Gnocchi di Patate Ripieni al Gorgonzola Fatti in casa conditi con Burro e Noci da Servire con Piera Dolza Torchiato di Fregona

Gli gnocchi di patate ripieni al gorgonzola fatti in casa, conditi con burro e noci e accompagnati da un calice di Piera Dolza Torchiato di Fregona, sono una vera coccola per il palato. Un primo piatto dal gusto intenso, che esalta la bontà delle ricette semplici e genuine.

L’impasto classico a base di patate, farina e uova si trasforma in una versione ancora più golosa: gli gnocchi ripieni, un grande protagonista della cucina degli anni ’80, periodo di grandi cambiamenti anche nel mondo gastronomico, con piatti che ancora oggi conservano un posto speciale nei nostri ricordi. Questa ricetta è una delle varianti più gustose dei classici gnocchi di patate, un pilastro della cucina italiana e casalinga, amato da Nord a Sud. Un primo piatto dal sapore deciso, capace di combinare i profumi della terra in un equilibrio perfetto tra delicatezza e carattere.

La dolcezza delle patate si sposa con il sapore inconfondibile del gorgonzola, il re dei formaggi erborinati, realizzato con latte intero e caratterizzato da una consistenza cremosa e un gusto sapido e deciso. A rendere il tutto ancora più speciale è il condimento: burro fuso e noci croccanti, una combinazione semplice ma irresistibile, che dona al piatto un tocco gourmet. Gli gnocchi hanno origini antiche e, nel corso dei secoli, sono stati preparati con farine diverse: di riso, semola, pane raffermo o verdure di stagione. Oggi, quelli a base di patate restano tra i più amati, preparati con un impasto soffice che può essere personalizzato con farine integrali, d’avena o purea di verdure come zucca, zucchine, carote e spinaci.

Pur essendo una ricetta semplice, gli gnocchi di patate racchiudono tutto il calore della cucina casalinga. Sono un trait d’union tra Nord e Sud, tra le tavole più umili e quelle dei ristoranti stellati. Amati da grandi e piccini, evocano ricordi d’infanzia e momenti di condivisione. Chi non ricorda gli gnocchi fatti in casa dalle nostre nonne? Sono uno dei piatti più iconici della tradizione italiana e mondiale, apprezzati per la loro semplicità: patate, farina, uova e sale si trasformano in un piccolo capolavoro di bontà! Morbidi, rigati con la forchetta o modellati a mano, hanno radici antichissime e rappresentano probabilmente la prima forma di pasta mai creata dall’uomo, nata dall’incontro perfetto tra farina e acqua. Un piatto che continua a conquistare, in ogni sua variante!

Le prime tracce documentate degli gnocchi risalgono al Rinascimento, grazie a Cristoforo Messisburgo e Bartolomeo Scappi, due tra i cuochi più illustri dell’epoca. Già allora avevano una forma simile a quella attuale, con le caratteristiche rigature ottenute facendo scivolare l’impasto sul rovescio della grattugia. Venivano preparati con farina, pangrattato, uova e acqua e conditi con uno dei sughi più diffusi del tempo: burro, formaggio, zucchero e spezie.

Gli gnocchi di patate, invece, compaiono solo dopo l’arrivo delle patate in Europa, importate dall’America. Questo tubero si diffuse in Italia in un periodo di grande carestia e divenne subito un alimento prezioso per le classi più povere, spesso utilizzato come sostituto del pane. Fu proprio allora che si iniziò a mescolare le patate alla farina, dando origine agli gnocchi come li conosciamo oggi.

Prepararli in casa è semplice, basta seguire qualche accorgimento. Certo, oggi il mercato offre una vasta scelta di gnocchi già pronti, ma per quanto possano essere buoni, non reggono il confronto con quelli fatti in casa, sia per gusto che per consistenza. Il segreto? Scegliere le patate giuste. È una scelta soggettiva, ma le nostre nonne, esperte cuoche, prediligevano le patate a pasta bianca, ideali anche secondo molti chef, soprattutto quelle di montagna. Queste patate sono farinose, ricche di amido e contengono meno acqua, il che permette di utilizzare meno farina nell’impasto, rendendo gli gnocchi morbidi ma compatti.

Le patate vanno lessate con la buccia, ma attenzione: uno degli errori più comuni è cuocerle troppo, perché l’acqua penetrerebbe nelle fibre, rendendole troppo umide e costringendo ad aggiungere troppa farina, con il rischio di ottenere gnocchi duri anziché soffici. Un altro errore da evitare è impastare le patate quando sono ancora calde: dopo la bollitura, vanno schiacciate e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Una volta pronti, gli gnocchi vanno cotti subito con una cottura breve: appena salgono a galla, vanno scolati con una schiumarola e conditi immediatamente.

È affascinante pensare a come gli gnocchi, nel tempo, abbiano dato vita a una straordinaria varietà di preparazioni, realizzate con diversi tipi di farina o con patate, tagliati in piccoli pezzi e conditi con salse di ogni genere. Pochi ingredienti per un piatto sempre amato da tutti, grandi e piccini. In ogni regione d’Italia esistono numerose varianti di gnocchi, ognuna con caratteristiche uniche che li differenziano dal classico gnocco di patate per ingredienti, forma, colore, nome, sapore e condimenti. E a renderli ancora più speciali, c’è un’infinità di sughi, sia della tradizione che frutto della fantasia!

Tra le diverse tipologie di gnocchi apprezzate in Italia troviamo quelli a base di pane. Tra tutti spiccano i canederli, conosciuti anche con il nome di Knödel, grandi gnocchi di pane raffermo arricchiti con dadini di speck, cotti in brodo e serviti con burro fuso aromatizzato alla salvia. Questo piatto è un caposaldo della cucina trentina e altoatesina, nato come ricetta di recupero per evitare sprechi e riutilizzare il pane vecchio, che viene tagliato a cubetti e ammorbidito con latte. Il risultato è uno gnocco compatto ma morbido, arricchito con speck o pancetta affumicata e, talvolta, con un cuore di formaggio. Esistono numerose varianti, che prevedono l’aggiunta di ortica, cavolo nero, verza, spinaci o erba cipollina.

Non manca una versione dolce di questo piatto tipico del Sudtirolo, in particolare dell’Alto Adige: i canederli dolci, perfetti come dessert di fine pasto o da accompagnare a una tazza di caffè nei freddi pomeriggi invernali.

Un’altra tipologia di gnocchi di recupero a base di pane sono gli gnocchi di pane alla triestina, un piatto povero della tradizione contadina preparato con pane vecchio, uova, formaggio e spezie. Ci sono poi gli gnocchi di pane bresciani, arricchiti con mortadella, prezzemolo e noce moscata, e altre varianti con ricotta, spinaci o altre verdure di stagione.

Nella ricca e variegata tradizione gastronomica italiana troviamo anche gli gnocchi alla romana, un grande classico della cucina laziale. Conosciuti anche come “gnocchi di semolino”, si differenziano dai classici gnocchi perché vengono preparati senza farina e senza patate, ma con semolino, latte, uova, burro e Parmigiano grattugiato. Hanno una caratteristica forma rotonda, simile a piccoli dischi, e vengono passati in forno con burro e Parmigiano, fino a formare una deliziosa crosticina dorata e croccante.

Nel nostro viaggio alla scoperta delle diverse tipologie di gnocchi, non possiamo non citare un classico della cucina piemontese: i ravioles della Val Varaita, conosciuti anche come “ravioles de Melle”. Questi gnocchi di patate vengono impastati con tomino di Melle, una tipica formaggetta fresca o stagionata, e conditi con burro fuso. Si distinguono per la loro forma affusolata e una lunghezza che varia dai 3 ai 5 centimetri.

Anche i tradizionali gnocchi di patate si prestano a molte varianti in termini di forma, dimensioni e metodi di cottura. Tra le versioni più golose troviamo gli gnocchi ripieni, di forma rotonda e abbastanza grandi, con un cuore filante di formaggio. Le varianti sono tante: gorgonzola, pomodoro e mozzarella, speck e brie, ricotta e spinaci, prosciutto e formaggio, ognuna con il suo carattere unico e irresistibile.

Un’altra tipologia di gnocchi sono le chicche di patate, realizzate con il classico impasto degli gnocchi ma di dimensioni ridotte, appena superiori a 1 centimetro, e prive della caratteristica rigatura. Esistono anche le chicche tricolore, sempre di piccole dimensioni, arricchite nell’impasto con pomodoro e spinaci, per un tocco di colore e sapore in più.

E se gli gnocchi sono un piatto simbolo della nostra cultura gastronomica, non sono certo meno apprezzati nel resto d’Europa e del mondo. In Francia, per esempio, troviamo gli “gnocchi alla parigina”, preparati con un impasto diverso dal nostro, senza patate, ma a base di pasta choux, che dona loro una consistenza soffice e delicata.

Spostandoci in Argentina, Paraguay e Uruguay, se ordiniamo un piatto di gnocchi al ristorante, ci porteranno gli ñoquis, un piatto simbolo della tradizione locale, consumato per consuetudine il 29 di ogni mese.

In Giappone, invece, gli gnocchi si discostano completamente dalle nostre preparazioni e prendono il nome di dango. Sono realizzati con farina di riso e riso glutinoso, hanno una consistenza gommosa e si possono trovare in diverse varianti, tra cui i kabocha dango, a base di zucca, conditi con salsa di soia, cipolle verdi e semi di sesamo.

In Polonia, invece, troviamo i kopytka, il cui nome significa letteralmente “piccoli zoccoli”, in riferimento alla loro forma romboidale, che ricorda proprio lo zoccolo di un cavallo.

E se ci sarebbe ancora molto da dire sul vasto e affascinante mondo degli gnocchi, vale la pena soffermarsi anche su uno degli ingredienti più iconici dei nostri gnocchi ripieni: il gorgonzola, un formaggio dalle origini antiche. Le prime tracce storiche risalgono all’anno 879, e il suo nome deriva dalla città di Gorgonzola, dove si ritiene abbia avuto origine.

Questo formaggio, tra i prodotti enogastronomici più rappresentativi dell’Italia, si distingue per il suo profumo inconfondibile, la consistenza cremosa e le tipiche venature verdi, dovute al naturale sviluppo delle muffe che lo rendono unico e inimitabile.

Il gorgonzola è un formaggio a pasta cruda, con una crosta ruvida dalla colorazione tendente al rossastro. Ne esistono due varianti: dolce e piccante.

Per ottenere un piatto eccellente, è fondamentale scegliere ingredienti di qualità, compresi i condimenti, che possono esaltare al meglio il sapore degli gnocchi fatti in casa.

Tra i condinenti più semplici e allo stesso tempo tra gli ingredienti fondamentali della nostra ricetta troviamo il burro, un latticino ottenuto dal grasso naturale del latte. La panna o la crema di latte vengono sbattute a lungo fino a separare la parte grassa da quella liquida, chiamata latticello. Successivamente, il burro viene sciacquato, impastato e modellato nella sua classica forma a panetto.

Per produrre il burro è necessaria una grande quantità di latte, principalmente vaccino, e la sua resa è relativamente bassa. In commercio esistono diverse tipologie di burro, che si distinguono principalmente per il contenuto di grassi.

Semplice ma delizioso, il burro è uno dei primi derivati del latte ad essere stati prodotti, con origini storiche che risalgono al 1500. Inizialmente utilizzato dagli Indiani, divenne di uso comune tra Romani, Greci e Arabi. In passato, oltre che come alimento, veniva impiegato per alimentare le lampade, come prodotto per acconciature – soprattutto dai Romani – e persino come rimedio per la pelle.

E per esaltare al meglio il nostro piatto, non può mancare un buon calice di vino, che, se di qualità, diventa il vero ospite d’onore a tavola.

Scegliere il giusto vino in abbinamento è essenziale per valorizzare sapori e aromi, arricchendo l’esperienza culinaria e rendendola ancora più appagante. Il vino ha sempre avuto un ruolo d’eccellenza sulle tavole di tutto il mondo, rappresentando tradizione, cultura ed eleganza. Cibo e vino, due eccellenze che si completano a vicenda, creando un’armonia perfetta che delizia il palato.

La scelta del vino per un determinato piatto è cruciale: deve creare un equilibrio tra le caratteristiche organolettiche della pietanza e le note aromatiche del vino stesso. Un abbinamento ben riuscito esalterà sapori e profumi, rendendo ogni boccone un’esperienza unica.

Perché insieme, piatto e vino, creano un’esperienza culinaria unica ed esaltante per il palato. Abbinare il vino al cibo richiede la conoscenza di alcuni principi di base, ma anche una buona dose di sperimentazione e passione.

Per il nostro piatto di oggi, ho il piacere di presentarvi il Piera Dolza Torchiato di Fregona, imbottigliato dalla Cantina Produttori Fregona. Questo vino nasce dall’impegno di sette produttori storici del Consorzio Torchiato di Fregona, che hanno dato vita alla Cantina Produttori Fregona s.c.a. con l’obiettivo di valorizzare questa eccellenza, portando il suo nome e la sua tradizione sia a livello nazionale che internazionale.

La produzione del Torchiato di Fregona segue un’antica tradizione, rispettando il naturale susseguirsi delle stagioni e il particolare microclima della zona, senza interventi chimici.

La leggenda racconta che nel 1600, a causa di una gelata improvvisa, un vignaiolo fu costretto a vendemmiare uva ancora acerba. Per non sprecarla, la lasciò ad appassire su graticci nel granaio. Con l’arrivo della primavera, l’uva si era trasformata: dolcissima ma indurita. Decise allora di torchiarla più volte e lasciò il mosto riposare in piccole botti. Dopo un anno, al primo assaggio, capì di aver creato un vino straordinario: così nacque il Torchiato di Fregona.

Il Piera Dolza Torchiato di Fregona è un’eccellenza tra i vini passiti italiani, un vino autoctono di Treviso, prodotto a Fregona, un piccolo paese ai piedi delle Prealpi.

Si tratta di un grande vino da meditazione, ideale a fine pasto, perfetto in abbinamento a pasticceria secca, formaggi stagionati o erborinati e persino al foie gras. La sua produzione segue un rigido protocollo che esclude l’utilizzo di interventi chimici, garantendo un vino naturale e autentico.

Questo passito dolce e vellutato si distingue per il suo equilibrio e freschezza, con note olfattive intense di frutta matura, appassita e disidratata, sentori di albicocca, uva passa, frutta secca, fichi, agrumi e spezie, con un tocco delicato di vaniglia.

Secondo le regole classiche, un vino dolce, come un passito o uno spumante dolce, viene generalmente abbinato a un dessert. Tuttavia, al di là delle convenzioni, c’è un aspetto che non va mai ignorato: il gusto personale.

Alla fine, il vino migliore è quello che rispecchia le nostre preferenze e che riesce a esaltare ancora di più il piatto. Sperimentare è parte del piacere, e non esistono regole fisse: la scelta tra un vino dolce o secco dipende dalle emozioni e dalle sensazioni che vogliamo condividere a tavola.

L’abbinamento tra vino passito e gnocchi di patate ripieni di gorgonzola potrebbe sembrare insolito, ma in realtà è una combinazione sorprendente e perfettamente equilibrata. Il gorgonzola, con il suo sapore intenso, sapido e leggermente piccante, trova un ideale contrasto nella dolcezza avvolgente del passito. Questo bilanciamento di sapori crea un’armonia unica che conquista il palato, mostrando come anche le scelte più inusuali possano regalare esperienze gustative indimenticabili.

Gli gnocchi di patate hanno una consistenza morbida e cremosa grazie al cuore filante del formaggio, mentre il vino passito, con la sua struttura vellutata e rotonda, amplifica questa sensazione, regalando un’esperienza gustativa ricca e appagante. Inoltre, il Torchiato di Fregona presenta note di frutta secca, miele e spezie, che si sposano alla perfezione con le sfumature aromatiche del gorgonzola, esaltandone la complessità senza sovrastarlo.

Sia il vino passito che il gorgonzola hanno una lunga persistenza aromatica, e il sorso dolce e aromatico del vino prolunga la sensazione di pienezza e gusto, lasciando un finale equilibrato e raffinato. Se siete alla ricerca di un abbinamento fuori dagli schemi ma assolutamente delizioso e intrigante, il connubio tra vino passito e gnocchi di patate ripieni di gorgonzola è una scelta che stupisce e conquista, perfetta per chi ama sperimentare e vuole scoprire nuove armonie di sapori.

Se questo abbinamento vi ha incuriosito, non c’è modo migliore per provarlo che con il Piera Dolza Torchiato di Fregona. Potete acquistarlo comodamente sul loro shop online o trovarlo nelle migliori enoteche. Un vino eccezionale che arricchirà i vostri piatti e renderà ogni occasione ancora più speciale. Non perdete l’opportunità di assaporare un vero capolavoro del territorio trevigiano.

Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare i nostri Gnocchi di Patate Ripieni al Gorgonzola Fatti in casa conditi con Burro e Noci da Servire con Piera Dolza Torchiato di Fregona:

Ingredienti per gli gnocchi:

  • 1 kg di patate vecchie
  • 300 grammi di farina
  • 1 uovo
  • sale

Ingredienti per il ripieno:

  • 200 grammi di gorgonzola dolce

Per il condimento:

  • 100 grammi di burro
  • 100 grammi di Grana Padano DOP grattugiato
  • 40 grammi di noci
  • salvia

Da Servire con:

  • Piera Dolza Torchiato di Fregona Imbottigliato da Cantina Produttori Fregona

Gnocchi di Patate Ripieni al Gorgonzola Fatti in casa conditi con Burro e Noci da Servire con Piera Dolza Torchiato di Fregona: Ricetta

In una pentola capiente, portiamo a bollore abbondante acqua e mettiamo le patate a lessare. Quando sono cotte, le scoliamo, le sbucciamo e le passiamo al setaccio.

Una volta raffreddata, disponiamo la purea di patate sulla spianatoia, creando un incavo al centro dove inseriamo l’uovo e il sale. Aggiungiamo la farina e impastiamo fino a ottenere un panetto omogeneo e liscio.

Prendiamo un pezzetto di pasta alla volta e, con le mani, formiamo dei rotolini di circa 1 cm di diametro. Con un coltello tagliamo dei pezzetti di pasta e facciamo un piccolo buco al centro, dove inseriamo un pezzettino di gorgonzola. Chiudiamo bene gli gnocchi e diamo loro la forma di pallina.

Man mano disponiamo gli gnocchi su un canovaccio da cucina infarinato.

Per il condimento, in una padella, facciamo sciogliere il burro insieme alle foglioline di salvia e al Grana Padano grattugiato.

Quando tutti gli gnocchi sono pronti, tuffiamoli in una pentola con acqua bollente salata. Appena affiorano in superficie, scoliamoli e trasferiamoli nella padella con il burro. Aggiungiamo le noci tritate a coltello e mantechiamo delicatamente.

Serviamo i Gnocchi di Patate Ripieni al Gorgonzola Fatti in Casa, conditi con burro e noci, ancora caldi, accompagnati da un calice di Piera Dolza Torchiato di Fregona.

Inizia a navigare sul mio blog per leggere tutte le ricette che ho scritto, cliccando qui 

Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia


Si informano i lettori che in questo articolo potrebbero essere presenti link di affiliazione su cui si ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi.

Ti è piaciuta questa ricetta? Dalle un voto!

Name
Comment