Non sarà il luogo adatto, o forse è il primo posto in cui parlare, appunto, di posting.

Mi imbatto troppo spesso – pur non essendo io stessa né esperta né sempre attenta – in contenuti vuoti. C’è l’immagine, la caption, la classica valanga di hashtag ma alla fine, non c’è valore. Eppure sono profili validi,  che seguo volentieri ma che troppo spesso incappano in questo tranello: l’overposting

Quanto postare?

Articoli come questo vi confermano che non esiste una legge univoca e universale per cui ogni brand posta tanto quanto gli altri. Non c’è certezza che 8 post al giorno vi facciano guadagnare dagli 8 agli 8k follower, né tanto meno che questi avranno lo stesso tasso di engagement. Ah, pardon, intendo interazione: il commento, il repost, la riconvidisione nelle stories, il messaggio diretto. Tutti fattori che potenzialmente premiano un contenuto ma che non sempre, effettivamente, lo fanno.

Dunque ognuno – senza non pochi tentativi e coerentemente al proprio obbiettivo (e in parte anche pubblico) attuerà la propria strategia. Fin qui tutti d’accordo.

Ma a monte dell’engagement, c’è il valore del contenuto. Un valore espresso a livello visivo, testuale e inter-testuale, volto a ingaggiare ma anche a testimoniare la propria mission. Ergo…abbiamo sempre qualcosa da dire?

Io che parlo persino nel sonno e mangio tutti i giorni, onestamente, NO.

E chi posta tutti i giorni?

Nella maggior parte dei casi nemmeno loro, a giudicare dal valore del contenuto postato (caption breve, poco appetibile, contenuto visivo banale, simile a quello precedente o quasi). Questo non per dire che non bisogna dire. Ma che, se si dice, questo deve avere un senso, un obbiettivo, uno scopo preciso. Pensiamo a ciò che diciamo, no? O almeno, dovremmo quasi sempre. Ecco che anche sui social la regola è la stessa, anzi: più si pensa, più valore si da a ciò che si posta.

Ma chi continua a postare tutti i giorni?

Cambio domanda: vi siete mai chiesti quale sia lo scopo, il target, l’oggetto che promuove e vende il profilo in questione? Date un’occhiata e vi renderete conto che non tutti i post sono uguali, specie nel format. A ogni layout corrisponde un tema e quindi, variare tema aiuta a creare nuovi contenuti. Eppure anche in questo caso, non tutti postano tutti i giorni. Perché? Perché non sempre si ha qualcosa di sensato o proficuo da dire. Si può aspettare un momento migliore per dirlo e perché non è un post al giorno che toglie l’unfollow di torno…non so se mi spiego.

Ricapitolando, cosa crea engagement è di sicuro una foto/grafica a effetto, una caption sagace, sempre attinente ma anche creativa. L’hashtag? Sì, aiuta molto; aumenta le probabilità di sbucare nell’Esplora di un utente di Timbuktu se il nostro sogno è trasferirci in Mali. Oppure di un qualunque affamato italiano, se l’obbiettivo cardine dal nostro operato è raggiungere chi ci è più vicino.

Ma il core dei vostri post è il loro valore, forma e figura del vostro scopo. 

Quando non sapete come esprimerlo, aspettate il momento più opportuno per farlo. Scegliete piuttosto di organizzare e scaglionare le vostre pubblicazioni tramite un calendario editoriale. Apprezzate il silenzio: di social ce ne sono tanti. Che sia una buona strategia tacere su uno per urlare a squarcia gola su un altro?

In ogni caso, io il silenzio amo godermelo.

Marta


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