Cefalo al Forno con Verdurine di Primavera in Padella da Servire con Mat’55 Pian delle Vette

Il Cefalo al Forno con Verdurine di Primavera in Padella, servito con un buon calice di Mat’55 Pian delle Vette, è un secondo piatto di mare ricco e saporito, semplice ma allo stesso tempo elegante, colorato e raffinato. Una ricetta tra le più rappresentative della tradizione culinaria italiana.

È uno di quei piatti di pesce che si fanno amare: economico, gustoso e facile da preparare. Il suo sapore delicato lo rende perfetto per chi vuole portare in tavola una pietanza ricca di gusto ma anche salutare e adatta a ogni occasione, dal pranzo della domenica alla cena leggera di tutti i giorni. Un classico intramontabile, che ha come protagonista il cefalo, un pesce versatile che si presta a tanti tipi di cottura.

La versione più tradizionale è quella al forno, profumata con erbe aromatiche come timo, maggiorana, prezzemolo, aglio e limone. Spesso si accompagna con patate arrosto e pomodorini, per un piatto completo e irresistibile.

Quello che vi propongo oggi è un incontro perfetto tra i profumi del mare e quelli della terra. La carne magra e delicata del cefalo si sposa meravigliosamente con le verdure di stagione, che possiamo variare in base al periodo. I contorni primaverili, freschi e leggeri, possono diventare anche un piatto unico se ben bilanciati: ideali per chi vuole mangiare sano senza rinunciare al piacere del gusto.

Il segreto? Una cottura semplice, senza troppi condimenti, per esaltare al massimo il sapore naturale degli ingredienti.

Stiamo lasciando alle spalle l’inverno con il suo freddo pungente e le giornate grigie, per accogliere la stagione del risveglio della natura. La primavera, con i suoi colori, i primi fiori profumati e le foglioline che sbocciano, è senza dubbio la stagione più romantica e attesa dell’anno.

Da sempre carica di fascino e ispirazione, ha toccato il cuore dei poeti e degli scrittori, ma anche degli antichi popoli, per i quali rappresentava un momento sacro e profondo. Aprile, infatti, era il mese delle celebrazioni: si iniziava con i Veneralia (1 aprile), festa dedicata a Venere, e si proseguiva con i Cerealia, in onore di Cerere, dea della terra e della fertilità. Si concludeva con i Floralia, le feste per Flora, dea dei fiori, dei boccioli e degli orti — vere e proprie fonti di alimentazione. Flora era raffigurata come una giovane fanciulla che spargeva fiori, simbolo della gioia e della giovinezza.

La primavera, però, non è solo idillio e poesia: porta con sé anche qualche “controindicazione”. Giornate soleggiate che si alternano a piogge improvvise, raffiche di vento e un clima ballerino che oscilla tra il caldo quasi estivo e il freddo tipicamente autunnale. Ma è proprio questo il suo bello: imprevedibile, mutevole, piena di vita… proprio come la cucina che ci ispira!

E non dimentichiamoci di quello che i nostri nonni chiamavano “stanchezza di primavera” o “mal di primavera”, che oggi conosciamo come “sindrome da letargo”. Stanchezza, difficoltà ad addormentarsi, debolezza e senso di spossatezza sono sintomi comuni che colpiscono circa due milioni di persone, che faticano ad adattarsi ai nuovi ritmi che questa stagione ci impone.

Con l’arrivo dell’ora legale, le giornate che si allungano e le temperature altalenanti, il nostro organismo va un po’ in tilt: serve un extra sforzo per scrollarsi di dosso il torpore invernale. Così fanno capolino quei classici sintomi come stanchezza, spossatezza e sonnolenza.

Ma niente panico: abbiamo un’arma infallibile! Una alimentazione sana ed equilibrata, ricca di tutti i nutrienti di cui il nostro corpo ha bisogno per ritrovare energia e benessere.

La nostra energia parte proprio da ciò che mangiamo. Ecco perché una buona alimentazione è il miglior alleato per ristabilire il giusto equilibrio biologico e ritrovare forza e vitalità. In primavera, la nostra cucina si riempie di freschezza, con ingredienti di stagione come fave, spinacini, fagiolini e asparagi. I piatti si tingono di giallo, rosso e arancione, portando allegria e buon umore direttamente in tavola.

È il momento di lasciare da parte i piatti ricchi di calorie, zuccheri e grassi — perfetti per l’inverno — per fare spazio a frutta, verdura e cibi leggeri, che non appesantiscono il fegato e ci fanno sentire più leggeri. Grazie alla dieta mediterranea, possiamo portare in tavola menù vari e gustosi, in perfetto equilibrio tra gusto e sazietà.

La frutta e la verdura primaverili non sono solo belle da vedere: sono un vero concentrato di benessere. Ricche di nutrienti preziosi, ci aiutano a restare in forma e a mantenerci in salute, senza mai rinunciare al piacere del gusto.

Gli studi lo confermano: i prodotti di stagione contengono fattori protettivi naturali che aiutano a prevenire malattie cardiovascolari e tumorali, favorendo anche un buon equilibrio metabolico. Scegliere frutta e verdura di stagione è quindi una scelta non solo più gustosa ed economica, ma anche intelligente per la nostra salute.

Per il piatto di oggi ho pensato a un contorno variopinto, colorato e profumato, preparato con peperoni rossi e gialli, zucchine, pisellini primavera e carote. Tagliati a bastoncini sottili (o a dadini, se preferite), e poi saltati in padella con erbette aromatiche, per un’esplosione di sapori semplici e genuini.

Diamo uno sguardo veloce ma curioso alle verdure protagoniste del nostro piatto, iniziando dai peperoni. Gialli, rossi o verdi, dolci o piccanti, grandi o piccoli: i peperoni si presentano in una varietà sorprendente, che si differenzia non solo per il colore, ma anche per la forma — che può essere allungata, conica o quadrata.

Le tre versioni più comuni — rossa, gialla e verde — non provengono da piante diverse, ma rappresentano diversi stadi di maturazione dello stesso frutto. Tutti i peperoni, infatti, nascono verdi e, man mano che maturano, cambiano colore e anche sapore.

  • I rossi hanno una polpa croccante e dolce.
  • I gialli sono più teneri e succosi.
  • I verdi, dal gusto più deciso e leggermente amarognolo, sono spesso anche i più economici.

Belli da vedere e buonissimi da gustare, i peperoni sono anche una vera miniera di proprietà benefiche: sono antiossidanti, diuretici e depurativi, grazie all’alto contenuto di vitamina A, vitamina C e betacarotene.
Lo sapevate che, da crudi, i peperoni contengono quattro volte più vitamina C rispetto agli agrumi, agli spinaci e persino ai kiwi?
Attenzione però: la vitamina C è termolabile, quindi con la cottura prolungata tende a diminuire. Per goderne al massimo i benefici, meglio consumarli crudi o appena scottati.

In più, sono ricchi di potassio, che aiuta il sistema cardiocircolatorio, e di fibre, che aumentano il senso di sazietà. Un perfetto alleato per chi vuole seguire una dieta leggera ma saporita.

In cucina i peperoni sono versatilissimi: ideali per antipasti, primi, secondi e contorni colorati e gustosi. Hanno il potere di esaltare gli altri sapori senza mai sovrastarli, rendendoli perfetti per ogni tipo di preparazione.

Passiamo ora alle zucchine, ortaggi delicati ma ricchi di storia e bontà. Originarie dell’America centrale, le zucchine sono piante caratterizzate da foglie ampie e pelose, che crescono in forma rampicante o strisciante.
I loro fiori, di un caldo giallo/arancio, sono amatissimi in cucina. Una piccola curiosità:

  • i fiori maschili spuntano direttamente dal fusto con un lungo stelo,
  • mentre i femminili nascono alla base del frutto.

Le zucchine fanno parte della grande famiglia delle Cucurbita pepo, la stessa delle zucche, e si distinguono per il loro sapore delicato e leggermente dolce. Sono una preziosa fonte di vitamine del gruppo B, in particolare riboflavina, folati e vitamina B6, che aiutano a combattere la stanchezza e danno una sferzata di energia. Inoltre, contribuiscono a migliorare l’umore, agendo come un piccolo toccasana naturale.

Sapevate che esistono oltre 500 varietà di zucchine? Tra le più conosciute troviamo:

  • la zucchina nera,
  • lo zucchino romanesco,
  • lo zucchino fiorentino,
  • lo zucchino napoletano,
  • la zucchina tonda
  • e la zucchina trombetta.

Un’altra verdura presente nella nostra ricetta sono i piselli. Quante volte ci siamo chiesti: sono una verdura o un legume? Beh, la risposta potrebbe sorprendere qualcuno… I piselli non sono verdura, ma legumi, proprio come i fagioli, le fave, le cicerchie e la soia.

Si tratta dei semi del Pisum Sativum, una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Sono tra i primi legumi coltivati dall’uomo, fin dall’alba dei tempi, e nel corso della storia hanno ricoperto un ruolo importante.
Nel Medioevo, ad esempio, erano un alimento base per le classi più povere: economici, nutrienti e in grado di saziare a lungo.

Secondo fonti storiche, già 10.000 anni fa le popolazioni stanziate tra Siria e Anatolia avevano iniziato a coltivarli. E questa pratica continua ancora oggi! Spesso si seminano assieme ad altre verdure perché hanno la meravigliosa capacità di arricchire il terreno di azoto, un elemento essenziale per la crescita sana delle piante.

Passiamo ora all’ultima, ma non meno importante, delle verdure protagoniste: la carota. Si tratta della radice della pianta Daucus carota, che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere.
Il suo colore acceso nasconde un concentrato di benefici naturali: contiene vitamine, sali minerali, fibre e acqua, ed è una vera alleata per il nostro benessere quotidiano.

Tra i minerali, spicca il potassio, noto per le sue proprietà benefiche. Con appena 41 calorie per 100 grammi, le carote sono perfette per chi segue una dieta ipocalorica o per chi pratica sport, grazie alla loro capacità di reintegrare rapidamente l’energia dopo l’attività fisica.

Ed eccoci alla vera star della ricetta di oggi: il Cefalo, conosciuto anche come Muggine o Volpina, il cui nome scientifico è Mugil Cephalus.
È un pesce appartenente alla famiglia dei Mugilidae e vive in mare, principalmente nell’Oceano Atlantico orientale (dalla Scandinavia fino alle isole di Capo Verde), ma anche nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e nel Mare Adriatico.

In natura, il cefalo si nutre di alghe e piccoli invertebrati, mentre quello d’acquacoltura viene allevato in stagni e alimentato con mangimi a base di farina e oli di pesce.

Purtroppo, è uno di quei pesci che negli ultimi anni è stato un po’ dimenticato, fuori moda, come accade a circa il 90% delle specie ittiche presenti nel Mediterraneo.
Pensate che solo il 10% dei pesci del nostro mare finisce regolarmente sulle tavole dei ristoranti o nei banchi delle pescherie.

Eppure il cefalo merita attenzione: ha un corpo allungato e snello, grosse squame, pinne corte e un colore grigio con riflessi azzurro-argentati sul dorso e argento sui fianchi. È un pesce che unisce bontà e tradizione, e che oggi vogliamo riportare sotto i riflettori, valorizzandolo con un contorno di verdure primaverili fresche e leggere.

Nelle valli del Veneto si trovano ben cinque diverse specie di cefalo, ciascuna con caratteristiche uniche che le distinguono per forma anatomica, habitat e sapore delle carni. Ecco quali sono:

  • La Bosega, della famiglia dei Mugilidae, ha una taglia medio-grande e può raggiungere i 30 cm di lunghezza. Si riconosce per la bocca dalla forma particolare, con un labbro superiore carnoso e robusto. Le sue carni sono sode, saporite e molto pregiate.
  • Il Caostelo, che si pesca principalmente nel periodo estivo.
  • Il Lostregan, una varietà di cefalo che si presta bene alla cottura arrosto.
  • La Verzelata, conosciuta anche con il curioso nome di “magnagiazzo”.
  • La Volpina, apprezzata per le sue carni pregiate e gustose.

Il cefalo è un pesce che vanta un profilo nutrizionale eccellente: è ricco di proteine, acidi grassi polinsaturi, sali minerali (in particolare selenio e fosforo) e vitamine dei gruppi A e B.
Le sue carni sono semigrasse e saporite, perfette per tutta la famiglia, anche per i più piccoli. Le cotture più indicate? Bollito, al forno oppure alla griglia, per esaltarne tutta la naturale bontà.

Un altro grande tesoro del cefalo sono le sue ovaie, che dopo essere lavate, salate, essiccate e stagionate, si trasformano in un prodotto famoso in tutto il mondo: la bottarga.
Conosciuta anche come “caviale di Sardegna”, è una specialità originaria proprio di quest’isola. Si distingue per il sapore intenso ma dolce, per la sapidità equilibrata e una consistenza cremosa. Il colore è ambrato, tendente al dorato, e la sua ricchezza nutrizionale la rende ancora più preziosa: è una fonte importante di Omega 3, proteine di qualità e vitamine A, B, D ed E.

La bottarga può essere gustata in tanti modi:

  • Grattugiata come fosse Parmigiano Reggiano su primi piatti di pasta o riso (chi non ha mai sentito parlare dei celebri Spaghetti alla Bottarga?)
  • A fette sottilissime negli antipasti, su crostini di pane,
  • Oppure come guarnizione per carpacci, filetti di pesce, insalate o perfino torte salate.

Le origini della bottarga affondano le radici nel passato: risalgono al tempo dei Fenici, che usavano conservare le uova dei pesci sotto sale per prolungarne la durata. Quando arrivarono sulle coste della Sardegna, portarono con sé questa tecnica e da allora la bottarga è diventata una specialità tipica dell’isola.

Oggi ne esistono diverse varietà, oltre a quella di cefalo: troviamo anche bottarga di pesce spada e di sardina.

E per completare l’esperienza gustativa non può mancare il vino giusto. Che sia bianco, rosso o con le bollicine, l’Italia offre un’infinità di etichette capaci di esaltare ogni piatto e regalare un’esperienza unica e indimenticabile a tavola.

Un piatto semplice ma incredibilmente gustoso, che ha come protagonista il cefalo, merita un vino capace di equilibrare la ricchezza delle sue carni e, al tempo stesso, di esaltarne il sapore.

Oggi voglio invitarvi a scoprire il Mat’55 Pian delle Vette, uno spumante prestigioso, la massima espressione di bollicina metodo classico delle Dolomiti Bellunesi. È il frutto dell’arte vinicola della Cantina Pian delle Vette, una piccola realtà che rende grande il nostro Made in Italy.

Quasi sconosciuta ai più, la storia del vino nelle Prealpi Bellunesi – e in particolare nella zona del Feltrino – affonda le radici in tempi antichissimi. Le prime testimonianze risalgono già al 1300, ma è un documento datato 1517, intitolato In vino regolas, a raccontarci qualcosa di davvero affascinante: un vero e proprio disciplinare ante litteram che regolava le attività vitivinicole nella zona del Monte Aurin, nell’area occidentale del Feltrino.

Questa vallata, con i suoi ripidi pendii, è custode di una viticoltura tanto antica quanto tenace, fatta di lavoro, passione e resistenza. Alla fine dell’800, qui si producevano oltre 60.000 litri di vino all’anno, alimentando un vivace commercio locale. Poi, come spesso accade nella storia dei luoghi e delle persone, arrivarono le difficoltà: la fillossera, le guerre mondiali, l’emigrazione e l’industrializzazione portarono a un lungo periodo di silenzio, quasi un secolo di oblio per la viticoltura bellunese.

Siamo nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ai piedi delle Vette Feltrine, il suggestivo gruppo montuoso a cavallo tra Veneto e Trentino-Alto Adige, tra le province di Trento e Belluno. Un territorio di straordinario valore naturalistico, fatto di paesaggi incantevoli, una flora rigogliosa con specie rare ed endemiche, e una fauna tipicamente alpina.

È in questo scenario da favola che nasce Pian delle Vette, azienda produttrice di vini IGT delle Dolomiti, autentici ambasciatori del territorio e delle tradizioni locali.
Ogni bottiglia, ogni sorso, sprigiona profumi e aromi unici, intensi e indimenticabili. Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare: vi sembrerà di camminare tra le valli dolomitiche, di respirare l’aria pura dei boschi, di perdervi tra i profumi dei fiori. Un’esperienza che è pura emozione, sorso dopo sorso.

L’azienda è guidata con passione e dedizione da Walter, Egidio e Alessandro, che con cura e amore coltivano vitigni internazionali e autoctoni. Sono tre personalità diverse, accomunate da una profonda passione per la terra, il territorio e il vino. Insieme hanno dato vita a una piccola realtà vinicola che si propone come espressione autentica del territorio in cui nasce, lontana da omologazioni e tendenze effimere.

La loro produzione vanta spumanti metodo classico, bianchi e rossi, che hanno ricevuto riconoscimenti e premi in importanti eventi enologici a livello nazionale e internazionale.
Il loro Mat’55 ha conquistato anche la Guida Vini d’Italia 2020 del Gambero Rosso: una bollicina che sa davvero emozionare. Non è solo un vino, ma un simbolo della nostra cultura mediterranea, del lavoro, della storia, e soprattutto della convivialità.

E come ci ricorda anche un passo dell’Antico Testamento: “Che sarebbe la vita senza il vino? Il vino, bevuto nei tempi giusti e nelle giuste quantità, è gioia del cuore, felicità dell’anima…”

Il Mat’55 Pian delle Vette è uno spumante che non passa inosservato: una vera esplosione di eleganza che nasce dall’incontro perfetto tra Pinot Nero e Chardonnay, in parti uguali. È una bollicina metodo classico che racconta, fin dal primo sguardo, la sua identità di montagna: colore giallo limone intenso, brillante, accompagnato da un perlage fine e persistente che accarezza lo sguardo ancor prima del palato.

Al naso è un’esperienza sensoriale da scoprire nota dopo nota: si apre con sentori marini che ricordano l’ostrica e l’alga, poi sorprende con un tocco speziato di zafferano, si rinfresca con il lime e la mentuccia, e si chiude su delicate sfumature di fiori d’acacia e nocciola. Un profumo intrigante, ricco, complesso, che ti invita all’assaggio.

In bocca è un vino che sa farsi notare: secco, fresco, con un’acidità vivace che risveglia il palato e lo rende perfetto per la tavola. La sua struttura elegante è ben bilanciata da una cremosità avvolgente, frutto della lunga sosta sui lieviti. Il finale? Pulito, nitido, memorabile.

È un vino versatile e gastronomico, ideale per accompagnare piatti dai sapori intensi e strutturati: deliziose patate gratinate, un classico tortel de patate, piatti a base di funghi, ma anche preparazioni di pesce ricche e saporite come zuppe, fritture o lasagne di mare. Perfetto anche con formaggi freschi come mozzarella e burrata.

Insomma, il Mat’55 non è solo uno spumante… è un viaggio sensoriale tra le valli dolomitiche, un inno alla raffinatezza e alla natura più autentica.

E allora amici, se volete rendere speciali le prossime festività pasquali, o qualsiasi momento di convivialità con le persone care, visitare il loro shop online è un’ottima idea!
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Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare il nostro Cefalo al Forno con Verdurine di Primavera in Padella da Servire con Mat’55 Pian delle Vette:

Ingredienti:

  • 2 cefali del peso di 600-700 grammi cadauno
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 rametto di timo, rosmarino
  • 1 limone biologico
  • sale
  • pepe nero macinato al momento
  • olio evo

Ingredienti per le verdure:

  • 1 peperone rosso e 1 giallo
  • 2 zucchine
  • 2 carote
  • una manciata di piselli
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla
  • sale
  • pepe nero
  • erbette a scelta aromatiche

Cefalo al Forno con Verdurine di Primavera in Padella da Servire con Mat’55 Pian delle Vette: Ricetta

Iniziamo la preparazione del cefalo: dopo averlo sciacquato sotto l’acqua corrente, pratichiamo un’incisione sulla pancia, evisceriamo il pesce e lo sciacquiamo nuovamente.

Prendiamo il limone, lo laviamo e ricaviamo delle striscioline dalla parte gialla della scorza, evitando la parte bianca, che risulterebbe amara. Sbucciamo gli spicchi di aglio e li affettiamo sottilmente. Uniamo l’aglio al rosmarino e al timo tritati. Riempiamo la pancia del pesce con il limone, l’aglio e il trito di erbette aromatiche. Disponiamo i pesci in una teglia, irroriamo con il vino bianco, aggiungiamo un filo di olio evo e inforniamo in forno caldo a 180°C per circa 20-25 minuti. Prima di sfornare, verifichiamo che il pesce sia ben cotto.

Passiamo alle verdure: laviamo e mondiamo i peperoni, le carote, le zucchine e le tagliamo a striscioline. Affettiamo anche la cipolla e sbucciamo l’aglio.

Scaldiamo una padella antiaderente con un filo di olio evo e uno spicchio di aglio. Aggiungiamo le verdure e le facciamo cuocere per circa 15 minuti a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto. Aggiustiamo di sale e pepe, quindi uniamo le erbette fresche a metà cottura.

Infine, serviamo i cefali insieme alle verdurine.

Il nostro Cefalo al Forno con Verdurine di Primavera in Padella è pronto per essere gustato, accompagnato da un calice di Mat’55 Pian delle Vette.

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia.


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