Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Zucca Salsiccia e Porcini da Servire con Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie Dacastello Vini

Gli Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Zucca Salsiccia e Porcini da Servire con Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie Dacastello Vini rappresentano un primo piatto cremoso e avvolgente, perfetto per riscaldare corpo e anima durante l’inverno. Questa stagione, con il suo freddo intenso, il ghiaccio e la neve, invita a lasciarsi coccolare dai sapori ricchi e genuini della nostra tradizione culinaria, capace di nutrire e portare calore nelle giornate più gelide. La cucina italiana, amata e riconosciuta in tutto il mondo, si distingue per la semplicità che esalta ingredienti freschi e stagionali, diversi da regione a regione, da stagione a stagione. Le sue preparazioni, spesso rustiche e alla portata di tutti, sanno valorizzare al meglio i prodotti del territorio. È una cucina variegata che spazia dai primi piatti, come pasta, risotti, gnocchi e lasagne, ai secondi di carne e pesce, senza dimenticare le focacce e la pizza.

I piatti della tradizione non sono solo ricette deliziose, ma veri e propri racconti del nostro passato. Ogni piatto è un intreccio di cultura, identità e storia. I piatti invernali, in particolare, uniscono semplicità e sapori genuini portando un raggio di sole nelle giornate più fredde e grigie. Con i loro colori vivaci e i sapori intensi, sono perfetti per affrontare il freddo e coccolare il palato con gusto. Tra le ricette più amate della stagione non possono mancare zuppe, minestre, vellutate e primi piatti come pasta e gnocchi. Ed è proprio sugli gnocchi che oggi ci concentriamo: morbidi e soffici, si uniscono alla dolcezza avvolgente della zucca, bilanciata dalla sapidità della salsiccia, mentre i funghi porcini con il loro inconfondibile profumo di sottobosco completano l’esperienza gustativa.

Gli gnocchi sono uno dei simboli della nostra cultura gastronomica. Con la loro forma rotonda o ovale e la consistenza morbida, rappresentano una preparazione semplice, ma al tempo stesso tra le più amate nel mondo. Ne esistono numerose varianti, dalla classica ricetta a base di patate, uova e farina, fino alle interpretazioni più creative delle nonne e degli chef stellati. Questo piatto ha origini antiche: le prime tracce risalgono al Rinascimento, quando durante i banchetti lombardi venivano preparati con mollica di pane, latte e mandorle e chiamati “zanzarelli”. Aggiungendo erbe, carote, zucca o zafferano, gli gnocchi assumevano colori e sfumature differenti. Cristoforo Messisburgo, uno dei più celebri chef rinascimentali, ne parla nel suo libro del 1549, “Banchetti composizione di vivande e apparecchio generale”, così come Bartolomeo Scappi, che rivoluzionò la cucina del tempo con la sua opera “Dell’arte del cucinare”.

Oggi gli gnocchi fatti in casa continuano a raccontare la nostra tradizione, arricchendosi di ingredienti stagionali come nella ricetta con zucca, salsiccia e porcini. Ideali per un pranzo in famiglia o una cena conviviale con amici, sono perfetti per chi cerca un piatto succulento e appagante, capace di conquistare tutti, dai più golosi agli amanti dei sapori autentici.

Nel corso del 1600, gli “Zanzarelli” cambiarono nome e metodo di preparazione: dalla mollica di pane e mandorle si passò a un impasto a base di farina, acqua e uova, e vennero ribattezzati “Malfatti”. Gli gnocchi di patate fecero la loro comparsa in Campania intorno alla metà del 1600, quando le patate furono introdotte in Italia dall’America, in un periodo segnato da una grave carestia. In quel contesto, gli gnocchi di patate assunsero un ruolo fondamentale, diventando il cibo quotidiano del ceto più povero e sostituendo il pane.

È una storia affascinante che ci ha condotti fino ai giorni nostri, permettendoci di godere di una grande varietà di gnocchi preparati con diversi tipi di farine o con le patate, tagliati in piccoli pezzi di impasto, bolliti e conditi con salse di ogni genere.

Nonostante la semplicità degli ingredienti, gli gnocchi restano un piatto iconico, amato da grandi e piccini. Ogni regione d’Italia propone numerose varianti, ciascuna con caratteristiche uniche che li distinguono dal classico gnocco di patate per ingredienti, forma, colore, nome, sapore e condimenti. Esistono, inoltre, infiniti sughi della tradizione o frutto della fantasia per accompagnarli.

I più comuni sono quelli a base di patate, uova e farina, ma una variante molto apprezzata è quella degli “Gnocchi alla Romana”, preparati con semolino, latte, uova e Parmigiano Reggiano. A differenza dei classici gnocchi, questi non contengono farine o patate e vengono gratinati al forno per ottenere una croccantezza irresistibile. Si tratta di un piatto semplice e povero, ma ricco di sapore, nato in un periodo in cui le risorse erano limitate e si doveva fare tesoro di ciò che si aveva a disposizione, rendendolo un simbolo della cucina contadina del Lazio.

Un’altra variante sono i Canederli, grandi gnocchi di pane raffermo arricchiti da dadini di speck nell’impasto. Dopo la cottura in brodo, vengono serviti con burro fuso aromatizzato con foglie di salvia, regalando un piatto rustico e saporito che affonda le sue radici nella tradizione culinaria del Trentino-Alto Adige.

Conosciuti anche come “Knödel”, questi gnocchi rappresentano uno dei piatti simbolo della cucina del Trentino-Alto Adige, una cucina dalle origini umili ma incredibilmente ricca di sapori autentici. Accanto a loro troviamo gli gnocchi di polenta, una deliziosa alternativa a quelli di patate, preparati con polenta avanzata. Questi gnocchi rustici e morbidi appartengono anch’essi alla tradizione del Trentino-Alto Adige. E poi ci sono gli gnocchi di zucca, di ricotta e spinaci, ripieni di pesce o verdure, o conditi con sugo al pomodoro… Insomma, regione che vai, specialità che trovi!

Per ogni tipo di gnocchi esiste il condimento ideale. Gli gnocchi di patate, grazie al loro sapore neutro, si sposano perfettamente con una grande varietà di condimenti: dal classico pomodoro, al ragù, alla sorrentina (pomodoro e mozzarella), con il pesce, le verdure o i formaggi. Gli altri tipi di gnocchi, invece, caratterizzati da un sapore più deciso, richiedono abbinamenti che ne esaltino l’essenza. Pensiamo ai condimenti a base di gorgonzola, taleggio, funghi, castagne, pancetta, o alle versioni più semplici ma irresistibili, come gli gnocchi di ricotta e spinaci o i canederli conditi con burro e salvia.

Nel nostro paese, gli gnocchi sono così amati da essere protagonisti anche di modi di dire popolari. Uno dei più noti è “Giovedì gnocchi”, abbreviazione di un detto nato nella seconda metà dell’Ottocento: “Lunedì coda, martedì fagioli con le cotiche, mercoledì stufato, giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”. Questo detto, conosciuto in tutta Italia, ha origini romane ed era legato alla necessità di consumare un piatto sostanzioso in vista del venerdì, giorno in cui, secondo la tradizione cattolica, si osservava il digiuno e l’astinenza dal consumo di carne.

Il sabato, invece, era il giorno dedicato alla macellazione della carne, in preparazione del pranzo domenicale. Per le famiglie meno abbienti, che non potevano permettersi tagli di carne pregiata, restavano i “quinti quarti”, ovvero parti come cuore, fegato, polmone, frattaglie e trippa.

Nel nostro piatto ritroviamo tre ingredienti che rappresentano alla perfezione la stagione autunnale e invernale, a partire dai funghi. Questi frutti affascinanti del sottobosco esistono in tantissime varietà, alcune commestibili, altre velenose, e in alcune culture, come quella giapponese, vengono persino considerati simboli di longevità: pensiamo al Reishi o Ganoderma. I funghi hanno forme e colori incredibili, come i Mycena chlorophos, che rilasciano spore luminose, o il porcino, che cambia colore una volta tagliato.

I funghi porcini, noti come Boletus edulis, si distinguono per il loro cappello voluminoso e carnoso, che varia dal castano chiaro al bruno intenso, e per il gambo robusto e ingrossato verso la base. Sono tra i funghi più pregiati e amati, perfetti per preparare una vasta gamma di ricette. La loro stagione ideale va da fine luglio a novembre inoltrato, ma durante l’inverno sono perfetti nella loro versione secca.

I porcini secchi rappresentano un concentrato di sapore che conserva tutta la ricchezza e l’intensità del fungo fresco. Per utilizzarli al meglio, basta portarli a nuova vita con un semplice passaggio: facciamo bollire dell’acqua in una casseruola e lasciamola intiepidire. Aggiungiamo i funghi e li lasciamo in ammollo fino a quando l’acqua si raffredda. Una volta scolati, eliminiamo con delicatezza l’acqua in eccesso, e i nostri porcini sono pronti per arricchire qualsiasi piatto con il loro sapore unico.

Questi organismi, appartenenti al regno dei Mycetae, popolano il nostro pianeta da circa 900 milioni di anni. Sono stati ritrovati fossili di funghi risalenti a circa 400 milioni di anni fa, come quelli del Prototaxites, che testimoniano una storia evolutiva straordinaria, estesa su centinaia di milioni di anni.

Fin dall’antichità, i funghi hanno suscitato grande interesse, non solo per le loro proprietà nutritive e virtù medicamentose, ma anche per il loro fascino intramontabile. In molte culture, sono simboli di nascita, rinascita e trasformazione, avvolti da un’aura di magia e mistero. Nell’antico Egitto erano considerati le “erbe dell’immortalità” e destinati al consumo esclusivo del faraone. Nell’antica Grecia erano oggetto di venerazione, mentre nell’epoca romana ispiravano paura e sospetto a causa della loro presunta tossicità. Col tempo, i funghi sono entrati nel folklore popolare, ispirando miti e leggende.

Perfetti trifolati per condire una pasta, deliziosi con la polenta e il formaggio, come nelle zone dell’Altopiano di Asiago, dove rappresentano uno dei piatti più amati da accompagnare alla Tosella. Questo formaggio fresco, dalla pasta compatta e molle, di colore bianco, è irresistibile se cotto fritto. I funghi sono eccellenti anche nel risotto, per preparare scaloppine o arricchire torte salate.

Nella ricetta di oggi, i nostri porcini incontrano un altro caposaldo della cucina italiana: la zucca. Regina indiscussa delle tavole invernali, è uno degli ingredienti più versatili della cucina italiana. La zucca può essere protagonista di innumerevoli ricette, sia dolci che salate, e si abbina perfettamente a pasta, carne o formaggi. Di origini antiche, questo ortaggio si presenta in infinite varietà, ognuna con caratteristiche uniche e diverse applicazioni culinarie, capaci di esaltare al meglio ogni piatto.

Ricca di nutrienti ma povera di calorie, la zucca offre un apporto significativo di caroteni, minerali e vitamine. È un ingrediente associato alla festa di Halloween, tanto amata dai bambini, che si celebra nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, una ricorrenza animata da mostri e streghe. Inoltre, la zucca è stata protagonista di numerose fiabe e racconti per l’infanzia. Come dimenticare il classico Disney in cui una semplice zucca si trasforma in una carrozza reale per portare Cenerentola al ballo o la storia di “Raymond e la zucca magica”?

Per la nostra ricetta, utilizzeremo la zucca Delica. Di piccole dimensioni e forma rotondeggiante, questa varietà si distingue per la sua buccia verde scuro, decorata da scanalature marroni. Originaria del Giappone, la Delica è oggi coltivata in molte regioni italiane, in particolare nel Veneto, in Lombardia e in Emilia-Romagna. Grazie alla sua polpa dolce e compatta, è l’ideale per esaltare il gusto di ogni piatto, trasformandolo in un capolavoro della cucina invernale.

Accanto ai nostri porcini e alla zucca, non possiamo trascurare la salsiccia, conosciuta anche nel gergo popolare come “salciccia”. Questo insaccato di carne, tipico di molte regioni italiane e amato in tutto il mondo, è uno degli ingredienti più versatili della cucina italiana. Perfetta per arricchire piatti di ogni tipo, si presta a essere utilizzata in torte salate, sformati, sughi corposi per la pasta o come secondo piatto, abbinata a polenta e fagioli.

Per completare il nostro piatto, non può mancare un buon calice di vino, un accompagnamento che può trasformarsi nell’ospite d’onore di una tavola, ma solo se scelto con cura e di ottima qualità.

La scelta del vino giusto è essenziale per esaltare i sapori e le note aromatiche del piatto, rendendo l’esperienza culinaria ancora più appagante. Il vino ha sempre avuto un ruolo di spicco sulle tavole di tutto il mondo, incarnando tradizione, cultura ed eleganza. Cibo e vino sono due eccellenze che si completano a vicenda, creando un’armonia perfetta e una sensazione di piacere al palato.

Abbinare il vino a un determinato piatto è un’arte. È importante che il vino selezionato si sposi con le qualità organolettiche del piatto, valorizzandone le sfumature aromatiche e saporite, senza sovrastarle. Insieme, piatto e vino creano un’esperienza unica ed esaltante.

Non tutti i vini, però, sono uguali: la scelta deve essere accurata. Per il piatto di oggi, voglio proporvi il Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie di Dacastello Vini. Questo vino rosso corposo e strutturato è il compagno ideale per primi piatti di pasta fresca e secondi piatti a base di carne dal gusto deciso, come grigliate miste, costolette d’agnello, carne d’anatra o formaggi di media stagionatura.

Il Montepulciano d’Abruzzo “Annibale” Le Clivie è un vino rosso di grande struttura, originario della provincia di Chieti, situata tra il massiccio della Maiella e il Mar Adriatico. Il clima favorevole, il suolo calcareo-argilloso e un’attenta vinificazione contribuiscono a creare un vino complesso e avvolgente, con una trama tannica pronunciata ma armoniosa.

Secondo una leggenda riportata dallo storico greco-romano Polibio, il condottiero cartaginese Annibale faceva bere ai suoi soldati un vino prodotto in Abruzzo per rinvigorirli e curare le loro ferite.  Si narra addirittura che utilizzasse questo vino per lavare i suoi cavalli, affinché guarissero dalla scabbia.

Il Montepulciano d’Abruzzo è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso, che con l’invecchiamento tende al granato. Al palato, offre sapori di frutti rossi maturi, note speziate e una piacevole persistenza. Con una gradazione alcolica del 13,5%, si abbina perfettamente a piatti di carne rossa, selvaggina e formaggi stagionati. Il Montepulciano d’Abruzzo “Annibale” Le Clivie Dacastello Vini rappresenta l’essenza della tradizione vinicola abruzzese, unendo storia e qualità in ogni calice.

Dacastello Vini si distingue per la sua vasta gamma di vini, frutto della tradizione vinicola italiana, con una selezione ricca e diversificata che include oltre 100 tipologie di vini autoctoni italiani. Un vero patrimonio del gusto!

Con sede ad Alba, in Piemonte, Dacastello Vini Pregiati si distingue come un punto di riferimento per la valorizzazione delle realtà vinicole autoctone italiane, proponendo oltre 100 tipologie di vini che rappresentano l’eccellenza enologica del nostro Paese. La produzione si suddivide in quattro prestigiose linee:

  • Linea Dacastello, che racchiude le perle vinicole profondamente radicate nei territori italiani;
  • Linea Le Clivie, simbolo dell’eccellenza del vino italiano, con proposte di grande prestigio;
  • Linea Piccarda Donati, dedicata ai nobili capolavori toscani;
  • Linea Za Monaca, che celebra i vini dell’Irpinia, terra di rinomate denominazioni e vitigni di qualità.

Dacastello Vini si caratterizza come una realtà dinamica, innovativa e attenta al cliente, capace di distinguersi nel panorama vinicolo internazionale per la qualità eccellente dei suoi vini e per la cura artigianale dedicata a ogni prodotto. L’azienda rappresenta un fondamentale punto di incontro tra le tradizioni vinicole italiane e i mercati internazionali, grazie alla creazione di collezioni diversificate e alla loro distribuzione su vasta scala.

Presente non solo in Italia, ma anche in Europa, negli Stati Uniti, in Centro America e nel Nord Africa, Dacastello Vini è sinonimo di grandi vini e grandi etichette. Con professionalità e competenza, l’azienda soddisfa ogni esigenza dei suoi clienti, offrendo vini di alta qualità accessibili a tutti.

Ma adesso passiamo alla nostra ricetta! Ecco cosa ci occorre per preparare i nostri Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Zucca, Salsiccia e Porcini, da servire con un calice di Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie firmato Dacastello Vini:

Ingredienti per gli gnocchi:

  • 1 kg di patate vecchie
  • 300 grammi di farina
  • 1 uovo
  • sale

Serviranno inoltre:

  • 200 grammi di salsiccia
  • 200 grammi di funghi porcini secchi
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • olio evo
  • prezzemolo fresco tritato finemente

Ingredienti per la crema di Zucca:

  • 400 grammi di Zucca  Sicilia Agrumi
  •  2  Patate
  • 1 cipollotto
  • brodo vegetale q.b.
  • sale
  • olio evo

Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Zucca Salsiccia e Porcini da Servire con Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie Dacastello Vini: Ricetta

Iniziamo lavando accuratamente la zucca, rimuovendo eventuali tracce di terra con uno spazzolino. Una volta pulita, tagliamola a metà e, con un cucchiaio, eliminiamo i semi e i filamenti. Un consiglio: non buttiamo i semi, possono diventare uno snack sfizioso se li tostiamo in forno e poi li saliamo. Proseguiamo tagliando la zucca in quarti, rimuoviamo la scorza e la riduciamo a cubetti.

Per preparare la crema di zucca, tritiamo il cipollotto e facciamolo appassire in padella con un filo d’olio. Uniamo le patate e la zucca a dadini, facciamo insaporire per qualche minuto, quindi aggiungiamo un mestolo di brodo e portiamo a cottura. Una volta cotte le verdure, frulliamo il tutto con un frullatore a immersione e aggiustiamo di sale.

In una padella mettiamo uno spicchio d’aglio, un filo d’olio extravergine di oliva e i funghi porcini rinvenuti in acqua calda (come indicato precedentemente), cuocendoli per 5-6 minuti. Aggiustiamo di sale e completiamo con un trito di prezzemolo fresco.

In una padella antiaderente, sbricioliamo la salsiccia e facciamola dorare. Quando sarà ben rosolata, sfumiamo con un quarto di bicchiere di vino bianco e lasciamo evaporare.

In una pentola capiente, portiamo a bollore abbondante acqua salata e lessiamo le patate. Una volta cotte, le scoliamo, le sbucciamo e le passiamo al setaccio. Trasferiamo la purea di patate su una spianatoia, creando un incavo al centro dove metteremo l’uovo e il sale. Aggiungiamo la farina e impastiamo fino a ottenere un panetto liscio e omogeneo.

Preleviamo un pezzetto di pasta alla volta e, con le mani, formiamo dei rotolini di circa 1 cm di diametro. Tagliamo quindi i rotolini in piccoli pezzetti e li passiamo sulla grattugia infarinata.

Portiamo nuovamente a bollore una pentola con abbondante acqua salata. Quando l’acqua è in ebollizione, tuffiamo gli gnocchi e li scoliamo non appena vengono a galla. Li trasferiamo quindi nella padella con la salsiccia, aggiungiamo i funghi e la crema di zucca, mescolando con cura.

Distribuiamo gli gnocchi nei piatti e serviamo con un calice di Montepulciano d’Abruzzo Annibale Le Clivie. Ecco pronto il nostro piatto, un’esperienza di sapori avvolgenti e autentici, ideale da gustare in compagnia.

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia


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