Risotto alla Giuseppe Verdi

Il risotto alla Giuseppe Verdi è un piatto che ho scoperto dieci giorni fa, grazie ad un commento della pagina del Fidenza Village sotto la foto del risotto agli asparagi che avevo pubblicato su Instagram. Guarda caso, ero stata all’outlet di Fidenza il 21 luglio di due anni fa, giorno del mio quarantesimo compleanno, proprio di ritorno da Roncole Verdi: avevo chiesto al marito, come regalo, di portarmi nel paese in cui vissero Giovannino Guareschi e Giuseppe Verdi (in pratica, due piccioni con una fava).
Chi mi segue, conosce la mia passione per l’Opera lirica e ricorderà le ricette dedicate a Gioachino Rossini. Non tutti sanno, però, che il mio avvicinamento alla lirica lo devo proprio a Giuseppe Verdi. Dovete sapere che fino a qualche anno fa l’Opera non mi piaceva. In realtà, credo che non ne avessi mai vista una dal vivo ma non sopportavo proprio il modo di cantare lirico. Poi la mia insegnante di canto mi consigliò di fare la domanda per figuranti al Teatro Comunale di Bologna. Così mi contattarono per partecipare alla selezione per il “Simon Boccanegra”, opera che prima di allora non avevo mai sentito nominare. Per farla breve, superai la selezione e fui scelta per interpretare l’araldo e l’ancella. Le prove cominciarono ad ottobre 2007 e ricordo ancora il primo giorno: praticamente fui catapultata in un altro mondo e mi ritrovai innamorata persa. Non sto a raccontarvi la trama del “Simon Boccanegra”, perché è più ingarbugliata di quella di “Beautiful” e la potete trovare su Wikipedia. Comunque, da allora, l’Opera mi prese così tanto che dopo la laurea decisi di fare uno stage presso il Teatro Pavarotti di Modena e in seguito lavorai come assistente di scena al “Molise all’Opera”, un festival dedicato all’Opera lirica, che fino a qualche anno fa organizzavano nella mia Regione d’origine. Inoltre, replicai l’esperienza del “Simon Boccanegra” nel 2010, quando la produzione fu ripresa dal Teatro Regio di Parma. Poi, qualche anno fa, ho addirittura cominciato a studiare canto classico. Posso dire che il mio avvicinamento a ciò che è antico cominciò proprio da lì, con il mio innamoramento per l’Opera lirica. Precedentemente, mi piaceva solo ciò che era moderno e avevo una certa repulsione per ciò che era antico e sapeva di tradizione. Quindi, posso dire che partì dall’amore per la lirica il percorso che mi ha portata ad essere quella di oggi. Ora sono così antica che il marito, tempo fa, mi ha dato della amish…
Ora veniamo al risotto alla Giuseppe Verdi. Ho seguito principalmente la ricetta postata sulla pagina Instagram del Fidenza Village ma ho cercato in rete altre informazioni ed ho aggiunto la panna ed i pomodori, che, da quello che ho capito, erano presenti nella ricetta originale. E’ un risotto molto ricco, che fu creato nel XIX secolo dallo chef francese Henri- Paul Pellaprat in onore del grande compositore italiano. Pellaprat usò ingredienti tipici della regione di provenienza del Maestro: il culatello di Zibello (che in alcune versioni viene sostituito dal prosciutto di Parma), i funghi, il Parmigiano Reggiano e gli asparagi piacentini, aggiungendone altri che sapeva essere di suo gradimento.
Giuseppe Verdi non fu solo un grande compositore ma, come Gioachino Rossini, fu anche un grandissimo amante della buona cucina. Era un raffinato cultore del cibo ed aveva una spiccata concezione del cibo come summa dell’ospitalità.
Nato nel 1813 a Roncole, frazione di Busseto, in provincia di Parma, Verdi crebbe in una famiglia di piccoli possidenti e commercianti, che in seguito ad un lascito divennero anche proprietari di una piccola osteria. La buona cucina, così, divenne subito una delle sue più grandi passioni. Con il successo e la notorietà, Verdi si trasferì a Villanova sull’Arda, nel piacentino: qui, nella sua Villa Sant’Agata, si dedicò anche ai campi e alle attività agricole, ospitando spesso amici e colleghi per pranzi o cene raffinate. La sua cucina era ricca di pentole di rame, casseruole, stampi e altri utensili utilizzati per diverse ricette. C’era un ingrediente in particolare al quale Verdi non sapeva rinunciare: il riso. Nel 1869 sua moglie Giuseppina intrattenne dei rapporti epistolari con Camille Du Locle, l’impresario dell’Opéra di Parigi, al quale parlava spesso del marito. In un’occasione, l’argomento si spostò sulla ricetta del risotto cucinato più spesso per il Maestro. L’uomo d’affari era curioso di conoscere gli ingredienti e Giuseppina lo accontentò: burro fresco, midollo di bue o vitello, cipolla, brodo, mezzo bicchiere di vino bianco, formaggio grattugiato e tartufi. Dopo qualche anno, lo chef Pellaprat decise così di dedicare al Maestro una nuova ricetta. Lo spunto, però, fu proprio quello fornito dalla moglie di Verdi all’impresario parigino, arricchito con asparagi e panna. La ricetta divenne un piatto immancabile sulle tavole della Bassa Parmense e grazie a Verdi, il risotto entrò nella cucina internazionale dell’epoca, che si riconosceva essenzialmente in quella francese.  

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàMedia
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione20 Minuti
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni4 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaItaliana
728,23 Kcal
calorie per porzione
Info Chiudi
  • Energia 728,23 (Kcal)
  • Carboidrati 65,55 (g) di cui Zuccheri 3,34 (g)
  • Proteine 20,97 (g)
  • Grassi 40,14 (g) di cui saturi 18,41 (g)di cui insaturi 15,39 (g)
  • Fibre 2,20 (g)
  • Sodio 2.649,23 (mg)

Valori indicativi per una porzione di 385 g elaborati in modo automatizzato a partire dalle informazioni nutrizionali disponibili sui database CREA* e FoodData Central**. Non è un consiglio alimentare e/o nutrizionale.

* CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione: https://www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione https://www.alimentinutrizione.it ** U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. FoodData Central, 2019. https://fdc.nal.usda.gov

Ingredienti

  • 1 filoOlio extravergine d’oliva
  • 100 mlVino bianco
  • 300 gRiso Carnaroli
  • 100 gculatello (di Zibello)
  • 80 gfunghi (io ho usato gli champignon)
  • 100 gasparagi (punte)
  • 1/2cipolla bianca
  • 80 gpomodori
  • 2 lbrodo di carne
  • 100 mlpanna fresca liquida
  • 40 gBurro
  • 70 gparmigiano Reggiano DOP (grattugiato)
  • q.b.sale grosso (per cuocere gli asparagi)

Strumenti

  • 2 Pentole
  • 1 Mezzaluna
  • 1 Tagliere
  • 1 Coltello
  • 1 Pelapatate
  • 1 Padella capiente
  • 1 Mestolo

Preparazione

  1. Per preparare il risotto alla Giuseppe Verdi, per prima cosa tritate la cipolla. Poi pulite i funghi, lavateli e tagliateli a fettine sottili. Ora, tagliate i gambi degli asparagi e tenete 4-5 cm di punte dalle quali toglierete, con il pelapatate, la parte esterna. Poi cuocete le punte in acqua bollente salata per 5 minuti, dopodiché tagliate a rondelle la parte sottostante le punte.

    A questo punto, tagliate il culatello a listarelle. Poi lavate, pelate e tagliate i pomodori a pezzetti.

    Ora scaldate l’olio in una padella capiente, dopodiché aggiungete la cipolla e fatela soffriggere.

    Poi aggiungete il riso e fatelo tostare a fuoco vivace per un minuto, mescolando per non farlo attaccare. Poi abbassate il fuoco e sfumate con il vino bianco. Quando sarà evaporato cominciate ad aggiungere il brodo e fate cuocere per circa 5 minuti.

    Passato questo tempo, aggiungete i funghi, gli asparagi (tenendone qualche punta da parte) ed i pomodori e fate cuocere per circa 15 minuti, aggiungendo altro brodo quando necessario.

    Verso la fine della cottura, aggiungete la panna e mescolate.

    Quando il riso sarà cotto, spegnete il fuoco e aggiungete il burro freddo (è importante per la buona riuscita della mantecatura), il parmigiano grattugiato ed il culatello, tenendone un po’ da parte. Amalgamate bene.

    Infine, impiattate decorando con qualche punta di asparago e qualche listarella di culatello.

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