Taglio dei capelli drastico e inatteso, quando il drama diventa trauma

Il taglio dei capelli è spesso associato ad un evento piacevole di rinnovamento, ma esiste anche la possibilità che si trasformi in una delle più brutte esperienze della tua vita. Se sei un bambino e nessuno ti prepara ad un cambiamento drastico del tuo aspetto, una esperienza apparentemente banale, come quella del taglio dei capelli, si trasforma facilmente in un atto di violenza sulla tua persona.

Le frasi del tipo: “Tanto ricresceranno” diventano frasi inutili per rimediare ad un torto che a quel punto il bambino ha già vissuto e nei casi più sensibili il drama diventa quel trauma che rappresenta terreno fertile per schemi negativi nelle relazioni con gli altri.

Non è evidentemente un caso che fino alla soglia dei 40 anni, sia entrata raramente da un parrucchiere e che per anni mi sia arrangiata a tagliare i miei capelli in piena autonomia decisionale, rinunciando quindi e certamente all’ultimo taglio in voga del momento. Il perchè lo leggete qui sotto.

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Una bella mattina luminosa il mio babbo mi prese per mano e trallalà mi accompagnò dal parrucchiere.

Quando arrivammo dal parrucchiere disse a quel tizio non troppo giovane: “Deve partire per l’Arabia Saudita le sistemiamo i capelli?” Che cosa questo tizio possa aver pensato è quasi scontato. Paese caldo e desertico perciò tirando le somme e seguendo il suo immaginario inquadrò subito la situazione.

Nessuno ahimè si curò del fatto che fossi una bambina di 7 anni che portava con orgoglio una chioma folta composta da lunghissimi capelli luminosi e allo stesso tempo nessuno mi chiese come avrei voluto fossero tagliati i MIEI capelli.

Costui perciò afferrò le forbici e bastò il primo taglio.

Zacchetè… e via un lungo ciuffo di capelli.
Non si fermò, quindi dopo il primo ciuffo, lo seguirono anche tutti gli altri sul pavimento di quello odioso e squallido stambugio situato in una laterale di via Emilia.

Senza capirne il motivo mi venne un tonfo al cuore e immediatamente divenni paonazza e con i lacrimoni agli occhi….. non dissi nulla e nemmeno piansi alla fine, ma che fastidio quando notandomi con le lacrime agli occhi seguì quella ignobile domanda che recita così: “Ma stai piangendo?”

Quella domanda mi fece rabbia e per la prima volta odiai qualcuno.

Ma sono domande da fare? Che senso ha evidenziare l’evidente?

Ora da adulta mi chiedo che problemi hanno gli adulti. Perchè così tanta superficialità e tanta insensibilità nei confronti dei bambini. Perché banalizzarne i sentimenti o le reazioni emotive specie nel momento in cui, con tutte le loro buone ragioni, si sentono offesi? E perchè mai ci si approccia in maniera differente con un individuo in base alla sua età?

Oltre alla mancata considerazione dei miei sentimenti l’ultima domanda è stata tagliente come un coltello, molto ma molto affilato. Tanto offensiva quanto la mancanza di rispetto. Un bambino è un piccolo individuo e merita di avere un trattamento rispettoso come chiunque altro perchè questo è quello che tutti pretendiamo dagli altri.

Il risultato finale fu un brutto taglio corto. Niente di più osceno nemmeno se la mia destinazione fosse stata quella di andare ad Auschwitz infatti non mi risulta in alcun modo che le donne arabe solo perchè vivino in un paese caldo portino capelli corti. Ma quando mai?

Una brutta esperienza sì, provocata senza dubbio dalla ignoranza di un uomo mediocre. Inclassificabile.

E voi, che ricordi avete dei vostri primi tagli dal parucchiere? Dai coraggio raccontatemi la vostra esperienza..

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