Questa vitamina venne isolata e caratterizzata a seguito di una serie di ricerche in merito all’anemia perniciosa. Nel 1926 si scoprì che nel fegato vi è un fattore capace di curare tale patologia ed esso venne isolato e cristallizzato nel 1948.
La vitamina B12 è fondamentale sostanzialmente per due processi chimici che sono la sintesi del DNA e la sintesi di alcuni acidi grassi che vengono utilizzati per la formazione della mielina, la cosiddetta sostanzia bianca del sistema nervoso centrale.
Per essere assorbita la cianocobalamina si deve prima legare con il fattore intrinseco, una proteina prodotta dal nostro stomaco, e solo successivamente essa può essere assorbita a livello del notro intestino. Questo meccanismo complesso per l’assorbimento ci permette di chiarire quali siano le cause più frequenti della carenza di vitamina B12 (esclusa il ridotto introito alimentare) e cioè una gastrite cronica che porta alla mancata produzione di fattore intrinseco (in particolare è una gastrite autoimmune) e una sindrome detta dell’intestino corto, in cui la superficie mucosa dell’intestino deputata all’assorbimento dei nutrienti è ridotta per svariati motivi.
Gli alimenti animali contengono questa vitamina in adeguate quantità. In particolare, i cibi che ne contengono di più sono fegato, molluschi e alcuni tipi di pesce. Per questo motivo per chi sceglie una dieta completamente vegana è vivamente consigliabile il ricorso a integratori di vitamina B12, oppure assumere prodotti come il latte di soia, burger e yogurt vegetali (in alcuni di questi prodotti viene scritto sulla confezione se contengono in addizione questa vitamina). In natura la sintesi della vitamina B12 avviene solo per opera di microrganismi (alcuni archei e batteri).
Non esiste una tossicità da vitamina B12.
