La gelatina di mele cotogne è un prodotto brillante, trasparente e tremolante (come tutte le gelatine), ma è genuina, fatta in casa, senza coloranti o conservanti. Farla è semplice. Vi stupirà vedere che può ricavarsi sia dalla polpa delle mele cotogne, sia dagli scarti. La polpa e la buccia delle mele cotogne a casa mia la usiamo per marmellata e cotognata; ma per i dolci sono solita sbucciare le mele. Un tempo buttavo torsoli e bucce delle mele che usavo per torte e crostate, poi un signore mi ha detto, tra una chiacchiera e l’altra, che la moglie usava le bucce per la gelatina. Cavolo, mi si è accesa una lampadina! Ho messo insieme bucce e torsoli ed ho provato a fare la gelatina. Me ne sono invaghita. Le mele cotogne sono molto saporite e ricchissime di pectina; quindi anche solo l’infuso della buccia e dei torsoli vi farà ottenere una gelatina magnifica, gustosa, davvero uno spettacolo, ve lo assicuro. Stesso discorso vale per le pere cotogne. Due accorgimenti per avere il colore e la consistenza tremolante che è nella ricetta postata: partite dagli scarti di almeno 1 chilo di mele cotogne e abbiate pazienza nel testare la consistenza della gelatina. Spegnete, fate raffreddare e verificate. Se avete una quantità di scarti ridotta, il colore della gelatina di mele cotogne sarà ambrato.
La gelatina si può spalmare sul pane, si può usare nelle crostate o in altri dolci. Si può usare per lucidare crostate con la frutta fresca ed altro. Beh, proviamoci almeno una volta, no?
Gelatina di mele cotogne
Ingredienti
(per circa 2 vasetti da 156 ml)
500 grammi di bucce e torsoli
Acqua e zucchero q. b.
Procedimento
Partite ovviamente da mele che avete sciacquato e successivamente strofinato accuratamente con un canovaccio per eliminare la peluria che le ricopre. Mettete gli scarti delle mele cotogne in una pentola non troppo grande, aggiungete acqua fino a coprirli. Mettete a bollire a fuoco dolce e lasciate bollire per 40 minuti, sempre lentamente, con il coperchio (foto 1, 2 e 3).
Filtrate il tutto per separare il liquido dagli scarti. Aggiungete la metà del peso in zucchero e rimettete a bollire (foto 4, 5 e 6).
Fate andare a fuoco moderato per circa 30 minuti. Attenzione alla schiuma che dovesse formarsi. Trascorso questo tempo minimo, spegnete per verificare la consistenza della gelatina (foto 7).
Purtroppo la gelatina calda è liquida, poi man mano che si raffredda si addensa. Si corre facilmente il rischio che, una volta fredda, poi la gelatina sia troppo dura.
Occorrerà, quindi prenderne una piccola quantità, metterla in un barattolo ed attendere che si raffreddi completamente (foto 8).
Eventualmente riaccendete e fate andare per un altro poco. Ripetete l’operazione se necessario! È probabile che dovrete ripetere l’operazione più volte, a distanza di 5 o 10 minuti l’una dall’altra, per imbroccare la giusta consistenza della gelatina.
Al termine della cottura la gelatina avrà preso un bel colore rosso. Ci vuole pazienza , ma il risultato è ottimo.
Successivamente procedete ad invasare a caldo e a bollire i vasetti. (foto 9, 10 e 11).
Qualora siate partiti da un quantità minima di scarti la gelatina si presenterà ambrata, non rossa (foto 12).
Vi dico che anche gli scarti ricavati dalla mia torta di mele cotogne (circa 250/300 gr.) sono sufficienti a realizzare una gelatina come quella della ricetta postata.
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