Vino Marsala

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“Marsala” di Dedda71 – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons

Il Marsala è un vino liquoroso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto in Sicilia, nella provincia di Trapani, con esclusione dei comuni di Pantelleria, Favignana ed Alcamo.

Il vino Marsala è stato il primo vino DOC della storia vinicola italiana. Un grande orgoglio per quanti lo producono e per tutto il territorio è stato infatti il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata nel 1969. Il disciplinare di produzione è stato aggiornato nel 1986 e nel 1995.

La zona di produzione è nei comuni di Vesime, Cessole, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Rocchetta Palafea, Montabone, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Quaranti, Castel Boglione, Castel Rocchero, Sessame, Castelletto Molina, Calamandrana, Cassinasco, Nizza Monferrato in provincia di Asti e Acqui Terme, Terzo, Bistagno, Alice Bel Colle, Strevi, Ricaldone, Cassine, Visone in provincia di Alessandria.

PRODUTTORI

Molti gli stabilimenti della provincia di Trapani dove si produce, tra cui quelli di Ingham-Whitaker, Florio, Martinez, Pellegrino, Pietro Pipitone Spanò, Rallo, Mineo, Intorcia, Bianchi, Baglio Hopps, Alagna, Alcesti, De Bartoli, Fina, Vinci, Galfano, Lombardo, Casano.

Vitigni con cui è consentito produrlo:

  • Marsala oro e ambra: Grillo e/o Catarratto e/o Ansonica (detto localmente Inzolia) e/o Damaschino;
  • Marsala rubino: Perricone (localmente chiamato Pignatello) e/o Nero d’Avola e/o Nerello mascalese e/o (fino al 30% delle uve impegnate in totale) le uve a bacca bianca previste per i Marsala oro ed ambra.

Come forme di coltivazione di tali vitigni sono ammesse tutte quelle “verticali”, come spalliera e controspalliera, ma è particolarmente raccomandato l'”alberello”.

Sono inoltre vietate tutte le pratiche di “forzatura”, ma con l’eccezione della irrigazione di soccorso.

La resa massima di uve non deve superare le 10 tonnellate per ettaro per i vitigni a bacca bianca ed le 9 tonnellate per ettaro per i vitigni a bacca nera.

La varietà di uve rosse Pignatello, Calabrese e Nerello Mascalese sono riservate alla preparazione dei Marsala Rubino.

I vini “Marsala” si distinguono, secondo la durata dell’invecchiamento, in: Fine con invecchiamento minimo di 1 anno, Superiore con invecchiamento minimo di 2 anni, Superiore Riserva con invecchiamento minimo di 4 anni, Vergine e/o Soleras con invecchiamento minimo di 5 anni, Vergine e/o Soleras Stravecchio o Vergine e/o Soleras Riserva con invecchiamento minimo di 10 anni.

Marsala vergine

Derivato da sole uve bianche e addizionato, dopo la fermentazione, con solo etanolo di origine vitivinicola e/o acquavite di vino.

il Marsala “vergine” è di due tipologie in funzione del periodo di invecchiamento:

  • Marsala vergine denominato anche Marsala soleras con invecchiamento di almeno cinque anni e con gradazione alcolica non inferiore a 18° per distillazione.
  • Marsala vergine riserva denominato anche Marsala soleras riserva o Marsala vergine stravecchio o Marsala soleras stravecchio con invecchiamento di almeno dieci anni.

Nonostante quello che si crede o, erroneamente, è anche riportato sul web, il Marsala di questa tipologia mutua solo il nome ma non (più) la tecnica soleras che invece è utilizzata per il jerez e altri pochi famosi vini (fortificati o meno) ottenuti tramite questo metodo. L’invecchiamento del marsala soleras, descritto nel relativo disciplinare DOC, è di tipo ordinario (botte di legno).


Marsala conciato

A cui, dopo la fermentazione, è stato aggiunto:

  • etanolo
  • mosto cotto, che influirà sugli aromi ed il colore del vino
  • mistella (o sifone) cioè una miscela di mosto d’uva tardiva che influisce sul grado zuccherino e sui profumi, e mosto concentrato per conferire maggiore morbidezza ai quali si aggiunge etanolo per bloccare la fermentazione.

Il Marsala “conciato” deve essere anche esso sottoposto ad invecchiamento per arrivare alla commercializzazione nei seguenti tipi:

  • Marsala fine, minimo 1 anno di invecchiamento. Gradazione alcolica non inferiore a 17° per distillazione. Può riportare la sigla I.P. (Italia Particolare).
  • Marsala superiore, minimo 2 anni di invecchiamento. Gradazione alcolica non inferiore a 18° per distillazione. Può riportare le sigle S.O.M. (Superiore Old Marsala), L.P. (London Particular), G.D o Garibaldi Dolce. Quest’ultima denominazione risale ad una visita allo stabilimento Florio di Marsala che effettuò il Generale dei Due Mondi nel 1862, dopo l’unificazione dell’Italia. Egli, appassionato di buoni vini ma non particolarmente competente, fu particolarmente colpito da un vino molto dolce ancora in lavorazione e destinato a successivi tagli: in suo onore questo vino entrò in produzione e prese il nome di Garibaldi Dolce.
  • Marsala superiore riserva, minimo 4 anni di invecchiamento.

Ciascuna delle seguenti denominazioni dà luogo a ulteriori suddivisioni per tenere conto del colore:

  • oro, prodotto da uve a bacca bianca, è vietata l’aggiunta di mosto cotto.
  • ambra, prodotto da uve a bacca bianca, con aggiunta di mosto cotto superiore all’1%.
  • rubino, prodotto da uve a bacca nera, con eventuale aggiunta massima del 30% di uve a bacca bianca; è vietata l’aggiunta di mosto cotto.

e del residuo zuccherino:

  • secco, con zuccheri inferiori a 40 gr. per litro
  • semisecco, con zuccheri superiori a 40 gr. per litro e inferiori a 100 gr. per litro
  • dolce, con zuccheri superiori a 100 gr. per litro

Abbinamenti: Formaggi erborinati, cassata siciliana, frutti di Martorana (marzapane), cannoli, vino da meditazione

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