Tussilago farfara – come utilizzare?

Tossilaggine - Tussilago farfara - Farfaro ORTAGGI che passione by Sara Grissino

Il Tussilago farfara L. è una pianta erbacea perenne e invasiva che cresce, dalla pianura alla montagna fino a 2.400 metri, in terreni umidi e argillosi, nelle cave abbandonate, lungo gli argini, sopra i cumuli di terra nuda e le dune di sabbia. Forma spesso delle estese colonie. Fa parte della famiglia delle margherite (Asteracee o Composite) e assomiglia al dente di leone. Può essere considerata un’erba pioniera in quanto cresce sui terreni incolti e quando la natura è ancora spenta e brulla, è tra le prime erbe a fiorire tra la fine inverno e l’inizio primavera, generalmente tra febbraio e aprile, ed è quindi la prima fonte di polline per le api, gli insetti e le farfalle. Inoltre, le sue infiorescenze bianche e cotonose sono, a fine inverno, una buona fonte di nettare per gli uccelli. 

Nota anche come: Tossilaggine comune o Farfaro. Nomi comuni: Capeleti, Capule, Ciocca d’asino, Corberella, Erba de la toss, Erba de tussiu, Farfanella, Farfarella, Farfaro, Farfarugìne, Farfugio, Lavasset, Paparacchio, Pataccio, Pè d’asen, Petacciolo, Pjerche, Piè d’asino, Piede d’asino, di ciucco o di puledro, Pie di mus, Ragna cavadda, Rodele, Stàlfera, Tossilaggine comune, Tussilagine comuneUgna cavaddina, Ugna cavallina, Unge cavallino, Zampa di mula.

Tossilaggine - Tussilago farfara - Farfaro ORTAGGI che passione by Sara Grissino

PERIODO

  • FIORI (i capolini prima che sboccino o all’inizio della fioritura): tra febbraio ed aprile
  • FOGLIE: raccogliere, senza picciolo, da maggio a ottobre in base al clima del luogo

In alcune regioni italiane, è regolamentata la massima quantità di raccolta dei fiori.

CONSERVAZIONE

I capolini e le foglie si fanno essiccare stesi, in un unico strato, in un locale ben areato e all’ombra.

tussilago-farfara

Tussilago farfara

PIANTA

I FIORI gialli fioriscono e sfioriscono prima che spuntino le foglie. Assomigliano alle margherite, il capolino dei boccioli è semichiuso ed inclinato verso terra prima e dopo la fioritura, mentre è dritto quando è in piena fioritura. Sono ermafroditi e precisamente i fiori esterni ligulati del raggio sono femminili mentre quelli tubulosi al centro sono bisessuali e a volte maschili. I fiori di notte si chiudono, generalmente inclinati verso terra; mentre si raddrizzano quando i fusti si allungano per fruttificare.

FIORE maschio - femmina Tussilago farfara

Le FOGLIE basali compaiono dopo la fioritura quando il fusto appassisce e scompaiono i fiori. Sono a forma di cuore e dentellate con margini di colore scuro, possono raggiungere dimensioni notevoli, anche fino a un metro di diametro. Hanno un lungo picciolo peloso, la parte superiore delle foglie è verde mentre quella sottostante è bianca perché ricoperta di una sostanza lanosa che perdono con la crescita.

foglie Tussilago farfara

Il FUSTO porta i fiori e si sviluppa prima delle foglie. E’ uno stelo squamoso, eretto e ricoperto di una peluria simile al cotone.

Il rizoma (il fusto sotterraneo orizzontale) è grosso, coperto di scaglie, carnoso e lungamente strisciante nel terreno.

Il FRUTTO è simile ad un batuffolo peloso e contiene numerosi semi.

Tussilago farfara

IN CUCINA

ATTENZIONE per la presenza in questa pianta selvatica di alcuni alcaloidi se ne consiglia un uso moderato e sporadico. La cottura dovrebbe eliminare gli effetti tossici di questa erba spontanea.

Prima di utilizzare le sue foglie è meglio lavarle accuratamente, per eliminarne il sapore amaro. I boccioli e i fiori più teneri sono consumati freschi o cotti e hanno un piacevole sapore d’anice. Le foglie giovani, senza gambo, possono essere consumate cotte assieme ad altre verdure di stagione per un contorno saporito. Le grandi foglie, senza gambo, sono usate come ripieno, oppure aggiunte alla zuppa o sbollentate per involtini, lasagne, paste fresche e sformati. Il loro gusto è leggermente amarognolo, piccante e speziato. I petali sono utilizzati per decorare le varie pietanze e profumano leggermente di liquirizia.  I gambi hanno un sapore dolce e si consumano come gli asparagi. Dai fiori e dalle foglie, sia fresche che secche, si ricava un tè dal vago sapore di liquirizia. Le foglie fresche, tostate, possono venire usate come sostituto del sale. Il sottile rizoma può venire candito in uno sciroppo di zucchero.

Nell’industria, la tossilaggine è utilizzata per la produzione di olio e stoppa.

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Tossilaggine comune o Farfaro

PROPRIETA’

Il Tussilago farfara è una delle piante più conosciute per il suo potere antinfiammatorio e anti tosse. Tuttavia, è importante sottolineare che contiene sostanze tossiche come gli alcaloidi pirrolizidinici e non dovrebbe essere consumata in grandi quantità. Le foglie hanno un minor contenuto di alcaloidi rispetto ai fiori, ed è presumibile che gli alcaloidi siano degradati dal calore della cottura.

MEDICINA POPOLARE:  è utilizzata come sedativo della tosse, trova impiego nei casi di bronchiti, influenze, laringiti, raffreddore e tracheiti. Con le foglie si prepara la tisana o la spremuta come lenitivo della tosse ed espettorante naturale. I suoi suffumigi sono utili per eliminare catarro e combattere l’asma. La Farfara è una pianta officinale apprezzata nelle affezioni della pelle.

Per l’infuso utilizzare 3 grammi di capolini freschi ogni 100 ml di acqua calda, fare riposare per 10 minuti e filtrare. Oppure due cucchiai di foglie essiccate (droga) in mezzo litro d’acqua, si porta a bollore, si spegne e si lascia riposare 10 minuti, sotto coperchio, prima di filtrare. Bere da due a tre tazze al giorno, meglio se lontano dai pasti. Anche le radici raccolte prima della fioritura permettono di preparare un buon tè.

Il decotto è per uso esterno e si ottiene facendo bollire un pugno di tossilaggine in un litro d’acqua per almeno 15 minuti. Utilizzato sia come pediluvio contro il gonfiore dei piedi sia come lozione per i capelli per contrastare la dermatosi e la tigna, poiché ha proprietà anti eczematose e astringenti.

In COSMESI con il decotto delle foglie fresche si possono fare impacchi contro gli arrossamenti della pelle, con i fiori si preparano infusi da utilizzare come emollienti della pelle per il bagno. L’infuso ad uso esterno,  per la pelle irritata e le parti intime infiammate si prepara con 6 grammi di Farfaro secco ogni 100 ml di acqua calda. Mentre per un bagno decongestionante si utilizzano due pugni di Tussilago farfara secco.

In erboristeria puoi trovare la tintura madre, le tisane, lo sciroppo. lo shampoo e il balsamo antiforfora per i capelli.

CONTROINDICAZIONI e tossicità: è sconsigliato l’uso in gravidanza, durante l’allattamento e ai bambini sotto i 6 anni. E’ anche da evitarne l’uso per lunghi periodi. In fitoterapia il suo uso è stato sostituito da altre piante officinali più sicure ed efficaci. Inoltre, la pianta può essere irritante per la pelle e le mucose, quindi deve essere maneggiata con cura.

CURIOSITA’

Durante la guerra, veniva utilizzato come sostituto del tabacco e, ancora oggi, fa parte degli ingredienti di molte sigarette a base di erbe. Fumare le foglie della Farfara, nella pipa o nelle sigarette arrotolate a mano, è consigliato ai fumatori incalliti per contrastare la tosse e sciogliere il catarro.

Per la sua capacità di colonizzare i terreni incolti, dopo la seconda guerra mondiale si è rapidamente diffuso tra le macerie e le rovine delle molte città bombardate. 

E’ un fiore selvatico molto invasivo perché sviluppa un esteso corridoio di radici e per questo motivo non se ne gradisce la presenza nei giardini cittadini.

Il suo nome scientifico, “Tussilago”, deriva dal latino “tussis” che significa tosse, in quanto la pianta è stata impiegata per trattare malattie respiratorie come la tosse, la bronchite e la polmonite.

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Pubblicato da Sara Grissino

Cuoca green, seguo la stagionalità degli alimenti nella preparazione dei miei piatti. Amo conoscere, sperimentare in cucina i prodotti della campagna e non solo. Solare, mi piace stare in mezzo alla gente, condividere emozioni ed imparare.

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