I Ceci, Salsicce e Polenta Taragna con Ceci Bio all’Arrabbiata dell’Azienda Dolci Nazzareno sono un piatto rustico, ricco e corposo, che affonda le radici nella tradizione contadina. Un vero comfort food, perfetto per le fredde giornate invernali, quando il freddo si fa pungente e abbiamo bisogno di scaldare corpo e mente. Il suo sapore deciso e la consistenza sostanziosa conquistano il palato di tutta la famiglia, rendendolo ideale per condividere momenti conviviali con gli amici.
Siamo a febbraio, il cuore dell’inverno, il mese amato dagli appassionati di neve e gelo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è l’anticamera della primavera, ma il periodo in cui si verificano spesso ondate di freddo intenso. Le ultime previsioni meteorologiche indicano un calo delle temperature che potrebbe portare nevicate anche a bassa quota, regalandoci uno scenario invernale suggestivo.
In questo periodo dell’anno, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: abbiamo bisogno di una dieta sostanziosa e bilanciata, che ci fornisca energia e rafforzi il sistema immunitario. Con il freddo, infatti, il nostro organismo consuma più calorie per mantenere costante la temperatura corporea intorno ai 37 gradi. È proprio per questo che, quando le temperature si abbassano, avvertiamo un maggiore stimolo della fame: non solo perché d’inverno ci sono piatti più golosi, ma perché il corpo richiede più energia per fronteggiare il gelo. Ecco perché è importante scegliere alimenti ricchi di nutrienti e calorie “buone”, i cosiddetti “cibi antifreddo”, che ci aiutano a combattere le basse temperature.
Ma attenzione: non dobbiamo cedere alle abbuffate! La soluzione ideale è sempre un piatto equilibrato, nutriente e ben condito. I nutrizionisti consigliano di integrare la dieta con frutta, verdura e legumi, non solo per il loro alto contenuto proteico, ma anche perché aiutano a contrastare la debolezza cronica, fornendo l’energia necessaria per affrontare il freddo.
La tradizione culinaria italiana ci offre una vasta gamma di piatti tipici perfetti per la stagione invernale. Una cucina che si distingue nel mondo per la semplicità delle preparazioni, capaci di esaltare ingredienti freschi e stagionali, diversi da regione a regione. Le ricette invernali sono alla portata di tutti: variegate, rustiche, spesso di origine contadina, raccontano la storia del nostro popolo e il legame profondo con la terra. Sono piatti che uniscono semplicità e sapori genuini, portando un raggio di sole nelle giornate più fredde e grigie. Con i loro colori vivaci e i sapori intensi, ci avvolgono di calore e scaldano il cuore.
Tra le ricette più amate della stagione non possono mancare zuppe, minestre, vellutate, stufati, brasati e piatti unici a base di polenta e legumi: veri e propri abbracci di gusto, perfetti per affrontare l’inverno con energia e buonumore.
Tra i pilastri della nostra alimentazione invernale troviamo i legumi, consigliati tutto l’anno ma ancora più preziosi durante la stagione fredda. Tra gli alimenti più ricchi di ferro, sono un vero alleato per il nostro benessere: sani, ricchi di proprietà nutritive, fonte di proteine e fibre, poveri di grassi saturi e con un buon contenuto di omega-3, aiutano a ridurre i problemi cardiovascolari e forniscono un pieno di minerali e vitamine. Un autentico “tesoro nutrizionale”, tanto importante da meritare una giornata mondiale dedicata: il 10 febbraio, infatti, la FAO promuove un evento per sensibilizzare i consumatori sulle straordinarie virtù di questi alimenti.
Il piatto che vi propongo oggi ha come protagonista i ceci, legumi dalla storia antica e considerati un vero toccasana per il nostro organismo grazie alle loro numerose proprietà benefiche.
Esistono testimonianze archeologiche che attestano l’uso dei ceci già nell’Età del Bronzo, con ritrovamenti in Iraq. Nell’antico Egitto erano una preziosa fonte di energia per gli schiavi impegnati in lavori estremamente faticosi. Nell’antica Roma, invece, era tradizione attribuire alle famiglie nobili il nome di un legume, ed è proprio dai ceci che deriva il cognome di Cicerone: si racconta che un suo antenato avesse una verruca sul naso che ricordava la forma di un cece.
Il termine “ceci” sembra derivare dal greco kikus, che significa “forza, potenza, vitalità”, a dimostrazione del loro elevato valore nutrizionale. Ricchi di magnesio, fosforo, ferro e vitamine, i ceci sono fortemente consigliati dai nutrizionisti per il loro apporto di fibre e omega-3. Inoltre, sono naturalmente privi di glutine, a differenza di altri legumi come carrube, cicerchie, fagioli, fave, lenticchie e piselli, rendendoli perfetti anche per chi soffre di celiachia. Non contengono colesterolo, anzi, aiutano a ridurre quello “cattivo” e a favorire quello “buono”. Dal punto di vista nutrizionale, sono composti per il 46,9% da carboidrati, per il 20% da proteine e per il 6,3% da grassi.
Curiosità: una leggenda basca narra che i ceci possano allontanare il demonio. Secondo la tradizione, se ci si trova inseguiti dal maligno, basta lanciare a terra un pugno di ceci: il diavolo, infatti, sarebbe costretto a fermarsi per contarli, dando così alla vittima il tempo di scappare!
Per accompagnare i nostri ceci, oggi vi propongo la polenta, un piatto tipico della tradizione contadina italiana, dalle origini umili, diffuso soprattutto nel Settentrione. Le sue radici affondano nelle regioni del Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, e la sua preparazione è semplicissima: acqua e farina di mais, per un alimento tanto essenziale quanto antico.
L’uomo primitivo si nutriva di cereali che macinava in modo grezzo tra due pietre e poi cuoceva in acqua. Gli archeologi hanno persino rinvenuto grani di mais in una tomba egizia a Tebe. Anche nell’antica Roma esisteva una preparazione simile alla polenta, chiamata pultem, sebbene all’epoca si utilizzassero farro, miglio o sorgo, macinati e cotti per accompagnare carni e formaggi. Il mais, invece, arrivò in Europa grazie a Cristoforo Colombo nel 1493. Per quanto riguarda l’etimologia della parola “mais”, l’ipotesi più accreditata è che derivi da mahiz, il termine con cui gli indigeni Arahuaco delle isole caraibiche indicavano questo cereale, elemento fondamentale della loro alimentazione.
In Italia, il mais fu coltivato principalmente in Veneto e Friuli Venezia Giulia e divenne una soluzione ai problemi alimentari delle classi più povere. Tuttavia, se da un lato alleviò la fame, dall’altro portò alla diffusione della pellagra, la cosiddetta malattia delle “3 D” (dermatite, diarrea e demenza), che colpì duramente i contadini della Pianura Padana. Molti di loro, nel tempo, finirono nei manicomi a causa dei gravi sintomi neurologici legati a questa malattia. Inizialmente si pensava che fosse il mais a causarla, ma solo nell’Ottocento si scoprì che il problema non era il cereale in sé, bensì la dieta monotona dei poveri, basata quasi esclusivamente sulla polenta, che non forniva il giusto apporto proteico se non integrata con altri alimenti.
Oggi la polenta è protagonista di molti piatti, dai più rustici a quelli raffinati creati dagli chef stellati. Questo umile ingrediente trova la sua massima espressione in ogni regione d’Italia attraverso ricette locali dal grande sapore.
In Piemonte, un piatto tipico è la Polenta Concia, il cui nome significa letteralmente “acconciata”, ovvero arricchita con burro e formaggio. In Valle d’Aosta, la polenta viene servita con la fonduta, ma la versione valdostana della polenta concia si differenzia da quella piemontese per l’uso della Fontina, formaggio tipico locale.
In Lombardia, la polenta è protagonista del tradizionale polenta e osei, mentre in Trentino è comune trovare la Polenta Taragna, un delizioso mix di farina di mais gialla e farina di grano saraceno, servita nei ristoranti di montagna.
In Veneto si utilizza la farina di Mais Biancoperla, caratterizzata dal suo colore bianco, che viene abbinata a piatti a base di pesce, come il baccalà alla vicentina, le sarde in saor o la trippa alla veneta.
Per la ricetta di oggi useremo proprio la Polenta Taragna, un grande classico dei piatti di montagna. A differenza della polenta di mais tradizionale, ha un colore più scuro dovuto alla presenza di farina di grano saraceno, che le conferisce un sapore rustico e deciso. Piatto simbolo della cucina valtellinese, è così ricca e nutriente da poter essere servita anche da sola, ma solitamente si abbina a salsicce, costine di maiale, spezzatino, funghi o formaggi, creando un connubio di sapori irresistibile.
La polenta taragna deve il suo nome al tarai, il bastone di legno utilizzato per mescolare la polenta, che viene rigorosamente cotta in un paiolo di rame o di ghisa e mescolata continuamente fino a cottura.
La ricetta tradizionale prevede una miscela di farine composta per un terzo da farina di mais e per due terzi da grano saraceno, con una cottura lenta di circa un’ora, sempre mescolando. Una volta pronta, si arricchisce con burro e formaggio Casera, un prodotto tipico valtellinese. Va gustata caldissima, accompagnata da un buon calice di vino rosso e insaccati di qualità. Un piatto completo, ricco e irresistibile che piace a tutti, come dicono i valtellinesi: “La pulenta la cutenta”!
Un altro ingrediente protagonista della nostra ricetta è la salsiccia, uno degli insaccati più antichi e gustosi al mondo. Solitamente a base di carne di suino, ne esistono varianti preparate con vitello, cavallo, cinghiale, cervo, manzo o pollo. La carne viene tritata, insaporita con spezie e aromi, poi insaccata in budello naturale o sintetico, assumendo la tipica forma che la contraddistingue. In Italia, ogni regione ha la sua versione di salsiccia, spesso legata al territorio di produzione. Si può gustare grigliata, al forno, sbriciolata per condire pasta e risotti o utilizzata in torte salate e sformati.
Per la ricetta di oggi ho scelto di utilizzare i Ceci Bio all’Arrabbiata dell’Azienda Dolci Nazzareno, un piatto pronto che fa parte della vasta gamma di alimenti biologici prodotti da questa eccellenza italiana. L’azienda si distingue per la produzione artigianale di conserve alimentari di altissima qualità, realizzate con materie prime d’eccellenza, lavorate con cura e attenzione in ogni dettaglio.
Dolci Nazzareno è un’azienda alimentare italiana fondata nel 1977 a Rimini dai coniugi Nazzareno e Graziella Dolci. Specializzata nella produzione di conserve ortofrutticole, l’azienda si distingue per l’alta qualità dei suoi prodotti, realizzati con materie prime genuine e biologiche, spesso a chilometro zero. Tutti i prodotti Dolci Nazzareno nascono da frutta e verdura provenienti esclusivamente da agricoltura biologica, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Le conserve mantengono intatto il sapore autentico degli ingredienti, offrendo un gusto genuino e naturale. Ogni confettura e conserva è realizzata con processi produttivi che preservano le virtù nutrizionali delle materie prime: le marmellate sanno davvero di frutta, mentre le conserve di pomodoro racchiudono tutto il sapore del pomodoro maturo, lavorato con la semplicità e la bontà tipica delle nostre nonne.
Una selezione di alimenti pronti da gustare da soli o da utilizzare come ingredienti base per arricchire ogni ricetta e trasformare ogni esperienza culinaria in un momento di puro piacere.
E oggi, tra queste meravigliose delizie, vi invito ad assaggiare i Ceci Bio all’Arrabbiata, dove i migliori ceci da coltivazione biologica italiana incontrano la passata di pomodoro biologica, anch’essa di produzione propria.
I ceci secchi vengono prima reidratati e cotti in acqua salata, poi scolati e invasati. Nel frattempo, si prepara la salsa di pomodoro partendo da un soffritto di cipolla e aglio in olio extravergine d’oliva. Successivamente, si aggiungono la passata di pomodoro, il sale e il peperoncino piccante. I vasi vengono riempiti con la salsa e sottoposti a sterilizzazione in autoclave, garantendo così una conservazione sicura e perfetta senza l’aggiunta di additivi o conservanti chimici.
All’interno della linea Piatti Pronti di Dolci Nazzareno troviamo anche altre deliziose specialità, come i Ceci all’Aglio e Rosmarino in brodo vegetale, le Lenticchie Bio in Umido (che ho già avuto il piacere di presentarvi in una precedente ricetta), il Sugo Bio Pomodoro e Basilico, il Sugo Bio Pomodoro e Piselli e il Sugo di Pomodoro alla Mediterranea.
Ora vediamo cosa ci occorre per preparare i nostri Ceci, Salsiccia e Polenta Taragna con i Ceci Bio all’Arrabbiata dell’Azienda Dolci Nazzareno:
Ingredienti:
- 1 confezione di Ceci Bio all’Arrabbiata Dolci Nazzareno
- 400 grammi di salsiccia
- 1 spicchio di aglio
- sale
- pepe nero
- olio evo
Ingredienti per la polenta Taragna:
- 120 grammi di farina di grano saraceno
- 60 grammi di farina di mais
- 1/2 litro di acqua
- 120 ml di latte
- sale
- 50 grammi di burro
- 100 grammi di formaggio di Malga
- salvia
Ceci, Salsicce e Polenta Taragna con Ceci Bio all’Arrabbiata dell’Azienda Dolci Nazzareno: Ricetta
Iniziamo con la preparazione della polenta: portiamo a ebollizione l’acqua con il latte e un pizzico di sale. Versiamo le farine a pioggia, mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi, e cuociamo per circa 40 minuti, mescolando di tanto in tanto. A fine cottura, aggiungiamo il formaggio e il burro fuso, che avremo precedentemente fatto sciogliere in un pentolino insieme a qualche fogliolina di salvia per aromatizzarlo.
Passiamo ora alla preparazione dei ceci e della salsiccia. In una casseruola, scaldiamo un filo di olio extravergine d’oliva con uno spicchio d’aglio, lasciandolo dorare leggermente. Aggiungiamo le salsicce, precedentemente bucherellate con i rebbi di una forchetta per evitare che si rompano in cottura, e facciamole rosolare per circa 10 minuti. Uniamo i Ceci Bio all’Arrabbiata dell’Azienda Dolci Nazzareno e proseguiamo la cottura per altri 10 minuti, aggiungendo, se necessario, un mestolino di brodo per mantenere il tutto morbido e saporito.
Ora non ci resta che servire: disponiamo la polenta taragna nei piatti, accompagnandola con le salsicce e i Ceci Bio all’Arrabbiata per un piatto ricco, avvolgente e dal sapore irresistibile!
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia