Le Lasagne alla Zucca, Salsiccia e Provolone Piccante, da servire con un calice di Incocciato Nero d’Avola 2021 Timpe d’Arancio, sono un primo piatto rustico, ricco e decisamente gustoso. Un’alternativa originale alle classiche lasagne alla bolognese, perfetta per sorprendere i commensali con semplicità e sapori avvolgenti.
Questa versione è ideale per chi ama i primi piatti intensi, pieni di sfumature, e cerca qualcosa di più creativo rispetto ai classici. Una reinterpretazione che unisce ingredienti genuini e sapori ben bilanciati, con un tocco di raffinatezza.
Le sfoglie di pasta all’uovo accolgono una vellutata crema di zucca, dal gusto delicato e leggermente dolce, che si sposa alla perfezione con la salsiccia, ricca, saporita e speziata. Il tutto è completato dal Provolone Piccante, un formaggio intenso, sapido, dal gusto deciso e con una nota piccante che accende il palato. A chiudere il cerchio, un profumato tocco di rosmarino, che aggiunge una nota balsamica, fresca e leggermente pungente, rendendo questo piatto un’esperienza sensoriale davvero unica.
Siamo in Primavera, una stagione di passaggio che porta con sé un vero e proprio rinnovamento in cucina. I nostri orti iniziano a regalarci i primi sapori più freschi, ma c’è ancora spazio per qualche ingrediente invernale. È proprio questo contrasto a renderla così interessante: possiamo giocare con le primizie e arricchire le nostre ricette con un mix di stagioni nel piatto.
Le lasagne, d’altronde, sono un simbolo della creatività culinaria italiana. Da nord a sud, ogni regione ne propone una versione diversa: dalle bolognesi alle napoletane, dalle siciliane alle vegetariane con carciofi, zucca, melanzane o broccoli, fino alle varianti più originali con ragù di pesce, lenticchie o profumate alla cannella.
Un piatto che non può mancare nei momenti di festa, protagonista del classico pranzo della domenica o delle grandi occasioni come Natale e Pasqua. Prepararle in anticipo è un grande vantaggio: basterà infornarle poco prima di servire, per portare in tavola un piatto caldo, accogliente e dal successo assicurato.
Le lasagne non sono certo un’invenzione moderna: affondano le loro radici in tempi antichissimi, addirittura all’epoca dei Romani. Le prime tracce risalgono proprio a quel periodo, quando venivano chiamate laganon o laganum: sottili sfoglie di pasta, cotte sul fuoco o in forno, che già allora venivano apprezzate per la loro versatilità.
A parlarne fu anche Marco Gavio Apicio, celebre gastronomo e scrittore romano, autore del trattato culinario De arte coquinaria, considerato una delle prime raccolte di ricette della storia. In questo testo si cita una lagana farcita con carne e cotta in forno, una sorta di pasticcio rustico che, per quanto rudimentale, ci ricorda da vicino le lasagne che conosciamo oggi.
Dalla Roma antica al Medioevo, le lasagne continuano a farsi strada nelle opere letterarie: poeti e frati ne esaltano la bontà. Tra i nomi che ne parlano troviamo Jacopone da Todi, Cecco Angiolieri, Frà Salimbene da Parma e Francesco Zambrini.
La forma delle lasagne variava secondo l’autore: c’era chi le descriveva come larghe tagliatelle, chi come grandi quadrati di pasta. Ma su una cosa erano tutti d’accordo: la pasta veniva tirata col matterello, fino a diventare sottile e regolare.
Anche sulle tavole dei signorotti medievali le lasagne erano presenti. In uno scritto dell’epoca, Il Sollazzo e il Saporetto di Orviero Simone Prudenziani, poeta italiano appassionato di gastronomia, le lasagne compaiono accanto a piatti raffinati come biancomangiare e tortelli. Chiaramente, parliamo di una versione molto diversa da quella attuale: il pomodoro, infatti, non era ancora conosciuto in Europa, essendo arrivato solo dopo la scoperta delle Americhe.
Altri ricettari medievali, come il famoso Liber de coquina, descrivono nel dettaglio la preparazione delle lasagne, sotto la voce de lasanis. In questo caso si trattava di pasta molto sottile, a volte lievitata, cotta in acqua salata e condita con abbondante formaggio grattugiato. Esisteva anche una variante fritta, servita calda e mangiata con un bastoncino al posto della forchetta! Ma la versione più comune prevedeva la cottura in brodo – spesso denso e arricchito con carne o pesce – e la successiva composizione a strati alternati con formaggio e spezie.
Fu solo durante il Rinascimento che si iniziò ad aggiungere le uova alla ricetta delle lasagne, arricchendone gusto e consistenza.
Ma la domanda che spesso ci si pone è: in quale regione italiana nasce davvero la lasagna moderna? Ed è qui che si apre la disputa eterna tra Bologna e Napoli, due città che da secoli si contendono la paternità di questo amato piatto!
Un indizio interessante arriva dal testo La lucerna de corteggiani di Giovanni Battista Crisci, pubblicato a Napoli nel 1634. In quest’opera, che raccoglie numerosi menù stagionali del centro-sud Italia, compare una ricetta curiosa: le “lasagne di monache stufate, mozzarella e cacio”. Si tratta della prima testimonianza scritta in cui le lasagne vengono farcite con un latticino a pasta filata e cotte al forno, dando così forma a quella che oggi riconosciamo come la versione tradizionale napoletana.
La preparazione, rispetto alle semplici versioni medievali, si fa più ricca e articolata: si utilizzano latte caldo di capra, strati di provatura, zucchero, pepe, cannella, burro e Parmigiano. Il tutto veniva poi cotto in forno e servito con una copertura golosa di zucchero, cannella e burro fuso. Un’esplosione di sapori che anticipa le lasagne più complesse che conosciamo oggi.
Col passare dei secoli e grazie alla scoperta di nuovi ingredienti, le lasagne si sono evolute, trasformandosi in mille varianti, ma rimanendo sempre fedeli alla loro anima: strati di pasta e condimento da gustare soprattutto nei momenti di festa, simbolo della nostra tradizione gastronomica.
Ma torniamo alla nostra ricetta: zucca, salsiccia e provolone dolce sono i protagonisti.
La zucca, regina dell’autunno e dell’inverno, appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, ma la troviamo ormai disponibile quasi tutto l’anno. Ne esistono tantissime varietà, che si distinguono per forma, colore e sapore, ma tutte sono ricchissime di benefici. È una fonte preziosa di vitamina C, perfetta per sostenere il sistema immunitario nei mesi più freddi. Contiene anche Omega 3, utili per la salute cardiovascolare, e sostiene il benessere intestinale, oltre a favorire la cura di capelli e unghie.
Un tempo considerata semplice ingrediente contadino, oggi la zucca è diventata una vera star della cucina gourmet, valorizzata anche da chef stellati. Tra le varietà più apprezzate in Italia troviamo la zucca Delica, precoce e dal sapore dolce, che possiamo gustare addirittura in piena estate.
Un altro ingrediente fondamentale della nostra ricetta è la salsiccia, uno degli insaccati più antichi e gustosi al mondo. Tradizionalmente preparata con carne di suino, oggi la troviamo anche in versioni a base di vitello, cavallo, cinghiale, cervo, manzo o pollo.
A seconda della zona di produzione e degli ingredienti utilizzati, la salsiccia assume nomi diversi in tutta Italia: tra i più conosciuti troviamo luganega, salamella, salamina, salamino, salametto, bardicchio, rocchio e zazzicchia. Un vero viaggio gastronomico da nord a sud!
La carne viene tritata, insaporita con spezie e aromi, poi insaccata in un budello (naturale o sintetico) e modellata nella sua forma tipica. Questo tipo di preparazione nasceva dall’esigenza di conservare la carne a lungo, e oggi possiamo gustarla sia fresca che stagionata.
Versatile e saporita, la salsiccia si presta a tantissime preparazioni: in padella, in umido con i fagioli, al pomodoro, al forno, con la pasta, nei risotti… insomma, nessun limite alla fantasia in cucina!
E infine, la nostra lasagna incontra il provolone, un formaggio simbolo della tradizione casearia della Valle Padana, le cui origini risalgono al XIX secolo. Nasce dall’incontro tra l’arte casearia campana e le abbondanti produzioni di latte fresco del Nord Italia, quando i casari del Sud si spostarono verso le pianure padane, portando con sé il sapere della filatura della pasta.
Il provolone si distingue per la sua forma originale e imponente: può pesare dai 4 ai 6 kg, ma esistono forme che arrivano fino a 50 kg! Ha una caratteristica forma a pera tronco-conica, con un’altezza che può variare tra i 30 e i 50 cm. Grazie alla sua struttura, può stagionare a lungo senza asciugarsi troppo, mantenendo una consistenza compatta ma non dura, che lo rende perfetto da gustare a fette e non solo da grattugiare.
La crosta è liscia, sottile e lucida, di un bel colore dorato che tende al bruno se il formaggio viene affumicato. Al taglio, il cuore è compatto e il sapore cambia a seconda della tipologia: il provolone dolce ha un gusto morbido e burroso, mentre il provolone piccante ha un carattere deciso, perfetto per chi ama i sapori intensi.
Il nome “provolone” deriva dalla parola napoletana “provatura”. Viene prodotto con latte vaccino intero: si usa caglio di vitello per la versione dolce, mentre il provolone piccante si ottiene con caglio di agnello o capretto.
Come tutti i formaggi stagionati, anche il provolone è nutriente e bilanciato, ricco di proteine e grassi buoni, ma anche di calcio, indispensabile per la salute di ossa e denti, e di fosforo, importante per le funzioni cognitive. Non mancano le vitamine del gruppo A, B e PP, utili per il benessere generale.
Un formaggio così buono si può gustare anche da solo, magari con del pane rustico, oppure abbinato a miele, confetture di fichi o mostarda per un contrasto dolce-piccante che sorprende il palato.
Il nostro piatto ha come protagonista la zucca, con il suo sapore dolce e avvolgente, capace di assorbire e valorizzare i profumi e i sapori degli ingredienti con cui viene cucinata.
La scelta del vino da abbinare a questa lasagna non è affatto scontata: occorre un vino che esalti i delicati aromi della zucca, senza coprirli, e che al tempo stesso si armonizzi con gli altri ingredienti presenti nel piatto.
Ma quale vino scegliere? Il vino che vi consiglio oggi è l’Incocciato Nero d’Avola 2021 di Timpe d’Arancio, un’etichetta che racconta con passione la vera anima della Sicilia.
Prodotto con uve Nero d’Avola in purezza, questo vino nasce in un piccolo vigneto di appena 0,80 ettari, situato a 200 metri sul livello del mare, su un terreno argilloso di medio impasto. Il sistema di allevamento a Guyot, con circa 4.000 piante per ettaro, e l’approccio all’agricoltura biologica certificata, rivelano tutta la cura e l’attenzione con cui viene portato avanti il lavoro in vigna.
Alla vista si presenta con un rosso rubino intenso, arricchito da riflessi violacei. Al naso sprigiona profumi di ciliegie e prugne mature, accompagnati da note speziate sottili e invitanti. In bocca è corposo e vellutato, con tannini ben presenti ma equilibrati, e una persistenza aromatica che avvolge il palato.
La fermentazione avviene in modo naturale, senza lieviti aggiunti né additivi, e senza controllo della temperatura, per valorizzare al massimo l’espressività del vitigno e del territorio. Il risultato è un vino sincero, che parla la lingua della tradizione e della natura.
Perfetto in abbinamento con carni rosse alla griglia, formaggi stagionati o piatti della cucina mediterranea, dà il meglio di sé servito a una temperatura di 16-18°C. Un calice di Incocciato è un piccolo viaggio sensoriale tra le timpe (le scogliere) e i profumi dell’entroterra siciliano.
Timpe d’Arancio si trova a Sambuca di Sicilia (AG), dove gestisce con passione 7 ettari di vigneti affacciati sul suggestivo Lago Arancio. Qui si coltiva nel rispetto più autentico dell’ambiente: le uve crescono con metodi rigorosamente biologici, senza l’uso di fertilizzanti chimici né pesticidi. Solo rame e zolfo, come vuole la tradizione, per proteggere le viti e rispettare la natura. L’obiettivo dell’azienda è chiaro e ambizioso: valorizzare il vino biologico, prodotto in modo sostenibile, con metodi genuini e rispettosi del territorio.
La storia della famiglia Vinci nasce da un legame profondo con la terra siciliana. È proprio l’amore per le sue origini e una buona dose di coraggio e visione a spingere Michele Vinci, nel 2016, a rivoluzionare l’azienda di famiglia. Decide infatti di estirpare i vecchi filari per dare vita a un progetto tutto nuovo: Timpe d’Arancio, un sogno che prende forma per valorizzare i vitigni autoctoni siciliani, quelli che, sorso dopo sorso, raccontano tutta l’anima di questo angolo di Sicilia.
Tra le etichette più rappresentative troviamo l’Incocciato Nero d’Avola 2021, insieme a una selezione di vini di grande personalità, disponibili anche nel negozio online della cantina. Basta un click per riceverli direttamente a casa, approfittando anche delle offerte esclusive dedicate ai clienti web. Un’occasione perfetta per scoprire i profumi, i colori e il gusto autentico della Sicilia… direttamente nel vostro calice!
Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare le nostre Lasagne alla Zucca Salsiccia e Provolone Piccante da Servire con Incocciato Nero d’Avola 2021 Timpe d’Arancio:
Ingredienti per la sfoglia:
- 400 grammi di farina bianca 00
- 4 uova
- un pizzico di sale
Ingredienti:
- 800 grammi di zucca
- 3 salsicce
- 350 grammi di provolone piccante
- 100 grammi di Parmigiano Reggiano
- 1 spicchio di aglio
- sale
- pepe nero a piacere
- olio evo
- burro q.b.
Ingredienti per la besciamella:
- 1 litro di latte
- 100 grammi di burro + un cucchiaio per la doratura dei cannelloni
- 120 grammi di farina bianca 00
- sale
- noce moscata
Lasagne alla Zucca Salsiccia e Provolone Piccante da Servire con Incocciato Nero d’Avola 2021 Timpe d’Arancio: Ricetta
Prepariamo le lasagne iniziando con l’impasto: mettiamo nella planetaria 400 grammi di farina bianca 00, 4 uova e un pizzico di sale, quindi iniziamo a impastare. Lavoriamo l’impasto a lungo fino a ottenere una consistenza liscia e omogenea. Trasferiamolo quindi sul tavolo da lavoro, copriamolo con una ciotola rovesciata e lasciamo riposare per 30 minuti.
Trascorso il tempo di riposo, stendiamo l’impasto in una sfoglia sottile e tagliamola in rettangoli.
Prepariamo la zucca: priviamola della buccia, laviamola e tagliamola a pezzetti. In una padella, mettiamo un filo di olio evo, lo spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, tre cucchiai di acqua e la zucca. Cuociamo per 10-15 minuti fino a quando la zucca non si sarà ammorbidita. Eliminiamo il rosmarino, aggiungiamo un pizzico di sale, una macinata di pepe e frulliamo il tutto fino a ottenere una crema liscia.
In un’altra padella, mettiamo un filo di olio e le salsicce (senza pelle, sbriciolate con una forchetta) e cuociamo per 5 minuti, mescolando di tanto in tanto.
Prepariamo la besciamella: in un pentolino, facciamo sciogliere il burro a fuoco medio. Aggiungiamo i 120 grammi di farina bianca 00 a pioggia, mescolando con una frusta per evitare grumi. Quando la roux sarà dorata, uniamo a filo il latte precedentemente scaldato, continuando a mescolare con cura fino a ottenere una salsa vellutata e priva di grumi.
Componiamo la lasagna: in una pirofila, stendiamo un velo di besciamella sul fondo, quindi aggiungiamo uno strato di sfoglie di lasagna, seguito da un po’ di crema di zucca, qualche pezzetto di salsiccia, cubetti di provolone e un filo di besciamella. Spolveriamo con parmigiano e ripetiamo gli strati fino a esaurimento degli ingredienti. Terminiamo con uno strato di besciamella, una spolverata di parmigiano e qualche fiocco di burro.
Inforniamo a 200°C fino a doratura.
Le Lasagne alla Zucca, Salsiccia e Provolone Piccante da servire con Incocciato Nero d’Avola 2021 Timpe d’Arancio sono pronte per essere gustate!
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia