Fave: dall’orto alla tavola

Apro questo nuovo percorso “dall’orto alla tavola” partendo dalle fave, poiché siamo proprio nel periodo di semina.

fave

La fava è uno tra i legumi più antichi che viene coltivato ancora oggi. Si trova in tutta la penisola e ne esistono diverse varietà. Potete seminarle nel vostro orto durante i mesi invernali se siete al sud, dopo l’inverno se siete al nord, per poi raccogliere da marzo fino a giugno. Le fave non hanno bisogno di alcuna concimazione, ma al contrario, saranno loro a concimare il terreno poiché proprio come gli altri legumi catturano dall’aria l’azoto e lo fissano nel terreno. E’ infatti consigliabile seminare i legumi dove in precedenza sono state piantate piante solanacee (pomodori, peperoni, patate, melanzane) o cucurbitacee (zucche e zucchina) che consumano tanto azoto, in modo da riequilibrare il terreno.

La fava si semina a file distanti 60-70 cm tra loro, e tra una buca di semi e l’altra devono esserci almeno 20 cm di spazio. Profondità di semina 4 cm di profondità. In ogni buca vanno inseriti dai 3 ai 5 semi per avere maggiori probabilità di veder nascere la piante.
Il terreno deve essere ben lavorato, come per tutti gli ortaggi, in modo da non avere ristagni di acqua che andrebbero a compromettere la nascita e in seguito sviluppo della pianta. Una volta nata, la pianta resiste fino ai 5 gradi.

Proprietà e benefici

Le fave sono un alimento molto ricchi e salutare, ad elevato contenuto di ferro, per cui ci aiutano a contrastare l’anemia, oltre che contengono potassio, magnesio, rame e selenio. Contengono proteine e fibre, mentre oltre l’80% della sua composizione è acqua, importante per il funzionamento intestinale e apportano anche benefici ai reni.

Consumazione

I suoi frutti sono ottimi da mangiare sia cotti che crudi quando sono verdi, eliminando il baccello. Mentre invece si consumano solo previa cottura quando sono mature e secche, ossia le classiche fave che troviamo tra i legumi da consumare durante i periodi freddi.

fave
tre gradi di maturazione

Per quelle verdi è possibile dividerle in tre gruppi per grado di maturazione, e di conseguenza consumarle in modi diversi.
Quelle piccoline una volta tolte dal baccello si possono consumare per le frittate poiché sono tenere, dolci e si cuociono in pochissimi minuti.
Quelle di misura media e tenere sono ottime per condire la pasta o preparare dei gustosi contorni.
Mentre quelle grandi che iniziano ad essere dure si possono consumare lesse.

Per capire meglio quando mangiarle con la buccia o meno basta guardare sotto l’escrescenza che trovate al lato di ogni seme di fava. Quando sotto questa è verde allora potete mangiare le fave con la buccia, mentre quando sotto la linea inizia ad essere gialla oppure è nera/marrone anche se la fava fuori è verde vuol dire che questa sta iniziando il processo di essicazione, quindi avrete delle fave più dure e va eliminata la pellicina che le riveste prima di procedere alla cottura e/o consumazione.

Ricordate invece che l’escrescenza va sempre eliminata prima del consumo.

Conservazione

Dopo la raccolta le fave si possono conservare in due modi: surgelate o essiccate.

Per surgelarle servono le fave verdi e tenere, quindi bisogna privarle del baccello e lavarle. Decidete se congelarle a crudo, quindi tamponate l’acqua in eccesso con della carta da cucina e procedete dividendo in sacchetti da freezer oppure in barattoli.
Oppure potete sbollentarle un paio di minuti in acqua bollente senza sale, scolarle e lasciarle raffreddare prima di metterle in sacchetti o barattoli. Quindi metterle in freezer. Si mantengono dai 6 agli 8 mesi.

Per quelle dure, in genere l’ultimo raccolto dell’annata le fave si lasciano essiccare sulla pianta e una volta diventati i baccelli marroni si raccolgono, si prendono i semi all’interno e si conservano in barattoli in vetro chiusi bene. Queste potete anche utilizzarle l’anno seguente per seminare e produrre nuove piante di fave.

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