Caserecce ai Calamari e Gamberi da Servire con “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG -Celli Vini

Le Caserecce ai Calamari e Gamberi, da servire con “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini, sono una proposta di primo piatto ricco, delicato e gustoso che porta in tavola tutti i sapori e i profumi del mare. Questo piatto, dai sapori semplici e genuini, esalta la tradizione casalinga con una pasta, le caserecce, avvolte in un condimento sfizioso a base di calamari e gamberi, arricchito dall’aroma vivace di un sugo al pomodoro che abbraccia la pasta e ne esalta le carni saporite dei crostacei.

Perfetto sia per pranzi informali in famiglia sia per occasioni speciali, questo piatto diventa ancor più memorabile se accompagnato da un vino dalle pregiate caratteristiche organolettiche, trasformandosi in una scelta raffinata per celebrare momenti di convivialità.

Con l’arrivo della Primavera, si avvicina anche il giorno di Pasqua. La data cambia ogni anno, ma cade sempre di Domenica, dopo l’equinozio di Primavera e la prima luna piena. Una solennità cristiana che celebra la Risurrezione di Gesù Cristo, che ha sconfitto la morte per salvare l’umanità. Una ricorrenza molto importante nel Cristianesimo, scandita da funzioni religiose; una festa ricca di simbolismi e significati che si tinge di sfumature diverse e tradizioni. Ma la Santa Pasqua non è soltanto una festa religiosa, è anche una festa familiare, l’occasione perfetta per riunire la famiglia e gli amici intorno a una tavola imbandita e condividere sia piatti tradizionali che creazioni culinarie innovative. E in questo momento di condivisione, la tavola degli italiani si arricchisce di tanti piatti simbolo, molto più che in altre feste solenni come il Natale.

Gli ultimi anni hanno visto una nuova tendenza tra gli italiani: preferire piatti semplici, facili da realizzare e fusion, a dimostrazione dell’influenza delle cucine internazionali sulla nostra tradizione culinaria. La gastronomia del nostro bel paese è celebre per la ricchezza e l’uso di ingredienti semplici e per la varietà di piatti tradizionali che cambiano da regione a regione; piatti che sono diventati icone della tradizione, grazie all’influenza dei popoli che hanno incontrato la nostra cultura, arricchendo con nuovi sapori le nostre abitudini culinarie. Una gastronomia dalle origini antiche, che vanta innumerevoli piatti dove il pesce occupa un ruolo di grande rilievo, rappresentando da sempre un ingrediente essenziale e imprescindibile della nostra dieta, con preparazioni semplici ma molto gustose.

Nel menù di Pasqua non devono mai mancare le uova e la colomba, grandi simboli della festa, e tra i primi piatti, la pasta fresca, secca e anche ripiena, la carne con l’agnello, il capretto e il coniglio, e nelle opzioni di piatti leggeri ma gustosi anche il pesce. La proposta di oggi può essere un’ispirazione per un primo piatto da inserire nel menù di Pasqua, raffinato, semplice e veloce.

Una ricetta che tiene conto della stagionalità e della provenienza del pesce. Così come per frutta e verdura, anche il mare ha il proprio ciclo vitale: rispettarlo non solo garantisce la migliore qualità e il sapore, ma rappresenta anche un vantaggio per l’ambiente e l’economia locale.

Ad esempio, per cozze e vongole, il periodo migliore per gustarle è tra maggio e agosto, quando sono più abbondanti. Per le cozze, esiste una semplice regola per capire quando sono più saporite: i mesi con la “R”, ovvero quelli autunnali e invernali, coincidono con il periodo riproduttivo, durante il quale i mitili risultano meno gustosi.

Le cicale di mare, conosciute anche come cannocchie, si trovano tutto l’anno, ma il momento ideale per gustarle al meglio è l’inverno, fino a marzo, quando sono più carnose e ricche di corallo, quella caratteristica striscia arancione che ne esalta il sapore.

A marzo/aprile troviamo il gambero rosa, gli scampi, le acciughe, le seppie, la rana pescatrice, i calamari, le seppie e i totani.

A giugno, la scelta di pesce di stagione è ampia e variegata: cefalo, dentice, nasello, orata, sogliola, sardine, tonno, gamberetti e granchi. Abbiamo a disposizione molte opzioni per preparare un risotto di mare dal sapore autentico e ricco.

Nel mese di gennaio, invece, troviamo pesci come lampuga (o capone), rombo, sgombro, sardine, sogliola, alici, nasello, cannocchia, pesce San Pietro, scorfano, seppie, palamita (nota anche come “tonno dei poveri”), gallinella di mare (o mazzola) e polpo. Anche in questo periodo invernale, il mare offre ingredienti perfetti per un risotto gustoso e raffinato.

Per la ricetta di oggi utilizzeremo i gamberi, un crostaceo appartenente alla famiglia degli Astacidi. È un ingrediente gustoso e versatile, apprezzato in cucina per il suo sapore delicato e per le sue proprietà nutrizionali. Ricco di proteine, vitamine e povero di calorie, il gambero è una scelta perfetta per chi desidera seguire una dieta sana ed equilibrata, senza rinunciare al gusto.

Tra le straordinarie proprietà dei gamberi spicca il loro elevato contenuto di selenio, un elemento fondamentale che contribuisce alla prevenzione dei tumori. Inoltre, supportano positivamente il sistema immunitario, limitando la formazione di radicali liberi. Grazie alla presenza di calcio e fosforo, i gamberi sono preziosi alleati per la salute di ossa e denti, mentre lo zinco favorisce il corretto funzionamento del metabolismo.

Per i gamberi, la procedura di pulizia è molto più semplice: basta lavarli sotto l’acqua corrente, poi possiamo decidere se togliere la testa e il filo nero interno. Se preferiamo mantenere la testa, solleviamo delicatamente il carapace sotto di essa e rimuoviamo il filo nero con uno stuzzicadenti.

L’altro ingrediente co-protagonista della ricetta è il calamaro, noto anche come “calamaro europeo” o “calamaro comune”. Si tratta di un mollusco cefalopode della famiglia Loliginidae, il cui nome deriva dal greco “kalamos”, in riferimento al liquido nero che emette quando è minacciato.

Il calamaro è caratterizzato da una grande intelligenza, stimata persino superiore a quella dei cani dagli scienziati, e ha la capacità di adattarsi facilmente all’ambiente circostante. Vive nelle zone costiere su fondali fangosi ed è comune nel Mar Mediterraneo, nel Mar del Nord e nell’Oceano Atlantico.

Oltre a essere gustoso, il calamaro è ricco di nutrienti importanti come proteine, acidi grassi Omega-3, vitamine del gruppo B e sali minerali come calcio, fosforo e iodio. Queste caratteristiche nutritive lo rendono perfetto per migliorare l’equilibrio del sistema nervoso, favorire la concentrazione e il rilassamento muscolare. Ogni 100 grammi di prodotto apportano solo 68 calorie.

I calamari non vantano solo virtù organolettiche e nutrizionali, ma anche una storia ricca di miti, tradizioni e curiosità. Nel corso del tempo sono diventati i protagonisti di leggende: all’epoca di Plinio, fonti storiche narrano di un “cefalopode” dall’aspetto mostruoso che viveva nei mari italici e aveva delle braccia lunghe più di dieci metri, con una testa enorme che veniva paragonata, per dimensioni, a ben 15 anfore romane unite.

Il primo piatto dei menù delle feste è la portata principale: che sia a base di pasta fresca o secca, non può proprio mancare. Una buona pasta è la base per ogni ricetta. C’è un legame profondo che unisce gli italiani a questo alimento, che da sempre ha caratterizzato la nostra cultura e tradizione.

Ma quale segreto magico racchiude questo alimento? Forse è riduttivo chiamarlo solo “alimento”, perché la pasta è molto di più! È parte della nostra vita e della nostra cultura, un simbolo che unisce gli italiani da nord a sud e che ci rende famosi in tutto il mondo. Il suo sapore lievemente dolce, la consistenza e la straordinaria versatilità nell’abbinarsi a una vasta gamma di condimenti la rendono un’esperienza sensoriale unica. È davvero difficile trovare qualcuno che non ami un buon piatto di pasta: grandi e piccini la accolgono sempre con entusiasmo a tavola.

Studi nutrizionali recenti hanno dimostrato che consumare un buon piatto di pasta rende felici. Questo effetto è legato al fatto che la pasta stimola la produzione di serotonina, conosciuta anche come “ormone del buonumore”. Un aumento di serotonina porta un senso di felicità, riduce l’ansia e l’aggressività, e, se si soffre di emicrania, può alleviarne la sintomatologia.

La pasta non è solo un piatto, ma un simbolo ricco di storia e cultura. Le sue origini risalgono all’antichità, quando l’uomo passò da uno stile di vita nomade a quello agricolo, imparando a seminare e raccogliere il grano.

Con l’introduzione del grano, cominciò il trionfo della pasta. Già al tempo degli Etruschi e dei Romani, si gustavano piatti simili alle attuali lasagne, con sfoglie abbondantemente condite con carne e cotte al forno.

La pasta secca, come la conosciamo oggi, ebbe origine in Sicilia, precisamente a Trabia, durante la dominazione araba, verso la fine del 1154. Le fonti storiche raccontano di un “importante polo produttivo di pasta a forma di fili” chiamata “triyah“, che veniva esportata in botti in tutta la penisola italiana. Da qui, la pasta secca iniziò la sua ascesa, diffondendosi prima a Napoli, poi a Genova e infine in tutto il Mediterraneo. Tuttavia, fu solo nel XVII secolo, a Napoli, che la pasta divenne un alimento di largo consumo. A seguito di una terribile carestia, i consumi di carne e pane diminuirono, mentre l’uso della pasta aumentò, grazie alle nuove tecnologie introdotte dai pastai, che la resero più accessibile economicamente.

Oggi utilizzeremo le caserecce, un formato di pasta corta a base di semola di grano duro, liscio e arrotolato, a forma di “S”, tipico della tradizione siciliana, ma utilizzato anche in molte altre regioni del Centro e Sud Italia. Le caserecce sono caratterizzate da una superficie porosa che le rende ideali per raccogliere sughi di ogni tipo, dai più semplici ai più elaborati.

Un piatto così semplice e raffinato merita di essere accompagnato da una bevanda altrettanto importante: il vino, l’accompagnamento ideale per pranzi e cene, capace di esaltare i sapori del piatto. Non è solo una bevanda, ma un vero e proprio simbolo della nostra cultura, un ponte tra passato e futuro, progresso e tradizione, storia e religione. Il vino rappresenta convivialità e condivisione: nulla è più bello che gustare un buon calice in compagnia di amici. Così come il cibo, anche il vino è un’eccellenza che si armonizza con il piatto, creando un’esperienza sensoriale unica quando degustati insieme. Da sempre considerato simbolo di benedizione divina, il vino ha la straordinaria capacità di rallegrare i cuori, dissetare gli assetati e portare consolazione e gioia.

Quando ci troviamo di fronte a un bicchiere di vino, siamo inevitabilmente attratti dal suo colore e dal profumo. Al primo sorso, sono l’acidità, la dolcezza e il corpo a colpire il nostro palato, sensazioni che i nostri sensi sanno cogliere e che ci aiutano a valutare e apprezzare ciò che stiamo bevendo. La scelta del vino, infatti, non può essere lasciata al caso: è un’arte che, per noi principianti e non esperti sommelier, si perfeziona nel tempo grazie alla pratica e alla curiosità.

Degustare diversi vini certamente migliora la nostra capacità di apprezzarli, ma la scelta dell’azienda produttrice è ancora più fondamentale. Ogni bottiglia, ogni etichetta racconta una storia: quella di una terra, di vigneti baciati dal sole, e di un lavoro quotidiano fatto di passione, amore e dedizione per ottenere uve di qualità superiore. Solo con una metodologia produttiva accurata e professionale si può arrivare a un grande vino, una vera e propria opera d’arte.

Per la ricetta di oggi, vi propongo “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini, annata 2024, un vino prodotto da un vitigno Albana al 100%, il cui clone è compadrona. Le uve, coltivate con agricoltura biologica, vengono fatte crescere su terreni che sfruttano la fertilità naturale, senza l’uso di OGM, e promuovendo la biodiversità di animali e piante.

Questo vino biologico si presenta con un colore dorato e una struttura perfetta, equilibrata da una morbidezza che si fonde con una fresca acidità e tannini sottili. Il “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG è il risultato di un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato in Emilia Romagna, soprattutto nella Romagna, dove da secoli è considerato una delle massime espressioni enologiche della regione, un vero e proprio emblema locale.

Nel 1987, l’Albana è stato il primo vino bianco a ottenere la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Nel 2011, la denominazione è stata aggiornata con il nome di “Romagna Albana” per sottolineare ancora di più l’appartenenza territoriale, e oggi può essere vinificato solo nella zona sud-orientale della Romagna.

Il “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG è un vino secco e profumato che al naso offre un bouquet complesso e delicato, con note di albicocca e pesca fresche, che si intrecciano con sentori di erbe aromatiche e fiori bianchi. È il compagno ideale per piatti a base di carni bianche, primi piatti di pesce, pasta fresca e formaggi freschi.

Perfetto da gustare in ogni occasione speciale, come le prossime festività di Pasqua, questo vino non solo esalta i piatti con il suo equilibrio e la sua eleganza, ma aggiunge anche un tocco di raffinatezza e tradizione alla tavola.

La storia dell’azienda Celli Vini affonda le radici nel lontano 1963, quando a Bertinoro le famiglie Sirri e Casadei – soprannominate Bron e Rusèval – decisero di unirsi per dare vita a un progetto enologico che rispecchiasse i valori contadini di una tradizione genuina. Da subito l’obiettivo era chiaro: produrre vini semplici, ma ben fatti, che raccontassero la bellezza e l’autenticità della Romagna. Con il passare degli anni, Celli Vini è diventata un punto di riferimento per la classicità del suo territorio, rimanendo sempre fedele alla sua essenza e al suo legame profondo con la terra.

Oggi, Celli Vini continua a produrre vini di alta qualità, sfruttando l’esperienza di oltre 50 vendemmie. Le sue vigne, dislocate attorno al borgo di Bertinoro, sono il cuore pulsante dell’azienda. Ogni pianta è selezionata con cura, per garantire vini che raccontano la storia e il carattere del territorio.

Celli Vini coltiva 35 ettari di vigne sulle dolci colline di Romagna. Dopo un lungo percorso di conversione, dal 1 agosto 2020 tutte le uve prodotte sono certificate BIO. La diversità di suoli e microclimi della zona dona ai vini dell’azienda un profondo equilibrio, con 4 caratteri distintivi che si fondono per creare una collezione di vini che esprimono in pieno il territorio di origine.

Una delle peculiarità uniche di Bertinoro è la presenza dello Spungone, una roccia calcarea di origine organica che si formò nei fondali marini, quando la Romagna emerse dal mare. Questa roccia, insieme al calcare attivo presente nei suoli, conferisce ai vini della zona caratteristiche uniche, regalando loro una personalità e una profondità che li rende immediatamente riconoscibili. Un legame antico tra terra e vino che continua a raccontarsi, bottiglia dopo bottiglia.

Il vino “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini è il frutto di un’annata particolarmente difficile, quella del 2024, dal punto di vista meteorologico. La Primavera, con i mesi di maggio e giugno piovosi, qualche grandinata e un luglio torrido, ha causato non pochi problemi alle viti. Tuttavia, le intense giornate di pioggia a partire dalla seconda metà di agosto hanno riequilibrato la vegetazione, riportando i parametri ideali per una produzione ottimale.

“I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini annata 2024 è disponibile nello shop online della Cantina Celli, insieme a una ricca e prestigiosa selezione di altre etichette dell’azienda. Potrete ricevere i vini della Cantina Celli comodamente a casa vostra, rendendo unici e indimenticabili i vostri momenti di condivisione speciali.

Ora, scopriamo insieme gli ingredienti necessari per preparare le nostre Caserecce ai Calamari e Gamberi da Servire con “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini:

Ingredienti:

  • 350 grammi di Caserecce
  • 2 calamari (oppure 500 grammi di calamaretti)
  • 450 grammi di gamberi
  • 2 spicchi di aglio
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 200 ml di passata di pomodoro
  • sale
  • olio evo
  • prezzemolo
  • pepe nero macinato al momento
  • un pizzico di peperoncino
  • pecorino grattugiato a piacere

Caserecce ai Calamari e Gamberi da Servire con “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini: Ricetta

Prepariamo il pesce: laviamo i gamberoni sotto l’acqua corrente e sgusciamo metà di essi.

Puliamo i calamari e tagliamoli ad anelli di dimensioni simili.

In una padella, scaldiamo un filo di olio evo con uno spicchio d’aglio e, dopo qualche minuto, uniamo i calamari. Successivamente, aggiungiamo i gamberoni.

Sfumiamo con mezzo bicchiere di vino bianco, lasciamo evaporare e aggiungiamo 200 ml di passata di pomodoro.

Aggiustiamo di sale e proseguiamo la cottura per altri 5 minuti.

Nel frattempo, cuociamo le caserecce al dente, poi scoliamole e condiamole con il sugo di pesce.

Uniamo una manciata di prezzemolo tritato, una spolverata di pepe nero appena macinato, un po’ di pecorino e peperoncino a piacere.

Le nostre Caserecce ai Calamari e Gamberi sono pronte per essere servite, accompagnate da un calice di “I Croppi” Albana Secco Romagna DOCG – Celli Vini.

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia


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