Il Brasato al Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli con verdure in padella è un secondo piatto di carne dal sapore deciso, che ricorda i gusti di un tempo. La carne, tenerissima grazie alla lenta e lunga cottura nell’omonimo vino, si ammorbidisce con il collagene che si scioglie, regalando una consistenza morbidissima e un sughetto ricco, invitante e profumato. Il pregiato vino sprigiona i suoi aromi inebrianti, rendendo questo piatto un grande classico della tradizione piemontese. Una vera prelibatezza gourmet che offre un perfetto equilibrio di sapori e consistenze, fondendosi in un’esperienza gustativa intensa, raffinata e al contempo elegante. Il vino speciale avvolge in un caldo abbraccio un taglio di manzo, caratterizzato da un ottimo bilanciamento tra la parte grassa e magra. I tagli più consigliati sono il cappello del prete, il muscolo o la guancia.
Questo piatto è perfetto per la stagione autunno/invernale che stiamo vivendo, ideale da gustare la domenica in famiglia o in occasioni speciali.
Il Piemonte, regione al confine tra Svizzera e Francia, è rinomato per i suoi paesaggi incantevoli e per una cucina rustica, semplice e sincera, che onora le tradizioni agricole. La cultura gastronomica piemontese si è sviluppata grazie all’incontro di vari popoli che, nel corso dei secoli, hanno lasciato un’impronta significativa, in particolare la nobile corte di Francia, che ha influenzato piatti come il bollito misto o lo zabaione, e la tradizione austriaca con lo strudel e i canederli. A questi si uniscono le ricette della cultura contadina locale, fatte di ingredienti semplici, ma capaci di creare grandi capolavori di sapore, come la panissa e la bagna cauda, una salsa saporita a base di acciughe, burro e aglio in cui si intingono verdure fresche. Altre specialità includono la salsiccia al vino rosso e i tajarin.
Le eccellenze locali non mancano: dal vasto assortimento di oltre 50 tipi di formaggi, ai peperoni di Carmagnola, il porro di Cervere, il riso, il pregiato Tartufo d’Alba, le nocciole piemontesi (da cui nasce la crema gianduja), la carne di Fassona e gli agnolotti. Ma il Piemonte è soprattutto famoso per la sua secolare tradizione vinicola, risalente almeno al VI secolo a.C., quando Celti, Liguri e Romani già praticavano l’arte della viticoltura. Oggi, la regione è un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per la qualità dei suoi vini. Tra i più rappresentativi troviamo il Nebbiolo, la Barbera, il Dolcetto e il Moscato Bianco, con etichette rinomate come Barolo DOCG, Barbaresco DOCG e Dogliani DOCG.
Vino e cibo sono i protagonisti del Piemonte, una terra famosa per la sua produzione d’eccellenza. In una regione così legata alla cultura del vino, non può mancare una ricetta iconica come il Brasato al Barolo. Nella sua versione originale, questo piatto utilizza carne di razza piemontese, allevata secondo un rigido disciplinare, con tagli che devono provenire dal quarto anteriore dell’animale.
Il termine “brasato” deriva dal dialetto “brasa”, che significa “brace”, e richiama il metodo di cottura tradizionale. In passato, la pentola contenente la carne veniva posta tra le braci e lasciata cuocere lentamente nel vino per ore.
Questa tecnica di cottura è particolarmente adatta ai tagli di carne “meno nobili”. Nei ristoranti si utilizza solitamente la “brasiera”, un utensile rettangolare con coperchio. Per la preparazione casalinga, però, è sufficiente una pentola in coccio o in ghisa, dotata di coperchio leggermente più grande del taglio di carne, per evitare che i grassi si surriscaldino e brucino, compromettendo il risultato finale.
Le possibilità di contorni per accompagnare il brasato sono molteplici. Si può optare per tuberi e radici, come patate prezzemolate, topinambur (noto anche come “carciofo del Canada” per il suo sapore simile al carciofo), o barbabietole lessate. Un’altra scelta classica è un purè di patate o la polenta, oppure semplici verdure di stagione stufate.
Le prime tracce storiche dell’uva Nebbiolo coltivata a Barolo risalgono al 1268, ma solo nell’Ottocento si iniziano a trovare documenti che parlano del vino Barolo. La nascita di questo vino è legata a figure importanti della storia italiana, come la famiglia Savoia, in particolare Re Carlo Alberto e suo figlio Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia e fondatore della Tenuta Fontanafredda a Serralunga d’Alba. Anche Camillo Benso, conte di Cavour, ebbe un ruolo centrale nella storia del Barolo: insieme alla Marchesa Colbert, fu tra i primi a imbottigliarlo nel 1844, segnando l’inizio della storia di uno dei vini più amati d’Italia.
L’esordio del Barolo, però, non fu tra i più brillanti. La sua produzione seguiva metodi antichi che non permettevano al vino di esprimere al meglio le sue potenzialità. Richiedeva un lungo invecchiamento per sviluppare sapori intensi e una bevibilità che potesse impressionare. Inizialmente, era considerato uno dei tanti vini da tavola. Si racconta addirittura che le bottiglie di Barolo venissero regalate a chi acquistava vini più pregiati all’epoca, come il Dolcetto o la Barbera. Da questa considerazione modesta sembra che siano nati grandi piatti piemontesi, come il Brasato al Barolo e il risotto al Barolo, proprio perché il vino, non essendo particolarmente apprezzato, veniva spesso utilizzato in cucina per sfumare, marinare e cuocere.
Nonostante il passare degli anni, il Barolo non ottenne subito il successo che meritava. Bisogna aspettare gli anni ’80, quando grazie all’impegno dei “Barolo Boys” – un gruppo di giovani produttori delle Langhe che credevano nelle potenzialità di questo vino – vennero introdotte nuove tecniche di produzione. Questi cambiamenti portarono il Barolo ai vertici della fama mondiale, tanto da essere definito oggi “il Re dei vini, il Vino dei Re”.
Per cucinare il nostro brasato, è fondamentale utilizzare carne di prima qualità e un vino d’eccellenza. Non va bene un qualsiasi vino rosso: la scelta del vino è decisiva per la buona riuscita del piatto.
Oggi, per realizzare il nostro brasato, ho il piacere di utilizzare il Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli, con sede a Valle Talloria, Diano d’Alba. Questa cantina, attiva dal 1899, produce i migliori vini della Langa Albese con la stessa passione e dedizione che animava i loro antenati.
L’azienda, a conduzione familiare, fa parte dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba, dell’Associazione Albesia e del Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani.
Il fondatore fu il signor Giuseppe, soprannominato ” ‘l Barba Gepin “. Successivamente, la gestione passò al nonno Giovanni e ai figli Giuseppino e Domenico. Oggi, la quarta generazione è rappresentata dal signor Paolo. Anche dopo quattro generazioni, lo spirito che animava il signor Giuseppe nella produzione dei vini è rimasto immutato: lo stesso amore per la terra, la stessa passione e il rispetto per le tradizioni, pur con l’ausilio delle tecnologie più moderne.
Negli ultimi anni, oltre ai vigneti, l’azienda ha impiantato noccioleti su una superficie di circa 4 ettari. Le nocciole coltivate appartengono alla pregiata varietà “Tonda Gentile delle Langhe”, che vanta il marchio IGP “Nocciola del Piemonte”. Questi prodotti, disponibili anche in confezioni sottovuoto, sono forniti alla grande distribuzione e acquistabili anche da noi consumatori.
Un’azienda in continua crescita che grazie all’ accurato lavoro, ha visto negli anni riconoscimenti dalla loro clientela e non solo! Prestigiosi premi a partire dal 1986, non ultimo nell’anno in corso al XXII concorso enologico internazionale Città del Vino, dove l’azienda ha ottenuto ulteriori riconoscimenti: una medaglia d’oro per l’Alta Langa DOCG 2020 e una medaglia d’argento per il Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017.
Il Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 è un vino dal colore rosso rubino con riflessi ramati che con il tempo virano all’arancione, caratterizzato da un profumo intenso di fiori appassiti, spezie, foglie secche e sottobosco. Si tratta di un vino caldo, dall’equilibrio perfetto e dal sapore intenso e persistente. Presenta una gradazione alcolica del 14,5% e consigliabile una temperatura di servizio di 18 gradi. Questo grande vino si sposa e armonizza perfettamente con carni rosse come tagli di filetto di manzo, costolette d’agnello, la fiorentina o il brasato.
La fermentazione del Barolo DOCG Riserva avviene con metodo tradizionale in serbatoi di acciaio inox a cappello galleggiante, per una durata media di 8-12 giorni a temperatura controllata di 30-31°C, con frequenti rimontaggi. Al termine della fermentazione, il mosto resta a contatto con le bucce per alcuni giorni, favorendo così l’estrazione delle sostanze polifenoliche e l’avvio della fermentazione malolattica.
Il vino viene poi invecchiato in grandi botti di rovere, per un periodo che ne esalta le caratteristiche. Dopo l’imbottigliamento nelle classiche bottiglie Albeisa, segue un affinamento di almeno 6 mesi. Il risultato di questo lungo affinamento è un Barolo strutturato e robusto, capace di evolversi nel tempo. Al gusto, il vino è caldo, morbido, vellutato e armonioso, con una lunga persistenza che lascia una piacevole sensazione al palato.
Tutti i vini dell’azienda Veglio Giovanni & Figli nascono dall’amore verso la terra, le tradizioni, e sono realizzati solo da varietà di uve accuratamente selezionate. Vini unici, dal sapore della tradizione, curati con maestria da sempre, che seguono un processo di vinificazione accurato e scrupoloso.
Accanto alle produzioni storiche dell’azienda come il Dolcetto di Diano d’Alba, il Barolo DOCG, il Nebbiolo d’Alba DOC, il Barbera d’Alba DOC e il Barbera d’Alba DOC Superiore, negli ultimi anni si sono aggiunti vini bianchi come il Moscato d’Asti DOCG, il Langhe DOC Arneis e il Langhe DOC Chardonnay.
Grandi vini, il meglio di una produzione che rappresenta un vero vanto del Made in Italy.
Sul loro negozio on line troverete il Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 e tantissimi altri vini di loro produzione tutti da amare e apprezzare che renderanno unici ogni vostro momento di convivialità e accompagneranno i vostri pranzi e cene con bontà, eleganza e raffinatezza.
Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare il nostro Brasato al Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’ Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli con Verdure in Padella:
Ingredienti:
- 1 chilo di carne di manzo taglio cappello del prete
- 1 bottiglia di Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 Veglio Giovanni e Figli
- 4 fogliolina di alloro
- 3 chiodi di garofano
- 2 bacche di ginepro
- cannella a piacere in stecca
- burro chiarificato q. b.
- 1 costa di sedano
- 1 cipolla bianca di medie dimensioni
- carota
- aromi salvia e rosmarino
- sale
- pepe
- se necessita 1 cucchiaino di amido di mais
Brasato al Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’ Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli con Verdure in Padella: Ricetta
Iniziamo ripulendo il cappello del prete dal grasso in eccesso e legandolo con dello spago da cucina, così da mantenerne la forma durante la cottura. Laviamo e mondiamo le verdure: sedano, carota e cipolla, tagliandole a pezzettoni. Leghiamo insieme i rametti di rosmarino e la salvia con dello spago da cucina.
In una capiente terrina mettiamo le verdure, il mazzetto aromatico, una stecca di cannella, i chiodi di garofano, le foglie di alloro e il pezzo di carne. Copriamo tutto con il Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli. Chiudiamo la terrina con pellicola trasparente e lasciamo marinare in frigorifero per almeno 12 ore.
In una casseruola sciogliamo il burro chiarificato, aggiungiamo la carne scolata dalla marinatura e facciamola rosolare da tutti i lati fino a formare una crosticina, in modo da sigillarla bene. Aggiustiamo di sale e pepe, quindi uniamo la marinatura. Copriamo con un coperchio e lasciamo cuocere a fiamma bassa per almeno 3 ore, girando la carne di tanto in tanto. Se il liquido si dovesse asciugare troppo, aggiungiamo un po’ di brodo vegetale.
Nel frattempo, cuociamo le verdure in una padella con del burro chiarificato. Se desiderato, possiamo aggiungere altre verdure di stagione a scelta. Lasciamole cuocere mantenendole comunque croccanti.
A fine cottura, togliamo la carne dalla casseruola e facciamo restringere il sughetto. Se risulta troppo liquido, possiamo aggiungere un cucchiaino di maizena sciolto in un po’ di sugo di cottura. Aggiustiamo di sale e pepe.
Tagliamo la carne a fette e serviamola con il suo sughetto e le verdurine croccanti.
Il nostro Brasato al Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 dell’ Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni e Figli con Verdure in Padella è pronto per essere servito.
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia