Tigelle modenesi, Ricetta della nonna

Tigelle modenesi

Quando la nonna parlava di tigelle parlava di una cosa ben specifica.
Parlava dell’impasto tagliato a forma circolare e messo a cucinare nell’apposita tigelliera.
Veniva servito con affettati tra i quali la mortadella di Bologna e i ciccioli.
Non mancavano i formaggi molli come lo squacquarone e lo stracchino.
Veniva inoltre servito un pesto specialissimo realizzato con lardo, aglio, rosmarino e sale.
Questo pesto non poteva mancare, era usanza spalmarlo dentro la tigella caldissima tagliata in due, a volte cosparsa di parmigiano.
Il profumo era garantito e il lardo, sciogliendosi dentro l’impasto della tigella rendeva il tutto una vera libidine.
Indimenticabili sensazioni ancora vivi nella mia memoria.

Tigelle modenesi

Tigelle, Claretta RosaZafferano

Tempo di preparazione: 2 ore di riposo per l’impasto +50′
Grado di difficoltà: Impegnativo
Ingredienti per 2 persone:
farina: 300 gr / burro: 50 gr / latte: 50 gr / lievito di birra: mezza bustina da 25 gr /
sale: q.b. / zucchero: 1 cucchiaino  / acqua: q.b.

Preparazione per queste Tigelle:

Prendete il lievito di birra, mettetelo in un bicchiere con un dito di acqua tiepida e un mezzo cucchiaino di zucchero, lasciate riposare 15’/20′.
Su una spianatoia mettete la farina, fate un foro al centro e inserite il lievito, il burro molto morbido e create l’impasto aggiungendo un pò per volta il latte.
Unite il sale e cercate di ottenere un impasto liscio e morbido, ma non troppo molle.
Aiutatevi con acqua tiepida per ottenere il risultato finale.
Tigelle, Claretta RosaZafferanoFate riposare l’impasto coperto con un canovaccio umido (o anche in una ciotola ampia coperta ) in un luogo asciutto e tiepido per un paio di ore.
Tigelle, Claretta cucinaStendete con il mattarello una sfoglia di 2-3 mm.
Con un bicchiere rovesciato ottenete i dischi delle tigelle.
Riprendete la pasta in eccesso, ristendetela per ottenere altri dischi.
Tigelle ripiene

Posizionate la tigelliera sul fuoco.
Quando la tigelliera è molto calda iniziate la cottura delle tigelle.
Le prime tigelle tenderanno a bruciarsi un pò.
Il trucco della nonna per salvarle era quello di mettere un pò di farina nei vari comparti della tigelliera, ma aprite bene le finestre perchè fà un gran fumerone.
Una volta che si è creata una pellicola sulla tigelliera, le tigelle al secondo round non presentano alcun problema.
Girate spesso la tigelliera sul fuoco controllandone la cottura.
Raccogliete i dischi delle tigelle in una ciotola rivestita da un canovaccio e copritele per tenerle al caldo fino al consumo.


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13 Risposte a “Tigelle modenesi, Ricetta della nonna”

  1. Super!! Ho studiato a Ferrara e conservo un ricordo gustoso delle serate a Tigelle! Chiarissime le tue spiegazioni, le farò di certo! Un saluto a Claretta 😉

    1. Carissima Arianna grazie per questo tuo tuffo nel passato, i ricordi sono similari ed è bello che facciano parte di noi. Un abbraccio e buona giornata Clara 😀

  2. buonissime le mie adorate tigelle..ovvero crescentine…tigelle erano le forme di terra cotta che si usavano un tempo per cuocerle nel camino…io non metto il burro e nemmeno lo zucchero…proverò anche così!

    1. Ecco la mia nonnina preferita 😀 … grazie per questo sguardo al passato alla scoperta delle usanze antiche 🙂

  3. bello il tuo blog, mi ha letterarmente catturata il mio mi sembra ancora incompleto sono su GZ da 2 mesi.. non perdiamoci nel web ti auguro una buona serata ciaooooooooo

    1. Grazie Angela grazie di cuore 😀 non demordere… pian piano imparerai a personalizzarlo come vuoi tu… buona serara anche a te 😀

    1. Ciao Enrica, non ho mai cucinato le tigelle senza lo stampo. Andando un pò per intuito ritengo non sia la stessa cosa. Una tigelliera in ghisa mantiene costante il calore specie perchè va girata spesso su sè stessa sul fuoco, il calore rimane intrappolato all’interno garantendo una cottura ottimale delle tigelle. On line ho visto che ci sono ottime occasioni di acquisto per tigelliere a 7 posti che non superano i 25 euro. Se ti accingerai all’acquisto però io ti suggerisco quella a 5 posti, per una donna è meno pesante da sollevare e da girare in fase di cottura 😉

  4. Abito dove queste delizie sono nate, ovvero sull’Appennino..ti assicuro che le vere tigelle sarebbero un po’ indigeste da mangiare essendo di terracotta..le crescentine, invece, sono buonissime! 😉

    1. Grazie 😀 questa mattina mi hai fatto sorridere e con questo tempaccio tutto va bene per tirarsi sù. Quanto alla terminologia sarebbe da aprire un vero dibattito, basta spostarsi di 10 km su tutto il territorio emiliano e la stessa pietanza viene chiamata in modi diversi. Con il termine crescentine mia nonna, originaria di Castelfranco Emilia, identificava quello che in molte aree emiliane chiamano gnocco fritto. Direi che al di là di cosa fossero le vere tigelle in origine, oggi con questo nome molti penserebbero a qualcosa di buono da mangiare e io pure 😉 Ma mi fa piacere sapere che quelle vere sarebbero indigeste 😀 Mi ha fatto piacere leggerti 😉

  5. Nell’appenino modenese (dove sono nato) tutte le famiglie a casa loro le chiamano crescentine o crescenti, poi nel frignano (luogo d’origine) io le ho sempre viste fare con solo acqua gasata o naturale, lievito o bicarbonato, farina, al massimo un pò strutto.
    il burro non ci andrebbe.
    il latte ci andrebbe nel remoto caso in cui si cuocessero con le tigelle di terracotta dentro al camino.
    le tigelle di terracotta sono un po’ dure da mangiare quindi accontentiamoci delle crescentine di pasta.

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