Strangolapreti alla Trentina, un piatto povero, dal nome suggestivo, ma pieno di sapori!
E ci siamo, finalmente riesco a preparare questi gnocchetti verdi. Una ricetta che ho in mente da molto tempo, ma poi, per un motivo e per un altro, non sono mai riuscita a fare. Possono essere definiti come i cugini dei canederli visto che hanno come base il pane raffermo. Ma questo ingrediente è comunque la base di molti piatti tipici di questa regione. Il concetto di riciclo è ben radicato da queste parti: gente di montagna, contadini che vivevano con i frutti della terra.. e lo spreco non era contemplato nelle loro case! Il pane, una volta secco, si riutilizzava per moltissime preparazioni: le donne di casa creavano piatti sostanziosi per sfamare tutta la famiglia. E così anche gli Strangolapreti alla Trentina saziavano senza utilizzare prodotti pregiati.
Come per ogni ricetta della tradizione (forse non solo per queste..ah ah ah 😀 ) mi sono documentata sulla loro origine. Ho un paio di leggende da raccontare. La prima narra che le donne erano solite offrire questo piatto in una porzione maggiore al prete ospite, e i mariti auguravano al sopracitato di strangolarsi con i medesimi. Un’altra tradizione riguarda la satira, per cui i preti, tradizionalmente dipinti come golosi e ben panciuti, a tavola finivano per trangugiare il cibo con il rischio di strozzarsi (data la forma un po’ grossa degli gnocchi) oppure perché la consistenza stessa degli strangolapreti riusciva a placare la fame anche del più ingordo dei commensali. (fonte qui)
Bene, passiamo alla ricetta…finalmente!
STRANGOLAPRETI ALLA TRENTINA
Ingredienti (per 4 persone):
- 800 g di biete (peso considerato come verdura fresca, da cotta saranno circa 450 – 400 g)
- 300 g di pane raffermo (io ho usato le spaccatine)
- 100 ml di latte
- 2 uova
- 100 g di pane grattugiato
- 150 g di Trentingrana grattugiato (o parmigiano, ma cambia il sapore)
- 1 cipolla bianca
- 20 g di burro
- sale
- farina per la lavorazione finale
Per servire:
- burro
- salvia
Preparazione:
- Per prima cosa tagliamo il pane a dadini e mettiamolo in una ciotola con il latte, così da ammorbidirlo.
- Passiamo a sbollentare la verdura. Togliere la parte bianca, lavare sotto acqua corrente le foglie e farle sbollentare in un ampia pentola fino a quando non risulteranno morbide. Scolare la bieta, strizzarla e farla raffreddare.
- Puliamo e tritiamo finemente la cipolla e metterla ad appassire in una padella con il burro. Aggiustare di sale e far raffreddare.
- Nella ciotola in cui abbiamo ammorbidito il pane aggiungere la uova, il pane grattugiato e il Trentingrana. Mescolare bene.
- Riprendere la verdura e tritarla molto finemente. Aggiungerla al composto di pane e unire le cipolla. Girare bene e se l’impasto risultasse troppo asciutto, versare ancora un po’ di latte; se invece risultasse troppo umido aggiungere ancora del pane grattugiato. Come per i canederli, sarebbe meglio far riposare l’impasto un paio d’ore o addirittura per una notte intera, così da far legare meglio l’impasto.
- Infarinare il piano di lavoro e lavorare il composto un paio di minuti. Prelevare un piccolo pezzo di pasta e formare dei piccoli gnocchetti, leggermente schiacciati. Far bollire abbondate acqua salata e cuocerli fin quando non vengono a galla.
- Condire gli Strangolapreti alla Trentina con abbondante burro e salvia. Servire subito.
Come sempre per le mie ricette regionali o della tradizione, mi sono documentata tramite web e libri, sia per la ricetta che per la storia…. ma ricordatevi che le preparazioni possono cambiare da provincia a provincia, da famiglia a famiglia! Non prendete la mia come legge, giusto per ricordarvelo! 😀