Questa introduzione la devo alla mia amica Orietta che scrive poesie in vernacolo anconitano.
sughetti dolce tipico della vendemmia
Ingredienti:
- 1 litro di mosto (già fatto bollire)
- 200 g di farina di granturco ( si può anche fare metà di granturco e metà di farina 0 )
- 10 noci
- zucchero q b
Procedimento:
Il mosto prima che inizi la fermentazione , viene preso dalla botte, versato in una pentola e fatto bollire per una decina di minuti., e aiutandovi con una schiumarola togliete la schiuma che si fornma in superfice.
Una volta il mosto veniva fatto bollire fino a farlo ridurre della metà, questo si faceva per far diventare dolce il mosto, ma oggi si può aggiungere dello zucchero, che una volta era molto caro, e ottenere più sughetti, questa operazione, un tempo, veniva fatta sul focolare nel paiolo.
Toglietelo dal fuoco e passatelo con un colino, in un’altra pentola, assaggiate il mosto e se vi sembra agro aggiungete ancora zucchero, non so dirvi la quantità esatta perche’ cambia da mosto a mosto, quindi regolatevi secondo il vostro gusto.
Tenendo la fiamma bassa versate a pioggia la farina di granturco e continuamente a rimestare con un cucchiaio di legno o una frusta in modo da evitare che, come si dice ancora in campagna, si creino dei “zallocchi” o “pallocchi”, cioè dei grumi.
Dopo 30 minuti, di cottura, versate le noci tritate grossolanamente, potete anche aggiungere per rendere questo piatto più gustoso delle mandorle , delle nocciole, ed anche semi di zucca, cucocete ancora qualche minuto dopo di che potete scodellare i sughetti nelle fiamminghe.
Questo antico dolce una volta impiattato si deve far raffreddare prima di essere mangiato, col cucchiaio o con la forchetta, il piatto alla fine rimarrà bello che pulito.
I sughetti , si mantengono per diversi giorni, ricordo che venivano tenuto coperti con una carta sopra la credenza della cucina, e se sulla superficie affiorava una leggera patina, non era muffa, ma zucchero cristallizzato, la credenza era piena di piatti che dovevano durare per settimane, oggi questo non accade più anche perché è molto difficile procurarsi il mosto e ancor più difficile lasciarli lì.
Io mi ritengo fortunata, dato che vivo in campagna e sono circondata da vigne, posso ancora gustare questi ” sughetti dolce tipico della vendemmia ” che mi riporta indietro all’infanzia.
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