La Cialledda: acquasale fredda

La cialledda acquasale fredda
Oggi 2 giugno, una data storica e importante dove si celabra la nascita Repubblica Italiana e così anche noi per l’ appuntamento con la rubrica italiana dell’Italia nel piatto   questo mese  abbiamo pensato al tema: “La Ricetta Storica”.  Argomento interessante che intreccia storia e cibo.
Pitagora, nell’affollato tempio di Demetra a Metaponto, consigliava la sua dieta «vegetariana», invitando a non spezzare il pane «perché intorno ad un solo pane, un tempo, si riunivano gli amici». E Aminta di Heraclea, ricordava come il maestro Platone avesse cura della propria salute seguendo una dieta fatta di olive, fichi freschi o secchi, miele e qualche formaggio, che comunque raccomandava di non consumare la sera perché «fermentano nello stomaco durante la notte». Orazio raccontava nelle Satire «l’amore del poco», le cene a base di ceci, porri e lagane, delle sue origini. Dei piatti e delle pietanze agrodolci medievali, frutto delle contaminazioni normanne e arabe, testimoniano tuttora tante ricette lucane.  E ancora presenti sono pure le minestre e le paste della tradizione spagnola e francese rivisitate sulla scorta delle tante materie prime del nostro ricco paesaggio agroalimentare. Un milieu che anima i versi dei nostri poeti del Novecento, da Scotellaro a Riviello, da Pierro a Sinisgalli – che si fece ritrarre con una “collana”  lucana di teste d’aglio al collo – e che torna nelle rappresentazioni della civiltà contadina dei pittori Giocoli e Guerricchio e di molti altri artisti. (da Il volume di ricette dell’antica Lucania, Matilde Iungano). Una Terra che si propone come crocevia formidabile di civiltà di cui il cibo porta memoria consegnandoci una meravigliosa storia di integrazione culturale che si rinnova nel tempo.
Il protagonista della cialledda è il pane. Intorno al XVI sec. il pane era utilizzato come moneta di scambio per il pagamento delle giornate lavorative. Fino alla fine del 1950 sul pane le famiglie materane imprimevano con un timbro in legno sulla pasta da infornare il proprio marchio per riconoscerlo dopo la cottura e rimarcare i valori della fecondità, della forza, e della difesa. Il marchio intendeva trasmettere le virtù omeopatiche dei simboli stessi.
La cialleddda è per le tavole lucane un piatto estivo e fresco, uno tra i piatti più poveri della nostra tradizione.

INGREDIENTI
– cipolla qb
– 3 o 4 pomodori
– olio evo Dop Vulture
– origano selvatico
– pane di Matera Igp
– acqua fredda
– sale qb

PROCEDIMENTO
1. Tagliate a fette sottili la cipolla e mettetela in acqua fredda per mezz’ora circa.
2. Lavate e tagliata a pezzi i pomodori a cui unite le cipolle, precedentemente scolate, e condite con olio  evo, sale ed origano.
3. Infine aggiungete l’acqua. Versate il composto sul pane tagliato a pezzi, fate insaporire per qualche minuto e servite.
N.B. Per questo piatto ci sono numerose varianti con aggiunte di peperoncino fresco a pezzi, cetrioli a fettine, limoni a fettine, basilico, olive.

Ed ecco a voi la “Ricetta storica” proposta dalle mie care blogger delle altre regioni italiane, facciamo un viaggio tra storia e cibo:

 

Valle d’Aosta: Nodle unt rifla, la pasta di Gressoney 
Piemonte: Pollo alla Marengo 
Liguria: Torta di porri del genovesato
Lombardia: Costolette di Asparagi, ricetta di Casa Savoia 
Trentino Alto Adige: Basini de Trent 
Veneto: La zonclada, dolce di ricotta e frutta secca medioevale 
Friuli Venezia Giulia: Gnochi de pan triestini

Emilia Romagna: Cappellacci di zucca ferraresi 
Toscana: Il papero alla melarancia ovvero l’anatra all’arancia 
Marche: Ciambellone della Trebbiatura
Umbria: Strascinati di Cascia
Lazio: Saltimbocca alla romana
Abruzzo: Ferratelle 
Molise:
Campania: Il sartù di riso
Puglia: Ciceri e tria
Basilicata: La cialledda: acquasale fredda 
Calabria: Nepitelle
Sicilia: Caponata di Melanzane e Pesce
Sardegna: Cassola de Pische Catalana

Italia nel piatto

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Pubblicato da lalucanaincucina

Mi chiamo Antonella e sono una lucana puro sangue appassionata da sempre di cucina. Mi piace mangiare bene, bere bene e viaggiare. Vivo da anni in Toscana e la mia terra vive nei mie piatti facendosi conoscere. E negli animi curiosi si insinua la curiosità per la bellezza di una regione sconosciuta e per quelle tradizioni che ancora sono radicate.

5 Risposte a “La Cialledda: acquasale fredda”

  1. Leggendo il tuo post mi accorgo di quanto erano saggi i nostri avi, e nonostante parliamo di tempi antichi di quanto fossero molto più avanti di noi a livello di integrazione. Questa cialledda è un po’ quella che dalle mie parti chiamiamo panzanella, fresca, semplice e tanto saporita. Un piatto semplice che però mi fa venire una grandissima acquolina!! bello!! un abbraccio

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