Che cosa ha ispirato le coppe di cioccolato alla vaniglia? In realtà, prima di chiedere cosa, bisognerebbe chiedere quando sono state ispirate, perché l’abbinamento vaniglia e cioccolato è antico, molto, molto antico. Per dire quanto antico, bisogna fare un piccolo excursus tra storia, botanica, farmacia e gastronomia.
La vaniglia, come molti sapranno, è il baccello di un’ orchidea tropicale, il cioccolato si ricava dai semi racchiusi nel frutto dell’albero del cacao e fin qui, ci siamo. Tutte e due le piante hanno origine nell’ America latina. Anche questo è stabilito.
La vaniglia cresceva selvaggia tra i boschi quando fu scoperta dai Totonachi, una popolazione che abitava nella zona attuale di Veracruz ( Messico); nel corso degli anni i Totonachi riuscirono ad avviarne la coltivazione, strutturandone la crescita ( la pianta impiega anche 5 anni per maturare ) e favorendone l’impollinazione, che deve avvenire entro il giorno dopo dallo sbocciare del fiore , affinché la bacca faccia semi. La vaniglia era considerata dai Totonachi, un ottimo rimedio per le malattie di polmoni e stomaco e un’ impiastro fatto con le foglie, curava le infezioni delle ferite e il veleno delle punture di insetti. Non solo. La vaniglia ha proprietà antimicotiche, come dimostrano recenti scavi archeologici in Israele, dove la vaniglia era giunta attraverso l’Asia nell’età del bronzo ( dal 2.200 al 1150 a.C. ) e che, raccolta in vasi depositati probabilmente come tributo agli dei, ha permesso di conservare “mummificati” i corpi di un’ intera famiglia reale risalente a 3.600 anni fa. Tremilaseicento anni fa…
Dell’altro protagonista di questa ricetta sappiamo praticamente tutto, detto e riportato da mille studi. L’origine della coltivazione del cacao sembra risalire agli antichi Mokaya, una popolazione che abitava la costa orientale del Messico ( evidentemente una terra baciata dagli dei ) ma secondo l’archeologia botanica si presume che fosse presente già più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni. Dai Mokaya, la coltivazione è passata a Maya e Atzechi, che lo riservavano a sovrani, nobili e guerrieri, gli unici degni del “cibo degli dei”e i semi del cacao erano così preziosi, da essere usati come peso e moneta. Sappiamo che non era il cioccolato che conosciamo noi, bensì una bevanda preparata miscelando acqua calda o tiepida con chicchi tostati e pestati, mais e molte spezie quali peperoncino, miele, vaniglia ecc.., una bevanda che doveva essere consumata in particolari ricorrenze e che venne offerta perfino al conquistador Cortes, dall’ imperatore Atzeco Montezuma II, prima che lo spagnolo ne annientasse la popolazione ( ma questo Montezuma non poteva saperlo, visto che pensava che Cortes fosse la reincarnazione del dio Quetzalcoatl…Quanto si sbagliava… )
-Una leggenda Atzeca narra infatti che l’albero del cacao venne rubato agli dei proprio da Quetzalcoatl, il dio piumato, che ne fece dono agli uomini e insegnò loro come coltivarla, a raccoglierne i frutti e a macinarne i semi per creare una profumata bevanda da insaporire con erbe e spezie. Gli dei, adirati per vedere la loro bevanda usata dagli uomini, mandarono sulla terra il dio dell’oscurità Tezcatlipoca, che preparò una bevanda con il pulque, il succo fermentato di una pianta di agave, e convinse Quetzalcoatl a berla, ma l’alcol fece ubriacare il dio Serpente Piumato che si addormentò. Al suo risveglio Quetzalcoatl notò con grande dispiacere che tutte le piante di cacao, abbandonate dalle cure umane, erano seccate e, infastidito e turbato, lasciò per sempre la Terra, ma alcuni semi di cacao caddero per sbaglio dalla sua tasca e, atterrando sulla fertile terra del Messico, diedero vita a nuovi alberi di cacao-
Con la scoperta dell’ America ( e la conquista, anzi lo sterminio delle popolazioni autoctone ), il cioccolato venne coltivato dai religiosi e quindi esportato in Europa, prima in Spagna, poi in Italia e da qui nel nord Europa, dove le coffee house lo servivano addolcito, soprattutto alle signore, visto che caffè e tè erano considerate bevande troppo eccitanti per il gentil sesso ( vabbè… ), ma è solo nel 1826 che Paul Caffarell lancia la produzione di cioccolato solido, la tavoletta che tanto amiamo.
Fatto questo piccolo preambolo, capirete che vaniglia e cioccolato erano destinati a stare insieme fin dalla loro nascita, la vaniglia addolcisce l’amarezza del cacao e aiuta a sviluppare note e profumi particolari nel processo di lavorazione. Quindi un ottimo cioccolato e una bacca di vaniglia, sono gli ingredienti principe di queste coppe, all’insegna della semplicità e del gusto, ma senza latte e derivati.
Coppe di cioccolato alla vaniglia
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- Difficoltà Molto facile
- Costo Economico
- Tempo di preparazione 5 Minuti
- Tempo di cottura 10 Minuti
- Porzioni 3-4
- Metodo di cottura Fornello
- CucinaItaliana
Ingredienti per le Coppe di cioccolato alla vaniglia
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2 uova
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50 g amido di mais (maizena)
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500 ml bevanda vegetale alla mandorla
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1 bacca vaniglia
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120 g zucchero
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50 g cacao amaro in polvere
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100 g meringhe
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Preparazione
Si cuoce a fuoco lento
Mescolando con sentimento” Ecco, sostituite il rossetto con la vaniglia, il resto è identico. fuoco lento e sentimento 🙂
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- Scaldiamo la bevanda alle mandorle lasciando in infusione la bacca di vaniglia e lasciamo intiepidire.
- Sciogliamo a freddo cacao, zucchero e amido, mescolandoli molto bene con le uova intere, quindi aggiungiamo la bevanda alle mandorle, togliendo la bacca.
- Incidiamo la bacca di vaniglia a metà e preleviamo la polpa, quindi aggiungiamola al composto e mettiamo tutto su fuoco basso, mescolando dolcemente. In breve tempo la crema inizierà ad addensarsi; togliamo dal fuoco e copriamo con pellicola per alimenti ( mettiamola proprio a contatto con la superficie, per evitare che formi la crosta ) Lasciamo intiepidire.
- Prendiamo le coppe e disponiamo le meringhe sul fondo, aggiungiamo una prima parte di cioccolato alla vaniglia, quindi ancora un po’ di meringhe e infine l’ultimo stato di cioccolato. Decorate a piacere e riporre in frigo fino al momento di consumarle.
Scegliete una bevanda senza zucchero, se non la trovate, diminuite la dose di zucchero che vi ho dato a 90 g. Potete scegliere di prepararla da soli con la mia ricetta : https://blog.giallozafferano.it/incucinaconsabrina/2016/11/come-preparare-il-latte-vegetale-da.html
Scegliete meringhe piccoline, potete farle voi con la mia ricetta: https://blog.giallozafferano.it/incucinaconsabrina/2013/04/meringhe-ricetta-di-base.html