Sin da piccoli ci hanno insegnato la stagionalità dei prodotti. Ricordo che in prima elementare avevamo in classe un cartellone gigante, appeso alla parete, una sorta di calendario in cui ogni mese era raffigurato con un frutto o un ortaggio e ho nella mia mente impressi due mesi in particolare: settembre con un bel grappolo di uva e maggio con una grande fragola rossa.
Da un parte è importante avere la consapevolezza che, anche se la globalizzazione ci porta ad avere tutto e sempre, ci sono prodotti che la terra produce spontaneamente solo in determinati periodi dell’anno ma dall’altra dobbiamo allargare le nostre vedute grazie agli studi sulle colture che ci portano a sperimentare, a scoprire e ad osare nel nostro territorio.
E questo è proprio quello che ha fatto Barbara, titolare dell’azienda agricola Filinarafarm, nel cuore della Valdaso in provincia di Fermo, nelle Marche.
Barbara grazie all’adesione al progetto di innovazione finanziato dal PSR Marche 2014/2020, che vede l’Università Politecnica delle Marche-Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari ed Ambientali come partner scientifico ha deciso di ampliare la produzione di fragole anche nei mesi autunnali.
Dagli studi effettuati sulle temperature medie autunnali nella zona di riferimento si è constatato che si attestano in un range dagli 8° ai 20° gradi massimo.
Queste sono le temperature ideali per la coltivazione delle fragole, e si è quindi deciso di provare la coltivazione in questo periodo al fine di ampliare il periodo di produzione di fragole nella regione Marche.
Barbara, mi spiega che, la fragola non ama particolarmente il caldo ma è una coltura che desidera un clima mite, come appunto lo è quello del mese di maggio ma anche di ottobre.
Sono tre anni che l’azienda Filinarafarm raccoglie le fragole in autunno, e i volumi ogni anno crescono sempre più.
Superata la diffidenza iniziale dall’abitudine di mangiare fragole solamente nel mese di maggio e una volta spiegata l’origine di questa produzione autunnale i consumatori richiedono sempre più di poter consumare le fragole del territorio anche in questo periodo.
Conoscere la realtà di aziende agricole come Filinarafarm aiuta a sfatare il mito che in questo periodo le fragole abbiano una dubbia provenienza e soggette a chissà quale alchimie per maturare in un periodo che non sembra quello giusto.
Niente di più sbagliato, quindi occhio sempre alla provenienza e le fragole che consumiamo ad ottobre vengono raccolte dalle stesse piante che hanno prodotto a maggio e sono quindi le identiche varietà e hanno lo stesso profumo e lo stesso sapore.
Barbara insieme ai suoi collaboratori coltiva le fragole con il sistema fuori suolo, in pratica le piante vengono fatte crescere in substrati di terreno posizionati su canaline a circa 1,5 metri da terra, nelle quali vengono somministrate le sostanze nutritive che ne permettono la crescita.
Il tutto all’interno di tunnel che le proteggono dalle intemperie, ma lasciando circolare liberamente l’aria quindi in ambiente naturale, e non in serre chiuse e riscaldate.
Questo metodo di coltivazione comporta la maturazione come natura vuole, con il calore del sole.
Questa mattina, quando sono andata a trovare Barbara, ho passeggiato nel “fragoleto”, e la luce del sole era calda e avvolgente come solo la luce di ottobre sa essere.
Passeggiando tra le piante di fragole, il profumo era davvero palpabile e guardavo i frutti rossi e maturi, i fiori, le fragoline ancora verdi e ho pensato che a volte la natura nella sua semplicità, con la complicità della mano sapiente di un agricoltore sa stupirci.
Se oggi, mi trovassi di fronte al cartellone nella mia classe ,alle elementari, nei mesi autunnali affianco alle mele, alla zucca e alle castagne disegnerei anche una bella fragola rossa delle Marche.
Ringrazio Barbara dell’azienda agricola Filinarafarm per l’accoglienza, e per la disponibilità.
Per l’occasione ho realizzato una torta che accosta due frutti di stagione: le mele e le fragole.
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