L’Orata Arrosto con Semi di Melagrana da Servire con Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo è un secondo piatto di mare ricco e saporito, un’elegante ricetta colorata e raffinata, tra le più rappresentative della tradizione culinaria ligure. Conosciuta in dialetto locale come “l’Ouè au melugran”, questa pietanza è uno dei simboli della cucina locale, una cucina che racconta la storia di un territorio e delle sue tradizioni, con prelibatezze che arricchiscono ogni giorno le tavole degli italiani.
Questa regione è una culla di storia e bellezze artistiche, considerata la patria della cucina mediterranea, che esalta la bontà semplice dei cibi genuini, da condividere in famiglia e con gli amici, in un’atmosfera di convivialità. Vanta una tradizione culinaria che esprime, in ogni piatto, la conformazione del territorio, utilizzando materie prime provenienti sia dal mare che dalla terra.
Quando parliamo di questa regione, la mente corre a un grande classico: il pesto ligure e, in particolare, alle Trofie al pesto, conosciute in tutta Italia. Ma accanto a questo piatto ci sono molte altre ricette, forse meno conosciute, che rappresentano l’incontro tra le due anime distintive del territorio: terra e mare. Pensiamo al “cappon magro”, un classico delle festività natalizie a base di pesce cappone, ventresca di tonno e carpaccio di polpo, accompagnato da gamberi e verdure come patate, carote, fagiolini e barbabietola rossa; un piatto nato come ricetta di recupero. E ancora, lo “stocafisso brandacujon”, un antipasto a base di stoccafisso mantecato con patate, da gustare spalmato su fette di pane tostato; il “baccalà coi coi”, baccalà con cavolo bianco; il “bagnun de ancioe”, una zuppa di acciughe; e i “camai co-e arti ciocche”, calamari ai carciofi… solo per citarne alcune.
Anche il piatto di oggi unisce i profumi del mare a quelli della terra. La carne magra e dal sapore delicato dell’orata si armonizza perfettamente con il succo e i chicchi rossi e dolci del melograno. Il tutto è impreziosito dalle foglioline di basilico, un’erba tipicamente mediterranea che conquista tutti con il suo profumo e il suo gusto fresco, speziato e un po’ pungente.
Protagonista del piatto è l’orata, conosciuta scientificamente come Sparus aurata, soprannominata “la regina del mare” per la sua bontà. Si tratta di un pesce osseo di mare e acque salmastre, di taglia medio-piccola, tra i più diffusi e pregiati. Le carni dell’orata sono molto saporite e povere di grassi, ma ricche di proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali.
L’orata è un prezioso alleato per la nostra salute: aiuta il sistema cardiovascolare e favorisce la salute delle ossa e dei denti. È un alimento consigliato per favorire la crescita dei bambini e rappresenta un valido aiuto nell’alimentazione degli anziani, oltre a essere un’ottima scelta per chi segue diete ipocaloriche.
Oggi prestiamo molta attenzione a ciò che mangiamo, poiché, come asseriva l’ottocentesco filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, “siamo ciò che mangiamo”. Questo concetto sintetizza efficacemente l’importanza di un’alimentazione equilibrata per uno stile di vita sano, che ci aiuta a vivere in buona salute. La genuinità degli alimenti è fondamentale, e per quanto riguarda il pesce, possiamo definirlo un vero amico della nostra salute. I nutrizionisti consigliano di consumarlo almeno tre volte alla settimana. A differenza della carne, di cui si raccomandano i tagli magri, per il pesce è consigliato alternare varietà magre a quelle semigrassi e grasse, poiché i pesci grassi sono più ricchi di Omega 3.
Se oggi siamo più consapevoli di ciò che consumiamo rispetto al passato, permane il preconcetto, tra noi adulti, di prediligere i pesci più classici. I giovani, al contrario, si mostrano più aperti a provare pesci meno noti, dimostrando una maggiore disponibilità a esplorare nuove esperienze gastronomiche.
Sebbene ci sarebbe molto da dire sul pesce, in particolare sull’orata, ingrediente principale della nostra ricetta, diamo ora uno sguardo al melograno, uno dei grandi frutti protagonisti della stagione autunnale. La sua produzione raggiunge il massimo tra settembre e novembre, periodo in cui il frutto è alla massima maturazione, bontà e colore. Questo frutto è tra i più antichi conosciuti dall’uomo: la sua storia affonda le radici nell’antica Persia, ben 5000 anni fa, dove l’albero cresceva rigoglioso lungo i pendii rocciosi dell’area attualmente conosciuta come Afghanistan.
Il melograno, frutto della “Punica granatum”, trae il suo nome dal latino, che fa riferimento ai semi contenuti nel frutto, le “granate”. Appartiene alla famiglia delle Lythraceae ed è conosciuto anche come “melo granato”, “pomo granato”, “mela granata” o semplicemente “granata”. Uno dei dubbi che spesso ci assale è se chiamare il frutto “melograno” o “melagrana”. A questo proposito, l’Accademia della Crusca chiarisce ogni incertezza: quando ci riferiamo all’albero, dobbiamo usare il termine “melograno”, mentre quando parliamo del frutto, la terminologia corretta è “melagrana”.
Nel passato, il melograno veniva coltivato nella maggior parte dei paesi affacciati sul Mediterraneo grazie al clima favorevole. La sua coltivazione si è rapidamente diffusa nel mondo, fino a raggiungere l’America e la Cina, grazie all’opera degli spagnoli. Oggi il melograno è coltivato in quasi tutto il mondo; in Italia, è molto diffuso nel centro e nel sud del paese, oltre che in Sicilia, dove il clima è temperato, caldo e asciutto.
Questo frutto era venerato dagli antichi Egizi, considerato un simbolo di fortuna e prosperità, e utilizzato nelle cerimonie religiose. Alcuni scavi archeologici hanno riportato alla luce frutti di melagrana essiccati all’interno della piramide del faraone Ramses IV, risalenti al 1149 a.C.
Per gli antichi Greci, il melograno era simbolo di prosperità, fertilità e amore, e garantiva fortuna a chi possedeva l’albero. Questo frutto antico ha stimolato da sempre la fantasia popolare, dando vita a numerose storie, leggende e miti. Nelle diverse culture, veniva associato a varie divinità: per gli antichi Greci ad Afrodite, per i Romani a Venere e, nella cultura cristiana, alla Madonna. Un mito racconta la storia della dea Demetra, protettrice della natura e della terra, che ebbe da Zeus una figlia, Persefone, così bella che un dio lugubre e malinconico, bruttissimo e destinato a rimanere solo, si innamorò di lei: il dio Ade, signore dell’oltretomba. Egli la rapì e la costrinse a mangiare sei chicchi di melagrana, condannandola a restare nel regno degli inferi per sei mesi, tanti quanti erano i chicchi mangiati. Solo in primavera e in estate Persefone era libera di tornare dalla madre, che, per la contentezza, risvegliava la terra dal tepore invernale, facendo rifiorire i campi e permettendo un raccolto abbondante. Questo è il motivo per cui alla melagrana è attribuito il simbolo dell’abbondanza.
Un altro mito dell’antichità greca, narrato per spiegare la nascita di questo frutto, vede come protagonista il figlio di Zeus, Dionisio. Si narra che, per volere di Era, gelosa dei tradimenti del marito Zeus, Dioniso fosse rapito dai titani e ucciso. Dal suo sangue, appena bagnato sulla terra, nacque il primo albero di melograno, caratterizzato da meravigliosi fiori rossi e frutti dolcissimi.
Anche ai giorni nostri, la melagrana è considerata il frutto del benessere e della salute, simbolo di abbondanza e fertilità. Esiste, infatti, un’antica usanza che prevede di intrecciare i capelli delle giovani ragazze con rametti di melograno, come buon augurio.
Sono molti i motivi per cui la melagrana è diventata così famosa, a partire dal fatto che è inclusa nella lista dei dieci superfood, alimenti a cui vengono attribuite proprietà salutari. Questo frutto possiede virtù che vanno oltre le proprietà nutrizionali, tanto da essere considerato, alla stregua dell’avocado, del cavolo riccio, dei semi di chia, di canapa, delle bacche di acai e di goji, un “alimento funzionale”, un “cibo nutraceutico”.
Il suo grande successo è legato ai preziosi nutrienti: vitamine, sali minerali e molecole antiossidanti, tra cui le vitamine A, C ed E, oltre a minerali come ferro, potassio e magnesio. Possiede proprietà antiossidanti, decongestionanti, diuretiche, antitrombotiche, vasoprotettrici e gastroprotettive, solo per citarne alcune.
È stata scoperta in questo frutto una molecola, l’urolitina A, con potenzialità anti-invecchiamento, grazie a un gruppo di ricercatori di Losanna che hanno pubblicato i loro risultati scientifici su Nature Medicine. Questa sostanza favorisce l’eliminazione delle cellule deteriorate, migliorando il processo di rigenerazione cellulare. Con le sue virtù e il suo intrigante colore, la melagrana riesce sempre a stupire, diventando il protagonista di molte ricette invitanti e scenografiche.
Il suo succo fresco è un energizzante naturale, ottimo in qualsiasi momento della giornata. Ma la melagrana in cucina può essere utilizzata in moltissime ricette, nei dolci, in abbinamento con altra frutta o con il cioccolato, nelle insalate e risulta speciale anche con piatti a base di carne e pesce.
Torniamo ora al nostro piatto. Per un piatto così ricco e prelibato, dove i prodotti della terra e del mare si fondono in un connubio di sapore e gusto, perfetto per sorprendere i nostri ospiti, la bevanda che lo accompagna è fondamentale. È importante scegliere il giusto abbinamento affinché i sapori risaltino maggiormente, creando un’armonia unica e inconfondibile che inviti al boccone successivo e poi di nuovo al bicchiere.
Il vino offre innumerevoli possibilità di abbinamento con i piatti della tradizione culinaria italiana e del mondo. I primi e i secondi piatti aprono un vasto scenario di opzioni, in cui il vino sa valorizzare ogni aspetto.
Per il nostro piatto, semplice ma al contempo complesso nei sapori, consiglio di accompagnarlo con il Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo, un grande vino frutto di lavoro, passione, cura e attenzione, frutto di una grande artigianalità che ha catturato l’essenza delle floride e soleggiate colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Questo vino nasce solo da uve accuratamente selezionate e la lenta fermentazione gli conferisce una struttura ben equilibrata, con un bouquet pieno e caratteristico delle terre da cui proviene. È uno spumante brut al 100% Glera che presenta al palato note di mela verde, pera e sentori floreali di glicine e fiori di acacia. Il suo perfetto equilibrio lo rende versatile, ideale per accompagnare ogni tipologia di pietanza, dall’aperitivo in particolare con alimenti a base di verdure e pesce, trasformando ogni nostra portata in un’esperienza gustativa unica.
Si presenta con un colore giallo paglierino e nuance di riflessi verdognoli, dal sapore delicato e fruttato, con una fresca acidità.
Il Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore è il frutto di un’azienda vitivinicola a conduzione familiare situata sulle colline di Collato a Susegana (TV), in Veneto, l’Azienda Valdellövo.
I titolari, il Signor Benedetto e la Signora Clotilde, creano i loro vini capolavori partendo dalla cura della vite fino all’imbottigliamento. La loro missione non è semplicemente quella di realizzare uno dei tanti vini presenti in commercio, ma di produrre vini che raccontino la natura, un territorio vocato alla viticoltura, una terra generosa e fertile, un’alchimia di profumi e sapori che si traducono in grandi bottiglie ricche di personalità.
La coltivazione della vite presso Valdellövo è un processo che rispetta profondamente i ritmi naturali e si fonda su principi di sostenibilità. L’azienda adotta pratiche agronomiche mirate alla prevenzione e al controllo degli organismi nocivi, senza compromettere la salute delle piante. Questo approccio consapevole consente di mantenere un equilibrio ecologico, contribuendo a preservare la biodiversità del territorio.
Valdellövo utilizza tecniche di coltivazione poco invasive, favorendo metodi che limitano l’impatto ambientale. Tra queste pratiche, si distingue l’uso di concimi naturali, come il letame, in sostituzione dei fertilizzanti chimici, garantendo così un’alimentazione equilibrata per le viti senza introdurre sostanze nocive nel suolo. Inoltre, l’azienda ha scelto di non utilizzare diserbanti, preferendo metodi di gestione delle erbe infestanti che non danneggiano l’ecosistema circostante.
Un’altra innovazione che Valdellövo ha introdotto è il sovescio a filari alterni su parte dei vigneti. Questa tecnica, che prevede la coltivazione di piante erbacee tra i filari di vite, non solo arricchisce il terreno di sostanza organica, ma crea anche un habitat favorevole per insetti utili e altri organismi, promuovendo la biodiversità. In questo modo, l’azienda non solo produce vini di alta qualità, ma contribuisce anche a un’agricoltura sostenibile, attenta all’ambiente e alla salute dei consumatori.
Benedetto e Clotilde di Valdellövo non sono semplici viticoltori; sono artigiani del vino che dedicano la loro vita alla creazione di etichette che raccontano la storia della natura e ne esaltano i valori sensoriali. Ogni bottiglia è il frutto di un lavoro appassionato e meticoloso, in cui la cura e l’attenzione per ogni fase della produzione sono fondamentali.
La loro filosofia si basa sull’idea di offrire un’esperienza autentica, in cui ogni sorso permette di scoprire l’essenza del territorio e la ricchezza dei suoi frutti. Grazie a pratiche agronomiche sostenibili e rispettose dell’ambiente, i vini di Valdellövo si distinguono per la loro qualità e unicità, invitando a una vera e propria esperienza sensoriale.
Per chi desidera conoscere più a fondo il mondo di Valdellövo e acquistare i loro pregiati vini, è disponibile lo shop online, dove si possono trovare tutte le informazioni necessarie e scoprire le diverse etichette disponibili. Un’opportunità imperdibile per chi ama il vino di qualità e desidera portare a tavola un pezzo di questo straordinario territorio.
Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare la nostra Orata Arrosto con semi di Melagrana da Servire con Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo:
Ingredienti per 4 persone:
- 4 orate
- 1 limone biologico
- una melograna
- sale
- olio
- foglioline di basilico
- granella di pistacchio a piacere
Da accompagnare con:
- Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo
Orata Arrosto con semi di Melagrana da Servire con Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo: Ricetta
Iniziamo la preparazione delle orate: dopo averle sciacquate sotto l’acqua corrente, utilizziamo delle forbici da cucina per rimuovere la pinna dorsale, la pinna della coda e le pinne sui fianchi e sul ventre. Con un coltello, eliminiamo le squame, passando dalla coda verso la testa del pesce. Successivamente, pratichiamo un’incisione sulla pancia, evisceriamo il pesce e sciacquiamo nuovamente sotto l’acqua corrente.
Laviamo il limone e ricaviamo delle striscioline dalla parte gialla dell’agrume, evitando la parte bianca, che risulterebbe molto amara. Inseriamo le scorze tra le branchie e la pancia dell’orata.
Foderiamo una teglia da forno con un foglio di carta da forno, aggiungiamo un filo di olio extravergine di oliva e adagiamo il pesce. Copriamo l’orata con un altro foglio di carta forno e inforniamo a 180 gradi per 25 minuti. Questo tempo di cottura è indicato per un pesce del peso di circa 400 grammi; per orate di peso inferiore o superiore, i tempi di cottura potrebbero variare leggermente. Prima di rimuovere il pesce dal forno, controllate la cottura con uno stecchino.
Qualche minuto prima di toglierla dal forno, spremiamo metà della melagrana e, aprendo il cartoccio, irroriamo l’orata con il succo. Aggiungiamo qualche fogliolina di basilico e completiamo la cottura.
Serviamo il piatto decorando con chicchi di melograno e, a piacere, per un effetto sia gustativo che visivo, aggiungiamo della granella di pistacchio.
La nostra Orata Arrosto con semi di Melagrana da Servire con Vino ZeroNove Prosecco DOCG Brut Conegliano Valdobbiadene Superiore Valdellövo è pronta per essere servita.
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia