4 Marzo 1943

4 Marzo 1943 è una canzone di Lucio Dalla ma è anche la data in cui è nato il cantautore, composta insieme a Paola Pallottino fu presentata per la prima volta al Festival di Sanremo 1971, dove si classificò al 3º posto.
Il cantautore, era rimasto orfano quando era bambino e l’idea iniziale era un omaggio proprio alla sua storia. Ma intervenne la censura, ai tempi, che non vedeva possibile intitolare una canzone “Gesùbambino”.
Alcuni passaggi del testo furono giudicati fuori luogo. Come “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese” diventò “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese”, mentre “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” venne cambiata in “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare”.
Ho immaginato Lucio che gioca a carte e beve vino con gli amici, che parlano Napoletano, dell’isola San Domino. Le Tremiti erano la meta preferite dal cantautore, aveva anche una villa gestita, oggi, dagli eredi del grande cantautore.
Quindi una ricetta Campano/Pugliese le tagliatelle di seppia ma condite con olio pugliese e colatura di alici di Cetara

Ingredienti per 4 persone
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- 800 g di sacche di seppia
- Qualche rametto di Timo
- 1 peperoncino
- 6 cucchiai di colatura di alici di Cetara
- 3 cucchiai di succo di limone bio
- 2 cucchiaio di olio EVO.
- Qualche goccia di Salsa di peperoncino di 7 anni
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
Preparazione
Prepariamo la salsa di accompagnamento, 6 cucchiai di colatura di alici di Cetara, 3 cucchiai di succo di limone della costiera, 2 cucchiaio di olio EVO, qualche goccia di salsa di peperoncino di 7 anni, emulsionate molto bene e fare riposare.
Pulite le seppie eliminate i tentacoli, li useremo per altre preparazioni, eliminate la pelle e tutte le tracce di nero, tagliate le sacche a fettine.
Aggiungete i rametti di timo e versate sopra la salsa, mescolate e fate insaporire in frigo per almeno due ore, se di più è meglio.
Buon appetito
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Testo
Dice che era un bell’uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un’altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L’ora più dolce prima d’essere ammazzato
Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l’unico vestito, ogni giorno più corto
E benchè non sapesse il nome
E neppure il paese
M’aspettò come un dono d’amore
Fino dal primo mese
Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare
E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino