Le Frittelle di Carnevale con Crema Pasticcera e Crema allo Zabaione, servite con Spumante Asti DOCG Tosti1820, sono uno dei dolci simbolo di questa festa. Insieme a galani (noti anche come crostoli, chiacchiere o frappe) e castagnole, rappresentano una tradizione italiana e, in particolare, veneziana. Queste piccole palline di pasta lievitata sono autentiche delizie che conquistano il palato in tutte le loro varianti. E di varianti ne esistono davvero tante, una più golosa dell’altra!
La ricetta classica delle Fritoe Veneziane (o Fritoe Venesiane, in dialetto locale, pronunciate Fritoea) prevede soffici sfere dorate arricchite con pinoli e uvetta, profumate di Marsala e rigorosamente spolverate con abbondante zucchero a velo. Le versioni moderne includono ripieni di crema pasticcera, zabaione, cioccolato, crema al limone, pistacchio e altre golosità. Tuttavia, secondo i puristi della tradizione, la vera frittella veneziana è “sensa gnente”, ossia senza ripieno, da gustare intingendola in una ciotola di crema. Per la maggior parte delle persone, però, la frittella è irresistibile proprio perché ripiena!
I dolci fritti sono protagonisti del Carnevale e contribuiscono a portare in tavola il sapore della festa. Oltre a chiacchiere e castagnole, ci sono la cicerchiata, i ravioli dolci fritti e le sfrappole: nel tempo, ogni regione d’Italia ha sviluppato le proprie versioni di dolci carnevaleschi.
Molti di questi dolci condividono ingredienti e preparazioni simili, ma cambiano nome a seconda della regione. Ad esempio, le chiacchiere sono chiamate Frappe a Roma, Cenci e Sfrappole in Emilia-Romagna, Bugie in Piemonte e Liguria, Galani o Crostoli a Venezia. Le loro origini risalgono addirittura all’antica Roma: durante i Saturnali, l’equivalente del nostro Carnevale, venivano preparati i frictilia, dolcetti a base di farina e uova fritti nello strutto e offerti alla popolazione.
Le chiacchiere, come molti dolci tradizionali, sono legate a storie e leggende. Si dice, ad esempio, che il loro nome derivi da un episodio legato alla regina Margherita di Savoia, la stessa che ha dato il nome alla pizza Margherita. Durante una festa, mentre chiacchierava con i suoi ospiti, la sovrana chiese al cuoco di corte, Raffaele Esposito, di prepararle un dolcetto leggero e croccante.
Tra gli altri dolci tipici troviamo le castagnole, note anche come Favette in Liguria, Romagna, Marche, Abruzzo e Veneto, mentre in Umbria esiste una variante chiamata Strufoli di Carnevale. In Abruzzo ci sono i Bocconotti, ripieni di mandorle, cioccolato e mosto cotto. Gli Struffoli, molto simili alla Pignolata al miele, sono tipici di Calabria e Sicilia: piccole palline fritte ricoperte di miele. Simili alla pignolata sono i Cecamarini o Accecamariti, frittelle ciociare di Carnevale, piccole e soffici grazie all’aggiunta di latte nell’impasto, spolverate di zucchero semolato.
In questo viaggio virtuale tra i dolci fritti di Carnevale, troviamo le frittelle di mele, che in Alto Adige vengono chiamate Apfelkiechl. Sempre qui, si possono gustare anche i Faschingskrapfen, simili ai classici krapfen ma con una forma più appiattita e diversi tipi di ripieno.
Restando in tema di dolci a base di mele, spostiamoci in Lombardia, dove nel Carnevale Ambrosiano non possono mancare i Làciàditt. Questo termine dialettale significa “leccadito” e fa riferimento all’irresistibile bontà di queste frittelle, che spingono chi le mangia a leccarsi le dita per assaporarne ogni briciola.
In Sardegna, invece, il Carnevale profuma di zafferano con le Zeppole Sarde, dolci soffici dalla forma di ciambella o di spirale. In Piemonte, troviamo i Farciò o Friciò, frittelle simili alle castagnole ma più grandi e vuote all’interno, perfette per essere farcite con crema o altre golosità.
Se il Carnevale è la festa dei dolci fritti, non possiamo dimenticare alcune specialità tradizionali a forma di ciambella. Un esempio è il Berlingozzo, dolce tipico della Toscana, profumato di Vin Santo e sciroppo d’arancia. Le sue origini risalgono addirittura al 1400 ed è spesso decorato con piccoli confettini colorati. Sempre in Toscana troviamo la Schiacciata Fiorentina, originaria di Firenze ma diffusa in tutta la regione. Si tratta di una sofficissima torta aromatizzata all’arancia, dall’impasto simile al Pan di Spagna, caratterizzata dalla decorazione con il Giglio di Firenze.
Ma torniamo ora in Veneto, anche se ci sarebbe ancora tanto da raccontare sulle specialità dolci di Carnevale delle altre regioni. Qui, per tutta la durata della festa, si possono gustare i galani, le fritole, le castagnole, gli gnocchi dolci di Verona (un impasto classico a base di patate arricchito con uvetta, pinoli e vaniglia, in pratica i nostri gnocchi salati trasformati in versione dolce) e la smegiassa.
La smegiassa è una specialità originaria del Polesine, nata nella cucina contadina medievale. È un dolce ricchissimo, preparato con farina di mais, farina di grano, zucchero, miele, zucca arrostita, uvetta, fichi secchi, scorze d’arancia, grappa e acqua di cottura del musetto. La ricetta originale prevedeva anche l’aggiunta di sangue e ciccioli di maiale, oggi sostituiti dalle mele.
Ma torniamo alla nostra ricetta di oggi: le frittelle veneziane, le amatissime fritoe Venexiane, nate nella città lagunare nella seconda metà del ‘300. Venivano preparate e lavorate su grandi tavole di legno dai fritoleri, veri maestri della pasticceria e della vendita, che esponevano le frittelle appena cotte su piatti di peltro, attirando la clientela con gesti teatrali. Si riconoscevano facilmente: erano presenti in ogni angolo delle strade, indossavano un tradizionale grembiule bianco e tenevano sempre in mano un barattolo di zucchero per cospargere le frittelle appena sfornate.
Un’usanza curiosa dell’epoca era infilare le frittelle in un lungo spiedo, permettendo così di gustarle ancora calde senza scottarsi le dita. Nel 1600 venne istituita l’Associazione dei Fritoleri, che contava 70 membri e regolamentava la preparazione e la vendita di questi dolci nei baracchini di legno sparsi per le vie di Venezia. I fritoleri si riunivano presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Cannaregio, che nel XVIII secolo ospitò una delle logge massoniche più importanti dell’epoca, alla quale aderì anche Giacomo Casanova. Per esercitare questa professione, i membri dell’associazione dovevano rispettare rigide regole e tramandare il mestiere ai propri figli. Se ciò non avveniva, era il Gastaldo, capo della corporazione, a nominare un successore, che doveva comunque essere approvato dalla magistratura.
Nel XVIII secolo le frittelle veneziane furono proclamate Dolce Nazionale dello Stato Veneto.
Fino ad ora vi ho parlato dei dolci di Carnevale, ma è doveroso fare anche un rapido cenno al significato di questa festa e alle sue origini. Tra le celebrazioni più vivaci e gioiose, il Carnevale permette a grandi e piccini di divertirsi con scherzi, travestimenti e festeggiamenti colorati. Celebrato in tutto il mondo, è particolarmente sentito nei Paesi di tradizione cattolica, dove è caratterizzato da costumi originali, musica festosa, sfilate spettacolari e dall’opportunità per i bambini di vestire i panni dei loro personaggi preferiti, mentre gli adulti sfoggiano maschere tradizionali o abiti fantasiosi.
Dal Carnevale di Venezia, con le sue calli affollate di turisti, i sontuosi gala e le sfilate in Piazza San Marco, fino al Carnevale di Viareggio, uno dei più spettacolari d’Italia, dove i giganteschi carri allegorici sfilano lungo la passeggiata a mare. E ancora, il vibrante Carnevale di Rio de Janeiro, con le sue celebrazioni a ritmo di samba che attirano visitatori da ogni parte del mondo, considerato uno dei più belli e scenografici, o il Carnevale di Santa Cruz de Tenerife, secondo solo a quello di Rio per grandezza e spettacolarità.
Il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare, che significa “eliminare la carne”. Nella tradizione cattolica, questa festa rappresenta il periodo delle grandi abbuffate che precede la Quaresima, un tempo di digiuno e astinenza in ricordo dei 40 giorni trascorsi da Gesù nel deserto. Durante la Quaresima, infatti, il consumo di carne era vietato fino alla Santa Pasqua.
Per rendere più sopportabile questo lungo periodo di privazioni, la Chiesa istituì dieci giorni di festeggiamenti, in cui si poteva mangiare e bere senza restrizioni, godendosi ogni tipo di prelibatezza senza timore di peccare.
Le origini del Carnevale affondano nella notte dei tempi: una celebrazione che già gli antichi Egizi conoscevano, rendendo omaggio alla dea Iside. I Romani, invece, trovavano un richiamo nei Saturnali, mentre per i Greci la festa ricordava le Dionisiache, periodi in cui le gerarchie sociali venivano capovolte e regnava la libertà di scherzare, al punto che persino i servi potevano dare ordini ai loro padroni. Questo momento di festa e rinnovamento segnava la fine dell’anno e l’inizio di uno nuovo.
E come ogni festa che si rispetti, anche il Carnevale ha i suoi piatti simbolo, sia dolci che salati. Se i dolci non mancano mai, esistono anche tante specialità salate, diverse da regione a regione: dai Tagliolini Pierrot alle girandole gratinate al prosciutto, dalle lasagne di Carnevale con ragù napoletano alle frittelle di cipolla e alla polenta in carrozza… Un elenco infinito di bontà a cui è impossibile resistere in questo periodo di festa.
Il Carnevale è gioia, coriandoli e stelle filanti, il sorriso dei bambini nelle feste in maschera, le serate spensierate con gli amici, i dolci della tradizione… E durante la festa, vale ogni scherzo, tranne sbagliare la bevuta giusta per rendere ancora più speciale questo momento di convivialità.
Anche i dolci meritano di essere accompagnati da un grande vino. Non solo i primi piatti o i secondi di carne e pesce richiedono l’abbinamento perfetto: anche i dessert possono trasformarsi in un’esperienza gustativa unica e indimenticabile.
Una delle regole fondamentali nell’abbinamento vino-dessert è trovare il giusto equilibrio tra la dolcezza del dolce e quella del vino. In generale, il vino dovrebbe armonizzarsi con la dolcezza del dessert, senza necessariamente essere più dolce. Infatti, sebbene un vino dolce sia spesso l’abbinamento ideale, anche un vino secco o frizzante può rivelarsi perfetto, soprattutto se caratterizzato da una buona freschezza e una piacevole acidità, capaci di bilanciare la ricchezza del dolce e creare un contrasto equilibrato che esalta i sapori.
Anche in questo caso, il vino offre infinite possibilità di abbinamento, sia italiani che internazionali, mentre i dessert aprono un ventaglio di opzioni in cui il giusto calice sa esaltare ogni sfumatura di gusto.
Per accompagnare al meglio le nostre frittelle, vi propongo lo Spumante Asti DOCG Tosti1820, un vino dolce del Piemonte, espressione dell’eccellenza vinicola italiana. Prodotto dall’azienda Tosti1820, specialista delle bollicine italiane da oltre due secoli, nasce dal vitigno Moscato Bianco, coltivato in 51 comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.
Questo spumante si distingue per il suo inconfondibile aroma, il profumo fragrante e le delicate note balsamiche. Si presenta con un vivace colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli e al naso sprigiona sentori di fiori freschi, frutta matura e agrumi, regalando un’esperienza olfattiva particolarmente invitante. In bocca è vellutato, rotondo e avvolgente, con una piacevole dolcezza mai stucchevole. Grazie alla sua moderata gradazione alcolica, è perfetto per accompagnare con eleganza e raffinatezza ogni momento di convivialità, dagli aperitivi ai piatti leggeri e delicati.
Questo spumante ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui:
- 2022 Catavinum – Silver Medal
- 2021 THE DRINK BUSINESS SPARKLING MASTERS – GOLD MEDAL
- 2021 The Fifty Best – Silver Medal
- 2021 Catavinum – Silver Medal
- 2021 FALSTAFF – 91 PUNTI
- 2020 Catavinum Asti DOCG – Silver Medal
- 2019 IWC – Commended
- 2019 The Fifty Best Asti DOCG – Silver Medal
- 2019 Catavinum Asti DOCG – Silver Medal
- 2017 The Fifty Best Asti DOCG – Silver Medal
- 2016 Catavinum Asti DOCG – Silver Medal
Come tutti i vini dell’azienda Tosti1820, questo spumante è frutto di un’arte vinicola tramandata da ben otto generazioni. L’azienda, fondata dalla famiglia Bosca, ha scritto la sua storia da oltre due secoli nella splendida zona di Canelli, patrimonio UNESCO e culla del Moscato DOCG.
Un dettaglio unico che contraddistingue Tosti1820 è la sua iconica bottiglia con l’ombelico, l’unica al mondo con questa particolare forma. Per rendere ancora più incisivi i valori che da sempre contraddistinguono il brand, Tosti1820 ha scelto di arricchire il design della bottiglia, integrando la forma del vetro con il logo Tosti1820. Questo elemento, che si sviluppa in modo tridimensionale e tattile, si unisce all’iconico “ombelico” per creare un’esperienza visiva e sensoriale unica. Così, la bottiglia non è solo un contenitore, ma diventa un vero e proprio simbolo che racconta la lunga tradizione e l’autenticità dei prodotti Tosti1820, in modo distintivo e originale.
Se non avete ancora avuto il piacere di assaporare i loro vini, spumanti, aperitivi e liquori, vi invito a visitare il loro shop online. Sono certa che troverete il prodotto perfetto per ogni occasione e vi innamorerete della qualità e della passione che Tosti1820 mette in ogni bottiglia.
E ora vediamo cosa ci occorre per realizzare le nostre Frittelle di Carnevale con Crema Pasticcera e Crema allo Zabaione, da servire con Spumante Asti DOCG Tosti1820:
Ingredienti per le frittelle:
- 250 ml di acqua
- 160 grammi di farina bianca 00
- 3/4 uova
- 1/2 bicchierino di grappa o altro liquore a piacere
- sale
- 100 grammi di burro
- olio di semi per friggere q.b.
- zucchero a velo per decorare
Ingredienti per la crema pasticciera:
- 500 ml di latte
- 160 grammi di zucchero semolato
- 50 grammi di fecola
- 5 tuorli
- 1 limone buccia grattugiata
Ingredienti per la crema allo zabaione:
- 7 tuorli
- 200 grammi di zucchero semolato
- 300 ml di marsala
- 40 grammi di farina
Frittelle di Carnevale con Crema Pasticcera e Crema allo Zabaione da servire con Spumante Asti DOCG Tosti1820: Ricetta
Prepariamo le frittelle: in una pentola, versiamo 250 ml di acqua e 100 g di burro, portiamo sul fuoco e lasciamo bollire.
Quando l’acqua inizia a bollire, aggiungiamo la farina a pioggia, mescolando continuamente fino a ottenere una palla compatta. Continuiamo la cottura per 2-3 minuti.
Togliamo il pentolino dal fuoco e lasciamo raffreddare leggermente.
Aggiungiamo le uova, una alla volta, assicurandoci di incorporare bene ogni uovo prima di aggiungere il successivo. Uniamo 1/2 bicchierino di grappa.
In una padella, scaldiamo abbondante olio di semi. Quando l’olio è ben caldo, con l’aiuto di due cucchiai, facciamo cadere delle noci di impasto nell’olio e facciamo dorare le frittelle.
Una volta dorate, scoliamo le frittelle su carta da cucina per eliminare l’olio in eccesso e farciamole con la crema.
Prepariamo la crema pasticcera: portiamo a bollore il latte.
In un pentolino, mescoliamo i tuorli con lo zucchero e la fecola. Aggiungiamo il latte caldo a filo, mescolando bene per evitare la formazione di grumi.
Portiamo il pentolino sul fuoco e cuociamo per circa 3-4 minuti, finché la crema si addensa.
Prepariamo la crema allo zabaione: montiamo i 7 tuorli con 200 g di zucchero semolato, quindi aggiungiamo 40 g di farina.
A filo, uniamo il Marsala precedentemente scaldato (300 ml), quindi portiamo il pentolino sul fuoco e facciamo addensare.
Una volta fredde, farciamo le frittelle con la crema pasticcera e la crema allo zabaione, decoriamo con zucchero a velo.
Le nostre Frittelle di Carnevale con Crema Pasticcera e Crema allo Zabaione, pronte per essere servite con un bicchiere di Spumante Asti DOCG Tosti1820!
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia