Innanzitutto vorrei iniziare con il descrivere questo dolce, partendo dal nome: cosa significa arrubieddus? deriva dal sardo arrubiu che significa rosso, quindi “arrubieddus”= rossetti.Si tratta di dolci fritti della tradizione del mio paese (Fluminimaggiore), apprezzati tantissimo dai turisti in occasione delle sagre estive ad essi dedicati, e realizzati in questo periodo di festa carnevalesco.La materia prima prevalente, impiegata per fare questi dolci è il formaggio fresco di pecora o capra, non salato, lasciato leggermente inacidire o la ricotta di capra e di pecora. Is arrubieddus che vi presento qui sotto, sono a base di ricotta di capra di mia produzione,come li faceva mia nonna.
Arrubieddus quindi significa rossetti, dal colore rosso/ bruno assunto dall’impasto durante la frittura.A questi dolci viene conferita una forma romboidale o rettangolare.Il risultato dopo la cottura è un dolce morbido ben lievitato,dove prevale maggiormente il sapore del formaggio e dello zafferano.
Video ricetta del giorno
- DifficoltàMedia
- CostoMedio
- Tempo di preparazione35 Minuti
- Tempo di riposo3 Ore
- Tempo di cottura6 Minuti
- Porzioni40 arrubieddus
- Metodo di cotturaFrittura
- CucinaItaliana
Ingredienti:
- 500 gRicotta di capra
- 4Uova
- 3arance, succo e scorza
- 1 kgFarina 00
- 25 glievito di birra fresco
- 2 bustine Zafferano
- 1 bicchierelatte
- 1 bicchierinodi liquore a piacere
- zucchero semolato per spolverare
- 2 lolio di arachide per friggere
Strumenti
- 1 Ciotola terracotta
- 1 Coltello ben affilato
- 1 Padella alta per friggere
Preparazione
Per prima cosa disponete nella scivedda ( un recipiente grande di terracotta usato in Sardegna) le uova leggermente sbattute, il succo e la buccia grattuggiata delle arance, la ricotta e la farina entrambe setacciate.
Lavorate il tutto per circa 35 minuti a mano, di seguito aggiungete il lievito sciolto in poca latte tiepido e unite il restante latte, poco per volta fino a ché lo stesso non sarà completamente assorbito.
Continuate a lavorarlo a mano, fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo.
Fatelo lievitare per circa 2 ore, coperto da pellicola e da una coperta.
Terminata la fase di lievitazione, avete due possibilità:
– 1) stendete la pasta, in sfoglie dello spessore di circa 2 centimetri e con l’aiuto di un coltello affilato tagliate is arrubieddus a forma di rombo, o di piccoli rettangoli.
Con questo metodo , otterrete un “arrubieddu”, più leggero e vuoto all’interno;
-2)oppure seguendo il metodo più antico anziché stendere la pasta, staccate una piccola porzione di impasto per volta, e dategli a mano la forma di un rettangolino spesso o di un cilindro. Il risultato sarà quello di un fritto più grosso e consistente all’interno. Ricordo che mia nonna adottava questo secondo metodo.Poi con il tempo la ricetta si è evoluta, e le nuove generazioni tendono a praticare la stesura della pasta con il mattarello, come già spiegato sopra.
Una volta che avrete scelto il metodo che più vi piacerà, ponete le vostre forme a lievitare su una tovaglia di cotone, cosparsa di farina per un’ altra mezz’ora.
Nel frattempo, portate l’olio a temperatura, e quando saranno lievitati, tuffate is “arrubieddus” in olio ben caldo.
Scolateli, spolverizzateli con lo zucchero e serviteli ancora caldi.
CONSERVAZIONE
Questi dolci tradizionali sono buoni mangiati caldi, ma potete conservarli fino a 3/ 4 giorni ben coperti.E’ possibile pure congelarli, e poi riscaldarli nel forno all’occorrenza.
NOTE AGGIUNTIVE:
Per la realizzazione de “is arrubieddus”, potete sostituire la ricotta con formaggio fresco di capra o di pecora, lasciato leggermente inacidire per due o tre giorni.In questo caso, tritate il formaggio con un robot da cucina o con un passa verdure.
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