Panpepato di Terni – ricetta regionale umbra

Il panpepato è un dolce di origini antichissime che viene preparato durante le feste natalizie in Umbria, soprattutto nella provincia di Terni

panpepato

Ingredienti:

300 gr di noci

150 gr mandorle

150 gr nocciole

50 gr di pinoli

50 gr uva sultanina

100 gr cacao amaro

100 gr cioccolato fondente

75 gr di zucchero

40 gr di miele

pepe,cannella e noce moscata

1/2 bicchiere di mosto cotto o marsala

1 bicchierino di rhum

1 bicchierino di rosolio

2 tazzine di caffè ristretto

farina q.b

olio

In un recipiente grande raccogliere la frutta secca tritata non troppo finemente, aggiungere mescolando il miele, il cioccolato grattugiato, l’uvetta precedentemente fatta rinvenire nel rhum, lo zucchero ed il cacao. Lavorare bene e con cura il tutto e poi unire poco alla volta gli ingredienti liquidi: caffè, il mosto (o marsala), il rhum usato per far rinvenire l’uvetta e il rosolio. Aggiungere un cucchiaino di pepe fine, uno di noce moscata in polvere e due cucchiaini di cannella. Amalgamare il tutto molto bene ed unire la farina poco alla volta quanto basta per ottenere un composto abbastanza consistente e lavorare a lungo con un mestolo il composto (ci vuole molta forza).

Ottenuto un composto uniforme, dividetelo a palle delle dimensioni di un’arancia. Mettere le palle di panpepato su una teglia di alluminio unta d’olio, schiacciarle leggermente e coprirle con un foglio di alluminio.

Infornare per 15 minuti a 200°C, passato il tempo togliere il foglio di alluminio e continuare la cottura per altri 15 minuti. Lasciar raffreddare completamente i panpepati, poi conservarli racchiusi nella stagnola.

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5 commenti su “Panpepato di Terni – ricetta regionale umbra

  1. Giannantonio Torricelli il said:

    A proposito di questa ricetta, voglio far notare che Il pampepato è un prodotto della tradizione dolciaria ternana che fino a qualche anno fa non veniva prodotto a livello artigianale e QUINDI venduto nei negozi alimentari o pasticcerie locali.
    Nel periodo natalizio il PANPEPATO si poteva trovava solo sulle tavole delle singole famiglie ternane. A tal proposito mi piace condividere la seguente osservazione
    Fermo restando gli ingredienti base, il concetto “La ricetta tradizionale locale tramandata oralmente”, contempla la possibilità che vi siano nello stesso territorio (anzi nelle famiglie che ne fanno parte), varie ricette, tutte degne di essere riconosciute e definite “originali”.
    Prendendo a riferimento la sola quantità di noci, le varianti più diffuse sono:
    – La quantità di pepe che nella mia famiglia è di 1 grammo ogni etto di noci.
    – La variante di aggiungere pezzi di frutta candita oltre l’uva passita che nella mia ricetta è di
    2,5 gr. per etto di noci
    – La quantità di farina che per la mia ricetta è di 50 gr. per etto di noci;
    – La quantità di cioccolato fondente che per la mia ricetta è di 75 gr. ogni etto di noci;
    – La presenza o meno di altri liquori / amari / brandy da mettere nell’impasto. eccetera eccetera.
    Quindi ognuno si può cimentare nella realizzazione del PANPEPATO praticando per tentativi le varie varianti che ritiene di voler provare. QUESTA SI CHE E’ CREATIVITA’ CHE GARANTISCE UNA CRESCITA NELL’ESSERE DEI SINGOLI INDIVIDUI CHE IN QUESTO SI CIMENTANO.

  2. Yuri il said:

    Non c’è rimasto neppure questo……svenduto alla perugina che lo venderà con il nomignolo: “grifoncino”: Da piangere!

  3. Il panpepato secondo la tradizione ternana, è prodotto dal Panificio Pasticceria Mattorre, seguendo anni di tradizione è senz’altro il dolce tipico del centro italia per eccellenza durante le festività natalizie e non solo. Venite nel nostro sito per maggiori informazioni.

  4. antonio il said:

    ormai sono vecchio ma ricordo zia Adamina quando a Natale preparava i panpepati a Ficarelli, contrada di Otricoli. Profumo di legna, panni bianchi, freddo di tramontana Ora vivo a Bari e proverò a fare qui un panpepato, impresa forse destinata al fallimento ma se riesce, sarà un incanto assaporarlo con il limoncello del giardino. Stupirò gli amici abituati a frutta di mare e cartellate e sarà un modo per essere vicino a chi ormai da tempo vive nell’attico di luce.

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