Rascatieddri o Strangugliaprieviti ara paesana

Questo piatto della cucina calabrese , tipico soprattuto dei comuni cosentini situati ai piedi del Pollino ( Castrovillari , Altomonte … ) , veniva preparato molto spesso dalla mia bisnonna Rosa , che era appunto di Castrovillari , che , a sua volta , ne ereditò ricetta e preparazione dalla nonna  Lucia . Voglio dedicare alla mia bisnonna Rosa questo piatto , dal momento che lo preparava sempre per la sua numerosa famiglia .
Eccola in una foto giovanile dei primi anni ’20

Questo era un piatto davvero molto povero , dal momento che veniva preparato utilizzando solo acqua e farina , ingredienti che anche i poveri contadini potevano permettersi . Simili per forma ai Rascatieddri o Strangugliaprieviti sono i Canchionchiari ; questi ultimi , però , prevedono nell’impasto anche l’aggiunta di patate .
I Rascatieddri prendono questo nome dal verbo rascare , che significa  graffiare , che è appunto il gesto con il quale si dà forma ai  Rascatieddri , che vengono infatti ” graffiati ” con le dita , avvalendosi di uno strumento particolare ed insolito : delle ceste in vimini , chiamate Sporte  . 
Ecco una Sporta donata tanto tempo fa dalla mia bisnonna a mia madre , con la quale ho preparato il mio piatto :

I Rascatieddri vengono chiamati anche Strangugliaprieviti , che significa Strozzapreti . All’origine di questo nome viene ricollegata una storia particolare , molte volte raccontatami dalla bisnonna , che sfuma nella leggenda .
Si tramanda , infatti , che un tempo in un vecchio paese di contadini , in Calabria , vi fosse un parroco , Don Francesco , il quale andava prendicando , di casa in casa , affinchè tutti gli abitanti del paese partecipassero alle funzioni domenicali . Gli uomini , intenti a lavorare i campi , non avevano tempo per pensare a queste cose , mentre le donne , più pie dei mariti , partecipavano assiduamente alla vita della chiesa , tanto da trascurare i lavori di casa e nei campi . I mariti , stanchi di questa situazione ed incolpando Don Francesco di tutto ciò , un giorno si riunirono tutti insieme ed invitarono a pranzo il parroco , preparando un piatto di pasta dal formato particolare , abbastanza grande , in modo da far affogare il parroco . E così è stato : Don Francesco , credendo di poter ingoiare la pasta in un sol boccone , si strozzò e morì , così le mogli poterono tornare alla loro vita normale .
Ecco da dove ha origine il termine   Strangugliaprieviti , ovvero  Strozzapreti .
Rascatieddri o Strangugliaprieviti venivano solitamente accompagnati da un sugo molto semplice , solo con pomodori e basilico , perchè non tutti avevano la possibilità di consumare carne tutti i giorni ; nei giorni di festa , soprattutto in occasione della Pasqua , i  Rascatieddri o Strangugliaprieviti erano accompagnati da un sugo più ricco , con  carne di agnello o di maiale .
La ricetta che vi propongo quest’oggi è appunto la versione con carne di agnello .

Un’altra caratteristica interessante è data dagli strumenti utilizzati per cuocere questa pasta ; vi era innanzitutto U Trippidi  ,  il Treppiede  ,

il quale veniva posto all’interno del camino ( un tempo non esistevano i fornelli a gas ) e su questo Trippidi veniva posta la  Quadara , una grossa pentola di rame in cui si cuocevano i cibi ( in questo caso la nostra pasta ) .

In ultimo , ma non per importanza , vi era la Rasula , una sorta di raschietto in metallo , utilizzato per tagliare l’impasto e per raschiare i residui di pasta rimasti sul piano da lavoro .

Ingredienti :
q.b. di farina  ( non posso darvi una dose precisa , perchè un tempo non si misurava  , ci si regolava da soli ; posso solo dirvi che io per 2 persone ho utilizzato 300 g di farina 00   MOLINO CHIAVAZZA )

q.b. di acqua bollente

Per il sugo :
350 g di carne di agnello tagliata
350 ml di passata di pomodoro
q.b. di olio extravergine di oliva
q.b. di sale
q.b. di pepe nero   IL MONDO DELLE SPEZIE
q.b. di peperoncino piccante
q.b. di foglie di salvia contuse   TEC-AL
uno spicchio di aglio
1/4 di cipolla
una foglia di alloro
prezzemolo
basilico

Preparazione : IL SUGO
In una pentola ( io ho utilizzato pentola e coperchio  BERGHOFF  ) soffriggete l’olio , l’aglio , la cipolla , l’agnello , quindi , aggiungete la passata di pomodoro , acqua in modo da far cuocere il sugo lentamente , sale , pepe nero , basilico , prezzemolo , salvia , alloro e peperoncino e lasciate cuocere , mescolando di tanto in tanto .

Preparazione :  RASCATIEDDRI O STRANGUGLIAPRIEVITI
Fate bollire dell’acqua in un pentolino ; in una ciotola mettete la farina ,

versatevi gradualmente l’acqua , mescolando con una forchetta ( non bisogna mettere molta acqua : deve essere sufficiente ad ottenere un impasto sodo , ma morbido al tatto ) .

Impastate velocemente
ed incominciate a formare i  Rascatieddri o Strangugliaprieviti  :  prendete un pezzo di pasta ,
allungatelo sul piano da lavoro con le mani , formando un cilindro di circa 4-5 cm di diametro ,

tagliate con un coltello ( io ho utilizzato la tipica Rasula ) , formando dei tocchetti di pasta di circa 4-5 cm di lunghezza .

Prendete ciascun pezzettino di pasta  , poggiatelo sulla classica  Sporta
e , imprimendolo con le dita , graffiatelo sulla Sporta .
Adagiate tutti i Rascatieddri o Strangugliaprieviti  così preparati su di un piano infarinato ,
 cuoceteli in abbondante acqua salata ,
finchè non salgono a galla .
 Scolateli
e conditeli con il sugo preparato .

Per servire questo piatto ho usato il Centrotavola    CREATIVITAVOLA  .

Con questa ricetta partecipo al contest La cucina tricolore di Pillole Culinarie

 

Partecipo anche al contest  Un tuffo nel passato
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

23 Risposte a “Rascatieddri o Strangugliaprieviti ara paesana”

  1. Ma che bella storia l'ho letta tutta d'un fiato che bella pasta !! complimenti per la preparazione e presentazione!
    Un'abbraccio Anna

  2. Bellissimo post, complimenti!
    Sono affascinata dalle ricette della tradizioni, conservano un sapore diverso, soprattutto se appartengono alla tradizione familiare, un abbraccio, Alex

  3. Post emozionate, ricco di ricordi , di antichi sapori e tradizioni che per fortuna, e grazie a te, non solo non vanno perduti ma vengono anche proposti alle amiche che possono preparare questo piatto con mezzi simili…ma non so se con la stessa perizia!!
    Un bacione

  4. Anche io preparo i cavatelli a mano, ma il fatto di rigarli sul cesto è uno spettacolo che vedo per la prima volta! Bellissimo! ciao

  5. Ma che bel passo nel passato ci hai fatto fare, è bello riproporre i piatti tradizionali e vedere gli strumenti con cui venivano preparati. complimenti per il post!

  6. Brava, bellissimo post suggestivo e nostalgico. E davvero tanti complimenti per la ricetta preparata con metodi e strumenti di una volta.
    Adoro queste atmosfere!
    Un bacio 😉

  7. Ciao, bellissimo e appassionante post, mi è piaciuto tantissimo, grazie per tutte quelle interessanti informazioni!!!
    La ricetta è meravigliosa perchè ha il fascino del tempo!!!
    Bravissima

  8. Grazie per averci fatto rivivere i sapori e i ricordi di un tempo, alcune di queste cose le conosco altro no, ma trovo bellissimo tornare a fare come hai fatto tu le ricette delle nostre nonne!!!Bravissima complimenti bellissimo post e buonissima questa pasta con un sugo favoloso!!Bacioni!!!

  9. grazie perchè ci hai raccontato e reso partecipi di una bella storia, di sui e costumi della tua terra, è una ricchezza incredibile grazie per averla condivisa con noi e di tutti i particolari :-)))

  10. 🙂 Bellissima questa ricetta, specie perchè ho appreso qualcosa in più sulla nostra buonissima cucina Calabrese! 😀 Non so se lo sai che sono calabrese anche io..cmq grazie anche per aver partecipato al mio contest con due bellissime ricette! A presto! 🙂 un abbraccio e dopo fai un giro sul mio sito se vuoi vedere il premio che pubblicherò un articolo per mostrarvelo! 😉 ciaoooo

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