Arista di Maiale all’Arancia e Miele da Servire con Vino Lilium Rosso Tenute Caracci

L’Arista di Maiale all’Arancia e Miele da Servire con Vino Lilium Rosso Tenute Caracci è un delizioso secondo piatto di carne, ricco di sapore, al contempo semplice e raffinato. Si tratta di una variante originale e gustosa dell’arrosto di filetto di maiale, che conquista con la sua irresistibile bontà e la carne tenera, aromaticamente profumata.

La ricetta proposta oggi è davvero speciale, con una nota di sapore aggiuntiva e agrumata, grazie alla presenza dell’arancia e del miele. Un’esplosione di sapori e contrasti che si sposa perfettamente con il gusto della carne di maiale e l’acidità delle arance. Il procedimento prevede una prima cottura in pentola con i classici aromi: sedano, carota, rosmarino e alloro. Successivamente, la carne viene “laccata” con una miscela di succo di arancia e miele e portata a cottura in forno, accompagnata da uno dei contorni più classici: le patate.

Questo secondo piatto è perfetto per occasioni speciali, come cene con amici o pranzi durante le festività pasquali. La sua garanzia di successo è assicurata, conquistando il palato di ogni commensale.

La carne protagonista di questa pietanza è il “pork tenderloin”, conosciuto anche come lombata di maiale in italiano. Si tratta di un taglio pregiato, dalla consistenza morbida, ricco di proteine di alta qualità, vitamine e sali minerali, tra cui fosforo e zinco.

La leggenda vuole che il nome “arista” sia nato a Firenze nel lontano 1473, durante un banchetto del Concilio Ecumenico della Chiesa Romana e Greca. Si narra che il cardinale greco Basilio Bessarione, dopo aver assaggiato un arrosto di maiale, abbia esclamato “Aristos” (che significa “il migliore”). I fiorentini presenti al banchetto, interpretando “Aristos” come il nome della carne, lo adottarono affettuosamente, battezzando così la lombata di maiale.

Mancano pochi giorni alle festività della Santa Pasqua e l’Italia intera, da nord a sud, si prepara per festeggiarla. Tante sono le tradizioni che accompagnano questo periodo, poiché la Pasqua è una delle festività più sentite. Si tratta di una festa cattolica, accompagnata da funzioni religiose con messe e processioni, che ci preparano a celebrare la Resurrezione di Gesù Cristo, che ha sconfitto la morte e salvato gli uomini dal peccato mortale, il momento più importante di tutto l’anno liturgico.

Ma la Santa Pasqua è anche quella festa che offre l’occasione perfetta per riunire la famiglia e gli amici intorno a una tavola imbandita e condividere sia piatti tradizionali che creazioni culinarie innovative. E questi sono i giorni in cui pensiamo al menù perfetto per allietare i nostri invitati; dagli antipasti ai primi piatti, per passare ai secondi di carne e ai dolci: tutto deve essere speciale.

Durante questo giorno di festa, la tavola è sempre imbandita con una varietà di prelibatezze che rendono la giornata un’esperienza culinaria ricca e appagante, complice l’arrivo della Primavera, la voglia di sole, di uscire all’aria aperta e di godere delle meraviglie della natura che si risveglia. È il grande desiderio di lasciarsi alle spalle le giornate grigie e fredde dell’inverno. Nulla in questo periodo è più importante del desiderio di fare festa.

Molti dei piatti tipici di questa festività sono ricchi di simbolismi. Basti pensare al casatiello, alla pastiera napoletana, alle pecorelle di marzapane, all’uovo di cioccolato, alla colomba, sia dolce che salata… e molti dei suoi simboli celebrano proprio questo concetto: tra questi primeggia la carne.

Secondo la tradizione, in questi giorni si consuma la carne di agnello, uno dei simboli più antichi della festa, che rappresenta l’essenza della cristianità, il sacrificio di Gesù Cristo, la vittima sacrificale pura, il simbolo del sacrificio per eccellenza. Questo tenero animaletto rappresenta il candore e la purezza, sin dall’epoca antica, dove offrire l’agnello significava donare quello che si aveva di più caro, puro, raro e prezioso. Questo simbolo affonda le sue radici nella Pasqua Ebraica, in cui l’agnello veniva sacrificato. Ancora oggi è consuetudine regalare dolci a forma di agnello o consumare piatti a base di carne di agnello o capretto.

Protagonista indiscusso delle tavole pasquali italiane, l’agnello viene cucinato in svariate maniere: cosciotto, sella, spalla, costoletta, al forno con carciofi e patate, alla cacciatora o in umido, e anche le costolette impanate al forno o fritte, oltre all’abbacchio al forno. Negli ultimi anni, tuttavia, l’agnello è diventato oggetto di polemiche, in particolare da parte degli animalisti e di chi ritiene una vera e propria “mattanza” uccidere gli agnellini. Infatti, a Pasqua, il consumo di carne di agnello è diminuito e, per scelta etica, molte famiglie preferiscono optare per alternative a questa pietanza tradizionale. Così, sulle tavole degli italiani diventano protagoniste carni alternative come vitello, manzo, cacciagione, tacchino, faraona, macinato e maiale, grande protagonista anche delle tavole natalizie. Queste carni si prestano magnificamente a creare secondi piatti prelibati, perfetti per le tavole di Pasqua.

Il maiale, dunque, grazie alla sua versatilità, offre una vasta gamma di ricette, veloci da preparare e sempre di grande impatto visivo. È interessante notare che, secondo dati statistici, il maiale è una delle carni più consumate al mondo, con la Cina in testa, seguita dagli Stati Uniti. Nonostante ci siano ancora persone che nutrono dubbi sulla sua salubrità, non vi è alcun riscontro che la renda meno salutare o troppo grassa. Al contrario di quanto si pensa, il maiale offre ottime qualità nutrizionali e molti benefici per la nostra salute. I nutrienti principali sono le proteine nobili, le vitamine, in particolare del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B12), minerali ad alta biodisponibilità, tra cui zinco e selenio, e una percentuale minore di ferro.

Nel Medioevo, questa carne era riservata esclusivamente all’alta società, poiché simboleggiava prestigio sociale e ricchezza. Oggi, invece, è accessibile a tutti e ha un costo inferiore rispetto alla carne di altri animali.

Nonostante assuma un colore rosato chiaro tendente al bianco dopo la cottura, la carne di maiale rientra nella categoria delle carni rosse, in quanto il suo contenuto di mioglobina rientra nei limiti di riferimento per questa classificazione, ovvero tra lo 0,1% e lo 0,3%.

Come per le altre tipologie di carne, anche i valori nutrizionali del maiale variano a seconda del taglio. Mentre i tagli “grassi” corrispondono alla pancia del maiale, da cui si ricavano i salumi, il filetto rappresenta la parte più magra e tenera.

Un altro taglio magro è l’arista, che deriva dalla schiena e comprende tutta la lunghezza fino alla coscia, da cui si ricava il prosciutto.

Nella ricetta di oggi, la carne viene impreziosita dall’arancia e dal miele, accostamenti che offrono sorprendenti e originali esperienze gustative. Carne e frutta, nel nostro caso maiale e arancia, sono due ingredienti che potrebbero sembrare distanti, ma invece si incontrano in combinazioni affascinanti grazie alla creatività di cuochi, stellati e non, che hanno dimostrato come “gli opposti si attraggano“, dando vita a piatti innovativi e ricchi di sapore.

Molti frutti si abbinano splendidamente alla carne: la selvaggina e le carni rosse, ad esempio, trovano il loro equilibrio in salse dolci come quelle ai fichi o ai mirtilli, oppure in note acidule come le salse d’arancia. Si pensi ai fichi d’India con la carne di quaglia, all’ananas sullo stinco di maiale, al prosciutto abbinato alle albicocche o agli spiedini di vitello accompagnati dall’uva, e ancora la spalla di maiale con la melagrana, abbinamento consigliato anche da uno dei più grandi chef stellati come Carlo Cracco, che in una sua ricetta stellata completa l’armonia dei sapori con senape al pepe verde e una salsa a base di cioccolato fondente lavorato con burro e aggiunto al sugo.

La nostra ricetta conquista con il suo equilibrio perfetto: l’arancia e il miele arricchiscono la carne con note aromatiche raffinate, mentre la cottura rende la carne tenera e succosa. Il frutto protagonista della nostra ricetta è l’arancia Tarocco, un frutto spesso definito “varietà mezzosangue”, disponibile sul mercato dall’inverno alla primavera.

Questa pregiata varietà di Arancia Rossa Siciliana, dal sapore unico, è apprezzata a livello mondiale e riconosciuta dal consorzio IGP come arancia rossa di Sicilia. Classificata botanicamente come “Citrus Sinensis“, ha fatto la sua comparsa all’inizio del XX secolo in provincia di Siracusa, a Francofonte, grazie a una mutazione dell’arancia Sanguinello, un’altra varietà siciliana, ad opera del commerciante e agricoltore Gesualdo Denaro.

Una leggenda narra che il nome di questa arancia derivi dall’esclamazione dello stesso agricoltore che, vedendo questo frutto, esclamò: “un tarocco“, utilizzando questa terminologia per indicare un fatto eccezionale o un grande trionfo.

La forma di questo frutto è sferica tendente all’ovoidale, con una buccia di colore arancio vivace, con possibili sfumature rosse, a seconda della varietà e del periodo di raccolta. La polpa è senza semi, di colore arancio/arancio scuro, con venature rosse; come tutte le arance, l’arancia Tarocco offre innumerevoli virtù nutrizionali ed è ricca di vitamina C, importante per proteggerci dai malanni di stagione, con una percentuale del 40% in più rispetto ad altri agrumi. Possiede anche preziosi micronutrienti assenti in altri frutti. È ricca di antiossidanti, tra cui le antocianine, vitamine del gruppo A, B, K e PP, calcio, acido folico e beta-carotene.

Tutti la apprezziamo consumandola fresca a spicchi o come spremuta, ma i suoi usi non si limitano a questo. In cucina è molto versatile e la possiamo utilizzare sia per ricette dolci che salate. Nelle ricette salate, grazie al suo sapore fresco e aromatico, possiamo realizzare deliziose insalate, preparazioni agrodolci abbinandola sia a carni bianche, che a pesci o crostacei, alla carne di selvaggina, nei primi piatti a base di riso o di pasta, e ancora possiamo realizzare salse all’arancia o composte per accompagnare i formaggi, e in particolare quelli a pasta molle, freschi come caprini, ricotta, mozzarella, mascarpone. Ma i suoi usi non finiscono qui: possiamo anche utilizzarla essiccata per profumare gli ambienti, unite a fiori secchi diventano delicati potpourri. Le bucce messe sui termosifoni accesi quando fa freddo o bruciate sul fuoco del camino.

L’altro ingrediente della nostra ricetta è il miele, considerato “il nettare degli dei“, la cui storia vanta origini antichissime.

Pensate che le prime tracce storiche che testimoniano l’uso del miele come alimento da parte dell’uomo sono databili a circa 10.000 anni fa, come dimostrato da una pittura scoperta in Spagna, nei pressi di Valentia, dove si raffigura un uomo arrampicato su un albero che si accinge a sottrarre i favi alle api, circondato da api in volo. Al miele era attribuita una origine divina, era considerato sacro, come ci giunge testimonianza da miti come quello di Zeus, che veniva nutrito con il miele.

Oggi, a distanza di secoli, il miele continua a essere apprezzatissimo per le sue proprietà benefiche e curative, oltre alla sua capacità di rendersi perfetto alleato in molti manicaretti.

Quando prepariamo un piatto che vede protagonista la carne, è fondamentale abbinarlo a un vino capace di esaltare le sue caratteristiche e valorizzare l’intero pasto. Il vino non è solo un accompagnamento, ma parte integrante dell’esperienza gastronomica, e la scelta deve essere fatta con cura. Non si tratta semplicemente di preferire un vino che “ci piace”, ma di creare una perfetta armonia tra le note aromatiche del piatto e il sapore del vino, per offrire un’esperienza indimenticabile.

Anche se non serve essere esperti sommelier, seguire alcune semplici regole può aiutarci a fare la scelta giusta. Piatti dal sapore delicato e con condimenti leggeri richiedono vini altrettanto leggeri e dal profilo aromatico contenuto. Al contrario, per piatti ricchi, corposi ed elaborati come il ragù, l’abbinamento ideale è con un vino complesso, strutturato e di carattere. È importante considerare anche il corpo del vino, ossia la sensazione di pienezza che lascia in bocca, e la sua consistenza, che può essere morbida o più ruvida.

Sebbene l’argomento meriti un approfondimento, sperimentare è la chiave: la combinazione vincente è quella che soddisfa il nostro gusto personale. Dopotutto, il nostro obiettivo è goderci un buon piatto accompagnato da un calice di vino che lo esalti.

Per il piatto che propongo oggi, vi consiglio il vino Lilium Rosso Tenute Caracci, un vino rosso caratterizzato da un bel colore vivo rosso rubino, con riflessi viola sull’unghia. Questo vino è il frutto dell’unione felice di due vitigni: il Nero d’Avola e Syrah. Il vino offre al naso sentori di frutti rossi, in particolare di sotto bosco, more, lamponi, e lievi note speziate apprezzate al palato. Un vino giovane, che risulta dalla perfetta armonia, regalando a ogni sorso tutte le caratteristiche dei grandi vini di Sicilia. Il vino perfetto, servito come aperitivo, per accompagnare salumi, con primi piatti a base di sughi e secondi di carne non grassa di taglio magro.

Il frutto dell’arte vinicola dell’azienda Tenute Caracci, un’azienda a conduzione familiare situata a Partanna, in provincia di Trapani, a 250 metri sul livello del mare, su una collina che domina le valli del Belice e del Modione. Questa azienda si distingue per una produzione d’eccellenza di vini biologici pregiati: un bianco ottenuto da uve Moscato e Inzolia, e un rosso nato dall’incontro tra Nero d’Avola e Syrah. Vanto di produzione dell’azienda sono anche l’olio extravergine di oliva Nocellara del Belice e la frutta fresca di alta qualità.

L’azienda ha una mission importante: far conoscere i prodotti della Valle del Belice, e vanta una produzione di prodotti di alto prestigio, massima qualità, ingredienti sani e genuini che portano il meraviglioso sole della terra di Sicilia sulle nostre tavole.

Fra pochi giorni festeggeremo la Santa Pasqua: non perdete l’occasione di portare sulle vostre tavole il buono che madre natura sa offrire. Visitate il loro shop online e date uno sguardo alla loro pagina Facebook: scoprirete tutta la vasta gamma di produzione, tanti prodotti buoni, sani e genuini che sapranno rendere unici i vostri pranzi e cene delle feste.

E ora, vediamo insieme cosa ci occorre per realizzare la nostra Arista di Maiale all’Arancia e Miele da servire con Vino Lilium Rosso Tenute Caracci:

Ingredienti:

  • 800 grammi di Arista di maiale
  • 1 carota
  • 2 coste di sedano
  • 1 cipolla
  • alloro
  • rosmarino
  • 1/2 arancia succo + la scorza di 1 arancia
  • 4 cucchiaini di miele millefiori
  • 100 ml di vino bianco secco
  • sale
  • pepe nero macinato al momento
  • olio evo

Arista di Maiale all’Arancia e Miele da Servire con Vino Lilium Rosso Tenute Caracci: Ricetta

Iniziamo preparando la carne: massaggiamola con sale e pepe nero macinato al momento. Legandola con dello spago da cucina, le permettiamo di mantenere la forma durante la cottura, inserendo al suo interno anche alcuni rametti di rosmarino.

In una casseruola adatta anche alla cottura in forno, versiamo un filo di olio EVO e aggiungiamo le verdure: sedano, carote e cipolla, tutte lavate, mondate e tagliate a pezzi. Facciamo insaporire il tutto. A questo punto, aggiungiamo la carne e facciamola rosolare bene, poi sfumiamo con il vino. Una volta che il vino sarà evaporato, aggiungiamo un paio di foglie di alloro, copriamo con un coperchio e proseguiamo la cottura per 30 minuti.

Trascorso il tempo, togliamo la carne dalla pirofila, eliminiamo lo spago e spennelliamola con una miscela di miele e succo di arancia. Aggiungiamo anche delle scorzette di arancia. Rimettiamo la carne nella pirofila e mettiamo in forno a 180°C per altri 50/60 minuti.

Una volta cotta, lasciamo raffreddare la carne prima di tagliarla a fette. Serviamola a piacere con delle patate arrosto.

Accompagniamo il piatto con un calice di Vino Lilium Rosso Tenute Caracci.

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia


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