitte. Gambo: sodo, pieno, corto, tozzo e cilindrico, ingrossato alla base; di colore bianco. Anello: fioccoso, bianco, membranaceo, facilmente asportabile.

Carne: di color bianco, leggermente virante al rosso se esposta all’aria. Odore: gradevole, come di muschio o di erba stropicciata. Sapore: tendente al dolce, risulta più forte negli esemplari più maturi.

Esistono ovviamente anche i prataioli spontanei. Volendo coglierli bisogna fare attenzione a non confonderli con specie mortali del genere Amanita di colore bianco. La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti.

Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali.

Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.

Sono funghi che si cucinano facilmente. Possono essere consumati crudi e cotti ed è possibile inventare ricette fantasiose. Sono ideali da inserire nelle insalate, aggiungendo magari mele, noci o pinoli, spinaci freschi, pancetta o speck appena passato in padella.

La coltivazione forzata dei funghi è molto antica e veniva effettuata in grotta. La coltivazione su larga scala, ebbe però inizio nel 1650 nei dintorni di Parigi, quando si scoprì che bastava un buon concime equino mescolato al residuo di coltivazioni di vari ortaggi, per avere dei buoni funghi prataioli. Da qui ebbero inizio diverse sperimentazioni. In Italia la funghicultura nasce nel 1913, all’interno di grotte artificiali nei pressi di Vicenza.

Oggi sono coltivati in celle in cui c’è un attento controllo della temperatura e dell’umidità. Il substrato è lo stallatico che viene opportunamente trattato e poi seminato con il micelio. Una volta che la semina ha attecchito si copre il micelio con la torba e dopo 10-15 giorni cominciano ad affiorare i primi corpi fruttiferi. Ultimamente, quando vengono coltivati in serra, si usa materiale sintetico più sicuro e asettico. I funghi prataioli vengono raccolti dai letti di coltivazione a mano, perché sono delicati e si rompono facilmente. Dopo la raccolta, i funghi vengono messi in cassette di legno, o in confezioni di cellophane, oppure inviati alle aziende che si occupano di pulirli, tagliarli e poi metterli sul mercato, freschi, surgelati o cucinati.

Stagionalità Grazie alla coltivazione gli champignon sono reperibili tutto l’anno. Reperibilità Facilmente reperibile in qualsiasi mercato. Varietà In Italia si trovano due varietà: il cremino, chiamato anche Portobello, più colorato e saporito e il bianchetto.

I funghi champignon di alta qualità sono duri e sodi al tatto, e hanno un bel colore bianco pieno. La calotta superiore deve risultare fissata saldamente sul gambo. Una volta che è stato tagliato, il colore del fungo tende a virare sul rosa e inizia ad emanare un particolare odore, molto caratteristico. Meglio evitare di acquistare champignon che abbiano macchie o infossamenti sul cappello, segno di attacchi batterici. Segno di freschezza lo danno anche le lamelle, che non dovrebbero vedersi, e comunque devono essere rosee.

Per prima cosa eliminare i frammenti di terra che si insinuano tra le lamelle e la cuticola. Poichè l’acqua fa perdere sapore ai funghi, per pulirli sarebbe meglio usare uno straccio umido e poi asciugare con un panno asciutto. La pulizia deve essere fatta quando il fungo è intero. In genere si usano le parti carnose del fungo, e le altre si scartano. La parte finale del gambo si elimina. Come conservare In genere si acquistano dentro contenitori di plastica e in queste condizioni possono essere conservati in frigorifero per un paio di giorni. Se invece sono sfusi si deve cercare di tenerli asciutti per evitare un deterioramento rapido e quindi è bene metterli distanziati in un recipiente e poi infilare il tutto in un sacchetto di carta. Una volta cucinati i funghi possono venir conservati in frigo per un massimo di 5/6 giorni all’interno di recipienti non metallici.

Come cucinare I funghi coltivati cuociono in soli tre minuti; è importante mantenerli un po’ al dente per conservarne le proprietà nutritive e il gusto. Avendo, i prataioli un gusto delicato è preferibile non esagerare nell’uso di aglio, cipolla e aromi. Se cambia colore è normale. Una volta cucinato lo champignon cambia colore, tende a diventare più scuro, quasi nero in certi punti. Si consiglia di cuocerli il prima possibile dopo l’acquisto perchè, come tutti i funghi, sono abbastanza delicati anche se un po’ meno rispetto agli altri.

fonte http://www.alimentipedia.it/champignon.html

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Champignon
Champignon

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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