Storia dei Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria

Voglio raccontarvi la Storia dei Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria che si preparano e regalano a Pasqua, con diverse forme e piccole differenze d’impasto e nome nelle varie zone della provincia reggina. Cudduraci… dolci tipici poveri nella preparazione e ricchi di storia e significato religioso e antropologico…Storia dei Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria

Storia dei Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria – di Rosalba Vazzana

A Pasqua un “culto” della tradizione culinaria e pasticcera reggina è rappresentato dai Cudduraci, biscotti preparati con un morbidissimo impasto di pasta frolla e con diverse forme della tradizione religiosa, cristiana o altro a piacere, e decorate con Uova sode, simbolo pasquale di amore, fecondità, prosperità e nuovo inizio di vita.

Inizialmente erano semplici ciambelle di pasta frolla (da qui infatti il nome “cuddura” appunto ciambella) e poi realizzate con altre forme della tradizione religiosa, cristiana o altro a piacere, come Cestini o Canestri, “u Panaru” delle Uova (simbolo di fecondità e nuova vita), Pesci (segno del cristianesimo), Colombe (simbolo di pace), Campane (simbolo di festa e resurrezione di Gesù), Cuori (da regalare alle persone più care), Stelle (simbolo di luce),  molti animali come Uccelli, Pulcini, Papere, Conigli e tantissime altre forme, sempre arricchite con Uova sode.

Questi dolci pasquali in tutta la provincia reggina sono chiamati anche Gute, ‘Ngute, Sgute, Cuzzupe e Cuculi, di varia forma e grandezza e in alcune zone realizzate con un impasto salato tipo Pane o Pan Brioche, ma sempre decorate con Uova sode.

La tradizione racconta che ogni fidanzato regalava alla promessa sposa un Cuddurace a forma di cuore con molte Uova a decorazione, ad indicare la posizione economica e sociale della famiglia dello sposo, infatti più Uova si collocavano sul dolce tanto il dono acquisiva valore e il futuro matrimonio benevolenza da parte della famiglia della sposa.

Invece la fidanzata regalava al promesso sposo e alla sua famiglia il Cuddurace a forma di cuore o cestino, come segno di amore e fecondità.

La grandezza del Cuddurace, qualunque fosse la forma, dipendeva dal numero di Uova sode e questo dall’importanza del destinatario. Infatti una volta cotti quello più grande era destinato dalle ragazze al fidanzato, più grande era l’amore, più erano le Uova, più grande il Cuddurace. Si arrivava a preparare Cudduraci da destinare ai fidanzati anche con 21 Uova.

Un po’ prima della Pasqua, in famiglia e con largo anticipo si cominciava a mettere da parte le Uova, da usare per fare i Cudduraci e per decorarli, che dovevano essere rigorosamente del proprio pollaio, segno anche questo di offerta e dono sincero.

I Cudduraci solitamente si cuocevano nei forni a legna comuni, a uso di tutti gli abitanti del paese, perché difficilmente c’erano forni privati nelle abitazioni, e la preparazione alla Pasqua era rappresentata anche dalle lunghe “processioni” di bambini, piccoli aiutanti, all’andata con in testa le “lande” di alluminio con i Cudduraci pronti da infornare e al ritorno già cotti, con le mamme che urlavano dietro a stare attenti a non rovinare o sprecare quel ben di Dio.

Arrivati a casa, dopo la cottura venivano avvolti da una linda tovaglia da tavola e conservati nella “cascia” (cassapanca/dispensa). Molto ricercata era il tipo di cassapanca usata a Seminara per conservare le ‘Nzudde, realizzata con pregiato legno chiaro, e appena possibile le famiglie cercavano di dotarsi di tale cassapanca da usare come una vera e propria dispensa per conservare, appunto i Cudduraci e le Pastiere nel periodo pasquale e tantissimo altro durante il resto dell’anno.

Fino al giorno di Pasqua, i Cudduraci restavano ben custoditi nella cassapanca, infatti durante la Quaresima non si potevano mangiare “per non fare peccato”.

Infine domenica di Pasqua venivano regalati, offerti e gustati e festeggiare così tutti insieme, la resurrezione del Cristo, l’amore e la prosperità nelle famiglie. (Rosalba Vazzana)

Oltre la Storia dei Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria, cliccando sui nomi qui sotto elencati, è possibile consultare mie Ricette e altri articoli sulla Pasqua.

Cudduraci Biscotti pasquali di Reggio Calabria

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