Lambrusco amabile

Il termine Lambrusco indica una serie di vitigni differenti e il vino prodotto con questi. E’ il vino italiano più venduto in Italia ed esportato nel mondo. Le testimonianze relative all’esistenza del Lambrusco ruotano attorno all’origine stessa del nome. Il significato di pianta spontanea, selvatica, può essere ricondotto in seguito al rinvenimento di semi di vite silvestre (selvatica) proprio nelle zone di produzione attuale del Lambrusco. Testimonianze dirette ci giungono dai latini e precisamente da Virgilio, il quale parla dell’esistenza della vitis labrusca duemila anni fa, nella sua quinta bucolica. Nella prima metà del Novecento il Lambrusco era un vino decisamente secco e la sua schiuma era prodotta mediante una seconda fermentazione in bottiglia. Con l’avvento di nuove tecnologie nel campo vinicolo la produzione del Lambrusco aumentò notevolmente dai primi anni ’60, con l’introduzione del metodo Charmat. Così nel ventennio successivo questo vino venne venduto notevolmente all’estero ed in particolar modo negli Stati Uniti. In quel periodo la produzione si basava più sulla quantità che sulla qualità ma a partire dagli anni ’90 la produzione di Lambrusco ebbe una svolta dal punto di vista qualitativo e si tentò così di ritornare alle origini ottenendo un vino più secco e consistente e meno dolce. Oggigiorno la maggior parte dei Lambrusco migliori non vengono ancora esportati e quelli venduti sui mercati esteri non sono DOC e solitamente di qualità mediocre.

 

vini rossi

Abbinamento: Risotto pere e taleggio

Abbinare a questo piatto un Lambrusco amabile. Nel calice si presenta rosso-violaceo con una spuma vivace color ciliegia; al naso è spiccatamente vinoso, tipico odore di un vino giovane, con sentori di frutti di bosco e viola; al palato si presenta brioso, con una buona acidità, una leggera dolcezza e le bollicine garantiscono una bella freschezza. Pulisce il palato e accompagna sia la dolcezza delle pere sia il sapore forte del taleggio.

Sommelier AIS Matteo Ciullo

 

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