Gli Gnocchi di Patate con Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà dell’Azienda Agricola Falavigna Remo, accompagnati da Salsa di Barbabietole su Crema di Pecorino, sono una proposta semplice e genuina, perfetta come primo piatto sano e nutriente. Questa versione gluten free è adatta a tutta la famiglia, anche a chi ha bisogno di un’alimentazione priva di glutine. Il piatto racchiude il comfort della cucina casalinga, amata da tutti per la sua familiarità e bontà: gli gnocchi. La salsa di barbabietole, arricchita con cipolla e salvia, regala un’esplosione di sapori, con una leggera e dolciastra nota che si armonizza alla perfezione con la crema di pecorino. I due sapori si intrecciano splendidamente, con il gusto piccante e sapido del pecorino che si sposa magnificamente con la barbabietola, creando un equilibrio unico.
Un primo piatto cremoso e avvolgente, ideale per riscaldare corpo e anima durante l’inverno. In questi mesi più freddi dell’anno, quando il gelo e la neve la fanno da padroni, i primi piatti ricchi e saporiti della nostra tradizione culinaria sono sempre una scelta vincente. Sono la coccola che mette d’accordo tutti a tavola. I piatti tipici italiani per l’inverno sono tanti e vari, specialità che spaziano dal nord al sud, capaci di nutrire e portare calore nelle giornate più gelide. La nostra tradizione culinaria è apprezzata in tutto il mondo, e quando si parla di “buon cibo”, si parla inevitabilmente di Italia, con piatti semplici ma straordinari, che si distinguono per l’uso di ingredienti freschi e stagionali, diversi da regione a regione e da stagione a stagione. Preparazioni rustiche e contadine, alla portata di tutti, che valorizzano al massimo i prodotti del territorio. È una cucina variegata, che spazia dai primi piatti come pasta, risotti, gnocchi e lasagne, ai secondi di carne e pesce, senza dimenticare focacce e pizza.
I piatti della tradizione non sono solo ricette deliziose, ma veri e propri racconti del nostro passato. Ogni piatto è un intreccio di cultura, identità e storia. In particolare, i piatti invernali uniscono semplicità e sapori genuini, portando un raggio di sole nelle giornate più fredde e grigie. Con i loro colori vivaci e i sapori intensi, sono perfetti per affrontare il freddo e coccolare il palato con gusto. Tra le ricette più amate della stagione non possono mancare zuppe, minestre, vellutate e primi piatti come pasta e gnocchi. E la ricetta di oggi è proprio a base di gnocchi fatti in casa, una versione alternativa e salutare rispetto ai classici gnocchi di patate; un piatto che è un vero piacere per il palato, con un impatto visivo sorprendente grazie ai contrasti di colore. È anche un modo creativo per far apprezzare le verdure ai nostri bambini. I suoi colori, che richiamano l’estate, porteranno un po’ di sole sulle nostre tavole.
Quando parliamo di gnocchi, ci riferiamo a un piatto universalmente amato, declinato in mille varianti grazie alla creatività della cucina moderna. In Italia, persino un detto popolare, “giovedì gnocchi”, risalente alla metà dell’Ottocento, testimonia la sua popolarità ed è parte integrante della cultura gastronomica italiana, diffondendosi da nord a sud.
Gli gnocchi hanno origini antichissime, risalenti al Rinascimento, quando nei banchetti lombardi venivano preparati con mollica di pane, latte e mandorle, noti come “Zanzarelli”. Potevano essere colorati con erbe, carote o zafferano. Nel 1600, questi si evolsero nei “Malfatti”, realizzati con farina, acqua e uova. I primi gnocchi di patate comparvero in Campania nel 1600.
Questa affascinante storia ci porta oggi a una vasta gamma di gnocchi, preparati con diverse farine, polenta, verdure e patate, tagliati in piccoli pezzi di impasto, bolliti e conditi con salse di vario genere.
La ricetta di oggi prevede una classica base di patate lessate e ridotte in purea, con l’aggiunta di farina di riso al posto della tradizionale farina di grano. Possiamo scegliere una farina di riso a macinatura più o meno fine, integrale o bianca. Per questa ricetta, utilizzerò la Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà dell’Azienda Agricola Falavigna Remo. Questi gnocchi sono facili da preparare, per un primo piatto goloso che possiamo condire in vari modi, come i classici gnocchi di patate: semplicemente con burro e salvia, sugo al pomodoro o ai funghi, ragù classico o di verdure, ai formaggi… senza limiti alla fantasia!
Oggi utilizzeremo come condimento un sugo a base di barbabietole, un ortaggio conosciuto in Italia come barbabietola rossa, ma anche “bietola da orto”, “bietola rossa” o “rapa rossa”, dal nome scientifico “Beta Vulgaris”. Appartiene alla famiglia delle Chenopodacee, la stessa della bietola e dello spinacio. Originario della zona del Mediterraneo, in particolare nella parte settentrionale d’Europa, in Italia viene coltivato dalla fine del XVII secolo, soprattutto nelle provincie di Ferrara, Ravenna e Mantova, e nella Pianura Padana. In Veneto, è particolarmente apprezzata la coltivazione della Barbabietola di Chioggia, conosciuta anche come “erbetta del Doge”, una verdura tipica delle stagioni primaverile e autunnale, quando le temperature sono miti. Questa barbabietola si caratterizza per la sua pasta bianca con anelli rosso intensi. Viene gustata sia cruda, affettata sottile o grattugiata, condita con una semplice vinaigrette di olio, succo di limone e sale, sia bollita, saltata in padella, cotta al forno o sotto la cenere.
Oggi la sua coltivazione si estende in tutta Europa, ed è utilizzata fin dai tempi remoti. Già gli antichi Greci e Romani la utilizzavano sia come fonte di nutrimento che per scopi medicinali, grazie al suo alto contenuto di ferro. Viene anche impiegata come colorante naturale nell’industria alimentare. Un ortaggio spesso sottovalutato in cucina, ma che meriterebbe di essere rivalutato, poiché tra le verdure più nutrienti e versatili, tanto da essere considerato un vero “superfood” per gli innumerevoli benefici nutrizionali che apporta. La sua vivace colorazione, con una tonalità rosso violaceo, è dovuta alla presenza delle “betalaine”.
Le barbabietole sono una fonte preziosa di vitamine, tra cui spiccano quelle del gruppo A, B e C, e sali minerali come ferro, potassio, magnesio e fosforo. Contengono una buona quantità di acqua, poche calorie e una quantità significativa di fibra alimentare, rendendole un ingrediente utile per depurarsi. Hanno anche proprietà digestive, sono rimineralizzanti e ricostituenti. Una delle caratteristiche distintive delle barbabietole è la presenza delle “betalaine”, sostanze antiossidanti che aiutano a neutralizzare i radicali liberi. Questo conferisce all’ortaggio proprietà antinfiammatorie e lo rende utile per proteggere le cellule dallo stress ossidativo. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che le barbabietole sono un valido supporto per la salute cardiaca, poiché aiutano a ridurre la pressione sanguigna.
Un altro ingrediente presente nella nostra ricetta è il pecorino, che vi propongo in versione crema, una preparazione versatile ideale per arricchire qualsiasi piatto: dalla pasta alle insalate, aggiungendo un tocco di gusto esclusivo e raffinato a ogni preparazione.
Quando parliamo di pecorino, spesso tendiamo a considerarli tutti uguali, ma in realtà ogni regione italiana vanta il proprio pecorino, unico per sapore e tradizione. Ben otto tipi di pecorino hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta) dalla Comunità Europea: Pecorino Romano, Toscano, di Filiano, Sardo, Crotonese, di Picinisco, Siciliano e delle Balze Volterrane.
Nonostante condividano il nome, questi formaggi sono molto diversi tra loro, sia per sapore che per apporto calorico. Ma c’è una cosa che li accomuna: sono tutti incredibilmente buoni!
Il pecorino è un formaggio dal sapore inconfondibile, tra i più antichi del mondo e il più esportato dal nostro paese, ingrediente fondamentale in molti piatti della tradizione.
La sua storia è così antica che persino Omero lo cita nell’Odissea: il ciclope Polifemo, figlio di Poseidone e della ninfa Toosa, produceva formaggio di pecora nella sua grotta, dove Ulisse e i suoi compagni si rifugiarono, trovandovi varie forme di formaggio.
Secondo recenti scavi in Sicilia, già 6.000 anni fa, durante l’Età del Rame, gli abitanti dell’isola consumavano latte e producevano formaggi. Analizzando i reperti trovati, è emerso che realizzavano due tipi di formaggi: la ricotta e una sorta di pecorino non stagionato.
Il pecorino è molto più di un semplice formaggio: rappresenta la storia della tradizione casearia italiana. Prodotto in tutta Italia, si distingue per le diverse tecniche di produzione, dimensioni, stagionatura e caratteristiche organolettiche, dando vita a sapori unici che raccontano le tradizioni locali. Che sia Romano, Toscano, Sardo o Siciliano, ogni pecorino ha un’identità inconfondibile, simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana.
Non è solo un formaggio da tavola, ma un protagonista versatile e insostituibile in cucina. Perfetto se stagionato per arricchire sughi e salse, ideale grattugiato per esaltare carne o verdure. Cosa sarebbero l’Amatriciana, la Carbonara o la Cacio e Pepe senza il pecorino? Molti piatti della tradizione – e non solo – devono a questo formaggio il loro inconfondibile sapore. È delizioso accompagnato da confetture di frutta, grattugiato sui primi piatti, per arricchire insalate o semplicemente gustato in purezza.
Il pecorino rappresenta un autentico tesoro di virtù ed è uno degli alimenti più importanti della nostra dieta mediterranea, accanto all’olio extravergine d’oliva, al miele e al vino. Ricco di vitamine, proteine e grassi nobili, è una preziosa fonte di calcio e vitamina D, indispensabili per la salute di ossa e denti. Inoltre, contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario grazie allo zinco e offre vitamine, carboidrati e batteri probiotici utili per il nostro organismo.
Assoluta protagonista della nostra ricetta è la farina di riso, ottenuta dalla macinazione e lavorazione dei chicchi di riso (Oryza Sativa). In commercio possiamo trovarla in diverse versioni, come semola bianca di riso, semola integrale di riso, farina bianca di riso e farina integrale di riso. Essendo priva di glutine, è particolarmente adatta per chi soffre di intolleranza al grano o di celiachia. Il suo uso in cucina è molto versatile: è ideale nella preparazione di dolci soffici e leggeri, ma anche come addensante per zuppe, salse, besciamella e creme. La farina di riso è perfetta anche per la frittura, garantendo leggerezza e croccantezza, sia per infarinare verdure o pesce, sia per preparare pastelle, gallette, crackers e focacce.
Una particolarità interessante è che possiamo mantecare il risotto con la farina di riso, evitando così l’uso del burro. Basta sciogliere un cucchiaino (circa 20 grammi) di farina di riso in un po’ di acqua calda e aggiungerla al risotto a fine cottura, mescolando con attenzione. Nella cucina asiatica, la farina di riso è un ingrediente di grande rilievo, utilizzato in molte preparazioni sia dolci che salate, in particolare per gli gnocchi di riso, gli involtini primavera e i mochi, i tradizionali dolcetti giapponesi dalla forma tondeggiante, con una consistenza morbida e un sapore delicato. Generalmente bianchi, i mochi possono essere anche colorati con colorante alimentare.
La farina di riso è un alimento nutrizionalmente completo, con un elevato contenuto di amido, circa il 75%, e solo il 7% di proteine. Inoltre, fornisce lipidi, sali minerali come calcio, ferro, fosforo, zinco e potassio, vitamine e fibre. La farina di riso integrale, in particolare, è ricca di vitamine del gruppo B, come la B6, la B3, la B2, la B1, e della vitamina E.
Ogni 100 grammi di farina di riso apportano circa 360 calorie.
Il sapore della farina di riso varia a seconda che sia bianca o integrale: la versione bianca ha un sapore delicato, mentre quella integrale è più decisa, con un retrogusto leggermente tostato.
Anche se “farina di riso” può sembrare un termine generico, esistono diversi marchi sul mercato. Per questa ricetta, ho scelto la Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà, un prodotto al 100% italiano. Si tratta di una farina a media lavorazione, uno dei prodotti di punta dell’Azienda Agricola Falavigna Remo, una piccola azienda agricola a conduzione familiare situata nella Pianura Padana Veneta, con sede a Roncolevà, Trevenzuolo (Verona), a pochi chilometri dal comune di Isola della Scala.
L’azienda vanta 35 ettari di risaie certificate biologiche (fino al 2020) e produce due varietà di riso di altissima qualità: il Carnaroli e il Vialone Nano, noti per il loro sapore eccellente e la perfetta tenuta in cottura. Entrambe le varietà di riso sono disponibili in tre lavorazioni diverse: semilavorato, integrale e bianco. Oltre al riso, l’azienda produce anche deliziose gallette di riso e farina di riso.
Dal 2000 al 2020, l’azienda ha ottenuto la certificazione biologica. Tuttavia, da novembre 2020, a causa delle nuove normative ministeriali sulle rotazioni agricole, l’azienda ha deciso di non ottenere più la certificazione biologica, poiché sarebbe stata costretta a ridurre i campi coltivabili. Nonostante ciò, la qualità del prodotto non è mai venuta meno: la produzione è sempre di altissima qualità, scrupolosa e attenta, e i loro prodotti sono sani e genuini, garantiti da analisi multi-residuali sulle spighe e dal grande valore nutritivo.
In un precedente articolo, vi ho parlato dell’impegno culturale dell’azienda, in particolare del figlio del titolare, il signor Massimiliano Falavigna. Voglio ora riproporvi la lettura simpatica e coinvolgente da lui scritta: “De Rusticis: un saggio umoristico sul contadino moderno“.
Un saggio che si legge con piacere, scorrevole e scritto con toni leggeri e ironici, in cui viene esplorato il mondo del contadino: un universo unico, fatto di contraddizioni e stranezze. In questo mondo, si alternano una miriade di sentimenti, dalla gioia alla paura, dalla fiducia alla diffidenza, tutti legati alle sfide della vita moderna. Ed è proprio in questo contesto che il contadino trova la sua forza: radicato nella terra, ma con lo sguardo sempre rivolto al cielo.
Si tratta di una lettura simpatica e coinvolgente, che saprà farvi sorridere e accompagnarvi con leggerezza in un viaggio nella realtà contadina.
Se volete mangiare con gusto, nutrirvi con alimenti sani e genuini e portare a tavola il meglio della natura, vi consiglio di visitare la pagina ufficiale dell’azienda. Troverete anche il listino completo dei loro prodotti qui. Per ordinarli, basta inviare una mail a risocorteba@hotmail.it.
Non perdete l’occasione di gustare prodotti che celebrano la tradizione e la qualità italiana!
E ora, passiamo agli ingredienti necessari per preparare i nostri Gnocchi di Patate con Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà dell’Azienda Agricola Falavigna Remo, con Salsa di Barbabietole su Crema di Pecorino:
Ingredienti per gli gnocchi:
- 1 kg di patate vecchie
- 300 grammi di Farina di Riso Corte Bà – Azienda Agricola Falavigna Remo
- 1 uovo
- sale
Per la salsa di Barbabietola:
- 200 grammi di barbabietole rosse cotte
- 2 cipolle rosse di tropea
- 10 foglioline di salvia
- sale
- olio evo
Per la crema di pecorino:
- 30 grammi di burro
- 30 grammi di farina bianca 00
- 250 ml di latte fresco
- 130 grammi di Pecorino
Gnocchi di Patate con Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà dell’Azienda Agricola Falavigna Remo con Salsa di Barbabietole su Crema di Pecorino: Ricetta
In una pentola capiente, portiamo a bollore abbondante acqua salata e lessiamo le patate. Una volta cotte, le scoliamo, le sbucciamo e le passiamo al setaccio. Trasferiamo la purea di patate su una spianatoia, creando un incavo al centro dove metteremo l’uovo e il sale. Aggiungiamo la farina di riso e impastiamo fino a ottenere un panetto liscio e omogeneo.
Preleviamo piccoli pezzetti di impasto alla volta e, con le mani, formiamo dei rotolini di circa 1 cm di diametro. Tagliamo i rotolini in piccoli pezzetti e li passiamo sulla grattugia infarinata.
Passiamo ora alla preparazione della salsa di barbabietole: in una padella, mettiamo le cipolle rosse tagliate sottili, un filo di olio evo, le foglioline di salvia e cuociamo a fuoco dolce per circa dieci minuti. Aggiungiamo la barbabietola tagliata a pezzetti, saliamo e cuociamo per altri 10 minuti. Poi frulliamo il tutto. Se la salsa risultasse troppo densa, aggiungiamo qualche cucchiaio di brodo vegetale fino a ottenere una consistenza cremosa.
Passiamo ora alla crema di pecorino: in un pentolino, sciogliamo il burro a fuoco dolce. Aggiungiamo la farina setacciata e mescoliamo con cura, creando un roux liscio. Dopo un paio di minuti, versiamo a filo il latte caldo, continuando a mescolare per evitare grumi. Cuociamo fino a ottenere una crema leggermente densa.
Togliamo dal fuoco e uniamo il pecorino tagliato a cubetti. Mescoliamo fino a far sciogliere completamente il formaggio, ottenendo una crema vellutata e dal sapore intenso.
Portiamo nuovamente a bollore una pentola con abbondante acqua salata. Quando l’acqua è in ebollizione, tuffiamo gli gnocchi e li scoliamo non appena salgono a galla. Condiamoli con la salsa di barbabietole.
Sui piatti da portata, mettiamo alcuni cucchiai di crema di pecorino, adagiamo gli gnocchi conditi e serviamo.
I nostri Gnocchi di Patate con Farina di Riso da Agricoltura Sostenibile e Solidale della Corte Bà dell’Azienda Agricola Falavigna Remo, con Salsa di Barbabietole su Crema di Pecorino, sono pronti per essere gustati!
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio,
Patrizia