Antipasto di San Silvestro con Gamberi in Salsa di Avocado, Lime, Chicchi di Melagrana da Servire con Alta Langa DOCG Brut Cantina Veglio Giovanni & Figli

L’Antipasto di San Silvestro con Gamberi in Salsa di Avocado, Lime e Chicchi di Melagrana, da servire con Alta Langa DOCG Brut della Cantina Veglio Giovanni & Figli, è un’idea gustosa e facile da realizzare per arricchire il nostro menù di fine anno o per il primo giorno dell’anno. Una ricetta colorata e di mare, perfetta per i tradizionalisti del cenone del 31 dicembre, con un tocco originale e creativo. Si tratta di una rivisitazione di un grande classico degli anni ’80, il “Cocktail di Gamberi”, un antipasto molto in voga, evergreen delle feste, che in quegli anni rappresentava eleganza e raffinatezza. Oggi, pur essendo considerato da alcuni un piatto nostalgico e un po’ demodé, rimane per molti italiani l’antipasto ideale delle feste.

Questo antipasto ha una storia affascinante, che si è evoluta nel tempo. È una ricetta internazionale che unisce tradizioni culinarie diverse. Le origini vengono fatte risalire al 1941, nel Massachusetts, precisamente a Boston. Si racconta che un barista del porto di Boston, avendo a disposizione abbondanti crostacei, decise di creare qualcosa di originale ispirandosi al famoso cocktail Bloody Mary, a base di vodka, succo di pomodoro, limone fresco e gocce di salsa worcestershire e Tabasco. A questa base, aggiunse salsa di rafano e la utilizzò per ricoprire i gamberi. Come spesso accade per le ricette nate quasi per caso, il successo fu tale che la preparazione divenne popolare, specialmente a Las Vegas.

Nel 1950, per la prima volta, il “Cocktail di Gamberi” venne servito freddo in una coppa da Martini con i gamberi appoggiati sul bordo del bicchiere, nell’Hotel Golden Gate di Las Vegas. Presto, la ricetta arrivò in Europa, dove venne riproposta nei locali alla moda in molte varianti, con salse diverse, dalla maionese alla salsa Marie Rose, con uova sode o panna acida. In Italia, questo antipasto divenne famoso intorno agli anni ’70, ma fu solo negli anni successivi che acquisì popolarità, arrivando a essere servito nei ristoranti più rinomati come pietanza elegante, un must delle cene importanti e delle tavole festive degli italiani.

Non esiste una ricetta ufficiale per il Cocktail di Gamberi, ma l’ingrediente comune nelle varie preparazioni è la presenza dell’insalata, solitamente lattuga o iceberg. Poi, i gamberi (anche se ci sono varianti più raffinate che prevedono scampi o mazzancolle) e la salsa rosa che li condisce, a base di maionese, ketchup, senape, salsa worcestershire e cognac, con proporzioni che variano a seconda dei gusti personali.

In Italia, questo antipasto va oltre le mode del momento e rimane immancabile nelle tavole natalizie, di San Silvestro e Capodanno, sia nella versione base che in molte varianti creative: in bicchieri, coppette, cestini di arancia o limone, o su cestini di pasta fillo, come propone il grande chef stellato Cannavacciuolo.

Il menù di San Silvestro è una tradizione radicata nel tempo, dove il cibo assume un ruolo di grande importanza. La motivazione per cui è così speciale la ritroviamo nella storia: il filosofo Aristotele, tra le menti più brillanti del mondo ellenico, sosteneva che il cibo servito allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno avrebbe portato fortuna e salute nei dodici mesi a seguire.

Sulle tavole degli italiani e del mondo ci sono ingredienti che, per cultura e scaramanzia, non possono mai mancare. Sono legati a tradizioni del passato e rituali del mondo contadino, fondamentali per assicurarsi un anno prospero e ricco. Ogni pietanza servita cela una simbologia che trae le sue origini dall’antica cultura romana, greca e non solo, ma anche da superstizioni più banali. E che ci crediamo o no, immancabilmente ogni anno ritroviamo questi alimenti sulla tavola della notte più festeggiata dell’anno, poiché tutti desideriamo che il nuovo anno porti sorprese piacevoli, serenità e abbondanza.

In primis, troviamo le lenticchie, simbolo beneaugurante di gioia e prosperità. Una tradizione vuole che vengano consumate dopo la mezzanotte del 31 dicembre, mangiate con le mani. Fu proprio l’antica Roma a dare vita a questa usanza: si regalava, infatti, il primo giorno dell’anno una borsa di cuoio (chiamata “scarsella”) contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti.

Immancabile è anche la carne di maiale. Che si tratti di costolette, cotechino o zampone, se siete scaramantici, il maiale rappresenta un simbolo di buon auspicio per soldi e fortuna, e in passato anche di fertilità. Questa simbologia risale alla cultura contadina, secondo cui del maiale non si butta nulla e, in campagna, la carne di maiale garantiva la sopravvivenza durante i lunghi inverni. Così, non poteva mancare a San Silvestro. Ma il maiale non è importante solo nella nostra cultura: in Ungheria, ad esempio, è tradizione servire un maialino intero con una mela in bocca, mentre in Austria è usanza toccare i maialini nella notte del 31 dicembre per assicurarsi la fortuna. Se la vostra cena si svolge al ristorante, non sorprendetevi se, tra i tavoli, si aggirano piccoli maialini… tranquilli, portano fortuna.

Anche il riso è un ingrediente imprescindibile della notte della vigilia. Rappresenta abbondanza e ricchezza, ed è gustato in molte ricette. Ma non dimenticate di spargere una manciata abbondante di riso sul tavolo o, se preferite, di metterlo in ciotoline di cristallo. Se le ciotoline non si abbinano alla mise en place, nessun problema: potete semplicemente mettere una manciata di riso in tasca. Se il vostro look non prevede vestiti con tasche, realizzate dei piccoli sacchettini di panno verde nei quali inserire sette chicchi di riso e sette chicchi di melagrana.

Infine, il peperoncino rosso rientra tra i rituali immancabili, da inserire in qualche pietanza o come decorazione in un centro tavola. Rappresenta un potente amuleto che scaccia invidie, guai e malocchio.

Le bietole, come tutte le verdure a foglia verde, sono un’ottima scelta da inserire nel menù di festa. Non solo perché sono un contorno perfetto per accompagnare molti piatti, ma anche perché il loro colore richiama il verde dei dollari. Negli Stati Uniti e in Irlanda, infatti, sono considerate un simbolo di buon auspicio.

Tra i frutti, l’uva è da sempre simbolo di ricchezza, salute, benessere e prosperità. Un antico proverbio recita: “Chi mangia uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno”. Secondo una tradizione spagnola, ma anche della regione delle Marche dei primi del Novecento, bisogna mangiare 12 acini di uva allo scoccare della mezzanotte, facendo attenzione a mangiarne uno per ogni rintocco delle campane, affinché la tradizione porti fortuna.

Non dimentichiamo il mandarino: per il Feng Shui cinese, questo frutto è il portafortuna per eccellenza, grazie alla sua forma sferica che richiama l’infinito. È usanza regalare un mandarino a ogni invitato, e può anche essere usato per decorare la tavola, magari creando un bel centro tavola. In Cina, inoltre, si usa servire il pesce intero, con testa e coda, per simboleggiare il ciclo della vita, l’inizio e la fine.

Se preparate spaghetti o noodles, fate attenzione a non spezzarli durante la cottura, poiché sono simbolo di longevità e spezzarli porterebbe sfortuna. Al contrario, la pasta di formato corto non va consumata, poiché interromperebbe il flusso di positività e buona sorte.

Dopo una lauta cena, e dopo aver mangiato mandarini e uva, non dimenticate di consumare anche la frutta secca. Questa usanza, che arriva dall’antica Roma, è già considerata simbolo di buon auspicio. Va servita in ciotoline contenenti sette tipi di frutti, tra cui nocciole, arachidi, noci, uvetta, datteri, mandorle e fichi secchi. In Italia questa tradizione prevede sette tipi di frutta, mentre dai nostri cugini d’Oltralpe, in Francia, si arriva a tredici.

Infine, ma non meno importante, troviamo la melagrana, uno dei frutti più antichi conosciuti dall’uomo. La sua storia affonda le radici nell’antica Persia, ben 5000 anni fa, dove l’albero cresceva rigoglioso lungo i pendii rocciosi dell’area oggi conosciuta come Afghanistan.

La melagrana, frutto della Punica granatum, prende il suo nome dal latino, che fa riferimento ai semi contenuti nel frutto, le “granate”. Appartiene alla famiglia delle Lythraceae ed è conosciuto anche come “melo granato”, “pomo granato”, “mela granata” o semplicemente “granata”. Una domanda che spesso ci sorge è se chiamare il frutto “melograno” o “melagrana”. L’Accademia della Crusca chiarisce ogni dubbio: quando ci riferiamo all’albero, il termine corretto è “melograno”, mentre quando parliamo del frutto, la forma giusta è “melagrana”.

Questo frutto era venerato dagli antichi Egizi, considerato simbolo di fortuna e prosperità, e utilizzato nelle cerimonie religiose. Alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce frutti di melagrana essiccati all’interno della piramide del faraone Ramses IV, risalenti al 1149 a.C.

Anche per gli antichi Greci, il melograno era simbolo di prosperità, fertilità e amore, e si credeva che portasse fortuna a chi possedeva l’albero.

Oggi, la melagrana è ancora considerata simbolo di benessere e salute, nonché di abbondanza e fertilità. Esiste, infatti, un’antica usanza che prevede di intrecciare i capelli delle giovani ragazze con rametti di melograno, come buon augurio. Nella nostra cultura, questo frutto è un simbolo positivo, e consumarlo l’ultimo giorno dell’anno è considerato un segno di prosperità e abbondanza. I suoi chicchi, dal colore rosso vivace, sono spesso legati all’usanza di indossare l’intimo rosso la notte del 31 dicembre, come segno di buon auspicio.

E se questo breve elenco consiglia cosa mangiare per festeggiare e garantirsi buona fortuna, fate attenzione a cosa non mangiare, o meglio evitare, in quanto simbolo di malaugurio. In questa notte, tutti i volatili sono banditi: dimenticate pollo, tacchino, pernice, fagiano e simili, poiché si teme che la fortuna voli via. Piccoli accorgimenti che sono il pane dei superstiziosi, ma che vale la pena seguire, anche se non ci si crede. Perché non provare?

Molto ci sarebbe ancora da scrivere, ma ora voglio attirare la vostra attenzione su una domanda che spesso ci poniamo: con quale vino brindare all’aperitivo dell’ultimo giorno dell’anno? Un aspetto da non sottovalutare per rendere unica questa festa e all’altezza delle nostre aspettative e di quelle dei nostri invitati. Scegliere la giusta etichetta per aprire le danze di questa cena può essere difficile… Io non ho dubbi sulla scelta: mi affido con fiducia ai grandi vini e alla grande professionalità dell’Azienda Vitivinicola Veglio Giovanni & Figli, che dal 1899 produce vini che hanno reso famoso il territorio delle Langhe e di Alba, con una lunga tradizione di famiglia.

Per il nostro antipasto, vi presento l’Alta Langa DOCG Brut Metodo Classico Millesimato, una etichetta emergente e un nuovo progetto di cui l’azienda è giustamente orgogliosa. Perfetto per le tavole delle feste, questo spumante metodo classico del Piemonte nasce da uve dei vitigni Pinot Nero (70%) e Chardonnay (30%). Il processo di vinificazione è attento e meticoloso: la vendemmia avviene al momento giusto, le uve vengono selezionate a mano, e la prima fermentazione avviene in serbatoi di acciaio a temperatura controllata di 15°C. Successivamente, il vino viene affinato per nove mesi e riposa in bottiglia per un periodo minimo di 38/40 settimane. Si presenta di colore giallo paglierino, con un perlage fine e persistente. Al naso, offre note fragranti di crosta di pane e frutta secca. Un vino dal perfetto equilibrio armonico e di buona struttura.

L’Alta Langa DOCG Brut 2020 ha ricevuto la medaglia d’oro al prestigioso XXII Concorso Enologico Internazionale Città del Vino 2024.

Sempre nel 2024 l’azienda ha giustamente ottenuto riconoscimenti importanti con altre etichette della loro produzione, come:

  • Barolo DOCG Teodoro Riserva 2017 – Medaglia d’Argento 2024 al XXII Concorso Enologico Internazionale Città del Vino
  • Dolcetto di Diano d’Alba DOCG Puncia del Bric 2021 – Selezionato tra i Grandi Vini dell’Albanese 2023 dall’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba
E nel corso degli anni moltissimi sono stati i premi ricevuti e i riconoscimenti ottenuti.

Perché scegliere i vini della Cantina Veglio? Perché sono il frutto di una realtà vitivinicola emergente in Italia, i cui vini sono schietti e sinceri come la meravigliosa terra del Piemonte. Nascono da una grande passione e un profondo amore per la terra, con un rispetto immutato per le tradizioni, lo stesso che anima l’azienda fin dai suoi albori e che viene tramandato da generazione in generazione, da padre a figlio.

Oltre alle produzioni storiche dell’azienda, come il Dolcetto di Diano d’Alba, il Barolo DOCG, il Nebbiolo d’Alba DOC, il Barbera d’Alba DOC e il Barbera d’Alba DOC Superiore, negli ultimi anni si sono aggiunti anche vini bianchi come il Moscato d’Asti DOCG, il Langhe DOC Arneis e il Langhe DOC Chardonnay.

Potete trovarli comodamente nel loro negozio online o nelle migliori enoteche, dove potrete scoprire e acquistare questi vini straordinari. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di arricchire i vostri pranzi e cene delle feste natalizie con il meglio della produzione vitivinicola italiana. Un brindisi di qualità per rendere ogni momento speciale e indimenticabile!

Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare il nostro Antipasto di San Silvestro con Gamberi in Salsa di Avocado, Lime e Chicchi di Melagrana, da servire con Alta Langa DOCG Brut della Cantina Veglio Giovanni & Figli:

Ingredienti:

  • 16 Gamberi
  • 2 avocado maturi
  • 1 spicchio di aglio
  • 100 grammi di mascarpone
  • 100 grammi di ricotta
  • 1 lime succo e scorza grattugiata
  • 1 arancia
  • chicchi di melagrana
  • erba cipollina
  • sale
  • olio evo
  • pepe rosa

Da accompagnare con:

  • Alta Langa DOCG Brut Cantina Veglio Giovanni & Figli

Antipasto di San Silvestro con Gamberi in Salsa di Avocado, Lime e Chicchi di Melagrana da Servire con Alta Langa DOCG Brut Cantina Veglio Giovanni & Figli: Ricetta

Laviamo i gamberi sotto l’acqua corrente, rimuoviamo la testa e il filo nero interno, tranne per 4 gamberi a cui manterremo la testa per la decorazione. Solleviamo delicatamente il carapace sotto la testa e rimuoviamo il filo nero con uno stuzzicadente. Spremiamo l’arancia, filtriamo il succo e versiamolo in una ciotola con un pizzico di sale. Aggiungiamo i gamberi puliti e facciamoli marinare per 15-20 minuti.

Scaldiamo un filo d’olio extravergine d’oliva in una padella, facciamo rosolare uno spicchio d’aglio e, appena dorato, rimuoviamolo. Aggiungiamo i gamberi, sfumiamo con la marinatura e cuociamoli per qualche minuto. Mettiamo da parte.

Sbucciamo i due avocado, tagliamoli a metà, priviamoli del nocciolo e mettiamoli in una ciotola. Aggiungiamo il succo di un lime, schiacciamo con una forchetta e condiamo con sale, olio e una macinata di pepe rosa. Mescoliamo con cura e aggiungiamo la ricotta e il mascarpone.

Distribuiamo i gamberi in quattro bicchieri, aggiungiamo la salsa cremosa di avocado, aiutandoci a piacere con una sac à poche. Completiamo ogni bicchierino con un gambero, dei chicchi di melograna e, infine, dell’erba cipollina a piacere.

Il nostro Antipasto di San Silvestro con Gamberi in Salsa di Avocado, Lime e Chicchi di Melagrana, da accompagnare con Alta Langa DOCG Brut della Cantina Veglio Giovanni & Figli è pronto per essere servito.

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio
Patrizia


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