Alla fine ci sono finita pure io. Non ne volevo sapere, troppo lavoro, poi fare il pane tutte le settimane.. no, no, no…. poi guardi un post, ne guardi un altro, la curiosità è femmina, e alla fine, eccomi qua, fra rinfreschi e barattoli, ci sono caduta pure io.
Ok. Il peggio adesso è passato. Ok. Non c’è niente di complicato. Ok. Il pane è piuttosto buono. Ma che cavolo, nessuno però te lo dice quanto è schifosa ‘sta roba la prima settimana (facciamo anche 10 giorni)! quanto appiccica, quanto puzza i primi giorni, quanto si fa fatica a lavare quell’accidenti di vaso!!! Beh, ve lo dico io!!!
Adesso siamo seri: io ho seguito tutti i passaggi spiegati benissimo sul sito di Giallo Zafferano (cliccate qui anche voi!), non starò qui a rispiegare tutto, perchè Sonia Peronaci l’ha fatto molto meglio di quello che potrei fare io.
Sono andata al supermercato, mi sono armata di farina manitoba, dello yogurt magro, di una bella terrina di vetro (che a casa mia va molto di più la plastica, vista la mia sbadataggine e le mie mani di pasta frolla!!!) e di un enorme vaso della Bormioli, con i suoi due bei coperchietti di latta.
Sono tornata a casa e piena di buona volontà, ho impastato come si deve i 250 g di manitoba con i 250 g di yogurt magro. E qui è arrivata la prima sorpresa: pensavo di trovarmi fra le mani qualcosa di appiccicaticcio ed invece ho ottenuto un panetto della stessa consistenza di quando si fa il pane, forse anche un po’ più duro.
L’ho messo nella mia bella terrinetta di vetro, l’ho coperto con la pellicola trasparente foracchiata qua e la con lo stuzzicadente e… caspita!!! dove la metto adesso sta cosa, visto che è richiesta una temperatura di 26-28° per 48 ore???? Qui al Nord fa freddo, in casa non teniamo 28° (non che mi spiacerebbe… solo che rischierei il divorzio!!!). E allora, memore di quanto letto da qualche parte, ho avvolto la mia creatura con una mia felpa di pile, per farla stare al calduccio e l’ho messa sopra il mobile del salotto, dove va tutto il giorno la stufe a pellet (e come mio marito mi insegna sempre, il caldo va verso l’alto, no???).
Ecco, adesso diciamocela tutta. Ogni volta che passavo in salotto mi sentivo una deficiente ad avere messo la felpa alla terrina!!! E sperare di non avere ospiti, altrimenti come la spiegavo la creatura?
Passati 2 giorni, tolgo la maglia, tolgo la pellicola e … tutto qua?? cioè, tutto qua???? lievitazione scarsina.. vabbè, non perdiamoci d’animo, continuiamo a seguire le istruzioni e ripetiamo i passaggi! Wow, un primo rinfresco, pesiamo 200 g di questo impasto, rimettiamo 200 g di manitoba e altri 100 g di acqua. RImpastiamo di nuovo e rimettiamo pellicola con i buchetti, il maglione e via, sopra il mobile. E ci vediamo dopo 24 ore.
Il giorno dopo, sempre la stessa delusione: non vedo tutta ‘sta lievitazione, ma è già qualcosa che il rischio di muffa (in quel caso si deve buttare tutto e ricominciare!) sia scongiurato. Vabbè, mi ripeto, non mollare, vai avanti.. di nuovo 200 g di impasto, 200 g di manitoba e 100 g di acqua. Impastiamo a mano, come già fatto e finalmente mettiamo il tutto nel vaso. Il mio vaso enorme sembra inutilmente gigantesco per ‘sta palletta di impasto duro, ok, ficchiamolo dentro, e come ce lo metto? boh, facciamo una salsicciotta, spingiamolo dentro il vaso e poi infiliamo la mano nel vaso e appiattiamolo.. aiuto!!! la mano non mi riesce più dal vaso!!!… ok, respira, ruota e vai! uscita. Chiudiamo con uno dei coperchi bucherellati e mettiamo sopra il mobile, sempre con il fido e caldo pile.
Ci vediamo 24 ore dopo. Uhm, poca lievitazione e una certa puzzetta acidina, sarà un buon segno?? ripetiamo allo sfinimento ‘sta operazione di rinfresco: 200 g di impasto, 200 di manitoba e 100 g di acqua. Impastiamo bene, ecco il nostro panetto. Laviamo il vaso, mettiamo il salsicciotto dentro, occhio alla mano e via, di nuovo sopra il mobile.
Il giorno dopo. Oh. Una sorpresa. Il mio impasto sta cambiando, caspita sta crescendo, si iniziano a vedere i primi buchetti da “lievito”. Con entusiasmo lo prendo, pronta come non mai a rinfrescarlo e .. bello il lievito, ma quanto appiccica? appiccica le mani, il piano di lavoro, il vaso, ed è un appiccicoso molesto, si fa fatica a levarlo, acqua calda, sapone, che cosa uso? dopo 15 giorni le soluzioni sono poche: per il vaso non si devono usare detersivi, per cui acqua calda, bollente, e uno spazzolino per i piatti. Riempite il vaso d’acqua subito, appena levate l’impasto, così un pochino si scioglie, poi passate bene lo spazzolino, sciacquate e asciugate con un panno carta. Per il piano di lavoro (il mio è tipo marmo..), acqua calda e spugnette per i piatti, tipo abrasive ma di quelle fatte apposta per non graffiare. Per le mani, poco da fare, solo acqua calda, sapone, e tantissima pazienza!
Questo impasto appiccica veramente tanto, dovete pazientare davvero molto, ma tenete duro, man mano che passano i giorni e che il vostro lievito aumenta di volume aumenterà anche il vostro sorriso. Certo, ‘sti rinfreschi tutti i santi giorni, per 15 giorni, senza saltarne neanche uno, neanche la domenica o i festivi, neanche col raffreddore, neanche se è tardi: io ho impastato anche a mezzanotte, il sabato sera, al rientro dalla pizzeria!!! Insomma, tutti i santi giorni, per 13 giorni, una volta al giorno, i soliti 200 g di impasto, i soliti 200 g di manitoba, i soliti 100 g di acqua. (che poi… un fastidio a buttare via tutta ‘sta roba, che io son stata educata che il cibo non va sprecato!)
Al 12° giorno, panico! questo lievito corre nel lievitare, dopo neanche 12 ore già esplode dalla pellicola (ah si, dopo il 2° giorno, sono passata dal coperchio bucato alla pellicola bucata con lo stuzzicadenti, nel dubbio che non lievitasse a causa del coperchio!), e allora, via su internet a cercare notizie in ogni dove. E trovo qualcuno (chiedo scusa, non mi ricordo più chi…), che scrive di fare i rinfreschi 2 volte al giorno! Pure!!!! vabbè, dai, abbiamo fatto 30, facciamo 31… e così, per 3 giorni, 2 rinfreschi al giorno, mattina e sera.
Però che soddisfazione, il mio lievito cresce che è una meraviglia, sano, allegro, vaporoso, sono orgogliosa come una mamma, lo mostro a tutti “guardate com’è bello il mio lievito madre”.
Al 14° giorno sono stufa però, sono impaziente e allora non resisto. Provo ad usarlo e farci il pane. Wow wow wow… mitico, buonissimo!!! (peccato che la sciocchina, presa dall’entusiasmo, si sia persa il sale per strada e abbia fatto il pane sciapo!)
Adesso il mio lievito madre è completato, sta nel suo barattolo chiuso col coperchio (senza buchi!), in frigorifero, lievita ancora anche al freddo (sarà normale??), ogni 5 giorni si fa qualcosina, il pane o qualcosa di dolce. Per continuare a trattarlo e conservarlo con cura, sto seguendo i consigli fantastici di Profumo di Lievito (leggete la pagina, è meravigliosa!).
Morale della favola: farlo è stato fastidiosissimo e antipatico, noioso, estremamente appiccicoso, ma quando mangerete i vostri prodotti da forno sarete ripagate pienamente!
Se vi è piaciuta questa ricetta, vi aspetto sulla mia pagina Facebook “Mica Solo Dolci – Il Blogghino” per scoprirne tante altre.
la tua felpa “abbandonata” sull’armadio era proprio naif… come il primo test del pane che ho mangiato ugualmente perchè buono.
Che brava! Io sono al terzo giorno…è un vero disastro: quando lo tiri fuori per rinfrescarlo non si riesce a staccarselo dalle mani! Magari se non mi riesce te ne chiedo un pezzetto dato che abito in provincia. Allora tanti auguri e buon lavoro col tuo bel blog!!!
Ciao Laura! Intanto grazie di essere passata di qua! Non disperare, i primissimi giorni sono una calamità per quel che riguarda la pulizia (soprattutto delle mani), ma credimi, tanto lavoro poi viene davvero ripagato egregiamente! Io ormai l’ho anche diviso in due, un pezzetto te lo do volentieri, in provincia dove? Ciao e buona giornata!