Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci con Alici e Noci

Le Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci con Alici e Noci rappresentano un primo piatto dal gusto deciso, cremoso e avvolgente, capace di evocare i sapori autentici del Mediterraneo. Questa ricetta è una reinterpretazione creativa di un classico della tradizione romana: la “Pasta ajo ojo e alici alla Romana”, una variante capitolina della famosa ricetta partenopea a base di aglio, olio e peperoncino arricchita dall’aggiunta di alici.

Entrambe queste preparazioni sono simboli della cucina partenopea, una tradizione gastronomica celebrata a livello mondiale come un patrimonio culturale unico. Questa cucina esprime storia, passione, cultura e un’incredibile ricchezza di sapori, valorizzando ingredienti freschi e genuini tipici di una delle regioni italiane più apprezzate.

Questi piatti, che fanno parte della tradizione povera italiana, si basano su un perfetto equilibrio tra gli ingredienti, capaci di esaltare i sapori in modo semplice ma straordinario. In questa versione, il gusto intenso e salato delle alici si combina con la nota dolce e pungente dell’aglio e la piccantezza del peperoncino. A completare il piatto, le noci, che con il loro sapore dolciastro e vagamente tannico, aggiungono una piacevole croccantezza e una profondità unica.

Si tratta di una ricetta sana e genuina, al tempo stesso semplice ma elegante, ideale per sorprendere con la sua autenticità. È perfetta per rendere speciale una tavola in qualsiasi occasione, anche come alternativa alla classica “spaghettata di mezzanotte” da condividere con gli amici.

La base di questa ricetta, come accennato, è la pasta con aglio, olio, peperoncino e alici, un piatto umile tipico del Lazio e in particolare di Roma. Questa cucina popolare, fatta di ricette semplici e spesso basate su ingredienti di recupero, esalta sapori forti e inconfondibili, trasformandoli in grandi classici della tradizione italiana. Questi piatti sono nati per nutrire i lavoratori nei campi, offrendo energia e sostanza grazie a pochi ingredienti di dispensa, trasformati con maestria in pietanze gustose e appaganti.

In questa ricetta, le alici rivestono un ruolo da protagoniste. Questo pesce azzurro, che popola il Mar Adriatico, è tra i più apprezzati in Italia e parte integrante della tradizione culinaria da nord a sud. Appartenenti alla famiglia delle Engraulidae, le alici sono piccole, dal corpo slanciato e cilindrico, con il muso appuntito, e sono conosciute anche come acciughe. La loro presenza nei piatti italiani è un tributo alla semplicità e alla bontà della cucina mediterranea.

Nonostante a prima vista possano sembrare simili, alici e acciughe presentano differenze significative, principalmente nel metodo di lavorazione. Le acciughe vengono conservate sotto sale, mentre le alici sono sfilettate e conservate sott’olio o marinate. Inoltre, le alici sono più giovani e di dimensioni ridotte, non superando i 18-20 cm, a differenza delle acciughe, che possono raggiungere i 25 cm e rappresentano esemplari adulti.

Le sardine, invece, appartengono a una famiglia diversa e si distinguono per un corpo più grande e tozzo, con una mascella inferiore più lunga rispetto a quella superiore. Nonostante queste differenze fisiche, alici, acciughe e sardine condividono un’importante caratteristica: fanno parte del gruppo dei pesci azzurri, rinomati per le loro proprietà nutrizionali simili.

La categoria dei pesci definiti “azzurri” si riconosce dal colore del dorso, che accomuna tutte le specie che vi appartengono. Sono un elemento cardine della dieta mediterranea, grazie al loro apporto di proteine ad alto valore biologico, sali minerali e grassi salutari come i monoinsaturi e polinsaturi, inclusi gli Omega-3. Il pesce azzurro, con le sue carni saporite, è consigliato dai nutrizionisti almeno due volte a settimana. È anche un alimento dietetico: apporta circa 120 calorie per 100 grammi, eccezion fatta per lo sgombro, che ne contiene circa 170. Questa caratteristica lo rende ideale per chi segue una dieta a regime controllato. Inoltre, rappresenta un’ottima alternativa a carne e legumi, grazie alla ricchezza di proteine, calcio e vitamina D, elementi fondamentali per la salute dello scheletro. Gli Omega-3, invece, sono preziosi alleati per il cuore, la vista e il cervello, mentre lo iodio, importante per il corretto funzionamento della tiroide, supporta il metabolismo.

La storia delle alici è millenaria, con testimonianze che risalgono al II secolo. Aristeo, infatti, descriveva i cibi consumati nell’antica Grecia, menzionando in particolare il Garum (o Garon), una salsa pregiata ottenuta da sangue e intestini di pesci come alici, tonni o sardine. Questa salsa fermentata, molto simile alla colatura di alici di Cetara o alla salsa vietnamita “nuoc mam”, era ampiamente utilizzata nella cucina greca e romana.

Il Garum veniva prodotto lasciando fermentare gli ingredienti in barili pieni di sale per diverse settimane. Una volta pronto, veniva filtrato e conservato in piccole bottiglie di terracotta o vetro. Era un condimento versatile, utilizzato sia nei piatti dolci che salati, ma al contempo un alimento di lusso, accessibile solo alle classi più agiate.

Le alici sono un pesce saporito e gustoso, considerato “povero” per il costo contenuto, ma straordinariamente ricco di nutrienti. Grazie al loro eccellente rapporto qualità-prezzo, sono alla portata di tutti e protagoniste in cucina di ricette di mare semplici ma sfiziose, grazie al loro sapore sapido e deciso. Per ottenere il massimo, è fondamentale acquistarle freschissime: gli occhi devono essere lucenti, il corpo sodo e compatto, e devono profumare di mare. Sono facili da pulire: basta aprirle a metà, rimuovere la lisca centrale e lavarle bene sotto l’acqua corrente. Nella maggior parte delle preparazioni, si eliminano anche testa e coda.

Tra le ricette tradizionali che vedono le alici protagoniste, possiamo citare le “Pitticelle con le alici”, le Alici Marinate, le Cotolette di Alici, il Timballo di Alici e gli Spaghetti alla Cetrarese. Inoltre, sono perfette per antipasti, insalate strepitose come l’insalata Nizzarda, la Bagna Cauda, o per arricchire pizze e altre preparazioni che spaziano tra tradizione e innovazione.

Passiamo ora a un altro ingrediente fondamentale: l’aglio. Questo bulbo, appartenente alla famiglia delle Alliaceae, è conosciuto scientificamente come Allium Sativum (dove “all” in celtico significa “caldo, aspro, bruciante”). L’aglio ha una storia antichissima ed è considerato un vero scrigno di virtù benefiche per la salute, tanto da essere utilizzato anche in integratori alimentari. È ricco di sali minerali, amminoacidi, oligoelementi e allicina, che gli conferiscono proprietà antibatteriche, antiossidanti, oltre a regolare il colesterolo, calmare la tosse e riequilibrare la flora batterica intestinale.

Fin dall’antichità, l’aglio ha avuto un ruolo importante: gli schiavi dell’antico Egitto, gli atleti greci e i soldati romani lo consumavano per aumentare la forza e la resistenza. Durante il Medioevo, gli vennero attribuite proprietà protettive contro il malocchio, la peste e persino le malattie mentali. Si usava perfino per proteggere i neonati e, secondo le credenze popolari, per tenere lontani i vampiri.

L’aglio si presenta come un bulbo composto da spicchi e si distingue per il suo aroma intenso e il sapore forte, amato da molti ma mal tollerato da altri. Tuttavia, c’è una soluzione per renderlo più delicato e gradevole a tutti: la marinatura!

Marinando l’aglio, diventa più digeribile e delicato, mantenendo comunque il suo carattere aromatico. È perfetto per tutte le preparazioni e può essere gustato come sfizioso aperitivo, magari accompagnato da crostini di pane e un filo di buon olio extravergine d’oliva.

Sull’aglio sono nate numerose leggende e miti, tanto da essere considerato l’anti-vampiro per eccellenza. Lo abbiamo visto protagonista di capolavori letterari e di molte pellicole cinematografiche, simbolo di protezione contro il male e icona della cultura pop.

Passiamo ora a un altro ingrediente della nostra ricetta: il peperoncino, frutto della pianta Capsicum annuum. Tra le spezie più amate e utilizzate in cucina, il peperoncino è un elemento iconico della tradizione mediterranea e italiana, protagonista di numerosi piatti celebri, come gli spaghetti aglio, olio e peperoncino o le penne all’arrabbiata. Tuttavia, il peperoncino non si limita ai piatti salati: è un universo di sapori capace di aggiungere vivacità anche a salse, dessert al cucchiaio e dolci innovativi.

Le origini del peperoncino affondano nel Sud America, in particolare in Perù e Messico. Esistono moltissime varietà, la cui piccantezza dipende dalla concentrazione di un alcaloide chiamato capsaicina, presente soprattutto nella parte interna del frutto. Per misurare questa intensità, si utilizza la scala di Scoville, ideata dal chimico americano Wilbur Scoville. I valori possono variare da 0 a un impressionante 16 milioni di unità.

In Italia, i peperoncini coltivati raggiungono mediamente tra 15.000 e 30.000 unità Scoville, mentre varietà più piccanti come l’Habanero possono arrivare a 300.000 unità. Il primato mondiale per il peperoncino più piccante, però, appartiene al Pepper X, una scoperta relativamente recente che nel 2013 ha spodestato il Carolina Reaper. Con un livello di piccantezza venti volte superiore a quello dell’Habanero e ben 500 volte maggiore rispetto al Jalapeño, il Pepper X rappresenta una vera sfida anche per i palati più temerari.

A proposito di sfide, il record mondiale per il maggior numero di peperoncini piccanti ingeriti appartiene al canadese Mike Jack. In soli 6 minuti e 49 secondi, è riuscito a mangiare ben 135 peperoncini tra i più piccanti al mondo! Un’impresa che lo ha visto affrontare il tutto con un ventilatore puntato sul viso, occhi chiusi e difficoltà a respirare. Non sorprende che, dopo la gara, abbia ammesso di aver sofferto forti crampi addominali… un prezzo decisamente alto da pagare per un primato da Guinness!

Tuttavia, per apprezzare pienamente il sapore e i benefici del peperoncino, non è necessario emulare le imprese del primatista canadese. Una quantità moderata è sufficiente per godere delle sue numerose proprietà. Il peperoncino è una fonte preziosa di vitamine, come la C e la A, e di minerali quali potassio, fosforo e magnesio. Inoltre, i suoi fitocomposti favoriscono la digestione, svolgono un’azione antiossidante, vasodilatatrice e antibatterica, migliorano la circolazione e supportano l’attività cardiovascolare.

Studi recenti indicano anche che il peperoncino può favorire la perdita di peso, riducendo l’appetito e accelerando il metabolismo dei grassi.

Ma l’ingrediente protagonista assoluto di questa ricetta è la pasta, simbolo indiscusso della cultura italiana. Non è solo il piatto più amato e consumato al mondo, ma anche un vero orgoglio nazionale, radicato profondamente nella nostra vita quotidiana. La pasta rappresenta un elemento che unisce gli italiani da nord a sud: base della nostra alimentazione, nutriente e, al contempo, il “comfort food” per eccellenza.

Secondo una ricerca Doxa commissionata dall’Unione Italiana Food e dall’Italian Trade Agency, il 98% degli italiani considera la pasta un elemento fondamentale della propria dieta. Per il 62% degli intervistati è un alimento quotidiano, mentre il 30% la consuma tra due e tre volte a settimana. Solo il 6% dichiara di mangiarla una volta ogni sette giorni e il 2% una volta al mese.

In Italia esistono circa 300 formati di pasta, secondo le stime dell’Unione Italiana Food. Questi comprendono paste lunghe, corte, tubolari, ripiene, da minestra, e si differenziano per formato, superficie (liscia, ruvida, rigata) e presenza o meno di ripieno. La pasta può essere di semola di grano duro, integrale, all’uovo, fresca, secca, dietetica per esigenze particolari o arricchita con ingredienti speciali come verdure, cioccolato, caffè o spezie. Qualunque sia la variante, la pasta mette d’accordo proprio tutti!

Oggi vi presento le Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci, un formato di pasta lunga appartenente alla famiglia delle bavette. Simili agli spaghetti per lunghezza, le linguine si distinguono per la loro forma piatta. Conosciute anche come “trenette” o “bavette”, le prime hanno una sezione quadrata, uno spessore maggiore e una larghezza minore, mentre le seconde hanno una sezione rettangolare e uno spessore medio. Il nome “linguine” significa letteralmente “piccole lingue”.

Questo formato di pasta ha origini liguri, precisamente genovesi, risalenti agli inizi del Settecento. Antichi testi di cucina descrivono la ricetta delle linguine condite con patate, basilico e fagiolini, un grande classico che ha attraversato i secoli e rimane un pilastro della tradizione regionale.

Grazie alla loro forma unica, le linguine si sposano perfettamente con diversi tipi di condimenti. Dai semplici sughi a base di pomodoro fresco o verdure, ai piatti di mare con pesce, molluschi e frutti di mare, le linguine si distinguono. Tra i condimenti più amati troviamo gli scampi, il baccalà e la polpa di astice, protagonisti di ricette che celebrano la grande tradizione culinaria italiana.

La maggior parte delle paste ha una composizione e ingredienti simili, ma il sapore può variare notevolmente, e questo dipende dalla qualità delle materie prime. Elementi come il contenuto proteico del grano, la forza del glutine e altri fattori determinano la bontà di una pasta. Personalmente, sulla scelta della pasta da utilizzare per le mie ricette non ho dubbi! Per questa preparazione ho scelto con piacere le Linguine Artigianali del Molino Secci, una pasta di semola di grano duro prodotta esclusivamente con grani coltivati in Sardegna, nella zona della Trexenta. Grazie a una lavorazione accurata, le semole utilizzate si distinguono per l’elevata qualità, il sapore autentico e la salubrità.

Il Molino Secci, situato a Senorbì (CA), vanta una tradizione di tre generazioni nella produzione di sfarinati di altissimo livello. Con lo stesso amore e dedizione del fondatore, il signor Paolo Secci, l’azienda realizza farine di primissima qualità, ottenute da grani duri locali, OGM-free, privi di micotossine e malattie. Questi sfarinati sono ricchi di composti bioattivi e hanno una biodisponibilità doppia rispetto alle farine normali, apportando importanti benefici al nostro organismo e contribuendo a ridurre il rischio di sviluppare alcune patologie.

Questa azienda è un simbolo del Made in Italy: un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, tra amore per la terra e passione per il lavoro. È inoltre una delle poche realtà in Italia a utilizzare la tecnologia della decorticazione, un metodo che garantisce la salubrità dei prodotti, l’assenza di batteri e una bassissima presenza di ceneri nel grano.

Dal 2011, Molino Secci ha avviato anche un piccolo pastificio artigianale, specializzato nella produzione di pasta secca in diversi formati. Tra le sue proposte troviamo fregula, linguine, malloreddus, gemelli e gemellini, tutte paste che si distinguono per eccellenti caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Una garanzia di qualità e gusto che celebra la tradizione sarda e la maestria artigianale italiana!

Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare le nostre Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci con Alici e Noci:

Ingredienti:

  • 320 grammi di Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 peperoncino
  • 8 filetti di alici
  • 80 grammi di gherigli di noce
  • olio evo
  • prezzemolo tritato finemente

Per la mollica di pane tostata:

  • 50 grammi di pane grattuggiato
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • pepe nero
  • olio evo

Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci con Alici e Noci: Ricetta

In una capiente padella, versiamo un filo di olio extravergine d’oliva e aggiungiamo gli spicchi d’aglio pelati, il peperoncino tagliato a pezzetti e le alici. Portiamo la padella sul fuoco e facciamo insaporire il tutto a fuoco dolce, mescolando fino a quando le alici si saranno sciolte, creando una base cremosa e saporita.

Nel frattempo, cuociamo le Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci in abbondante acqua bollente salata per circa 2 minuti in meno rispetto al tempo indicato sulla confezione. Una volta scolate, trasferiamole direttamente nella padella con il condimento a base di alici, così che possano terminare la cottura assorbendo tutti i sapori.

A questo punto, aggiungiamo le noci tritate grossolanamente e una manciata di prezzemolo fresco tritato, mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti.

Per rendere il piatto ancora più invitante, vi propongo di servirlo con della mollica di pane tostata, che donerà croccantezza e un tocco rustico. Prepariamola così:

  • Mescoliamo il pangrattato con un cucchiaino di sale e una spolverata di pepe nero.
  • In una padella, scaldiamo un filo di olio extravergine d’oliva insieme a uno spicchio d’aglio. Quando l’aglio sarà dorato, lo rimuoviamo e aggiungiamo il pangrattato.
  • Mescoliamo continuamente a fiamma bassa per evitare che si bruci, fino a quando il pane sarà ben dorato e croccante.

Per l’impiattamento, distribuiamo le linguine nei piatti e completiamo con una generosa dose di mollica di pane tostata.

Le nostre Linguine di Semola di Grano Duro Molino Artigiano Antonio Secci con Alici e Noci sono pronte per essere servite: un piatto semplice ma ricco di gusto, perfetto per esaltare la qualità delle materie prime e regalare un’esperienza unica a tavola!

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia.


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